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A volte ritornano

E' effettivamente un pochino di tempo che non scriviamo e che in qualche modo siamo "spariti" ma non temete, siamo tutti vivi e vegeti, chi più risolto chi meno, chi più sereno chi meno.

Cosa è successo nelle nostre vite da luglio ad oggi? Quanto tempo avete? Preparatevi un thé caldo e magari dei biscotti al cioccolato, sedetevi e provate a rilassarvi e a godervi il resto del capitolo.

Tutti si chiedono cosa mai succeda nella vita delle persone LGBT. Magari immaginano festini a base di droga, alcol e sesso, festini con prevalenza di orge, fiumi e fiumi di soldi, felicità e unicorni e invece, mi dispiace deludervi e soprattutto deludere l'aspettativa degli unicorni ma... Non è così!
La vita delle persone LGBT è come tutte le altre, normalissime vite umane e SBAM! Sento il rumore dei sogni infranti di alcune persone ma non preoccupatevi, non si chiude qui la storia.

Le vite umane sono fatte di cose belle, cose brutte, paure, sogni, ambizioni, ostacoli e traguardi.
Una persona omosessuale, affronta nella vita le stesse emozioni di una persona eterosessuale, una persona transessuale affronta gli ostacoli della vita così come una persona bisessuale e così via. La differenza è solo la declinazione, la classificazione che diamo a quella persona. Perché di persone si parla.

Onestamente, per amore della verità, c'è una piccolissima cosa che distingue tutte le categorie di esseri umani, da quella delle persone transgender.
Seppure tutti affrontino le stesse cose, loro (ovvero noi), oltre ad affrontare i problemi di una vita comune dobbiamo affrontare una guerra interna.
Una persona omosessuale affronterà il fatto di doversi dichiarare, così come una persona bisessuale e anche se il coming out sembra un abominio, ovvero, almeno dal mio punto di vista lo vedo come "costrizione" partendo dal presupposto che una persona etero, non dichiara di esserlo.
In comune però le persone etero, omosessuali e bisessuali hanno il fatto di accettare il proprio corpo, mentre quelle transessuali si sentono imprigionati in un corpo che non è il loro.

E' in quel momento che vi è la vera differenza. 
Tornando agli unicorni e alla vita felice e serena, non possiamo affermare o dirvi che la nostra sia felice, serena e piena di unicorni. In realtà non esiste una vita perfetta, nemmeno il più migliardario del mondo ha la vita perfetta. Lui ha i soldi, una catena di ristoranti e alberghi, una decina di villone e magari un jet privato, ma gli affetti? quelli non li compri.
La nostra vita, il nostro dolore, non si ferma certo all'ammissione del nostro vero io, all'inizio della terapia ormonale, ma continua con le operazioni e va avanti anche dopo, è un percorso senza una fine reale.

Abbiamo parlato del coming out di una persona transessuale, abbiamo parlato del percorso interiore che compiamo per arrivare all'affermazione di noi stessi, abbiamo parlato del significato di iniziare la terapia ormonale ma mai di cosa significa operarsi.
Eccoci qui allora.

Tu nasci in un corpo che non senti tuo, provi ad adattarti ma alla fine ammetti a te stesso che non puoi continuare a fingere. Inizi un percorso introspettivo, un viaggio dentro di te che ti porterà a scoprire chi sei e questo è il percorso psicologico/psichiatrico. Decidi poi che è arrivato il momento di dichiararti e sei terrorizzato, il 50% delle volte va bene, il 50% va male e allora ti chiedi a quale metà appartieni. Poi c'è il percorso ormonale nel quale vi sono i primi cambiamenti, nel quale piano piano si raggiunge una qualche sorta di equilibrio interno. Poi arrivano le tanto attese e sperate operazioni.
In quel momento ci sono due parti del nostro essere: la parte felice ed entusiasta, quella che ha atteso quel momento per anni e anni e che dunque non vede l'ora di riconoscersi allo specchio e quella immensamente terrorizzata.

Pensate sia facile tagliuzzare un corpo che seppure sia sano non ti rispecchia? Pensate sia facile convivere tutta la vita con l'idea di essere sterili e dunque non avere bimbi che ci somiglino? Pensate che per le donne transgender sia facile convivere con l'idea di non avere la possibilità di essere incinte? Pensate sia facile dire addio ad un corpo che ti ha ospitato fino a quel momento permettendoti di farti vivere fino a quell'istante?
Ve lo dico io, ve lo diciamo noi... No, non è affatto facile! E' per questo che è necessario un percorso psicoterapeutico prima e dopo.
E' per questo che essere transgender non è un gioco, uno scherzo, un momento, una fase ma una condizione che va capita fino nel profondo e va affrontata con i giusti mezzi, tempi e modi.

E' normale essere spaventati, è normale chiedersi se questa sia davvero la nostra strada, è normale essere titubanti delle volte e avere dubbi. Ci rende vivi e consapevoli.
Non dobbiamo sentirci soli però, non dobbiamo permettere a nessuno di farci pensare di essere degli errori o scherzi della natura. Noi siamo umani con una sfida in più... Tutto qui.

Nel prossimo capitolo affronteremo anche la questione della paternità/maternità che non ho approfondito ora per non risultare troppo "pesante" o comunque non dilungarmi più del dovuto e lo faremo (se tutto va bene) in un modo molto molto particolare.
Vi vogliamo bene, noi siamo sempre qui, con voi.
Al prossimo capitolo ragazzi!
_DjRiux



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