CAPITOLO 5
POV ANNA
Non ho mai rinnegato chi sono, cosa faccio o con chi sono, perché non ho mai avuto bisogno di farlo, non è mai stato necessario farlo. Ma purtroppo quel giorno è arrivato, ho dovuto esser quasi violentata per capire che questo mondo è pieno di invidia e di gente che pur di ottenere quello che vuole è disposta a rendere ridicolo l'altro.
Quei stessi ragazzi che inconsapevolmente e inconsciamente mi hanno fatto del male morirebbero per me, ed è un paradosso più mi amano e più mi fanno del male o meglio più loro dimostrano il bene che mi vogliono e più suscitano invidia e gelosia da parte degli altri.
Ma in qualsiasi modo la mettiamo quella che si fa più male sono io e non voglio fare la vittima, non l'ho mai fatto. Ma è brutto da sopportare.
"Avanti" rispondo quando sento bussare alla mia porta.
Federico entra e anche oggi, come ieri, l'altro ieri e da una settimana a questa parte ha la stessa faccia quello di uno che spera ma poi capisce che la sua speranza è stata vana.
È da quasi una settima che entra nella mia stanza la mattina con la speranza di trovarmi pronta per andare a scuola ed io invece rimango sotto le coperte a guardare la televisione o fuori dalla finestra chissà dove.
"Neanche oggi?" Ormai non mi fa neanche la domanda completa, ci ha rinunciato sa che comunque gli risponderei con un cenno negativo della testa, così faccio.
"Allora anche io rimango a casa oggi, così mi dirai quale è il vero problema e ne usciremo".
Continua a fare cenno di no con la testa, allora lui mette le braccia conserte e si avvicina.
"Bene, allora da cosa vuoi cominciare?"
Non rispondo.
"Perchè non vuoi venire a scuola?"
Altra domanda che non riceverà risposta.
"Da quando ti rifiuti di parlare anche con me?"
Non è che non voglio parlare con lui è che non voglio parlare e basta.
"Sai che non rinuncerò facilmente, ora vado ma sta sera non scappi" mi da un bacio in fronte ed esce.
Mi giro dall'altra parte e dormo.
Un continuo bussare alla mia porta mi fa svegliare, mi rigiro e in quel momento sbuca la testa di mio padre.
"Bambolina, posso entrare?"
"Vieni papi"
Si avvicina, si stende vicino a me sul letto e comincia a giocherellare con le dita della mia mano.
"Perché non vuoi andare a scuola?"
Lo guardo pregando che non mi stia chiedendo veramente di rispondere.
"Non fare quella faccia, a me devi rispondere, va bene che imbamboli Federico, ma me no"
Continuo a non rispondere.
"Va bene se non vuoi parlare da sola, ti farò parlare io"
Non faccio in tempo a lanciargli uno sguardo interrogativo che mi comincia a fare il solletico.
Quando sono con le lacrime agli occhi, provo a liberarmi facendo strani versi.
"Finché non sento la tua voce non smetto".
"Basta, basta...non ce la faccio più". E non ce la faccio veramente.
Ci risistemiamo sul letto.
"Perché non vuoi andare a scuola?" Mi chiede il mio papà con tutto l'amore che possiede.
"Non voglio che riaccada quello che è successo, non voglio aver paura di entrare in classe ed esser presa di mira solamente perché vivo con i ragazzi, esser presa in giro o insultata. Capirei se fosse per qualcosa che faccio io ma non è giusto. Perché devo subire umiliazioni pubbliche gratuite? Perché la vita è stata buona con me? Ma quando è stata buona? Forse quando mia madre mi ha abbandonata perché le ho rovinato il corpo e la vita o quando mi ha costretta a vivere con dei ragazzi che fanno cascare le mutande a tutte, pronte a sfogarsi con me per questo? Dimmelo papà perché io non lo capisco!" Urlo con le lacrime agli occhi.
"Non sapevo ti facesse ancora male l'assenza di tua madre" chiede accarezzandomi la schiena.
"Non soffro ancora per l'abbandono della mamma, soffro perché la gente ti giudica e ti critica non conoscendoti, crede sempre che l'altro abbia qualcosa che loro non hanno. Io non ho bisogno della mamma perché ho te e Federico, ma credere che la vita sia stata buona con me solo perché vivo con cinque pugile è da idioti" ed è vero non soffro per l'abbandono della mamma non l'ho mai conosciuta, non so nulla di lei se non il fatto che mi odia per averle rovinato il corpo e la vita.
"Visto lo dici anche da sola che la gente è idiota quindi fregatene, è stato uno schok per te ma per fortuna non è successo niente, non lasciare che un qualcosa che sarebbe potuto accadere condizioni quello che deve accadere".
L'abbraccio forte perché le sue parole sono sempre quelle giuste, quelle che mi tirano su il morale.
"Va bene, domani andrò a scuola e tornerò a fare tutto quello che facevo prima...".
"Ooooohhhhh meno male sai mi mancava la mia assistente" ridiamo insieme.
"Si ma ad una condizione"
"Quale?" Mi chiede.
"Quando vado a scuola non voglio che i ragazzi mi rivolgano la parola, noi a scuola non ci conosciamo, non voglio far sapere agli altri chi sono o meglio con chi vivo, voglio essere accettata o criticata unicamente per chi sono io e non per le persone che vivono con me.
"Annaaa..." mi richiama, non è d'accordo con me ma non cambierò la mia condizione.
"Papààà.. non ci provare non cambierò idea"
"Facciamo così per adesso tra un paio di settimane ne riparliamo ok?"
Gli salto letteralmente in braccio sorridendo, ringraziandolo e baciandolo.
Chiacchieriamo per un altro pò finche i ragazzi non tornano a casa e lui è costretto a scendere per preparagli da mangiare.
POV FEDERICO
Siamo tornati a casa e stiamo cercando qualcosa da stuzzicare prima di pranzo quando ad un certo punto vedo scendere dalle scale Enzo con il sorriso.
"Ti ha parlato?" È la primo cosa che mi viene in mente.
Lui annuisce.
"Ecco da chi ha ripreso Anna a rispondere con cenni della testa" ridiamo tutti.
Enzo sorride appena ma non accenna a parlare.
"Allora cosa ti ha detto?" Chiedo io.
"Che domani tornerà a scuola.."
"Che bello, finalmente.." lo interrompo io, ma notando che quello che ha detto non è tutto mi fermo per farlo finire.
"Solamente dovrete far finta di non conoscerla, non dovete rivolgerle la parola e non dovete parlare di lei con gli altri" a queste parole mi infurio, come sarebbe che dobbiamo far finta di non conoscerla?
Mentre gli altri fanno domande, che io non mi preoccupo di ascoltare, ad Enzo, corro in camera sua come fulmine.
"E' la sua decisione...rispettala" mi ferma il mio allenatore. Io non lo ascolto e proseguo.
Entro spalancando la porta, potrebbe essere anche nuda non mi importa.
"Ma che cazzo ti è saltato in mente?" Spalanco la porta e faccio la domanda al letto che Anna riempiva fino a stamattina, ora è vuoto.
Esce dal suo armadio con qualche vestito che non le avevo mai visto in mano.
"Sono contenta anche io del fatto che sei contento che mi sono alzato e che domani tornerò a scuola" fa un enorme sorriso, lascia i vestiti sul letto e mette le mani a brocca.
"Cosa stai facendo?" Chiedo.
"Sto cercando qualcosa da mettermi che non sia la tuta della palestra, ma non ho nulla" dichiara spazientita.
"Ah giusto....ti servono altri vestiti, non basta il fatto di far finta che noi non ci conoscessimo" dico sarcastico.
"Federico ti prego"
"Ti prego cosa Anna? Scusa se il fatto che mia sorella voglia far finta che non mi conosca mi da leggermente fastidio"
"Non lo faccio perché non ti voglio bene, lo faccio unicamente perché sono stanca di esser presa di mira o umiliata perché vi conosco e vivo con voi. Quindi voglio provare a vedere cosa la gente pensi di me, solo di Anna e non di 'Anna quella che vive con cinque sex simbol'. E se tu mi vuoi bene accetteresti la mia decisione"
Porca miseria anche se il suo ragionamento non ha nulla di sbagliato io non voglio che lei faccia finta che non mi conosca, non poterla abbracciare o chiederle in continuazione come va a lezione.
"E mi accompagneresti a fare shopping per comprare qualcosa da mettermi che sono anni che non indosso vestiti di una ragazza della mia età" dice sorridendo vedendomi titubante.
"Andiamo dai prima che ci ripenso" le sorrido.
"Ahhhh lo sapevo, sei il fratellone più buono che io possa avere" mi salta in braccio.
"Ti voglio bene Anna, sei la mia vita" le sussurro all'orecchio mentre le accarezzo i capelli.
"Tu e papà siete le persone più importanti della mia vita, vi amo" e queste parole mi sciolgono come un ghiacciolo nel forno a 220°, perché anche per me loro sono le due persone più importanti della mia vita.
POV ANNA
Guardo il mio riflesso allo specchio, non sembro neanche io, jeans, maglietta a maniche corte e giacca di pelle, ieri quando l'ho vista l'ho voluta subito provare, mi stava benissimo ma costava troppo, qua do Federico ha capito il problema ha chiamato la commessa di portare in cassa l'indumento, io gli ho detto che non serviva, ma lui mi ha risposto: "posso fare un regalo a mia sorella?" Io l'ho abbracciato e ringraziato super contenta.
"Sei pronta?" Federico entra nella mia stanza.
"Si lo sono" rispondo.
Scendiamo le scale insieme.
"Ciao a tutti ragazzi ci vediamo oggi a casa....mi raccomando" do un bacio di sfuggita a mio padre ed esco.
Infilo gli auricolari e cammino verso scuola, è più vicina rispetto a quella di prima e non ci metto più di dieci minuti.
Arrivo davanti al cancello in contemporanea con i ragazzi, li ho raccomandati non so quante volte di far finta di conoscermi spero per loro che rispettino la parola data.
Volto lo sguardo e vado diretta in classe, quando entro noto una ragazza con un leggins nero che le fasciano le gambe, una felpa enorme grigia che copre il suo corpo troppo esile, i capelli legati in una crocchia disordinata, un paio di occhiali troppo grandi per il suo piccolo visino, seduta al banco d sola.
Mi avvicino a lei.
"Posso?" Indico la sedia.
Lei gira lo sguardo verso di me e vedo degli occhi di un blu/azzurro stupendo, nonostante si copra in modo eccessivo è veramente bella.
"Si si" sposta la sedia e io mi siedo.
"Io sono Anna" le rivolgo la parola.
"Piacere Clara" sembra stupita del fatto che io le rivolga la parola.
"Che materia abbiamo ora?" Le chiedo, ho notato che non le piace molto parlare.
"Storia" risponde secca.
"Nooooo, ti prego non me lo dire" mi metto le mani sopra la faccia.
Anche lei sorride.
"A te piace storia?"
"E' una delle mie materie preferite, ahahahahah" oddio ha detto più di due parole...miracolo.
"Non iniziamo bene quest'amicizia, ahhahhha" le rispondo.
Lei si illumina.
"Tu vuoi essere mia amica?" Cosa ci sarebbe di strano?
"Si perché? Il medico ti ha prescritto di non fare amicizie?" Sorridiamo insieme .
"No è solo che....io non ho amici, tu saresti la prima" rimango stupita io questa volta.
"Che vuol dire che non hai amici?"
"Questo, semplicemente che non ne ho, nessuno è mai voluto essere mio amico, magari ho qualcosa che non va, la gente mi chiama solo quando gli servono i compiti fatti"
"Mi dispiace" e sono dispiaciuta veramente perché posso capirla, quando la gente ti chiama solo per avere biglietti gratis per gli incontri di boxe o per uscire con uno dei ragazzi con cui vivo, ma questo non posso dirglielo.
"Oh non ti preoccupare sono abituata a stare da sola" mi fa tantissima tenerezza, anche se mi sembra una ragazza apposto.
"Bhe allora ora ti dovrai abituare ad averne una" risiamo insieme quando ad un certo punto lei si fissa a guardare qualcosa che si trova dietro di me.
Marco è appena entrato in classe e Federico dalla porta gli sta facendo delle boccaccia per prenderlo in giro.
Clara ha lo sguardo fisso su mio fratello, mi sembra di vedere lo stesso sguardo che ho io quando guardo Alex.
"Ehi, ehi" le scuoto il braccio libero, l'atro regge la testa proprio come nei film con quello sguardo sognante.
"Oh scusa mi ero fermata a guardare quel ragazzo, è bellissimo" ahahahahahah lo so che mio fratello è bellissimo.
"Si non è male"
"Ma stai scherzando è stupendo, però non so neanche come si chiama" se vuoi te lo dico io ahahahhahaha.
"Come non sai come si chiama? Non ti sei informata?"
"No è qui da qualche giorno, non so neanche a chi chiedere" mi dispiace un sacco per lei, questo almeno posso dirglielo.
"Si chiama Federico" lei mi guarda dubbiosa.
"Prima mentre entravo ho sentito un che lo chiamava così" alzo le spalle.
"Oddio ora il ragazzo più bello del mondo ha un nome" ci guardiamo e ridiamo insieme.
"Silenzio, silenzio" entra in classe la professoressa.
"Ecco lei è la professoressa di storia, non è molto simpatica" mi sussurra all'orecchio.
"Che fortuna" lei alza gli occhi al cielo.
Dopo un ora di storia e una d'inglese suona la campanella della ricreazione e chiedo a Clara di farmi fare un giro per la scuola.
"Allora al piano in fondo c'è la palestra, a destra il laboratorio di chimica, a sinistra il laboratorio artistico, al primo piano ci sono due aule con la lavagna multimediale e al secondo piano c'è un'aula conferenze molto grande. Questo è tutto" è molto più piccola rispetto alla scuola vecchia, meglio meno cretini.
Le restanti quattro ore le passiamo a chiacchierare lei mi racconta che vive da sola con il padre perché la madre è morta quando era molto piccola e io le dico che anche io vivo da sola con mio padre e che mia mamma mi ha abbandonata appena nata.
Ci scambiamo i numeri di telefono e ritorniamo a casa insieme, lei abita dietro scuola a cinque minuti da casa mia.
Torno a casa e trovo tutto apparecchiato, mi siedo a tavola e sento mio padre che dice a Marco se è pronto per questa sera.
"Perché cosa c'è questa sera?" Chiedo dubbiosa.
"L'incontro di Marco" mi risponde ovvio Alex.
"Ah non ne sapevo nulla" mi dispiace non aver assistito agli allenamenti.
"Non ti preoccupare, basta che questa sera ci sarai il coach non è molto concentrato quando non ci sei tu" mi sorride e mi accarezza la guancia per consolarmi.
Ma questo gesto dura poco perché sentiamo un tonfo, Alex ha lanciato la forchetta contro il piatto.
Come ad ogni incontro è pieno di gente che urla e sbraita, che scommette su chi potrebbe essere il vincitore, questo sport mi piace molto, quello che non mi piace è quello che c'è dietro.
Marco come al solito ha vinto è molto bravo, forse è il più bravo della sua categoria.
Mentre torniamo nello spogliatoi mi sento afferrare per il braccio, così mi volto.
Cazzo, cazzo,arcicazzo.
"Anna sei tu?"
"Ciaooo" rispondo.
"Che ci fai qui?" Mi guarda dubbioso.
Neanche un giorno è durato il mio piano.
Ecco il 5 capitolo! Grazie a queste vacanze sono riuscita a scrivere il capitolo!
Siete d'accordo con la decisione di Anna?
Lasciate un commento e una stellina!
Al prossimo aggiornamento!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro