Come vive una donna transgender di Santiago del Cile?

Un film tragicamente vero.
Ti mette davanti ad una realtá nuda e cruda, senza addolcimenti o effetti speciali.
La realtá quotidiana di Marina, donna transgender che deve battersi per far valer la propria identitá, anche nel girone d'inferno che la civiltá moderna le ha intessuto.

Morte. Ingiustizie. Umiliazioni.
Senza se e senza ma.
Un sistema sociale binariamente chiuso ed attorcigliato su se stesso campeggia e serpeggia avvelenando, o per lo meno tentando di avvelenare, vite considerate di seconda serie.

Sei trascinato a piccolo passi, accompagnato da una melodia fantásica. Ombre di persone scomparse  ancora troppo reali.
Un vento irrealistico, spietato e crudele campeggia, dove una figura di donna rimane immobile, i tacchi rossi ben piantati a terra, mentre tutto il resto vien spazzato via.

Il segreto di questo film?
l’autenticità fatta di umiltà nell’approccio e di ascolto pieno e condiviso, una realtà che vuoi raccontare ma, come regista, non è la tua realtà e ti serve un modo, dei simboli e una voce che t'illumini questa parte di esistenza troppo spesso oscurata ed ignorata.
Diretto da Sebastian Leilo, la pellicola é stata prodotta dal regista Pablo Larrain il quale ha trovato la sua musa in Daniela Vega, cantante lirica transessuale diventata poi consulente culturale ed attrice principale nel film.

-Zéfiro