Epilogo - Quattro anni dopo
Mi sveglio, la mattina del venti luglio, nel mio appartamento a Lers: sono a letto, in pigiama, e di fianco a me non c'è nessuno.
Mi raccolgo i capelli in uno chignon disordinato ed esco dalla stanza, con gli occhi ancora assonnati e il trucco disfatto, reduce del concerto di ieri sera.
Takeìra, l'unica cameriera della Residenza Nera ad essere sopravvissuta al disastro di quattro anni fa che distrusse l'edificio e il pianeta che la ospitava, sta facendo le pulizie in bagno, e come al solito è molto presa dal suo lavoro.
La saluto; al che lei mi nota e sorride.
Si fida solo di due persone: Makaesh, lx camerierx mortx, e di Keiarn, che a quanto pare è uscita.
«La Signora è uscita per una manifestazione» dice, mentre i suoi capelli verdi ondeggiano, mossi dal vento che entra dalla finestra.
«Sai più o meno quando rientrerà?» chiedo, nella speranza che conosca la risposta alla mia domanda.
«Mi duole dirvelo, ma non mi ha informata dell'orario in cui finirà» risponde la ragazza, sistemandosi gli occhiali.
«Capisco, ti ringrazio comunque» la rassicuro.
Dopodiché rientro in camera e mi sistemo, uscendone con una felpa nera firmata Y'Ther e i pantaloni a questa abbinati.
Ho ripreso a fare concerti dopo un mese dal mio ritorno a Lers e ho spiegato al mio pubblico tutta la verità.
Da quel momento, l'Universo ha conosciuto la seconda vita di un mito chiamato Y'Ther e stranamente è riuscito ad accettarla.
E, soprattutto, ha conosciuto il nome della idol che apparentemente non ne aveva uno: Aar Khyan, ovvero... io.
Saluto Takeìra, recupero il cellulare, le cuffie e la borsa con cui generalmente trascorro il tempo all'esterno ed esco di casa.
«Dunque, vediamo un po'...» mormoro, cercando di ricordare dove si sarebbe tenuta la protesta di mia moglie.
Realizzo: è davanti al municipio di Lers e di fronte all'officina aperta da Zolay e Jude.
Ricordo ancora le loro litigate per darle un nome: lui insisteva per "Jude L'Assoluto" o "Speciale Jude", mentre lei optava per "Il Dominio di Zolay" o "Jude deve essere meno autocentrato", ma alla fine è intervenuta Nabia e glielo ha fatto cambiare in "1984".
«Rappresenta la società che stiamo cercando di respingere» aveva detto «e poi il libro è attuale a distanza di millenni.»
I due si sono guardati negli occhi, hanno letto il libro e dopo due settimane la loro officina è stata inaugurata.
Ci lavorano solo loro due: riparano computer e altri oggetti elettronici, programmano e costruiscono e ogni tanto ospitano anche concerti.
Difatti, la 1984 è la prima officina provvista di bar e di palco ad essere stata aperta nell'Universo, quindi O'Brien e la Honara se la passano benissimo.
«Guarda chi si rivede!» esclama la sergente Nabia Serendipity, che ora ha reso il suo esercito un gruppo di attivisti.
La saluto e le corro incontro, ci mettiamo a discutere del più e del meno e dopodiché entriamo nell'officina dei nostri amici.
Zolay è rimasta un lupo solitario e la sua rabbia nei confronti del migliore amico è sparita. In questo momento sta lavorando al computer, spingendo freneticamente i tasti.
Di Jude, invece, si vedono solo le suole delle scarpe, dal momento che è sdraiato sotto lo scafo di un'astronave e sta cercando di ripararlo.
«E così siete venute a vedere la protesta in diretta» dice la donna dai capelli blu, spostando lo sguardo su di noi.
«Honara, ma che modi sono?!» la richiama Nabia, con tono scherzoso, mentre si siede ad un tavolino davanti al bancone del bar.
«Ah, giusto... a volte mi dimentico che si saluta quando entra qualcuno» risponde, ironica.
Jude scoppia a ridere, ma si dimentica per un attimo di essere sotto ad un'astronave e di conseguenza va a sbatterci contro, tirando una testata allo scafo.
Se ne accorge e si sposta, quindi si siede accanto a Nabia e continua a ridere.
«Credo che Zolay o lo squarta oggi o lo sopporta per tutto il resto della sua esistenza» scherzo io, lanciando un'occhiata comprensiva alla ragazza.
Lei mi sorride e ritorna a lavorare.
«Eccola che arriva! Chissà cosa ha in mente stavolta» esclama il meccanico, indicando mia moglie con un cenno del capo.
Ci siamo sposate poco dopo essere approdate a Lers, e da allora siamo indivisibili.
Non nego che questa è la vita che avrei voluto trascorrere con Ashyx, ma ora lei non è più qui.
L'unica cosa che è rimasta di lei è una lapide al cimitero della città, dove è stata uccisa tempo fa, nel nostro vecchio appartamento.
Allontano quei pensieri e osservo Kei Kei che si piazza davanti alla porta del municipio: sistema la cassa, l'amplificatore, il microfono e la chitarra elettrica. La mette a tracolla, e accende tutta la sua attrezzatura.
«Io sono Keiarn De'Vaash» dice, apparentemente inespressiva, e rivolgendo lo sguardo verso la cima dell'edificio.
«E non mi interessa in quanti ascolteranno la mia lamentela, oggi» prosegue, sempre con gli occhi fissati su quel punto. «Però è uno sfogo, una protesta che deve essere fatto. Che mi diate retta no, non ha importanza» conclude.
Dopodiché sospira, fa partire la musica e con essa anche l'accompagnamento, formato da voce e chitarra.
Sta eseguendo "Usseewa", una canzone in cui si protesta delle condizioni pessime dei lavoratori e delle "regole" che la società applica sulle persone, di cui molte sono scorrette.
Keiarn si oppone alle ingiustizie e tiene moltissimo alla gente dell'Universo - in realtà è sempre stato così - e per questo motivo è entrata in politica.
È contraria alla mentalità di destra, infatti preferisce le idee del centro e della sinistra, ma non tutte: per questo motivo sta cercando di riformarli e di renderli più conformi alle necessità della gente.
Mi ha chiesto di aiutarla a fare pratica con la parte cantata: era già brava di suo, ma non riusciva a raggiungere alcune note alte e le servivano dei consigli.
E in più ho scoperto che sa suonare la chitarra elettrica, e questo non me l'aspettavo.
La sua esibizione finisce.
Al solito, è stata ignoratx dal sindaco di Lers, con il quale non ha buoni rapporti.
Però, un attimo dopo, a tutti e quattro arriva una notifica: accendiamo gli oloschermi e troviamo un articolo del Giornale di Lers appena pubblicato, in cui si parla della protesta pacifica di Keiarn.
C'è chi la vede come una salvatrice, ma altri non sono della stessa opinione (il giornale rientra nella prima categoria delle due).
Dopo cinque minuti, impiegati a sistemare l'attrezzatura e a caricarla nella sua auto, Keiarn entra nell'officina, distrutta.
Attende che Jude le dia il drink alcolico che beve di solito e si appoggia col braccio sul bancone, sbuffando, senza accorgersi che siamo qui di fianco a lei.
Sposta lo sguardo proprio mentre stavo pensando a questo fatto e aggrotta le sopracciglia.
«Mica ti avevo detto di dormire e di fare compagnia a Takeìra?» chiede, visibilmente irritata.
«E invece mi sono svegliata prima» rispondo, sorridendole come faccio in genere con i miei fan.
Lei ricambia e fissa il bicchiere, già vuoto, con aria assente.
Al che mi alzo dal tavolo, la spingo verso di me e appoggio le mie labbra alle sue; anche in questo caso non fa a meno di venirmi incontro e di rimanere con me.
«Magari...» sospira Nabia, finendo di bere la birra che aveva ordinato lei.
«Ma come, magari? Dopo è un lavoro avere unx "significant other"» indaga Zolay, ridacchiando.
«E tu cosa vuoi saperne? Comunque sia, sappiate che ne ho avuti, ma ogni volta...» inizia Nabia, ma la interrompo immediatamente perché ho già sentito quella storia un milione di volte.
«Grazie di essere venuta... almeno tu, perché certa gente non capisce un cazzo» dice Keiarn, rivolta a me.
«Veramente, credono che andando avanti a guerre e discriminazioni lì porterà a qualcosa» concorda Jude, rimettendosi ad aggiustare lo scafo dell'astronave.
Senza botte in testa, questa volta.
«Keiarn è brava come politica, riesce sempre a mediare tra le varie fazioni... è un po' come Giolitti, quel politico italiano su cui continuano a fare meme associati a JoJo» commenta Zolay «e se le sue idee venissero ascoltate da membri di ranghi più elevati del settore, c'è anche una possibilità che le condizioni di questa società migliorino, no?»
Sorrido ed annuisco, e nel mentre guardo la mia migliore amica, Nabia, mentre cerca di canticchiare una canzone che comprende note altissime.
Chiaramente, non riesce a farne una di giusta neanche lontanamente, perché non canta da un po' e per questo motivo sta tirando giù l'Astro Nascente, la Supernova e tutto quello che ci sta attorno.
«Lascia fare a me, su» rispondo, sarcastica, mentre accendo il mio oloschermo portatile e cerco in Internet il testo della canzone che stava provando.
«A che ti serve il testo, scusa? L'hai cantata tu!» mi chiede Zolay, senza spostare lo sguardo dal suo device.
«Abbi pazienza, Honara, guarda che è da un po' che non canta» mi difende Keiarn.
È evidente che non è arrabbiata con Zolay, bensì con quello stronzo del sindaco, che per quanto mi riguarda dovrebbe morire affogato con la testa nel cesso.
«Oggi Zolay ha una giornata un po' così» commenta Jude, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la macchinetta del caffè.
È stanco, si vede che ne ha bisogno, soprattutto dalle sue borse sotto gli occhi.
«Sempre il solito... impara a stare zitto quando nessuno chiede la tua opinione» ribatte la ragazza dai capelli blu, e poi scoppia a ridere.
È in questo momento che mi viene un'illuminazione.
Questo è quello che abbiamo cercato noi cinque negli anni.
Questo, questo è il risultato di quel lieto fine che abbiamo cercato per anni, addolorati perché nessuno di noi è mai riuscito a raggiungerlo.
Ma ora eccoci qui.
Lei, che ha combattuto duramente per riuscire a sostenere la propria causa, e ci ha salvati.
Lui, che è riuscito ad esprimersi nonostante nessuno volesse lasciarglielo fare.
Lei, che si è rialzata dopo numerose cadute, riuscendo a superare i suoi traumi, e a vivere la vita che ha sempre voluto, con la persona a cui tiene di più.
Poi, lxi, che tutt'ora sta lottando perché l'Universo sia libero, e che ha trovato finalmente una donna che la amasse.
E infine me, che sono riuscita a capire chi sono davvero, e a vivere la vita a cui ho sempre ambito, cosa che per me sembrava irraggiungibile.
Perché, purtroppo, ci ritroviamo a vivere in una società sbagliata e controllata da persone che non sanno niente della gente che guidano, compiendo così decisioni sbagliate.
Ma non è detto che le nostre condizioni debbano per forza rimanere tali: intervenendo nel modo corretto, è possibile riuscire a cambiare le cose.
E, soprattutto, riuscire ad avere una vita migliore.
Come me e Keiarn, che ci stiamo baciando, o come Zolay e Jude, che stanno ridendo.
E anche come Nabia, che dopo tanto tempo sta bene.
FINE
Spazio autrice
Allora, io non so neanche da dove cominciare. So solo che il processo di scrittura che ha richiesto questo libro è stato arduo, è stato difficile trovare l'ispirazione e le idee per continuarlo, e devo ancora finire di aggiustare le parti che non funzionano, alla Jude O'Brien.
Ci ho messo un anno per la prima stesura, poi finirò con la revisione, in seguito arriveranno dei capitoli aggiuntivi e uno spinoff su Nabia Serendipity che ha avuto poco screentime.
Il 29 luglio uscirà una animatic per celebrare il primo compleanno di questa storia, a cui lavoro da gennaio, quindi siate clementi anche se fa un po' schifo.
Io ringrazio tutti quelli che hanno letto la storia e che l'hanno supportata, anche attraverso fanart e altri contenuti - come Takeìra, oc di Official_Multy - e farò un capitolo apposta
dove ringrazierò chi è con Aar e tutti gli altri sin dall'inizio.
Siate voi stessx,
Ace~
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