2.
Sento i Demoni della Guerra agitarsi nella parte più profonda di me, ma non posso fare nulla per fermarli.
Quando entro in casa o, per meglio dire, in quel che ne resta, scorgo la sagoma di un ragazzo voltato di spalle. La sua schiena è leggermente ingobbita, la testa china sopra un piatto di minestra. Mi tolgo lo zaino dalle spalle, lasciandolo scivolare piano a terra e mi avvicino lentamente, per non coglierlo di sorpresa. Hunter solleva la testa dal piatto. Scosto una sedia da sotto il tavolo e mi ci appoggio sopra. I suoi occhi mi fissano amareggiati, spenti. Vuoti come non lo sono stati mai.
«Tuo padre è già uscito» dice con un filo di voce. Abbassa lo sguardo sul cibo davanti a sé e scuote piano la testa; poi sbatte il cucchiaio sul legno del tavolo e sposta il piatto in avanti.
«Lo so» sospiro. Come tutte le sere. Da quando gli inglesi ci hanno spogliato di tutto quel che avevamo, di ogni donna, animale o speranza, mio padre esce tutte le sere, sempre allo stesso orario, immerso nella coltre ispessita dei suoi pensieri. Nessuno sa dove vada o per quanto tempo rimanga fuori. E io faccio a meno di chiedermelo, perché lo capisco. Capisco il suo bisogno di solitudine, di rifugiarsi in un mondo a parte, oltre le nuvole, oltre la crudeltà del nostro presente. E' quello che prima o poi faranno tutti. Con la piccola differenza che l'anima di Thomas Cartland é stata distrutta per sempre. Gli altri andranno avanti, prima o poi, in un modo o nell'altro. Non sono così sicura che mio padre seguirà il loro esempio. Ma è quello che spero.
«Lily?»
«E' di sopra» risponde lui, conciso. Sento la tristezza trasparire dalla sua voce, incrinarla a tal punto da renderla estranea. Mi mordo un labbro. Sono consapevole della tragicità in cui siamo finiti, della guerra che sta spegnendo pian piano ogni parte di noi. Sono consapevole del fatto che questo non è l'Hunter che io conosco, il mio migliore amico. Il mio migliore amico che ha perso la voglia di vivere. Perduta per sempre. Sepolta sotto un cumulo di macerie, probabilmente i suoi ricordi. E' la situazione in cui ci troviamo tutti, dai bambini agli adulti, e dobbiamo imparare a conviverci, per quanto il dolore sia maledettamente insopportabile.
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