Ero sempre alla ricerca di un ragazzo.

Lo cercavo negli altri, m'illudevo con gli altri per poi sbattere contro la dura realtà: loro non erano lui.

Pian piano però mi accorsi di non star cercando un ragazzo qualunque.

Quello che stavo cercando era me stesso.

E quel ragazzo ero io.

Era sempre lì per me, aiutandomi nelle difficoltà. Razionale, sicuro e comprensivo.

Avevamo incontri e chiacchierate immaginarie.
Dove io diventavo lui.

Improvvisamente ero io, il ragazzo, che consigliava ad una ragazzina sperduta e spaventata, dai capelli tagliati malamente con delle forbici, vestita nel modo più anonimo possibile, che viveva la vita tentando di sparire.

Ora però, la devo lasciare andare.
Ha già fatto fin troppo per me, cercando di sopravvivere in un mondo non suo.

Spesso era come se dentro di me ci fossero due persone: la ragazzina spaventata ed il ragazzo.

La ragazzina spaventata era la mia impersonificazione di una vita da ragazza.
Come in una favola, io facevo e mi comportavo come gli esterni si aspettavano da me.
Dovevo lasciar perdere strane sensazioni, le emozioni, i pensieri, la vita... non mi era concesso vivere davvero.
Avevo una parte da recitare. Dovevo attenermi ad essa.

Il ragazzo è tutto ciò che vorrei essere.
Era lui che spuntava nei momenti in cui ero solo ed in estrema difficoltà.
Era lui che m'impediva di farmi del male in modo irreversibile.
Lui mi dava speranza, lui mi aiutava ad essere razionale, lui era il motivo per cui preferivo stare da solo con lui che in compagnia di altri.

Prima la ragazzina.
Poi ragazzina-ragazzo.
Infine il ragazzo.

Ora io sono lui.
La ragazzina è come scomparsa, anche se a volte fa ancora capolino e solo nei momenti di vuoto.

Il nome che scelto per me è preso da questo mio compagno di scuola a cui piacevo, ed a cui mi son convinto piacesse anche a me. Lui è stato la persona che per un grandissimo lasso di tempo ha assunto le sembianze di Ragazzo-me.

Smisi di vederlo dopo le medie. Dramma.
Per sopravvivere idealizzai questo Gianfruglio.
Rimase Gianfruglio solo di nome, io arrivare a creare il mitico ragazzo alter-ego che ero io.
A volte mi sembra quasi di avergli rubato il nome e l'identità, ma poi mi dico che il Gianfrugloo compagno di scuola non è e non sarà mai me, il Ragazzo.
È servito da spunto, certo, ma è servito solo a darmi il via.

27/08/2017

-Aramis