La famiglia
Paradossalmente, seguendo il titolo, questo capitolo dovrebbe parlare di famiglia e, in un certo senso è così. Affronteremo il tema famiglia sotto due punti di vista.
La famiglia vera e propria, ovvero, quella che non puoi sceglierti e la famiglia che scegli di avere.
Nella vita di una persona transessuale (come di qualsiasi altra persona su questo pianeta) e non importa che essa appartenga alla "categoria" FTM o a quella MTF, la cosa più importante è la famiglia.
Se ci fermassimo ora, in questo istante e pensassimo a tutte le cose che abbiamo fatto per la famiglia, ci renderemmo conto che essa, è la prima cosa fondamentale nella nostra vita.
Certo è che il nostro rapporto non possa essere sempre roseo. Spesso si ha paura di deludere chi ci ama, chi ci ha dato la vita, spesso siamo ossessionati e terrorizzati nel fare delle scelte personali, poiché implicano i sentimenti altrui e noi, non vogliamo far star male nessuno. Per cui spesso, molto di più di quanto crediamo, ci ritroviamo a essere e fare quello che gli altri vogliono che noi siamo o diventiamo.
Per una persona transessuale o anche omosessuale non è facile gestire tutte queste aspettative.
Quando ho detto a mia madre che mi piacevano le ragazze lei mi disse: "Ho sempre sognato il tuo matrimonio, tu che ti sposavi (con un uomo) e avevi una famiglia tua". Questo, è quello che può essere definita una delusione in un certo senso, seguita dal senso di colpa da parte dei genitori che si chiedono dov'è che hanno sbagliato.
In realtà, loro non sbagliano nulla. E' semplicemente che l'attrazione per qualcuno non va a comando e non è impostata, è una cosa che senti e ognuno la percepisce in modo diverso.
Se si pensa al coming out come omosessuale, una cosa difficile (non che non lo sia, ci mancherebbe altro!), quello come transessuale, è potenzialmente più "pericoloso".
Una persona transessuale, dichiara di: non appartenere al corpo di nascita, sentirsi una persona TOTALMENTE diversa.
Poniamo il caso di un ragazzo di 20 anni nato donna, che, si scopre uomo. I genitori e la famiglia che lo hanno sempre visto come figlia o comunque come bambina e donna, rimarranno più sche spiazzati e scioccati da quella rivelazione. Richiederanno del tempo per recepire quell'informazione.
In quel caso vi sono due reazioni fondamentali:
1) Genitori che rimangono frastornati al momento, richiedono un periodo di tempo di recezione dell'informazione, accettano la situazione e stanno vicino al loro figlio/a volendogli/le forse ancora più bene.
2) Genitori che rimangono frastornati al momento e non ostante il periodo di recezione dell'informazione, non vedranno più il loro figlio/a.
Nel percorso di una persona transessuale, la famiglia è una cosa fondamentale, un appoggio lo è, una parola di conforto lo è.
Quando non si ha questa cosa, si sta tremendamente male e si vive a metà il proprio percorso.
A questo punto, entra in gioco la famiglia che scegliamo. Ovvero, quel nucleo di persone cui permettiamo di starci accanto, di accompagnarci durante il viaggio e di amarci incondizionatamente.
Questo gruppo, come abbiamo detto più volte, è una vera e propria famiglia. Proprio ieri rileggendo i messaggi in bacheca, ho trovato un messaggio di un ragazzo/a che chiedeva "come fate a gestirvi? Siete tantissimi". Questo messaggio mi ha fatto sorridere e pensare.
Sorridevo perché pensavo agli inizi, a questo gruppo di ragazzetti spaesati che facevano una lotta comune. C'è stata da subito un alchimia, una cosa inspiegabile che ci ha uniti. Dal primo momento c'è stata sincerità, spontaneetà, condivisione.
Giorno dopo giorno siamo diventati più uniti che mai, parlavamo davvero di tutto, dal sesso a una/o ragazza/o che ci piaceva, da cosa avevamo mangiato a pranzo a quanto era stata noiosa la giornata passata. Ci sono state delle incomprensioni, alcune risolte, altre meno ma MAI abbiamo pensato di dividerci. Credo che sia questo, che ci fa definire questo gruppo "FAMIGLIA". Il fatto di rimanere uniti, soprattutto nelle difficoltà.
Ah, e giusto per rispondere a quella domanda (e in questo momento sorrido): probabilmente non è facilissimo gestire un gruppo di oramai 8 ragazzi (7 ragazzi e 1 ragazza), ma MAI, ci siamo ostacolati. Ci siamo sempre aiutati a vicenda e nella scrittura di questo libro abbiamo sempre parlato insieme e condiviso le nostre idee. Non abbiamo mai litigato su chi dovesse fare cosa, abbiamo quasi sempre utilizzato il metodo di "scrivere quello che c'è da fare - verificarlo assieme - scegliere il proprio compito" ha sempre funzionato. Per cui penso che alla fine, non la vediamo una vera e propria gestione ma la intendiamo più come collaborazione.
Spero che in qualche modo questo capitolo vi sia piaciuto. Se avete delle domande più specifiche riguardo quest'argomento potete lasciarle nei commenti, oppure, se avete bisogno di parlarci potete scriverci in privato sia qui che su facebook o sul nostro sito.
DjRiux
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro