ċaքitօʟօ 2: tɦɛ ʍօռstɛʀ iռsiɖɛ ʍɛ
Levi's Pov.
Siate pronti ad offrire il vostro cuore!
Le parole di Erwin avevano prodotto al seguito urla agguerrite, spade al cielo e soldati che si armavano di tutto il coraggio di cui potevano essere in possesso.
Eren era tra me ed Erwin, al mio fianco Mikasa e al seguire Armin, Jean, Conny, Sasha e altri soldati di cui non ricordavo il nome.
La prima linea era pronta ad attraversare i cancelli, ma io sapevo del turbamento di Eren, lo sentivo come se lo stessi provando io, come se fossimo legati in un'unica cosa da un filo comune.
I suoi occhi erano immobili, incassati al cancello, trepidanti nell'attesa che venisse aperto. Tremavano di rabbia, voglia di distruggere quei dannati all'interno del wall Maria.
- Eren.
Lo richiamai e lui si voltò subito a guardarmi, un'espressione di domanda tinta in viso.
Mi sentivo ridicolo tutte le volte che dovevo esternarmi in qualcosa di "umano", dire qualcosa di sentimentale, ma quel moccioso ne aveva bisogno e non potevo far finta di niente.
- Qualunque cosa accada sarò al tuo fianco, non avere paura.
Avrei potuto fare di meglio forse, ma non ero il tipo che si lasciava andare a lunghe dimostranze d'affetto smielate o a parole confortanti, però in quel momento diedi il meglio di me stesso.
Eren sorrise, spavaldo come sempre; sapevo che nascondeva la paura.
- Io non temo neanche la morte Levi, sono pronto.
E detto ciò tornò a guardare i cancelli.
Perché non riuscivo a farmi scivolare di dosso la pessima sensazione che dal giorno prima avevo iniziato a sentire? Non voleva lasciarmi in pace, era come se una vocina dentro me mi stesse mettendo in guardia.
- Il cancello verrà aperto tra un minuto esatto!
Tornò ad urlare il comandante Smith e tutti si irrigidirono sulle loro cavalcature, poi arrivò il momento di spronare i cavalli per il galoppo all'apertura del cancello.
Eren correva al mio fianco col suo cavallo, la linea che aveva costruito Erwin era perfetta.
Non ci volle molto tempo perché da dietro le abitazioni ormai disabitate e distrutte si facessero vedere i primi giganti, e cazzo se erano brutti.
Teste deformi e muscoli del volto scoperti a dargli sorrisi insani e terrificanti. Sembrava si prendessero gioco di noi, come se sapessero che ci avrebbero uccisi tutti, come se si prendessero gioco della nostra paura.
- Mi raccomando Eren, non devi mai trasformarti in gigante, non farlo per nessuna ragione!
Devi restare umano per condurci verso casa tua, hai la mia fiducia.
Vidi Eren stringere i denti alle parole di Erwin.
Probabilmente stava pensando che non sarebbe potuto essere di grande aiuto se non mutava in titano, ma alla fine non gli restò che annuire a quello che era un ordine categorico.
In poco tempo si tennero i primi scontri, ma fortunatamente nessun soldato perse la vita. I titani palesati erano stati solo cinque e tutti di classe cinque e sette metri, nulla che l'armata ricognitiva non potesse affrontare.
La mia concentrazione intanto si manteneva salda, con gli occhi puntati avanti, stanchi ma attenti ad esaminare ogni edificio. Erano palazzi alti, dietro potevano nascondersi senza problemi giganti di anche dieci metri, e così era.
Arrestammo l'avanzata dei cavalli quando da dietro due edifici apparvero due classe quindici metri. Erwin aveva dato l'ordine alla prima linea di non intervinere e a quelli dietro di uccidere quei due e liberare la strada.
Qualcosa però non andò secondo i piani, un soldato non era stato coordinato né con la mente e né col corpo e presto lo sentimmo urlare aiuto, un istante prima che il gigante lo divorasse.
Sentii Eren al mio fianco tirare insulti a denti stretti, gli occhi cocenti di rabbia.
- Sta calmo, Eren.
Gli dissi, ma lui parve non sentirmi neanche.
Odiava i giganti più di qualsiasi altra cosa o persona e quell'odio non faceva che alimentare la rabbia che il suo giovane corpo racchiudeva dentro di sé, in pericolo di esplodere come una pentola a pressione.
Un gigante assestò una manata verso la nostra linea e all'ordine del comandante di scansarci, molti vennero comunque sbalzati giù da cavallo.
- Armin, presto alzati!
Alle grida di Eren mi voltai subito in direzione del biondo, ma vidi chiaramente l'osso del ginocchio uscito fuori, spezzato come un grissino.
Non poteva rimettersi in piedi.
Stava per accorrere Jean in suo aiuto, ma ad impedirglielo fu lo stesso titano che aveva sbalzato da cavallo la gran parte dei soldati in prima linea.
Eren stava per andare, ma vidi Erwin trattenerlo per la spalla, saldamente.
- Dobbiamo proseguire Eren, ci penseranno gli altri a salvarlo!
- Ma sono troppo distanti, non arriveranno mai in tempo... Levi!!
Ok, toccava a me fare qualcosa.
Nel momento esatto in cui feci per attivare il movimento 3D, però, le fauci del titano si chiusero sul corpo del giovane Arlert.
L'aveva ingoiato vivo, senza tranciare una sola parte del suo corpo, il tutto davanti agli occhi pieni di orrore di Eren.
Rimasi a guardare ad occhi spalancati, avevo lasciato che un amico di Eren finisse per essere divorato...
Cosa mi stava succedendo? Perché non ero il solito incubo dei giganti, quel giorno?
- ARMIIIIIIIN!
Era stato straziante sentirlo gridare il nome del suo migliore amico, strazianti le lacrime sugli occhi di Mikasa, di Jean, di Conny e di Sasha.
Dannazione, potevo fare qualcosa, potevo salvarlo, ma non ho fatto in tempo!
Non avrei mai voluto che Eren perdesse così il suo amico, non ho mai voluto che provasse quello che ho provato io.
- Levi, devi fermarlo!!
Urlò Hanji, distante da me di sei leghe. Fermare cosa?
- Eren! Se si trasforma adesso perderà sicuramente il controllo, non è lucido!
Eren?? Mi voltai subito verso di lui, ma ancora una volta non feci in tempo.
Un morso alla mano precedette la sua trasformazione, mentre un fulmine partito dal cielo avvolse Eren rendendolo quell'ammasso di muscoli e denti letali dall'altezza di quindici, terrificanti, metri.
Udii Erwin imprecare contro il titano, parole che io udivo sconnesse tra loro.
Stupido, si era trasformato per far cosa? Vendicarsi? Non aveva alcun senso, non ne aveva proprio... anche se lo capivo benissimo.
Tuttavia il gigante che aveva mangiato Armin era ancora vivo, camminava verso altri soldati totalmente indisturbato, mentre Eren se ne stava immobile in mezzo a tutti noi. Cosa cazzo stava combinando?
Mi venne in mente, in quel momento di stallo in cui rimasi a guardare il gigante che aveva divorato il biondo, come quest'ultimo era stato mangiato.
Non l'aveva masticato, lo aveva semplicemente mandato giù... Quindi a conti fatti, quel mocciosetto, era ancora vivo all'interno dello stomaco di quel coso.
A quel punto decisi di entrare in azione per davvero. Non volevo assolutamente che Eren soffrisse una simile perdita.
Attivato il movimento 3D, mi librai in volo con semplici movimenti fluidi che mi permisero di arrivare alla collottola del gigante in pochi istanti, sferrandogli il colpo mortale.
Sperai che cadesse di schiena e per fortuna fu quello che accadde.
Gli atterrai sulla pancia, mentre il corpo iniziava a fumare per la decomposizione.
Dovevo farla subito quella pazzia.
Mikasa sembrò capire le mie intenzioni e anche lei atterrò sulla pancia della carcassa e insieme iniziammo a tagliare le carni con le spade.
- Lo so che sei vivo! Armin, mi senti!?
La mora urlava quanto più poteva nella speranza che il suo amico la sentisse, ma fui io ad infilare le mani nello stomaco ormai aperto del titano.
Una mano mi afferrò e Mikasa poté sicuramente notare il mio sguardo trionfare.
- Trovato.
Tirai fuori il biondo da quello schifo, il sangue cominciò a sporcarmi ovunque, ma in quel momento era qualcosa di cui mi importava veramente poco.
Il ragazzo, terrorizzato, si strinse al mio corpo facendo profondi respiri, sporco di liquidi e altre schifezze derivanti dall'interno di quel gigante.
Ci guardammo e con un sorriso mi ringraziò.
Gli diedi un pizzicotto sulla guancia, così che capisse che era realtà, che era vivo. Ero felice di averlo salvato, potevo anche essere una persona fredda, distaccata, spaventosa, ma se c'erano delle vite da salvare non mi tiravo mai indietro.
Ma all'improvviso l'inferno.
Cominciò con l'alzarsi di urla di terrore, rumore di denti schioccanti, di ossa triturate, masticate.
Il sangue cominciò a piovere dal cielo in una sorta di acquazzone cremisi, mentre i volti di Mikasa, di Armin e di tutti gli altri soldati che avevo di fronte si dipingevano di puro sdegno e orrore.
Accanto a me cadde metà busto di un uomo, il sangue lo imbrattava ovunque ed il terrore gli riempiva gli occhi azzurri.
- Ca...pitano...
Spalancai gli occhi appena lo vidi parlare e guardandomi aveva alzato al cielo un braccio, indicando con mano tremante qualcosa dietro di me, qualcosa di alto.
- L-la prego capitano, fermi quel mos...
Ed espirò.
In quel preciso istante si alzò al cielo un ruggito così potente da far tremare qualunque cosa vi fosse nei paraggi e io sapevo riconoscere tra mille quel ruggito di rabbia.
Mi voltai e quando lo feci vidi la bocca di Eren titano chiudere tra le fauci un soldato, masticarlo ed ingoiarlo.
Eren stava divorando le persone?
- Ha già ucciso dieci soldati, ha divorato dieci uomini, va fermato Levi!
Quelle parole mi arrivavano sconnesse tra loro, come se il mio udito fosse ovattato.
Tutto quello che riuscivo a fare era vedere Eren divorare le persone, i compagni ai quali aveva promesso che li avrebbe difesi dai giganti.
Che cosa stava succedendo? Non riuscivo a muovermi, ero paralizzato di fronte a quello scenario terribile.
Quello non era più il mio Eren, era un mostro privo di sentimenti, una macchina progettata per uccidere e basta.
"...Vi..."
"...Evi..."
"Levi!"
Un braccio mi strattonò e solo a quel punto mi resi conto che Erwin stava urlando il mio nome.
Non riuscivo a parlare, ancor meno a pensare, ma dovevo riscuotermi.
Non c'era tempo per essere umani, dovevo essere me stesso, lo avevo promesso.
Avevo promesso ad Eren che se qualcosa fosse andato storto, io l'avrei fermato.
- Sta uccidendo troppi uomini, dobbiamo fermarlo!
Erwin fece una breve pausa, lo sguardo puntato in un punto indefinito. Conoscevo quell'espressione, stava cercando di trovare una via d'uscita e capii che ci era riuscito appena tornò a guardarmi.
- Dobbiamo tirarlo fuori dalla collottola e non mi importa se c'è il rischio di decapitarlo, dobbiamo fermarlo. Solo tu puoi riuscirci, sbrigati!
Non volevo fare del male ad Eren.
Si muoveva troppo, tirava pugni a destra e a manca, sembrava un toro impazzito, senza potermi concentrare potevo rischiare di tagliargli la testa nel modo di incidere la collottola, ma sì, dovevo fermarlo.
- NOOOO! EREN, EREN CHE COSA FAI!?
Conoscevo quella voce.
Tornai a guardare Eren, che ora teneva Sasha, conosciuta anche come "la ragazza della patata", stretta in una mano e lentamente la stava avvicinando alle fauci.
- EREN, NO! NO, TI PREGO! NON VOGLIO MORIRE, SIAMO AMICI EREN! NON MI MANGIARE, RICORDI QUELLA VOLTA CHE TI HO OFFERTO PARTE DEL MIO PRANZO? SIAMO AMICI!!
E in tutto questo io ero immobile. Immobile come una cazzo di statua.
Dov'era Eren? Dov'era finito il mio moccioso?
- LASCIALA SUBITO ANDARE!
Prima di me fu Conny a scattare.
Con precisione invidiabile e coraggio tranciò il braccio del titano, un attimo prima che potesse chiudere le sue fauci sulla ragazza, la quale tornò libera e, solo per miracolo, o in questo caso grazie a Conny, era ancora viva.
Qualcosa in Eren si era spento nel momento in cui aveva creduto che Armin fosse morto e aveva generato quel mostro che ora si stava facendo ricrescere il braccio che gli era stato mozzato.
Mi voltai verso Armin, che era rimasto a guardare tutto il tempo con espressione intrisa di orrore il suo amico fare scempio di esseri umani.
- ARMIN!
Si riscosse al mio richiamo, guardandomi.
finalmente mi mossi e una volta raggiunto il biondo salii con lui su un tetto alto quasi quanto Eren, il quale avevamo di fronte.
Ci stava guardando, perfetto...
Forse se gli facevo vedere che Armin era salvo si sarebbe calmato.
- Eren! Eren guardami, va tutto bene, sto bene!
Il ragazzo sorrise con le lacrime agli occhi e per un attimo mi sembrò di vedere Eren farsi più attento.
Si stava avvicinando lentamente, sembrava quasi calmo e per un solo attimo di follia sia io che Armin pensammo che fosse tornato in sé.
- MALEDIZIONE EREN!
Urlai, saltando con Armin giù dal tetto nel momento in cui lo vidi caricare un pugno verso di noi, che frantumò l'abitazione.
Era completamente fuori di sé, dovevo fermarlo a qualunque costo.
Posato Armin per terra mi spostai velocemente sul tetto di un'altra casa.
- COGLIONE, VOLTATI!
Ero arrabbiato, furioso per quello che aveva fatto a quella gente.
Certo, Eren non avrebbe mai fatto nulla del genere a mente lucida, ma aveva comunque la colpa di non aver seguito alla lettera gli ordini di Erwin, aveva trasgredito e ora eravamo a quel punto.
Se fossi riuscito a salvarlo, a liberarlo dal titano senza conseguenze, come potevo guardarlo negli occhi e dirgli quello che aveva fatto?
Lentamente il gigante si voltò verso di me, i denti erano bagnati nel sangue delle vittime che aveva divorato, gli occhi accesi di una luce verde che, ammetto, mi spaventava.
Dopotutto anche io sono un essere umano, anche io ho dei limiti, dei sentimenti, seppur non sarebbe stato male per me essere freddo come una roccia.
- Ritorna in te, cretino! Sii forte e riprendi il controllo di questa montagna di muscoli!
HAI CAPITO EREN?
Scattai nuovamente nell'aria aiutandomi col movimento 3D, attento come sempre a non sprecare troppo gas.
Nessuno mi aiutava, in quel momento erano tutti terrorizzati, non erano stati preparati ad una cosa del genere. Persino Hanji stava tremando, forse spaventata del fatto che Eren rischiava la vita.
Non avrei permesso nulla del genere.
In quel momento gli occhi del gigante intercettarono il filo del mio armamento e afferrato tra due dita mi scaraventò contro un muro.
Vidi solo il buio per qualche istante, il sangue iniziò a colarmi dalla testa inperlandomi la fronte e parte del viso.
Quindi non aveva solo perso il controllo, aveva anche mantenuto la sua intelligenza...
Era un problema, un grosso problema... Le gambe non volevano saperne di reggermi e la testa mi rimbombava come fosse una sorta di tamburo che qualcuno stava battendo, ma dovevo, Eren si stava avvicinando, probabilmente attratto dall'odore del mio sangue, lo potei vedere addirittura leccarsi i denti superiori come un felino prima di iniziare il suo pasto.
- Levi!
Sentii Erwin urlare, mentre Eren uccideva altra gente che cercava invano di fermarlo.
Nel frattempo mi rimisi in piedi, ignorando la vista appannarsi.
- E-Eren...
Non mi sentiva nemmeno, probabilmente.
- Eren ascolta... Maledizione, NON SEI QUESTO MOSTRO!
Al mio urlo il gigante rispose con un ruggito terrificante che ancora una volta fece tremare qualunque cosa vi fosse nei paraggi.
Stavolta la sua espressione era cambiata, per quanto possibile si era fatta più pericolosa, gli occhi puntati inesorabilmente su di me.
- Ti ha puntato. Levi, ti ha puntato...
Sentii Hanji dire quelle parole con chiarezza ed era la prima volta che potei udirla con quel tono terrorizzato.
- LEVI, TI HA PUNTATO, CORRI VIA!
Quando un gigante punta una persona non si ferma finché non la uccide, questo lo sapevo benissimo.
Angolo EreriShipper ♡
Questo capitolo è stato un po' più lungo del precedente, ma spero comunque vi sia piaciuto e vi abbia coinvolto almeno un po'.
Sono nuova qui su whattpadd, non so esattamente come far seguire alle persone la mia storia, ma credo di essere seguita da un po' di gente e di questo ne sono già felicissima.
Grazie a coloro che hanno commentato il primo capitolo e spero che questo vi sia piaciuto quanto e più del precedente, al prossimo aggiornamento, byeee ❤
PS. Ma quanto è adorabile Levi spaventato?? T^T perché sì, anche se non lo ammette è spaventato.
Non capita a tutti di rischiare di essere mangiati dalla persona amata 💔
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