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Ululati



Chiudo gli occhi.

Sento la brezza che mi accarezza la gorgiera, delicata, il vento vi crea strane onde che mi solleticano la pelle. Eccoli...i raggi dell'alba mi accarezzano le orecchie, piacevolmente, accolgono il mio richiamo silenzioso.

I polpastrelli indugiano sulla neve soffice e compatta sotto le mie zampe. Anche loro attendono un mio movimento, in silenzio. La natura mi sussurra, è con me. La pienezza di quel momento mi manda brividi repentini lungo la spina dorsale, fino alla punta della coda, fremente.

Apro gli occhi, osservandomi intorno.

Sento gli occhi del branco puntati su di me, indugiosi, curiosi? No solo sprezzanti, non del tutto interessati....mi importa davvero?

No, nemmeno mi tange ciò che pensano, forse, solo di un paio di loro, ma se davvero mi conoscono, capiranno.

Azzardo qualche passo, incerto, la neve scricchiola compattandosi sotto il mio peso, il suo suono mi accompagna.

Abbandono l'ombra del bosco alle mie spalle, finalmente allo scoperto.

Cos'è questa morsa che mi attanaglia lo stomaco?

...paura?

Digrigno i denti, ma che ironia....

Quasi quasi non me lo aspettavo, assaporai quindi quella inaspettata fitta, quel dolore sordo e me ne lasciai inebriare, lasciai che ogni fibra del mio corpo ne diventasse partecipe.

Alzai il muso, mi si arruffó il pelo.

Corri

Disse una voce sinuosa nella mia testa.

Mi concessi qualche attimo, inspirai l'aria frizzante dell'inverno e lasciai che sprofondasse il più in basso possibile nel mio ventre.

Fiducia

Ripeté quella voce nella mia mente. Avevo davvero fiducia in qualcuno o qualcosa oltre a me stesso?

Forse ma nemmeno volevo trattenere quel pensiero in mente.

Avanzi sulla neve, l'arancio dell'alba che danzava sulla neve candida intorno a me, mi avvolgeva; i brividi che continuavano a pungermi la pelle, insistentemente.

Davanti a me apparve lo sperone di roccia e poi lo strapiombo e poi....l'ignoto.

Ignoto?

Domandò la voce....si! Ma non ne avevo affatto la minima paura.

Qualcuno iniziò a osservarmi intensamente mentre camminavo, ancora adagio, verso lo sperone.

Il branco non credeva in me.

Ma io si....e quello bastava.

Avanzai, accelerando il passo; i loro sguardi mi sospinsero a velocizzare l'andatura, schioccai le zanne, alzai il muso, il vento mi punse il naso.

Iniziai a correre.

Mi concentrai.

Sostenni la velocità, i miei passi volavano silenziosi sulla neve....

Lo sperone si avvicinava.

Scalpiccío alle mie spalle, qualche ululato, i miei muscoli si tesero, in allerta, pronti, scattanti...

Lo sperone, qualche metro...

Orecchie dritte, un grido sordo vibrava in me, la mente sgombra...

Lo sperone....ogni emozione sparì e poi

...Saltai.

Il nulla.

Il silenzio.

Buio.

Buio?

Dove erano i miei sensi?

Aprii gli occhi

Quella voce.

Occhi. Un istinto affiorò in me, lo lasciai fluire....eccole, le palpebre si sollevavano. Sentii il naso freddo e umido. Davanti ai miei occhi era tutto bianco....luce? Nebbia? Neve?

Raschiai il terreno con le unghie, neve e sotto suolo freddo e duro.

Ero vivo, non stavo sognando.

Sentii caldo, sulla coda, mi voltai.

Ero sdraiato, rannicchiato, mi sforzai ad alzarmi in piedi, i muscoli doloranti per l'impatto con la terra, non mi interessava, schizzai, impellente.

Ero da qualche parte, nell'ignoto. Io ero nell'ignoto, ce l'avevo fatta.

Ero arrivato dove nessuno era arrivato prima.

La calma scesa lenta intorno a me.

Ero solo?

No

La voce, nella mia testa.

Un profumo dolciastro e acre attirò la mia attenzione.

Mi voltai, repentino.

Nella neve che fioccava ondeggiando dal cielo candido, qualcosa di bianco prese forma, delineandosi ad ogni passo.

Sorrisi, finalmente.

Non sei da solo

Mi avvicinai alla lupa che mi attendeva, raggiante.

Aspettava me.

A un soffio dal suo muso, mentre i fiocchi leggiadri ci vorticavano intorno, delicati, indugiando, immersi lo sguardo nei suoi occhi profondi. Eccola la tenacia, la forza, la calma che cercavo.

La tua...

Mi corresse.

La nostra, precisai.

Sorrise, mostrando i canini. Sollevò il muso e ululò: limpida, libera ed io la seguii: profondo, potente. Insieme i nostri ululati creavano un nuovo suono.

Un ululato?

No. Un grido....di gioia, di forza, di libertà.



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