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NdA: storia scritta per la challenge del gruppo facebook  Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom (https://www.facebook.com/groups/366635016782488).

𝗣𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗴𝗴𝗶: Gil Allen, Hunter Ellis (originali)
𝗦𝗵𝗶𝗽: Gil/Hunter
𝗧𝗪: nessun lieto fine
𝗣𝗿𝗼𝗺𝗽𝘁: 5. P0rn with plot. A sa che l'unico modo per avere B è sottostare all'accordo di friends with benefits che B ha proposto, ma non può far a meno di sentire i sentimenti gonfiarsi ogni volta che sono insieme. Va bene se alla fine c'è l'happy ending ma vorrei che il focus restasse sulla sadness.


Gil sospirò tra il frustrato e il rassegnato: Hunter ciondolava al suo fianco, in mezzo al gruppo dei ragazzi più popolari ed era palese che avesse già bevuto troppo, mentre flirtava con l'ennesimo ragazzino che agognava la sua compagnia, o meglio il suo ca...
Sembrava che tutti appena gli si avvicinavano passassero da normali adolescenti a un patetico e per niente originale concentrato di frasi da rimorchio e risate civettuole, come se Hunter li ascoltasse. Si sarebbe limitato a squadrarli da testa a piedi e decidere se la merce valeva la pena.
Illusi!

A essere onesti, però, un po' li capiva: il loro gruppo era pur sempre quello più ambito, erano i migliori studenti dell'intero istituto, ma erano ben lontani dal classico stereotipo del secchione, anzi erano tutti ragazzi belli e popolari, facevano parte di molti club scolastici e -come se non bastasse- lui e Hunter erano anche atleti. Insomma un palmares da ragazzi desiderabili completo!
Forse al posto di un ragazzino più piccolo si sarebbe trasformato anche lui in uno di quegli spasimanti.

Beh, forse lo era già, ma questo non c'era bisogno che nessuno lo sapesse... bastava la sua di consapevolezza, utile soltanto ad aggiungere la vergogna al già complesso miscuglio di emozioni che lo scuoteva in quel momento.
Quella predominante rimaneva la gelosia, una gelosia che non avrebbe dovuto provare.

Perché mai qualcuno avrebbe dovuto stare lontano da Hunter?
Nessuno sapeva della loro relazione.
Perché avrebbe dovuto essere geloso?
In realtà non ne avevano neanche una, non nel vero senso della parola...
Non aveva niente da rimproverargli.

«Allora, che ne dici?!» Hunter si stava rivolgendo ammiccante al ragazzo di fronte a loro.

Non era lo stesso di prima, notò, questo aveva la loro età.

La voce di Hunter trasudava malizia.

«Io... è che... domani parto per andare in vacanza dai miei nonni...» balbettò indeciso, mordendosi il labbro.
Era palesemente eccitato dalla prospettiva di una serata con lo scapolo d'oro della scuola, ma anche restio ad accettare una cosa di una sola notte.
Come se Hunter desse mai seconde occasioni, beh, a parte a lui, ma non doveva concedersi di indugiare su pensieri simili.

«Dai tuoi nonni? - chiese, scoppiando a ridergli in faccia- Andrai a fare le vacanze del diploma in famiglia? E come cazzo passerai l'estate, vendendo limonata nel vialetto? Che cosa da sfigati! -continuò ad infierire, del tutto insensibile all'imbarazzo che stava provocando nell'interlocutore- Tesoro, ti ho chiesto se volevi una botta, non di sposarci!» concluse poi, tornando serio.

Gil scosse la testa.
Colin, Callen, o qualsiasi fosse il nome del ragazzo, ridacchiò imbarazzato, ma incredibilmente non sembrò affatto offeso, anzi... annuì, come a confermare che fosse esattamente ciò che cercava e artigliò il suo braccio, attaccandosi come una cozza.

Per un po' proseguirono normalmente la loro serata, come se non fossero mai stati interrotti: bevendo, ridendo e scherzando, poi Hunter si rivolse al mollusco.
𝘌𝘳𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘰𝘳𝘢 𝘭𝘪̀?
Gli parlò all'orecchio, per sovrastare la musica, o per fingere la ricerca di una qualche forma di privacy: «Andiamo a scopare, Zucchero?»
Il ragazzo annuì freneticamente, guardandolo con sguardo sognante.

Hunter si giro e iniziò ad allontanarsi, in direzione degli spogliatoi della palestra in cui si teneva il ballo, salutando con un vago gesto della mano gli amici, poi si bloccò per un istante, si girò verso il punto in cui si trovava fino a pochi istanti prima e si rivolse a Gil: «Noi ci vediamo stanotte, dolcezza?». Lo chiese con voce civettuola e ammiccamenti esagerati, alzando e abbassando le sopracciglia in un gesto eloquente, quasi comico.
Il mollusco guardò alternativamente Gil e Hunter, accigliato e probabilmente geloso: doveva averlo preso sul serio.
Gli amici scoppiarono tutti a ridere, prendendo l'affermazione come il solito gioco tra i due amici.
Dal giorno successivo i dormitori sarebbero stati chiusi per l'Estate e tutti sapevano che Hunter -che aveva deciso di non tornare a casa per le vacanze, avrebbe soggiornato da Gil.
Questi forzò una risata e annuì impercettibilmente, nascondendo il viso nel bicchiere del punch, per non mostrare il rossore dato dall'imbarazzo: nessun altro sapeva che quello era un vero appuntamento.
«Questo punch non è abbastanza forte!»


___



​«Dio, sei così fottutamente caldo!» la voce profonda, gutturale, quasi animalesca.
«Risparmiami le moine, non sono uno dei tuoi bambolotti!» disse Gil, il corpo che si spingeva indietro per sentirlo ancora più a fondo e il cuore che si stringeva un po' di più, al pensiero che invece era esattamente come loro, anzi, peggio-

Era decisamente peggio! Perché mai avrebbe dovuto interessarsi ad Hunter, MAI. Non proprio lui che sapeva esattamente cosa si nascondeva dietro al suo volto da golden-boy della scuola.

L'unica risposta di Hunter fu iniziare a scoparlo ancora più forte, uccidendo tutta la sua razionalità residua e con essa ogni possibile risposta.
Gil si lasciò andare completamente alle sensazione, gemendo ad alta voce tra le mura vuote di casa.

Hunter venne con un grido animale.
Venne anche lui, non tanto perché l'altro se ne fosse davvero preoccupato, quanto perché era troppo bravo per non portare il partner all'orgasmo, pur fregandosene totalmente, ma anche questo Gil non aveva bisogno di ricordarlo a se stesso, non in quel momento, costrinse il pensiero in un angolo remoto della coscienza.
Rimase lì, godendosi ogni briciola che gli veniva data, sguazzando nell'illusione momentanea di un sentimento ricambiato.
Era sempre stupendo fluttuare, perso in quella foschia di bugie per qualche ora.

Hunter si stese al suo fianco, spinse la testa di Gil a riposare sul suo petto e si accese una sigaretta.
«Cazzo, mi serviva proprio una scopata come si deve, quello sfigato con i capelli rossi ha rischiato di farmelo ammosciare da quanto era noioso!»
𝘌𝘥 𝘦𝘤𝘤𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘨𝘪𝘢 𝘦𝘳𝘢 𝘧𝘪𝘯𝘪𝘵𝘢!

Gil non era a letto con il suo amante, né col fidanzato.
Gil era solo un "migliore amico con benefici".
Gil, a volte doveva essere onesto con se stesso, era solo una scopata sicura.
Gil non sapeva neanche più se era a letto col suo migliore amico... poteva ancora considerarsi il suo migliore amico, se scopavano?
Poteva considerarsi il suo migliore amico, se lo amava?

Quando Hunter aveva proposto quell'idea, quasi per scherzo, una sera in cui erano da lui in dormitorio a bersi una birra, gli era sembrata ottima.
Forse aveva già bevuto troppo, o forse era solo la consapevolezza che non avrebbe mai potuto averlo diversamente.
C'erano un sacco di forse, ma una sola certezza: era stata una cazzata.
Da quella prima volta era iniziata una caduta nel vuoto... infinita.

«Ancora problemi con i tuoi?» chiese Hunter, mentre schiacciava il mozzicone nel posacenere che teneva in camera solo per lui.
Gil ci mise qualche istante prima di tornare alla realtà e capire: stava piangendo, i pugni serrati e la mascella serrata.
Per chi lo conosceva bene quanto Hunter il suo corpo stava gridando "sono furioso".
Non poteva essere frainteso di più.
Annuì leggermente, ignorando la fitta di dolore per la speranza delusa.
Anche il suo migliore amico non lo conosceva.
Non glielo aveva permesso.
Non poteva permettere a se stesso di essere deluso per aver raggiunto perfettamente il proprio obiettivo.
Non era stata una caduta, ma un tuffo a bomba.

Un pozzo senza fondo e sempre più buio.
E lui non faceva niente per uscirne.
Un'altra notte.
Un'altra manciata di briciole.
Un altro miglio di caduta nel vuoto.
Un'altra boccata d'aria.

«Che ne dici di aiutare il tuo vecchio amico a scaricare il nervosismo?» il sorriso amaro sostituito da una maschera di malizia, mentre gli saliva in grembo.

Voleva respirarlo, vivere di Hunter anche se era più fumo e nicotina, che aria pura.


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