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Frustrazione

È questa la parola esatta, oppure neanche questa basta a descrivere il dolore e la delusione che provo ogni giorno della mia vita. Avete presente quando vi rendete conto di essere rimasti soli? Ma davvero soli. La consapevolezza che i vostri coetanei escono la sera, stanno realizzando i loro sogni, possono dire di essere apposto.
Perché le persone mi evitano? Perché nessuno mi considera? Cosa sbaglio? Sono poco interessante? Non ho un viso bello da vedere? Cos'ho che non va? Vorrei che le cose cambiassero e ci ho provato tante volte a farle cambiare. Ho smesso di essere me stesso fin troppe volte per gli altri.. e neanche questo è bastato. Mi illudo persino di essere bravo in qualcosa, vorrei saper disegnare, saper scrivere o saper parlare bene in inglese, ma non so neanche dire ad alta voce quello che provo. Mi illudo di far divertire le persone, ma non sono divertente, lo so che in realtà è così, so che in una relazione sarei un peso. Inutile non basta a descrivere quello che sono o che faccio, perché sarebbe un complimento. Non ho solo deluso me stesso, ho deluso la mia famiglia, ma non mi sento in colpa per questo.. perché dovrei sforzarmi ancora a dare il massimo quando ogni volta che l'ho fatto non è stato abbastanza e nessuno se ne è reso conto? Circa un mese fa è ricominciata la scuola per me. Classe divisa in "maschi" e "femmine", seriamente, a sinistra sono seduti tutti i ragazzi e a destra tutte le ragazze. Io ho provato a mettermi almeno al centro, visto che i ragazzi si rifiutano persino di chiedermi una penna per scrivere, ma le prof. mi hanno letteralmente costretto a sedermi accanto alle ragazze. Non per buttare schifo su tutto il genere femminile, ma mi sono sempre trovato male con compagni di banco femmine. Sempre. Ma ormai non ci posso fare nulla, figuriamoci far capire ai prof. quanto mi dà fastidio ogni volta che mi chiamano col mio nome o con insopportabili nomignoli femminili. Posso dire vaffanculo? Perché è quello che penso in quei momenti, oltre al fatto che sono indeciso se spaccare la mia testa, quella del prof. o quella di qualche altro mio compagno. Ho cambiato scuola per non avere più, almeno, la pressione dello studio incessante, ma mi sono ritrovato in una classe talmente ignorante, con soggetti così presuntuosi, che un po' probabilmente sono felice che non mi parlino. Ma in realtà sono così solo che mi basterebbe il mio gatto che cominciasse a parlare, anche se a quel punto probabilmente la mia sanità mentale sarebbe partita completamente. Non posso dire a nessuno la verità, non posso dire a nessuno che quello che sta continuando a nominare non è il mio vero nome e che mi fa stare male continuando a chiamarmi in quel modo. Sono bloccato in una realtà di continua sofferenza. Se dovessi finire all'inferno alla fine di tutto questo, probabilmente non ci farei neanche caso perché ci sarei troppo abituato. Troppo abituato a ricevere dolore, delusioni.. troppo abituato a farmi del male da solo. Perché alla fine quando tocchi il fondo, hai sempre qualcosa da raschiare al suolo.. e gli altri non si fanno troppi problemi a camminarti addosso. Non riesco più a mentire nemmeno a me stesso, la verità è che le cose non miglioreranno, andrà sempre peggio.. e io lo so perché sta accadendo adesso.
Non c'è giornata in cui un prof. non mi chieda se va tutto bene. NO. Non va bene. Se andasse bene sarei felice come tutti gli altri, no? Invece che sempre con la faccia di un cadavere. Perché così mi sento: un morto, senza neanche essere andato a fondo con i tagli, senza neanche essermi gettato in strada mentre passa un'auto a gran velocità, senza neanche essermi buttato dal balcone di casa mia. Vedo tutto in bianco e nero da tanto ormai. Prima il mio ostacolo principale era una fortissima ansia sociale che ammetto di avere ancora, ma adesso non sento più niente. Dove sono i miei sentimenti? Perché non provo più nulla? Questa è la cosa più frustrante di tutte. Alzarmi a fatica dal letto la mattina solo per poterci tornare il prima possibile la sera. Il dolore è così forte ormai che non lo sento più, non nel senso che non m'importa più niente, ma come se non riuscissi più a reagire, a dire basta. E per mia madre sembra semplice, come se potessi far finta di non essere nato così, o anche diventato così crescendo.. ma comunque l'importante è che adesso mi sento in questo modo e non posso cambiare.
Morirò solo. Ormai non è più una paura ma una certezza. Sento che qualsiasi cosa faccia non ha importanza o sia completamente sbagliata. Perché io sono sbagliato. Dopotutto è così che funziona la selezione naturale, no? Se faccio schifo perché dovrei sperare di sopravvivere? E non merito nemmeno compassione, perché sono un mostro anche moralmente. Se non ci credete, parliamo un po' di scelte morali e vedrete come vi convincerete.
Alla fine cosa rimarrà? Tutti moriremo, perché dovrei allungare la mia pena in questa vita?
Comunque questa non è "la lettera di un suicida", è la mia frustrazione scritta su di un'applicazione. Perché non riuscivo più a tenermi tutto dentro. E poi ho tre fratelli a cui voglio troppo bene per fargli questo. Anche se ormai li sento distanti, so che loro ci saranno sempre per me, quindi si meritano lo stesso da parte mia.
Mi sto persino pentendo di non aver detto a mia madre "Si, voglio prendere gli antidepressivi che mi ha consigliato la psicologia" al posto di aver avuto paura degli effetti indesiderati di una dannata pillola. Ma alla fine se sono arrivato a questo punto è anche per colpa delle innumerevoli scelte sbagliate che ho fatto e che continuerò a fare.
Scommetto che tanti altri si sentono come me, non posso essere l'unico. Tutti soffrono ogni giorno, vanno solo ascoltati e capiti. Perché non puoi togliere a una persona il diritto di sentirsi giù, anche se dalla tua prospettiva quella persona ha tutto, stai certo che qualcosa che gli manca ce l'avrà ed è quello a farla soffrire.
Ora non so nemmeno come concludere. Credo sia brutto infondere tristezza in questo modo. Ma cosa vi posso dire? Le solite frasi fatte?
Le cose miglioreranno.
Non mollate.
Dovete sorridere anche nei momenti difficili.
Siate voi stessi e tutto andrà bene.
Ricordate che l'importante è divertirsi, non partecipar-ah no, sono andato un attimino fuori tema. Ok dai, spero che nessuno si sia messo a piangere come me. Ma tanto ormai è un'abitudine piangersi addosso, è l'unico modo che ho per sfogarmi.
Un saluto dal vostro problematico Alessandro di quartiere e ricordate che è importante dire che cosa si pensa, bye bye.

~Ale

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