Capitolo 3
ANNA POV:
Mi è sempre piaciuto correre, non so esattamente il motivo, forse perché non penso a ciò che mi circonda ma mi sforzo solamente di portare il mio corpo al massimo delle sue capacità, mi piace gareggiare con i ragazzi, anche se perdo sempre, è una cosa ormai quotidiana. Mi piacerebbe un giorno poterli battere, ma quando arriverà quel momento credo che non mi importerà più farlo perché passerà ancora tanto di quel tempo, troppo.
Siamo in pineta a correre i ragazzi, io e mio padre, tra due giorni ci sarà l'incontro di Marco con una testa calda, ogni volta che ci combatte va sempre a finire male, lo sappiamo che non dobbiamo rispondere alle sue provocazioni ma non è facilissimo.
Marco è molto più forte del ragazzo con cui deve battersi e questo lo sanno tutti compreso lo sfidante che ricorre a battute poco carine per provare a vincere.
"Anna su Marco" eccolo che inizia, dopo un po che i ragazzi corrono mio padre a turno mi fa montare sulle loro spalle e devono correre con me in braccio, non sono molto pesante ma se aumentiamo la stanchezza, però in questo modo la loro resistenza aumenta a dismisura.
Corro verso Marco e gli salto in braccio e lui ricomincia a correre e devo ammettere che per quanto io ami correre stare in braccio ad un omone come lui non mi fa schifo, ma in fondo io aspetto solo che sia il turno di Alex, quando sono in braccio a lui mi approfitto molto della situazione, lo stringo come se lui fosse l'ultima ancora di salvezza in mezzo al nulla.
Uno ad uno tocca a tutti i ragazzi quando è arrivato il turno di Alex comincio a sorridere.
"Salta su piccola" mi incita quello splendore con un sorriso, ovviamente anche io rido, talmente tanto che devo sembrargli un ebete.
"Oggi faccio il giro largo Enzo" gli dice Alex al che io mi preparo a scendere, ma lui mi tiene ancora di più stretta al suo corpo.
"Dove vai? Tu vieni con me" mi dice sempre con quel suo sorriso spettacolare.
Io ovviamente continuo a sorridere come una deficiente. E il bello è che. Me ne rendo anche conto.
Iniziamo a correre e ci allontaniamo.
"Allora tu e Marco eh?"
"Cosa?" Arrossisco non capendo il perché.
"Ti si legge in faccia che ti piace" ma sta scherzando? Tutti si sono accorti che io sono cotta del ragazzo che mi tiene sulla schiena in questo momento e lui che fa mi dice che mi si legge in faccia che mi pace un altro.
"Bhe allora leggi male" rispondo leggermente acida.
"Non prendermi in giro, lo so che vi piacete, state sempre insieme, lui ti abbraccia in continuazione" se non lo conoscessi potrei dire che è geloso ma non penso proprio.
"Sei tu che prendi in giro me, ci vogliamo bene ma stop è come se fosse un fratello per me"
"Ma non lo è" ribatte.
"Non di sangue" gli confermo.
"Appunto non è di sangue potreste stare tranquillamente insieme perché continuate così? Dicendo che siete solamente come fratelli?"
"Perché è così, io non provo nulla per lui che possa spingermi a fidanzarmi con lui, se no come dici tu lo avrei già fatto. Ma poi scusa a che cosa importa? È da l'altra sera che mi fai domande su Marco".
"Oh niente non mi interessa niente" decido di lasciar correre non mi interessano questi suoi stani atteggiamenti.
Ritorniamo a casa, dolce casa, ormai sono cinque anni che ci vivo ed è bellissima non potrei desiderare altro posto dove vivere.
È divisa in tre piani: al primo piano c'è un salone gigante con un mega tavolo dove di solito facciamo le riunioni o studiamo, ci sono tre divani enormi davanti ad un maxi schermo dove quasi tutte le sere rivediamo gli incontri dei ragazzi per vedere dove sbagliano o i pugili con i quali si sfideranno, due bagni, entrambi con la doccia, e la cucina anche quella enorme con un isolotto al centro dove facciamo colazione la mattina.
Al secondo piano ci sono le camere da letto, in totale sono cinque, in una ci dorme mio padre, in un'altra io, in un'altra ancora Federico, Marco ad Andrea insieme ed infine Alex ed Emanuele in un'altra stanza. Io, mio padre e Federico abbiamo anche il bagno in camera e in più c'è un altro bagno sul piano.
Al piano terra c'è la palestra dove i ragazzi si allenano quotidianamente, al lato destro c'è un piccolo studio dove si tengono i trofei e mio padre riceve telefonate per incontri o inviti a tornei, in fondo a sinistra invece ci sono alcuni armadietti dove i ragazzi tengono la roba per non fare tutte le volte le scale se dimenticano una cosa.
Visto che siamo andati a correre molto presto questa mattina dopo la doccia dovremo fare colazione e mio padre quando c sono gli incontri è molto preciso non vuole che nessuno trasgredisce le regole da lui imposte.
Per colazione possiamo bere latte, spremuta o succo d'arancia rossa, no caffè ne the, da mangiare invece la frittata una volta con il formaggio e una volta con il prosciutto, toast e affettati.
A metà mattinata e a metà pomeriggio o una barretta energetica o una banana più una bibita con polase.
A pranzo molti carboidrati sopratutto se la mattina ci si allena accompagnati da verdure.
A cena invece minimo tre etti di proteine, verdura e dopo cena un frullato di zenzero e banana.
Per quanto riguarda il cibo è molto solo che non si ha un ampia scelta, ma per fortuna questa è solo l'alimentazione per la settimana prima dell'incontro.
Le regole fondamentali invece sono: niente sesso, regola che Andrea trasgredisce sempre, niente alcool, mangiare tutto ciò che dice Enzo, impegnarsi duramente agli allenamenti, essere concentrati al massimo e dare il 200%.
Dopo esserci fatti tutta la doccia scendiamo e facciamo colazione.
"Papà senti io a scuola oggi ci devo andare che devo prendere degli appunti per un'interrogazione" lo avviso.
"Ok, Fede la puoi accompagnare tu?" Gli domanda mio padre.
"Certo Enzo" risponde a mio padre alzandosi dalla sedia con un pezzo di frittata in bocca "andiamo nanetta" continua rivolgendosi a me e prendendo il suo giacchetta di pelle.
Io prendo la borsa e lo seguo in macchina.
"Oggi abbiamo parlato tutto il tempo di come secondo lui io e Marco ci piacciamo, mi ha detto che mi si legge in faccia, ti rendi conto" confesso al mio fratellone.
"Allora è analfabeta" entrambi ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
"Dai fai il serio"
"Come faccio a fare il serio?" Mi domanda retorico.
"Non lo so però dai come si fa, lo hanno capito pure i muri che sono cotta di lui, con Marco.......a a a a lo sai che mia detto pure, io gli ho detto non mi piace Marco è come un fratello per me e lui mi ha risposto si ma non di sangue quindi potreste stare insieme e poi mi ha detto pure infatti non capisco perché non ci state visto che non c'è nessuno che c'è lo impedisce, per un momento ho pensato che fosse geloso ma poi ci ho pensato ed è impossibile lui neanche mi vede da quel punto di vista, cioè non gliel'ho mai chiesto, ma sono sicura, o forse no o....."
"Basta ti prego mi sta andando a puttane quel poco di cervello che ho" mi interrompe Federico "ti ho detto dimenticati di lui è meglio per...." Lo interrompo "Hai ragione...." "lo so" non mi lascia finire ma io lo interrompo di nuovo "non ti montare la testa non ho detto che hai ragione per quel che credi tu, hai ragione quando dici che hai poco cervello" alza gli occhi al cielo e io rido "tu pensi che non ci abbia provato? Ogni santo giorno della mia vita, ma è più forte di me, non ci riesco" lui mi guarda ferma la macchina perché siamo arrivati e mi attira a se per abbracciarmi, mi da un bacio tra i capelli e mi lascia andare.
Scendo dalla macchina aspetto che vada via e entro a scuola, dove ovviamente non mancano le battutine dei mie compagni.
"Che c'è oggi non le hai portate le tue guardie del corpo" grida uno.
"No ma lei è forte anche da sola, non ha bisogno di loro" risponde un altro.
"Che c'è hanno scoperto che sei lesbica e quindi non ti si filano più? Hanno perso le speranze di scoparti?" Urla una ragazza.
"Per quel che vale" risponde quella che sembra la mia compagna di classe Cristina.
Proseguo a testa bassa fino in classe e mi vado a sedere vicino a Riccardo, non mi importa di quello che diranno tanto peggio di così.
La giornata prosegue bene nessuno mi da più fastidio o fa battutine. Che poi sono anche vigliacchi perché queste cose così pesanti me le dicono solo quando sono da sola.
Esco da scuola e mi trovo Federico appoggiato alla macchina.
"Prego principessa" mi apre la portiera.
"Che cretino" entro ridendo.
In macchina parliamo di come è andato l'allenamento e lui mi dice che anche questa volta Andrea si è fermato perché non ce la faceva più, io non posso far altro che stupirmi.
"Dobbiamo passare da tuo zio per prendere i pantaloncini per Marco, con i quali combatterà domani e le felpe per noi" mi distrae dai miei pensieri.
"Oh, ok. È tanto che non vedo mio zio" dopodiché ci dirigiamo verso la palestra.
"Zioooooo" lo chiamo e gli corro incontro per saltargli in braccio.
"Piccola mia" lui si gira pronto a prendermi, "come mai sei qui?" mi chiede.
"Sono passata a prendere la roba per domani" gli spiego.
"Tuo padre non mi ha detto che saresti venuta anche tu".
"Voleva farti una sorpresa zio" risponde una voce alle mie spalle, Federico.
È strano perché non riesce a chiamare mio padre 'papà', ma chiama tranquillate mio zio 'zio', io un giorno gli chiesi perché e lui mi rispose perché dicendo la parola 'papà' gli torna in mente l'uomo che lo ha abbandonato, mentre con la parola 'zio' non ha nessun ricordo negativo.
Io personalmente non lo capisco, forse perché non ci sono passata.
Molto probabilmente anche io avrei problemi a chiamare un'altra donna 'mamma' nonostante io non l'abbia mai conosciuta la mia, figuriamoci lui che lo ha conosciuto e si è comportato male con lui.
"Campione, come stai?" Si salutano con una forte stretta di mano poi scoppiano a ridere e si abbracciano.
"Tutto bene. Tu come te la passi?"
"Alla grande" risponde mio zio e i due scoppiano a ridere, uomini valli a capire.
Mio Zio ha 35 anni è un bell'uomo anche se io preferisco il mio papi, ha occhi chiari capelli scuri e un fisico asciutto, nonostante l'età e le mie continue richieste di un cuginetto, non vuole impegnarsi con nessuna. Dice di essere felice così libero, ma io la so la verità a lui piace fare il donnaiolo.
Prendiamo tutto quello che ci serve e torniamo a casa.
POV ALEX:
"E che cazzo, hai visto oggi come era contento quando ha finito per primo gli addominali, ti giuro non lo sopporto, ma perché le piace lui? Dimmelo Emanuele che cosa ho che non va?" Chiedo al mio migliore amico.
Non riesco proprio a capire il suo atteggiamento è un Anno che mi piace quella piccoletta e a lei piace Marco, ma che cazzo ti pare?
"Guarda che secondo me non gli piace Marco, ma gli piaci...." Lo interrompo.
"Si questa cosa me l'hai già detta e ti ho già detto che è certo che non è così con me non è come con lui" dico scazzato al massimo.
"Se vuoi posso provare ad indagare.." Non lo lascio finire che lo butto per terra e lo comincio a ringraziare e ovviamene lui alza gli occhi al cielo sbuffando ma poi cede e ride.
POV ANNA:
Marco è carico pronto per salire sul ring, mio padre gli sta facendo massaggi per rilassare i muscoli e allo stesso tempo lo sta motivando.
Io come al solito sarò la sua assistente e Federico il suo secondo.
Usciamo dalla porta e ci infiliamo nel corridoio che porta al ring, ovviamente perché la fortuna è dalla nostra parte incontriamo Claudio lo sfidante.
"Pronto a perdere Marco" inizia con il suo sfottere, ma nessuno gli risponde.
"Chi tace acconsente quindi deduco che oggi perderai" continua.
"Ma guarda fino ad ora hai solo perso contro di me, non ne hai vinto uno di incontro" Marco risponde.
Io lo guardo male per fargli capire che non deve dargli corda, ma Claudio non si zittisce.
"Ancora la stessa puttanella, ma cambiate un pò, se vuoi me la scopo io e poi ve la ridò" a quelle parole mio padre non ci vede più e si allunga per dargli un cazzotto.
"Non provare mai più a parlare di mia figlia così" per nostra sfortuna l'arbitro ha visto tutto e squalifica mio padre per questo match.
"Federico sarai tu il primo, Anna farai la sua assistente e il secondo lo fai tu Alex...tieni" dice mio padre ancora furioso, porgendo la felpa da primo allenatore a Federico che passa la sua da secondo ad Alex.
Marco e Claudio sono uno davanti all'altro, per poco Marco non gli scoppia a ridere in faccia per l'occhio nero che gli ha fatto mio padre, per fortuna che Claudio è maggiorenne se no mio padre si beccava una denuncia.
Ecco il terzo capitolo. Spero vi piaccia! Scusatemi infinitamente per il ritardo cercherò di aggiornare più frequentemente. Lasciate una stellina se vi è piaciuto il capitolo e commentate facendomi sapere cosa ne pensate.
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