ɕαԹίϯσʆσ 7
Say something - Justin Timberlake
Chiusi l'armadietto, stringendomi un altro po' nella mia giacca.
Quell'inverno era uno dei più freddi che Juneau ricordasse. In genere il periodo più freddo era gennaio-febbraio, mentre in quel mese di novembre le temperature raggiungevano già i meno dieci gradi.
Quel lunedì era iniziato veramente male: la vera Scarlett aveva l'influenza, così ero venuta a scuola da sola, e per poco non avevo fatto un incidente perché un tizio non aveva le ruote termiche.
Mi era quasi entrato nel parabrezza.
Vidi Aiden venirmi incontro, ma quando provai a girare ed andarmene, mi afferrò per un polso.
«Sta' ferma, Ava.» bisbigliò il mio nome con un sorriso furbo sul viso.
«Che vuoi?» brontolai. Aiden quella mattina era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
«Dov'è l'altra Ava?»
«Shhh, abbassa la voce, idiota.» dissi in preda al panico. Il corridoio era pieno di gente. «È a casa con la febbre.»
Aiden sbuffò. «Ma io devo parlarle.»
Ma che cos'era, un bambino viziato?
Mi liberai dalla sua presa, guardandolo inarcando un sopracciglio. «Bé, non sono affari miei.»
Mi riprese subito il polso. «Dovrei parlare con tutte e due, ma a questo punto ne parlerò con te e glielo riferirai tu.»
Io sbuffai. L'unico lato positivo dell'essere stata scoperta, era proprio questo: non dovevo fare finta che Aiden mi piacesse.
«Puoi mandarle un messaggio tu. Io non sono la portavoce di nessuno.»
Aiden fece un sorriso odioso. «Attenta a come parli, Scarlett. Non vorresti mica che John scopra la verità, vero?»
Assottigliai gli occhi. «Sei un ricattatore.»
Aiden mi condusse fino allo sgabuzzino del bidello. Aspettò che il corridoio si svuotasse, poi ci condusse dentro.
Appena chiuse la porta dietro di lui, mi guardò. «E tu una bugiarda.»
Feci finta che quel commento non mi ferí, incrociando le braccia sotto il seno.
Sapevo che era vero, ma faceva male che me lo ricordasse. Un conto era se me lo dicevo da sola, un altro se me lo ricordava lui.
«Allora?» dissi. «Di che vuoi parlare?»
Aiden mi scrutò per qualche secondo.
Gli occhi verdi scuri sembravano quasi nero dentro quel magazzino. L'unica luce che c'era era una lampadina che si stava per fulminare.
Nelle mensole c'erano barattoli di vernice, bottiglie per i detergenti e altro. Nell'aria alloggiava una puzza di detersivo.
Cercai di concentrarmi sull'odore di Aiden, che sapeva di bucato e qualcosa che non riuscivo a decifrare. Però era decisamente buono.
Era un peccato che un ragazzo così bello avesse un carattere così arrogante. Se non fosse stato per quello, probabilmente gli sarei caduta ai piedi dal primo giorno.
«Voglio sapere di più sul tuo piano contro John.» Si appoggiò alla porta chiusa. «Voglio sapere in che modo pensi di vendicarti. O far vendicare Scarlett, sono ancora confuso, sai? Perché sei tu a fare questo?»
«Perché dovrei dirtelo? Per quanto mi riguarda sei suo fratello e potresti andare a dirglielo stesso ora.» Non avevo intenzione di parlare, questo era poco ma sicuro.
«Ava...» sussurrò lui. In quel momento mi piacque il mio nome pronunciato da lui. «... io e John ci odiamo. Non gli dirò niente, come te voglio solo vendicarmi.»
«Perché?» chiesi solo.
Io non avrei mai fatto una cosa così a Scarlett, eppure eravamo sorelle come loro.
Gemelle, ma pur sempre sorelle.
«Affari miei.» disse brusco.
Se voleva sapere il mio piano, io volevo sapere la verità.
«Non ti dirò niente finché tu non mi dirai perché lo odi tanto.»
Aiden sbuffò, ma vidi un piccolo sorriso attraversargli il volto. Avevo fatto centro. Come aveva fatto lui, avevo usato la carta del più forte.
Poi il suo sorriso sparì e pronunciò piano le parole, come per farmele metabolizzare bene una ad una. «Quando eravamo piccoli avevamo una sorella. Un pomeriggio, quando John aveva quattordici anni, doveva portarla alle elementari. Io ero andato già a scuola, perché dovevo andare ad una gita. Ma Lisa, nostra sorella, non si voleva vestire. Lei e John hanno iniziato a litigare e poi lui... lui l'ha spinta per le scale.» Una piccola lacrima gli scese fino al mento.
Io sentii il fiato mancarmi. Non serviva che Aiden continuasse con il racconto, avevo capito tutto. John, anche se non intenzionalmente, aveva ucciso sua sorella.
«Aiden...» sussurrai mentre lui nello stesso momento disse: «Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto.»
Lo conoscevo da sei giorni e non lo sopportavo, ma in quel momento sapevo che aveva bisogno di qualcuno. Così mi ritrovai ad abbracciarlo nello sgabuzzino della scuola.
Stranamente ricambiò l'abbraccio.
«Scarlett non lo sa.» disse dopo qualche secondo. «John non glielo ha detto, gliel'ho chiesto ieri.»
Annuii. «Mi dispiace, Aiden.»
Accennò un sorriso. «Grazie... però non guardarmi in modo diverso. Sono sempre uno stronzo arrogante, o come mi vuoi definire tu.»
Io sorrisi e annuii di nuovo, ma sapevo che non sarebbe stato più lo stesso. Avrei cercato di capire se dietro il suo comportamento ci fosse questa storia.
Ma non volevo dirglielo, così feci finta di niente.
E come lui era stato sincero con me, io fui altrettanto sincera.
«Il piano consiste nel fare in mille pezzi il cuore di John. Ora ci passerò qualche mese, poi quando meno se lo aspetta, gli dirò chi sono veramente e che Scarlett ha chiuso con lui. Devo solo provare a farlo innamorare di me.»
Aiden mi guardò con un sopracciglio castano inarcato. «Perché non sta facendo tutto questo Scarlett?»
«Perché non ce la fa.» sospirai. «Non è facile per lei sapere che il ragazzo che ama la tradisce.»
Aiden sorrise. «Forse ho un modo per farlo soffrire ancora di più.»
Io lo guardai, come per dirgli di continuare.
«John mi odia... se tu iniziassi a passare abbastanza tempo con me, come reagirebbe sapendo che la sua ragazza sta sempre con il suo odioso fratello?»
Quella proposta mi lasciò sconvolta. «Io...-» Cercai la prima scusa che mi venne in mente. «Io ne devo parlare con Scarlett, prima.»
Aiden fece segno di sí con la testa. «Già, è comprensibile.»
Si avvicinò di qualche passo, la sua testa era di fianco la mia. Quando parlò le labbra sfioravano il mio orecchio.
Non sentivo più neanche l'odore del detersivo, l'unica cosa che c'era in quel momento era Aiden.
«Tranquilla, Ava. Non lo faccio per passare più tempo con te. Sei bellissima, ma hai un carattere insopportabile.»
Quando finii di parlare sentii la rabbia montarmi dentro, e quando stetti per dire qualcosa, Aiden era già uscito.
Così rimasi nello sgabuzzino fino al suono dell'altra campanella, rendendomi conto che avevo appena perso un ora di lezione per sentirmi dire che avevo un carattere insopportabile.
Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗
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