Il coming out di Elia
Ho iniziato a farmi parlare dagli altri con pronomi maschili e col nome Elia, dal 1 Marzo 2020.
Non è stato facile. Prima di "preoccuparmi" di cosa avrebbero pensato gli amici, la famiglia e la gente che incontro quotidianamente, DOVEVO PRIMA ACCETTARMI IO IN PRIMA PERSONA!!!
FIN DA PICCOLO PICCOLO...
Da piccolo, manifestavo già a due o tre anni, un caratterino da maschiaccio. Man mano che crescevo, cresceva anch'esso con me. Mi ha raccontato proprio due giorni fa mia zia, che quando ero in orfanotrofio, mio padre ci portava a casa sua ogni sabato e come regali, ci dava vestiti che prendeva dalla Caritas. Mia zia dice che sembravamo dei bambini di strada, con vestiti larghissimi e scarpe con due o tre numeri in più rispetto al mio.
Se questo mi avesse fatto traumatizzare, probabilmente me lo ricorderei, invece io, credo che mi sentivo a mio agio con vestiti larghi, maschili e di scarsa qualità, magari anche bucati; tanto è vero che tutt'ora è così. Tutte le cose nuove che mi compro ( una maglietta o due all'anno ), le prendo di una taglia in meno rispetto alla mia, cercando di esser un ragazzo meno trasandato ma va sempre a finire che uso le stesse cose e quelle nuove, restano la.
Un'altra cosa che ricordo molto bene, era alla comunione di mio fratello credo. Indossavo un vestito color caffelatte credo. Avevo sette anni circa, ma ricordo che mi imbarazzava moltissimo quel vestito, sentivo già una rabbia dentro di me, un disagio che all'epoca non riuscivo a parlarne. Presumo che un po' come ora, io abbia sempre questa costante paura del giudizio degli altri.
All'età di dodici anni, quando ero alle medie, iniziai a giocare a rugby. Ho praticato questo sport per due anni; forse i più belli della mia vita finora, per quanto riguarda il mio " curriculum sportivo " ma allo stesso tempo, sono stati forse gli anni più difficili in famiglia, in prima persona e per quanto riguarda la mia adolescenza.
Alle medie ero il ragazzino con la " doppia personalità "; per metà ero il popolare della scuola per il mio fisico da rugbista: spalle alla Bud Spancer, zero pancia e gambe muscolose, sguardo sempre da furbetto e da chi sapeva farsi rispettare; mentre per l'altra metà ero il bullizzato della scuola: mi prendevano in giro tutte le ragazze, anche quelle meno fighette della scuola.
Avevo un punto a favore molto importante però, avevo la concorrenza con tutti gli altri maschi della scuola. Ero come loro, c'erano ragazzi più forti, quelli forti come me e quelli che riuscivo a sfidare, senza problemi.
Era tutto molto bello ma ... quando tornavo da scuola, soffrivo molto.
A casa vivevo un clima costantemente in tensione. Ero molto vivace e nervoso.
Vivevo con la mia famiglia affidataria, ormai da cinque anni. Più crescevo li, più diventavo "cattivo". Volevo solamente trovare la pace in me stesso.
Tralasciando il mio passato, io ricordo che proprio alle medie dicevo, inizialmente per scherzare " sarebbe bello, tagliare questo seno e girare a petto nudo, aver i muscoletti da maschio sulle braccia e sull'addome" ( le gambe andavano bene così perché erano già muscolose abbastanza ahahaha). Sta di fatto che quella frase la dicevo spesso e col passare degli anni, iniziavo a sentirla incidersi dentro di me. Avete presente la scena di Harry Potter e l'Ordine della Fenice, quando la Umbridge per punire i suoi alunni, faceva scrivere una frase su un foglio con quella penna magica, e quando scriveva sul foglio, si incideva anche nella mano? Ecco, era esattamente la stessa cosa che provavo io, solo che anziché esser un'incisione nella mano, era nella mia mente, nel mio cuore e nei miei pensieri.
Alla mia famiglia, questo mio carattere da maschiaccio, lo consideravano come un " attirare l'attenzione" e oggi come oggi credo che sia assolutamente corretta come ipotesi, solo che attiravo l'attenzione non per " mettermi in mostra " ma per CERCARE DI CAPIRE COSA STESSE SUCCEDENDO DENTRO DI ME!!
Da quando ho iniziato a imbattermi in me stesso, a cercare di capire come mai mi sentissi sempre così SBAGLIATO, ho iniziato a scrivere canzoni, testi in rima, poesie e qualsiasi cosa mi potesse aiutare a sfogarmi.
NESSUNO MI ASCOLTAVA, NESSUNO RIUSCIVA A IINTERPRETARE IL MIO CARATTERE E QUESTO NON FACEVA ALTRO CHE CRESCERE UN MOSTRO DENTRO DI ME!!!
Ero veramente un mostro, tra il mio passato e il mio caratteraccio difficile, facevo veramente esaurire le energie di chi cercava in tutti i modi di volermi bene.
Ora come ora, all'età di 22 anni, non so se o a chi dare la colpa di questa cosa. Mi dispiace di esser stato così difficile con la famiglia affidataria e con la mia, ma con gli anni ho capito che E' PIU' DIFFICILE CONOSCERE SE STESSI CHE CONOSCERE VITA, MORTE E MIRACOLI DI QUALSIASI SCONOSCIUTO. CI VUOLE UNA VITA INTERA PER CAPIRE CHI SEI VERAMENTE!!! O almeno per me è così.
FINALMENTE IL MOMENTO TANTO ATTESO.... IL COMING OUT!!!
Mio cugino ha iniziato il percorso di transizione da circa quattro anni. Devo lui molto per avermi aiutato con " l'inserimento " nel mondo LGBT.
All'inizio mi ha inserito in un gruppo MtF e FtM su whastapp, poi mi ha consigliato il gruppo ufficiale di facebook e poi con la struttura dove viene seguito lui.
Ora come ora, cerco di prendere " le distanze" da lui, non per cattiveria ma per il semplice motivo che con lui non mi trovo bene ad esprimere le cose che mi frullano per la testa. Non riesco a capirlo o a interpretare il suo tono da aggressivo/indifferente/serissimo quando mi rivolge la parola.
ED ECCO CHE FINALMENTE SIAMO GIUNTI ALLA FINE DI UN MIO LUNGO CAPITOLO DI VITA E L'INIZIO DI UNA VITA CHE TANTO MI INTERROGAVA SU ME STESSO.
Ho iniziato a farmi parlare dagli altri con pronomi maschili e col nome Elia, dal 1 Marzo 2020.
Non è stato facile. Prima di "preoccuparmi" di cosa avrebbero pensato gli amici, la famiglia e la gente che incontro quotidianamente, DOVEVO PRIMA ACCETTARMI IO IN PRIMA PERSONA!!!
Era appunto il 1 Marzo 2020, cambiai il mio nome anagrafico, con quello nuovo, in tutti i profili social, cambiai foto e riorganizzai i miei profili.
Ricordo che proprio quel giorno, mio cugino fu il primo a chiamarmi Elia... scoppiai in un pianto di orgoglio, gioia ed emozione... capii così chi ero davvero: ELIA DOMINIQUE ZANELLA, un ragazzo orgogliosamente FtM E ANCORA PIU' FIERO DI ESSER GAY!!!
Un qualsiasi lettore, penserebbe " ma questo si droga duro, è semplicemente normalissimo esser un trans gay, cos'ha di così tanto speciale?" io allora risponderei esattamente questo:
c'è di speciale che per un ansioso e paranoico come me;
non è stato normale esser ciò che sono e ciò che mi sento,
non è stato facile accettarmi per ciò che sono
non è stato facile convincermi di non esser SBAGLIATO.
Col tempo sto imparando ad esser sempre più fiero di me, sentirmi sempre meglio, grazie all'aiuto delle persone che ritengo importanti.
Ci sono familiari come mio cugino, mia mamma, mia zia e un po' tutta la mia famiglia ma loro specialmente per cui darei la vita ma non riuscendo ad esprimermi tranquillamente senza ansia o paura, cerco di amarli come sempre ovviamente, ma per quanto riguarda il mio percorso di transizione e tutto ciò che ne comporta; manterrò la mia privacy.
Per mia mamma, mia zia e la mia famiglia, beh, mi dispiace che fanno fatica ad accettare questa mia identità di genere ma so che prima o poi, che lo vogliano oppure no, sui miei documenti, ci sarà scritto ELIA DOMINIQUE ZANELLA, quindi dovranno chiamarmi così per forza e chissene del loro pensiero ahahaha
Per quanto riguarda mio cugino... beh, lui mi capisce meglio di chiunque altro, vivendo lui stesso questa cosa, da più tempo di me. E mi dispiace moltissimo che non riusciamo a confrontarci riguardo il percorso. Viviamo sotto lo stesso tetto e condividere reciprocamente con l'unica persona della famiglia, i nostri percorsi, ci aiuterebbe molto entrambi. Purtroppo nessuno dei due, ha quasi mai parlato o affrontato questa tematica, perciò amore e odio come sempre, ma mio cugino deve accettare questa nostra scelta indiretta.
Lui vorrebbe avermi con lui ovunque, quasi. Io vorrei invece staccarmi di un bel po'; per esempio:
lui vorrebbe che lo inserisca nel mio gruppo whastapp, io no, lui vorrebbe fare un corso o un lavoro dove ci sia anche io, io gli consento solo un corso un corso che mi ispira, ma per il resto, non è cattiveria, ma non me la sento proprio. D'altronde viviamo già insieme e non è facile, se iniziamo anche a fare le stesse cose, non mi stacco più da lui e l'idea mio fa già venire l'ansia.
Ho bisogno dei miei spazi, della mia vita e della mia zona di comfort, senza averlo sempre con me, nelle cose che ritengo mie ed intime.
Se leggesse tutto questo, anche solo per sbaglio, farebbe la vittima, si incazzerebbe di brutto e mi manderebbe via di testa in pochissimo tempo. Non ho bisogno di ulteriori ansie e paranoie... LA DISFORIA FA GIA' LA SUA PARTE!!!
A proposito di disforia, ansie e paranoie...
Ho già raccontato da dove iniziò tutto, di quando ero piccolo, ecce cc. Ora volevo raccontarvi un pochino, come mi sento dal 1 Marzo 2020.
Andiamo con ordine, ora vi descriverò come meglio riesco, ogni singolo aggettivo che ho elencato nel titolo del capitolo " DISFORIA, ANSIE, PARANOIE E ALTRO ":
DISFORIA
La disforia di genere è caratterizzata da una forte e persistente identificazione col sesso opposto associata ad ansia, depressione, irritabilità e spesso desiderio di vivere come genere diverso dal sesso assegnato alla nascita.
La disforia di genere (spesso abbreviato in DIG) è il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso fenotipico o nel genere assegnatogli alla nascita
I due significati appena trascritto, sono due significati riassunti, presi da internet, per dare una massa generale di che cosa sia la disforia, in termini tecnici.
Io vi racconterò in termini di esperienza mia personale, che cosa sia realmente la disforia, per chi la vive quotidianamente.
Nel mio caso la disforia mi " prende " in primis per quanto riguarda il seno. Il ciclo mestruale e i genitali inferiori, meno ma comunque si fanno sentire. Credo che il seno sia sempre stato il mio più grande disagio, perché è la prima cosa che si nota più di tanto. Posso metter tutti i binder del mondo, le magliette larghissime che indosso da anni... qualsiasi cosa, aiutano a " nascondere " il disagio ma non a ELIMINARLO; quello può farlo solo la mastectomia, ossia appunto l'esportazione del seno e della totale e completa ghiandola mammaria in entrambi i seni.
Ultimamente inizia a crearmi disagio anche la mia voce, mi sforzo molto ad abbassare la voce in pubblico.
Elia, esiste per pochissime persone ed è proprio questo che mi fa più male. Ormai, il coming out, l'ho fatto e confermato, con tutti e dappertutto. Persino al mio cuginetto di dodici anni.
Non ho mai preteso che gli altri accettino o si abituino subito a rivolgersi a me con tale nome e pronomi maschili, però non ritengo giusto che nonostante io li rispetto e rispetto la loro opinione, per quanto male possa fare, loro, comunque, anche a distanza di mesi, non mi considerano come ciò che sono.
Ora quando sono in giro, cerco di parlare con la voce bassa e di mettermi in posture dove il seno, non si esponga troppo. Addirittura lavorando con le giostre a inizio luglio, in un momento di pausa dal lavoro, un gruppetto di ragazzi giovanissimi, si era avvicinato alla giostra dove io mi concedevo il quotidiano relax post pranzo. Uno di questi ragazzi, si avvicinò a me e iniziammo a parlare tranquillamente. Ovviamente mi presentai come Elia e questo ragazzo era talmente gentile con me, che non sentivo nessun tipo di disagio. Tanto è vero che poi, si avvicinarono anche tutti i suoi amici e si presentarono tutti con me.
Credo sia stato il momento più felice dal mio coming out.
Ciò che mi rimase impresso in questi ragazzi, era la loro serenità, la loro calma e il loro modo di rivolgersi a me. Stiamo parlando di completi adolescenti tra i quindici e i diciassette anni. Solitamente è la fascia d'età più difficile, dove si fa un po' i bulletti, i ragazzi a volte ridicolamente, che si sentono superiori di quello che sono... invece loro, erano semplicemente loro stessi, belli e umili. Alla fine della chiacchierata non li ho mai più rivisti ma mi sono rimasti nel cuore i loro nomi, i loro sguardi, il loro rispetto e la loro dolcissima semplicità.
Quando mi ritrovo con la mia famiglia, per un compleanno o semplicemente un pranzo in famiglia, credo che la disforia, in quell'ambiente, si dia alla pazza gioia.
MI SONO SEMPRE SENTITO IL BRUTTO ANATROCCOLO DELLA FAMIGLIA ... Questa frase aimè, l'ho scritta ovunque: canzoni, testi, temi scolastici, poesie... credo che smetterò di sentirla parte di me, solo quando la mia famiglia mi chiamerà col nome e i pronomi adeguati!
Perché questa frase, vi starete chiedendo! Beh è molto semplice, mi sono sempre sentito inferiore alla mia famiglia: sono il più cicciottino della famiglia, sono quello che non riesce ad aver una sistemazione autonoma indipendente, sono quello più sensibile e debole, sono quello che si è sempre sentito DIVERSO, ma non ho mai sentito la mancanza di affetto da parte loro. Li amo con tutto me stesso e loro pure. Ce lo dimostriamo con le tantissime coccole, la collaborazione e la disponibilità reciproca di aiutarsi in qualsiasi dinamica della vita, in cui abbiamo bisogno...ma quando si tratta di fare le foto, quando mi regalano vestiti o quando ci si confida nei tormentati pensieri più delicati; è qua che mancano di comprensione. E fa male, fa tanto male!
Fa talmente male da pensare... AL SUICIDIO
Eh si, purtroppo la disforia, porta molto spesso a pensare alla morte. In una frase, direi che amo la mia identità ma NON HO MAI PENSATO AL SUICIDIO COSÌ TANTO IN POCHI MESI!
Il percorso di transizione ha parecchi tempi burocratici e " standard" che hanno dei pro e dei contro, come tutte le cose credo. Il pro di questi tempi di attesa tra un progresso e l'altro, è quello di aiutarti in ogni singola cosa, a capire se è effettivamente il percorso più consono per te stesso, o se magari ci sono ulteriori percorsi maggiormente adatti alla tua situazione, alle tue dinamiche e a ciò che ti senti di essere o di fare nella vita. Proviamo a ragionare un attimo sull'ipotesi che non ci siano questi tempi di attesta; una persona nel giro di sei mesi ( o comunque il tempo necessario a fare tutto quanto l'iter del percorso privatamente ) cambia sesso. E se non si trovasse a suo agio? E se senza il percorso psicologico, non riesce a capire se stesso/a e si sentisse fuori luogo...? E' per questo che sono utili questi archi di tempo.
Il contro invece, di tutto questo è quando si aspettano anche due anni, quando magari si ha già iniziato la terapia ormonale ( che quindi si hanno già trascorso parecchi assi di tempo apparentemente infiniti ) e la lista d'attesa per le operazioni è dopo due anni... tutto questo è straziante veramente, ma veramente tanto. Se si pensa che persino già dall'inizio, tra una seduta psicologica e l'altra si aspetta all'incirca tra le due o tre settimane, a massimo massimo un mese e già da lì è difficile.
Si parla di suicidio, o nel mio caso, io vi parlo di suicidio, quando si pensa a tutto questo, quando sembra che la libertà da tutto questo, la pace e l'obbiettivo finale, non arriva mai.
Nel mio caso, fortunatamente, non c'è mai stato un tentato suicidio, non proprio:
Quando ero ad un passo nel buttarmi sotto il treno che mi portava al Mit di Bologna ( dove vengo seguito io ) ...
Quando tutte le volte che ero sul bordo più alto di un ponte per lanciarmi nel vuoto ...
Quando volevo smetter di soffrire così tanto ...
Quando la testa gira e scoppia da tutti questi pensieri ...
Quando si fanno i cocktail di tanti farmaci, alcool e sostanze stupefacenti insieme ...
Quando ci si sente soli anche in mezzo alla gente ...
Quando si ha una famiglia particolare ma che si ama da morire e ancora non ti fa star bene questa cosa ...
Quando sei in piscina e vorresti annegarti ...
Quando pensi a tutti gli angeli che hai lassù e vorresti raggiungerli per sempre ...
Tutte queste cose, non le ho mai portate alla conclusione che ci si aspetterebbe, grazie alla mia famiglia, a mio cugino e ai miei veri amici; in assoluto devo la mia vita alla persona più importante del mondo: MIA MADRE!!! Sembrerà strano ma non impossibile data la testimonianza di alcuni miei amici che hanno vissuto queste cose, che quando ero a un passo dalla morte, mi appariva la figura di mia madre proprio lì, con quello sguardo disperato, come se mi dicesse ogni singola volta " figlio mio sono qui, non farlo!" e allora facevo un passo indietro e mi lasciavo esplodere in un pianto fortissimo.
Se mi fossi tolto la vita, io sarei forse, stato finalmente felice, ma loro, tutte le persone che ho appena elencato... non meritano la sofferenza nel perdere un parente stretto, magari lasciarli anche senza una motivazione a loro compresa, lasciarli con l'amarezza di un tale gesto o pieni di rimorsi.... No no no, solo il pensiero, mi vengono i brividi.
Questo per me, è quello che provo quando dico DISFORIA nel mio caso!
ANSIA e/o PANICO
Beh qua, dice tutto la parola. Personalmente io la descriverei cosi, in base a come la vivo io: uno stato d'animo che mi crea una scarica di adrenalina negativa in pochissimo tempo e mi causa una specie di blackout mentale. In quei momenti il fisico, è come se percepisca un segnale di pericolo, o una cosa del genere. Sento all'inizio e istantaneamente, molto caldo, poi appena inizio a sudare, sento freddo, le mani si informicolano, la testa mi gira, la pressione diminuisce come un'aquila in picchiata e il cuore va a ritmo di dark metal. A volte questi attacchi si manifestano anche più volte in un giorno o al contrario, una volta ogni due o tre giorni. Dipende dalle situazioni o dai pensieri. Di sicuro questi attacchi, mi costringono a rimanere a letto e respirare profondamente. Possono durare pochissimi istanti, qualche minuto o come è successo, ho chiamato l'ambulanza e dopo ore o al massimo una notte di osservazione, posso tornare a casa.
*Ci tengo a specificare che l'ansia o il panico, non necessariamente sono collegati alla disforia.
PARANOIE e SBALZI D'UMORE
Questo tema è molto frequente, un po' come l'ansia. La paranoia però, sempre nel mio caso e nella mia esperienza, a volte mi fa morire dal ridere perché come l'ansia, anzi forse di più, mi agita tantissimo, e nei casi più ridicoli e " simpatici, mi fa fare dei versi che sia a me che agli amici e in compagnia, ci fa veramente ridere di gusto. Devo ammettere che a volte, grazie alle mie paranoie, faccio la mia unica e bellissima risata che solo mio cugino o mio fratello gemello sa farmi fare.
Nei casi più delicati invece...eh, dura da gestire! Qua in realtà, non ci sono tanti " sintomi " o comportamenti particolari :
- sbalzi d'umore
- chiudermi in me stesso
- pensare a conseguenze ridicolamente esagerate
- alterazione della psiche tra realtà e incubo
- respiro affannoso
- stress
- fame nervosa
- sonnolenza
Di solito tutto questo mi capita la notte prima di andare a dormire, quando ascolto musica, quando sono in giro in bici, ogni singolo momento che resto da solo e mi annoio, partono i pensieri più oscuri e delicati.
Alcuni di questi pensieri o paranoie, sono per esempio, il fatto di non sentirmi all'altezza o alla pari degli altri, infatti un mio difetto è che quando parlo, non guardo le persone negli occhi, mi imbarazza tantissimo, mi sembra di esser sottomesso dal mio interlocutore, anche se fosse il mio ragazzo, quindi è un problema serio ma tutte queste cose le farò leggere anche a chi mi segue a Bologna. A volte mi è più facile scrivere che parlare.
Ora che mi conoscete un po' meglio, sappiate che comunque amo la vita, amo sempre di più la mia identità, ciò che mi sento e cosa sono. Sono un normalissimo ragazzo di 22 anni che cerca di esser autonomo, indipendente e responsabile, come ogni persona della mia età!
Elia Dominique Zanella
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