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Capitolo 17 - Ultim'ora

«Quindi, Jude, cosa ci inventiamo per far crollare la Void?» chiese Zolay, mentre accendeva il suo schermo olografico portatile pieno di programmi per hacking e scriptare. 

«Io mi ero già fatto qualche idea. Potremo inizialmente introdurci nei loro computer e rubare qualche dato interessante che potrebbe esserci utile grazie a un virus bello potente che potresti creare tu, sono sicuro che ce la puoi fare.» 

Zolay sorrise e guardò il ragazzo mentre riprese a parlare.

«Dobbiamo farli arrabbiare, se vogliamo che vengano qui per farsi distruggere» spiegò Jude. «E poi, una volta qui, avranno la sorpresa migliore di sempre: armi, tante armi. Che costruirò io. Dimentichiamoci quelle belle pistole ioniche che tutti i soldati hanno e che la gente puntualmente invidia, oh no, non esistono più, perché non saranno niente in confronto a quello che costruirò io» concluse, mentre giocava distrattamente con una vite lì per terra.

«Aspetta. Quindi tu mi stai dicendo che, secondo te, è meglio che li attiriamo noi, al posto che vengano di loro spontanea volontà?» domandò Zolay, abbastanza sorpresa nel sentire quelle parole dall'amico.

«Sì, così sarebbe notevolmente più veloce e risolveremo tutti i nostri problemi in men che non si dica. Cioè, prova a pensarci: ora che li aspettiamo, passerebbe tanto di quel tempo... E poi potrebbero farlo solo per trovarci impreparati quando verranno, se verranno.  Nel caso in cui, invece, siamo noi a chiamarli, potremo organizzare e gestire meglio le cose.  Non lo pensi anche tu, Zolay?»

Per qualche strano motivo, il modo in cui disse il suo nome la fece rabbrividire. Il modo in cui le stava parlando, anzi, la fece rabbrividire. C'era qualcosa nel suo modo di fare che la fece rabbrividire. «Non lo so, Jude. Non penso di essere d'accordo, comunque. Se ci pensi, se lasciamo che siano loro a venire, potremo continuare a lavorare all'equipaggiamento per sconfiggerli, e...»

«Zolay, ascoltami. Sapevo che avresti detto così, ed è proprio per questo che ti interrompo. Se lasciamo che si prendano i loro comodi, non avremo una data precisa per capire quando arriveranno. Ti prego, Zolay, devi ascoltarmi, solo così le cose funzioneranno» insistette lui.

Zolay fece per annuire, ma poi si fermò d'istinto e scosse la testa.

«Scusami, ma io continuo a non essere d'accordo con quello che dici. Non siamo solo noi ad avere intenzione di rovesciare la Void, quindi perché non capire come la pensano anche Keiarn e Aar? Sarebbe una cosa buona coinvolgerle nel progetto, dal momento che l'hanno iniziato loro...»

«Zolay, qualcosa mi dice che non ti stai nemmeno sforzando di capire quello che sto cercando di dirti. Aar e Keiarn sono, diciamo, le mastermind, le menti del progetto, mentre noi siamo i complici. Però nulla vieta che dirigiamo per conto nostro il nostro gioco. Quindi possiamo decidere quando farli venire e quando spedirli all'Inferno, cioè da dove sono venuti» concluse il ragazzo. «Spero che tu capisca quello che intendo...»

«E invece io rimango dell'idea che dovremo fare quattro chiacchiere in merito con loro. Del resto siamo tutti parte dello stesso progetto, per cui non vedo il motivo di tagliarle fuori da ciò a cui loro stesse hanno dato inizio» rispose Zolay, mentre iniziava a scrivere codici con il suo programma per scriptare. «Be', l'idea del virus era comunque buona. Inizierò a crearlo adesso, e non credo che ci vorrà molto. Poi spiegheremo ai boss come funziona!»  

«Secondo me non è assolutamente il caso di mostrarglielo, dobbiamo lavorare per conto nostro e renderci autonomi» commentò Jude, mentre iniziava a trafficare con pezzi di metallo, cacciaviti, chiavi inglesi e bulloni.

Zolay gli lanciò un'occhiata carica d'odio e poi tornò a lavorare per conto suo.

Quanto avrebbe dato per tirargli una stivalata in quel momento.


...


Aar e Keiarn erano tranquillamente sedute nel salottino privato di Keiarn, quello dove riceveva, attenendosi alle informazioni da lei stessa fornite, gli ospiti e gli amici. Non che Aar ne avesse mai visti, si limitava semplicemente a fidarsi delle parole della compagna. Stavano guardando un programma da loro ribattezzato "Cronaca" in cui una giornalista raccontava le ultime notizie.

«Nelle ultime ore è aumentato del 6,3% il numero di terroristi della Galassia Quattro che vanno in giro, armati rigorosamente delle più potenti pistole ioniche in circolazione, per sterminare intere razze aliene e colonie e per distruggere intere città. Alcuni sospettano che il loro obiettivo sia eliminare tutto e tutti, in modo tale da ascendere al potere come la Galassia più forte e l'unica. Questa teoria, comunque, non è confermata» annunciò la giornalista.

Keiarn sentì la sua ragazza tremare alle parole "soldati terroristi della Galassia Quattro" e capì immediatamente perché: probabilmente erano quegli schifosi che avevano deciso di portarle via l'unica cosa a cui attualmente teneva.

«Sst, Aar, tranquilla. Ci sono io qui con te. Non devi pensarci, semplicemente non farlo, okay? Adesso hai me al tuo fianco e, per quanto possa essere difficile sopportare la tua perdita, è meglio così che da sola. Aar, calmati» la rassicurò Keiarn mentre la fidanzata iniziava a piangere.

«Keiarn... io... io...» balbettò, appoggiando la testa sulla spalla dell'altra e cingendola con un braccio, facendo pressione in modo eccessivo.

La donna la abbracciò a sua volta e affondò la testa nei suoi capelli viola e annusando il loro odore piacevole. Le baciò piano la testa e il pianto della graentiana sembrò farsi sempre più lieve. Con una mano, Keiarn asciugò le lacrime dalle guance di Aar e poi la guardò negli occhi, quasi fosse convinta che in quel modo la ragazza si sarebbe calmata e avrebbe smesso di farla soffrire. Se l'idol provava dolore, automaticamente anche l'umana lo avvertiva.

La giornalista, intanto, continuava a parlare, e le parole che pronunciava erano totalmente coperte dalla criminale che provava a rassicurare la sua compagna. Ad un certo punto, però, disse qualcosa che catturò l'attenzione di entrambe le ragazze, che subito rivolsero gli occhi allo schermo olografico.

«Ora passiamo alla rubrica sul mondo musicale. Dobbiamo assolutamente menzionare il debutto del gruppo Heart's Claws, composto da sette ragazze uscite dalla prestigiosa Scuola delle Arti con il massimo dei voti. Hanno ricevuto numerose recensioni da importanti critici musicali, e tutti loro sono rimasti colpiti dal fatto che le loro canzoni si riconoscono subito per il loro stile molto alternativo che combina il genere indie a quello J-Pop, cioè la musica che si ascoltava in Giappone quando ancora lo abitavano, e c'è addirittura qualcuno che le definisce come le eredi di Y'Ther.»

La giornalista si fermò di colpo, come se avesse dimenticato qualcosa e le fosse tornato in mente solo in quel preciso istante.

 «A proposito di Y'Ther, è passato un bel po' di tempo da quando la idol che ha conquistato i cuori di tutti - oltre che alle classifiche e i discorsi della gente e dei media - ha annunciato, durante un suo concerto, che avrebbe fatto un periodo di pausa. Ormai è passato un mese, e giustamente i suoi fan hanno iniziato a domandarsi dove sia finita questa ragazza. Su Internet se ne leggono a milioni dei commenti dei fan, e addirittura ci sono alcune fotografie che mostrano striscioni, cartelloni, schermi olografici dove sono stampate le parole 'vogliamo indietro Y'Ther' oppure "la stella che illumina la notte deve tornare a brillare". Nonostante ciò, lei non si fa sentire, e alcuni pensano che stia avendo dei problemi.»

"Problemi? Io? Ma quando mai? Sto solo cercando di rovesciare un'organizzazione segreta che vuole farci fuori tutti, ma è semplicissimo."

Keiarn alzò un sopracciglio. «Ma come potresti avere dei problemi? Cioè, ti sei appena fidanzata, porca di quella... ah, scusa, non posso dirle certe cose con le cameriere.»

«Stai tranquilla, dopotutto sono la tua fidanzata, io, no?» ribatté Aar, ridacchiando. «E poi non vedo per quale motivo dovrei stare così tanto male, quando ho appena incontrato una persona stupenda che ha avuto pure la brillante idea di mettersi con me. Cioè, dai, è da sposare questa.»

La guardò negli occhi.

«Prova a pensare cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai incontrate: io avrei continuato a vendere inconsapevolmente informazioni alla Void, e quelli lì avrebbero seminato ancora più distruzione in questo mondo. E tu... be', non ho dubbi sul fatto che saresti salita al potere!»

«Sì, e sarebbe sicuramente stato un Governo migliore di quello che sta cercando di creare la Void. Ma questo non lo metterei assolutamente in dubbio, dico bene, Aar?»

«Non dici bene, dici perfettamente.»

Dopo di quello, le due tornarono a baciarsi e coccolarsi, davanti ad una serie televisiva in cui morivano un sacco di persone e sembrava appena essere scoppiata l'apocalisse, per nulla simile alla realtà in cui vivevano.

Poco dopo, Aar spalancò gli occhi, come se le fosse appena venuta un'idea, e si mise a fissare Keiarn. «E se... e se quei soldati della Galassia Quattro fossero in realtà dei collaboratori della Void?» 



Spazio autrice

Inutile dire che Aar si sente un'illuminata oggi, niente da dire. E Jude fa un po' lo strunz con Zolay. Niente di troppo strano, eh.  Comunque, nei prossimi capitoli ci sarà da divertirsi, perché ho in mente una bella cosa per l'hacker e il meccanico, e li vedremo alle prese con tanti casini e problemi... ad ogni modo, vi lascio il link della canzone che utilizza Keiarn per la porta. Ci leggiamo al prossimo capitolo, bella gente :3

https://youtu.be/QnNVyTEjJ1A


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