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Prologo


Camminavo a passo deciso verso la stazione. Il cielo che minacciava pioggia m'intimava di sbrigarmi. Non avevo né ombrello, né impermeabile con me. Solo una semplice felpa col cappuccio a scaldarmi. Lo zaino sulle spalle era tutto il mio bagaglio.

Arrivata alla stazione centrale, mi venne quasi da piangere nel vedere la coda davanti alla biglietteria. Non avevo tempo da perdere, ma purtroppo non potevo neanche dare nell'occhio. Mi costrinsi ad aspettare, rischiando di impazzire nell'attesa.

Finalmente toccò a me.
"Un biglietto solo andata per Chicago, per favore."
Il signore allo sportello mi squadrò da capo a piedi, scettico sul mio aspetto trasandato. Gli misi davanti i soldi e la carta d'identità, cercando di fargli capire la mia urgenza: "sono 16 dollari, giusto? E come può vedere sono maggiorenne." Continuò a guardarmi indeciso.
"La prego" supplicai.
Mi lanciò un ultimo sguardo e sospirò,passandomi infine il resto e il biglietto dal gabbiotto. "Buon viaggio e buona fortuna signorina."
"Gra..." In quel momento L'altoparlante annunciò la partenza del mio treno.

Presa dall'ansia di perderlo, afferrai soldi, biglietto, e scattai verso le scale. Chiesi mentalmente scusa al bigliettaio, ma quel treno era indispensabile per me.
Arrivai al binario, ringraziando di trovarlo ancora lì.

"Kida!"
Merda, non pensavo si accorgessero della mia assenza così presto! Mi precipitai nel primo vagone che avevo davanti e per immensa fortuna, le porte si chiusero proprio in quel momento.

Il treno cominciò a muoversi, mentre un ragazzo correva sotto la pioggia ormai incessante, urlando il mio nome e pregandomi di scendere.

Cercai di non sentire le sue urla, chiusi gli occhi e pregai che la velocità aumentasse in fretta. Lui continuò a correre dietro al treno, infradiciandosi. Lo vidi un'ultima volta per poi scomparire dietro la curva.

Appoggiai la testa al finestrino, esausta, L'adrenalina che scendeva e faceva sentire la stanchezza di quel giorno. Una stanchezza più mentale che fisica.

Sperai che mi perdonasse per essermene andata così. Una lacrima mi solcò la guancia, mentre mi tenevo teneramente il grembo. Cercai di calmare il respiro, pensando cosa mi stesse regalando quel treno.

Una nuova possibilità, una nuova vita.

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