Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

22. Dicesi insonnia

Scesi al Piazzale della Stazione Centrale con tutta la mia vita stipata in un trolley rosso sbiadito.

Piovigginava e la valigia aveva una rotella scheggiata, che ticchettava nervosamente col mio andare. Mi diressi verso i portali austeri che rigurgitavano fiotti di umanità, ansiosa di mischiarsi alla metropoli. Fendevo la folla in senso opposto, sembrava che tutto il mondo fosse sbarcato a Milano in quell’istante.

Raggiunsi faticosamente il salone d’entrata e mi fermai a riprendere fiato. Approfittai della pausa per salutare mentalmente i dettagli di quella che avevo considerato la porta di casa mia. In un angolo, un po’ defilato, c’era ancora la sagoma più chiara di un pianoforte, che già da tempo era stato vandalizzato e rimosso. Un piccolo vezzo, una concessione al superfluo in quel tempio del contingente, del qui e dell’ora. Un oggetto che aveva pagato  la sua alterità con lo sfregio, il disprezzo, l’abbandono.
Esattamente come me.

Raccolsi le forze e il coraggio e ripartii alla volta dei binari. Non avevo bisogno di consultare il tabellone delle partenze, la consuetudine mi guidava verso quello corretto, esattamente come mi avrebbe guidata in ogni gesto per i prossimi anni. Tutto era già sperimentato, conosciuto, percorso. Il mio treno era già lì ad attendermi.

Lanciai un’ultima occhiata al mondo che sapevo non avrei più rivisto e mi affacciai sulla carrozza che odora di tutto ciò che sarebbe stata la mia vita d’ora in poi. Feci per salire e poi…

Blackout.

E se…

Rimasi imbambolata all’entrata, i passeggeri mi urtavano stizziti. Fissavo un batuffolo di polvere incagliato nell’irregolarità delle porte scorrevoli. Fluttuava all’aria obbedendo al movimento circostante.

E se…

La mente era succube di un’ingombrante assenza di pensieri. Fu il corpo a prendere una decisione diversa. Una scarica elettrica mi riscosse dal torpore, mi vidi girarmi su me stessa, abbandonare alle mie spalle il fardello rosso e tutto ciò che significavo. Mi allontanai dal convoglio e corsi lungo i binari. Il cuore mi batteva come una trivella. Identificai un treno che fischiava la sua partenza imminente e mi infilai per un pelo nella prima carrozza. Non avevo la minima idea di quale fosse la sua destinazione.

Le porte si chiusero, vidi il mondo scorrere. Mi accasciai su un sedile libero. Accanto a me sentivo conversazioni straniere. Feci allora una cosa che non mi riusciva due giorni: chiusi gli occhi e mi addormentai profondamente.

Mi svegliò, non saprei dire quanto tempo dopo, una voce. Il treno era fermo, e il mio campo visivo abbacinato dalla luce di mezzogiorno. Davanti a me una sagoma, che pronunciò queste esatte parole:

-Benvenuta, ti aspettavamo.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro