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Javer, il totò spagnolo

Per quanto sembrino cose di secondaria importanza, la missione degli abiti non è soltanto quella di tenerci caldo. Essi cambiano l’aspetto del mondo ai nostri occhi e cambiano noi agli occhi del mondo.
(Virginia Woolf)

Era mattina presto e pergiunta era Natale. Jacob aveva deciso di dormire da me, dopo aver consumato il nostro amore.
Erano le 9:30 quando il mio telefono squillò rumorosamente, ma questo non svegliò il mio fidanzato. Con gli occhi ancora chiusi presi il telefono e lo avvicinai all'orecchio. -Johnny, estás despierto?!- Continuò a ripetere la stessa frase urlando più forte, poi risposi con un'enorme sbadiglio. -Dios mío, De Santo! Mi devi accompagnare a fare shopping.- Chiusi la telefonata, abbracciai da dietro Jacob e ritornai a dormire. Erano passati soltanto due minuti quando Dajanara bussò violentemente alla porta.
Scesi dal letto completamente nudo e mi misi addosso la maglietta del mio ragazzo, la quale mi copriva il pacco. Andai ad aprire e la ispanica entrò e quando vide Jacob nel mio letto, con il suo bellissimo culo all'aria, si girò a bocca aperta. -Johnny! Allora avevo sentito bene. Fai degli orgasmi stupendi.- Rise ed estrasse dalla borsetta di Gucci, un pezzo di dolce che aveva preparato ieri sera, e lo mangiò. La guardai stupito e al tempo stesso imbarazzato.

-Comunque non ti posso accompagnare. Come hai visto, ho degli ospiti a casa.- Gli feci un finito sorriso e la guardai incrociando le braccia al petto. Dajanara si mise seduta sul divano a gambe incrociate, dicendo che sarebbe rimasta li tutto il giorno se non l'avessi accompagnata.
Così, alla fine vinse. Mi rimisi gli stessi indumenti di ieri e prima di uscire scrissi un biglietto, il quale diceva a Jacob che ero uscito da Dajanara.
Uscimmo dal condominio e il sole brillava alto nel cielo. Anche se la stella splendeva calda, la neve non si era scongelata. Andammo sulla Columbus Avenue in una piccola bottega spagnola.
Se ne stava seduto dietro al bancone di quella vuota e umida bottega, ereditata da suo padre. Molto probabilmente se non fosse nato in una famiglia di mercanti,ora non avrebbe quel viso stanco e annoiato; la sua lunga barba bianca e incolta, quegli occhi piccoli che avevano ormai dimenticato la gioia di vivere, quelle rughe marcate erano la testimonianza di una vita di sacrifici valsa solo a mantenere i suoi 4 figli e la sua vecchia moglie. Javer, conosciuto da tutti in paese come "totò" lavorava in quel negozio di vestiti da quando aveva 6 anni, aveva imparato il mestiere dal suo buon vecchio padre, anche se in realta il suo sogno era da sempre stato quello di diventare buon medico, per poter curare la sua adorata mamma, morta quando era piccolo, a causa di una broncopolminite.
Javer trascorreva cosi le sue giornate, seduto su quello sgabello rotto, vicino alla cassa, aspettando i clienti. Tutti i giorni suo nipote gli consegnava il giornale, che leggeva durante l'attesa. Una piccola bottega la sua, arredata con mobili e scaffali vecchi, ma comunque accogliente. Quattro scaffali e una grande mensola, nn si puo dire che avesse roba di qualita, e i prezzi erano accettabili, anzi, direi molto bassi.
Il viso inespressivo e stanco di Totò , solo, in quel piccolo negozio, si animava quando entrava un cliente, sebbene fosse un uomo di poche parole, sapeva come comportarsi con la gente e offriva ai clienti piu affezionati, degli sconti. 

-Dajanara! Como estas?- Esclamò l'uomo e con un salto felino scese dal suo sgabello e andò ad abbracciare la ragazza. Ella l'aveva conosciuto quando era venuta a New York. Era sola e disperata. La sua famiglia non la chiamava e non sapeva cosa fare, così andò a fare un giro. In poco tempo si trovò dentro la bottega di Totò e li ritrovò lo spirito spagnolo.
I due iniziarono a parlare fluidamente la loro lingua natia, mentre io iniziai a curiosare. Era una bottega accogliente e ben pulita e i suoi capi erano davvero fantastici, ma la mia testa era altrove. Non riuscivo a perdonarmi del perché abbia abbandonato Jacob. Eravamo fidanzati già da un giorno e non avevo passato neanche un minuto con lui. Era come vivere senza una parte del mio cuore. Mi sentivo perso. Smarrito.

@JonathanDeSanto🌙
📍Un salto in Spagna!

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