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Jongho

Non mancavano molti giorni alla fine di novembre e questo significava che ne mancavano ancora meno all'arrivo del compleanno di Wooyoung. Io, Yunho e Mingi ci eravamo organizzati e avevamo deciso che gli avremmo fatto una festa a sorpresa proprio a casa mia dato che per fortuna quell'anno capitava di venerdí e perciò non sarei nemmeno dovuto andare a scuola il giorno dopo.

L'idea centrale era quella di invitare qualcuno a casa mia, anche se era stata bocciata immediatamente dai miei genitori: non volevano estranei in casa. E per estranei intendevano persone che non fossero i miei tre migliori amici.

Infatti era stato anche difficile convincerli per far venire a casa Kyungmi, la mia compagna di banco. Gli avevo detto che era per scuola e che in realtà non fosse nemmeno mia amica, e alla fine avevano acconsentito: se riguardava lo studio andava più che bene, ovviamente.

Quel giorno era proprio quello in cui lei sarebbe dovuta venire a casa mia per studiare. Non sapevo da dove fosse uscita l'idea al mio professore, ma per quel momento mi stava bene, l'importante era che io avrei ottenuto i miei crediti poi.

Quella ragazza non mi stava cosí tanto simpatica, come il resto della mia classe d'altronde. A me piaceva starmene per conto mio e farmi gli affari miei, per quello ero sempre stato da solo al banco. Però lei mi chiedeva le risposte dei compiti, mi parlava spesso e capitava anche che mi prendesse in giro, come a volermi infastidire tutto il tempo. Non capivo il motivo di quel suo comportamento ma me lo facevo stare bene, o almeno per ora.

Mi stavo appunto preparando per quel pomeriggio e stavo su instagram quando sentii il campanello. Erano almeno cinque minuti che stavo pensando se postare o meno una foto e, quando avvertii quel suono mi decisi e la postai.

Appena postata spensi il telefono fregandomene delle notifiche che sarebbero arrivate a breve e mi alzai dal letto, dirigendomi poi verso il salotto e l'entrata di casa mia. Vidi mia madre affacciata alla porta e, davanti a lei, la ragazza dai capelli neri a cui avrei dovuto dare ripetizioni di matematica proprio quel pomeriggio.

«C'è...Jongho, in casa?»sentii la sua voce da fuori e in un attimo fui sull'uscio, attirando sia la sua attenzione che quella di mia mamma.

«Lei è Kyungmi, la ragazza nuova che devo aiutare con matematica.»spiegai alla donna di casa, la quale annuí semplicemente prima di rivolgere un ultimo sorriso alla mora prima di dileguarsi tra le mura della nostra abitazione. Era la prima volta che una ragazza veniva a casa nostra, perciò probabilmente per lei era anche un po' strano.

«Entra dai, prima iniziamo e prima finiamo.»la incitai, spalancando più la porta per farle intendere di poter entrare dentro. Lei lo fece per poi iniziare a guardarsi attorno, come a voler fotografare con gli occhi ogni dettaglio per ricordarselo anche in futuro.

«Ti accompagno in camera mia.»la informai e lei annuí soltanto, iniziando a seguirmi per il corridoio. Non potevo negare di essere un po' teso anche io, dopotutto mai nessuno era stato nella mia camera oltre Mingi, Wooyoung e Yunho. Una volta dentro le indicai la scrivania con la mano e sbattei le mani sui pantaloni, prima di grattarmi la nuca in imbarazzo.

«Vado un attimo a prendere qualcosa da mangiare, tu intanto tira fuori i libri. Se ti serve il bagno è nella porta di fronte.»le spiegai brevemente e, senza aspettare una risposta, uscii dalla mia stanza e mi diressi un cucina, dove vi trovai mia madre.

«Non mi avevi detto che era bella, la tua amica.»esordí lei non appena misi piede dentro, io scossi la testa e iniziai a cercare qualcosa da sgranocchiare.

«Non è mia amica.»risposi freddo mentre prendevo il pacchetto di patatine dalla dispensa, controllando anche la scadenza e se fosse già stato aperto da qualcun'altro.

«Quello che è, è molto bella.»ribattè ancora e io provai la voglia di uscire, in quel momento avrei preferito stare con Kyungmi piuttosto che con mia madre.

«Si, credo di si, in realtà non ci ho mai fatto caso.»in realtà quella non era proprio la verità, fin da subito avevo visto che era una bella ragazza, quello non potevo negarlo. I lunghi capelli neri le davano un aria eterea e il viso era appuntito ma allo stesso tempo morbido, anche se non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile. Era probabilmente più bassa di me di più di dieci centimetri ed era anche molto magra, infatti non l'avevo nemmeno mai vista mangiare in classe.

«Ti piace?»mi domandò allora e io sgranai gli occhi, sentendomi improvvisamente in imbarazzo a quelle parole.

«Ma come ti viene in mente? Certo che no! Nemmeno ci parlo!»risposi subito, prima di prendere anche qualcosa da bere e fare per uscire dalla stanza ma, prima di essere fuori dalla cucina, sentii di nuovo mia madre parlare.

«Non me la racconti giusta, tu.»disse e io ridacchiai prima di rivolgerle un sorriso sornione dall'uscio della porta e incamminarmi di nuovo verso la mia camera da letto.

Appena fui tornato in stanza mi resi conto che Kyungmi era in piedi vicino al mio letto e stava guardando alcune foto che avevo con i miei amici, con la mia famiglia e di quando ero piccolo. Mi sentii in imbarazzo all'improvviso e infatti mi schiarii la gola per farle capire che fossi dentro la camera. Si voltò di scatto e mi guardò come a non aver capito il motivo per cui avessi appena fatto quel rumore di gola, ma poi si allontanò e tornò a sedersi alla mia scrivania.

«Allora, cosa hai sbagliato nel compito?»le domandai posando le varie buste e bottiglie sul tavolo per poi sedermi al suo fianco sulla mia sedia girevole.

«Praticamente tutto. Il prof mi ha detto che la verifica non me la valuta e che posso rifarla prima delle vacanze di Natale.»mi spiegò in breve e io spalancai gli occhi sorpreso da quelle parole; doveva essere andata proprio male per far arrivare l'insegnante a quel punto.

«Ma non ti eri esercitata o proprio non avevi capito?»chiesi ancora, grattandomi il retro della nuca sinceramente curioso.

«Diciamo che di matematica non capisco nulla.»continuò e mise su un piccolo sorriso che intesi come imbarazzato. Per un attimo fui confuso, non potei fare a meno di chiedermi come fosse possibile che fosse arrivata all'ultimo anno in quelle condizioni, ma poi pensai che probabilmente il cambio di scuola l'aveva spaesata fino al punto che davvero le sembrava difficile abituarsi.

«Ed è la prima volta che ti trovi in questa situazione?»non potei fare a meno di tenere a freno la lingua e lei scosse la testa abbassando gli occhi sul pavimento prima di rialzarli di scatto. Il suo comportamento era...bizzarro. Un attimo sembrava debole ed indifesa e l'attimo dopo sembrava pronta a farti a pezzi.

«Cambio scuole da...secoli, quasi. Perciò ogni volta devo abituarmi e non è affatto facile.»affermò alla fine, prima di prendere una penna e iniziare a scribacchiare qualcosa sul suo quaderno. Io annuii soltanto prima di guardarmi le mani e poi guardare le sue che si muovevano velocissime, quasi come se fossero animate da una vita propria. Al pensare a quante scuole avesse dovuto cambiare quella ragazza mi vennero i brividi, era di certo un inferno per lei come lo sarebbe stata per qualsiasi persona sana di mente. Soltanto qualcuno di sovrannaturale probabilmente sarebbe riuscito al gestire il tutto, ma quello di certo non era il caso.

«Beh, vogliamo iniziare?»le chiesi e lei annuí subito mentre anche io mi abbassavo per tirare fuori l'astuccio dal mio zaino e iniziare a scrivere qualche esercizio. Partii da quelli più semplici, ripresi anche il programma dello scorso anno e notai il modo in cui mi ascoltava attenta, come se mai prima d'ora avesse sentito parlare di quelle cose e ora stava entrando in un nuovo mondo fatto di numeri e lettere.

«E perciò devo soltanto imparare a memoria questa tabella?»mi domandò, guardando il foglio su cui avevo fatto uno schizzo del grafico che rappresentava i valori dei seni e dei coseni dei diversi angoli.

«Te li puoi imparare certo, ma comunque piano piano te li ricorderai da sola, ti basterà fare gli esercizi.»la informai e lei continuò a fissare il foglio con un'espressione impaurita, prima di guardarmi e sorridermi.

«Ma non sono troppi? Voglio dire, li devo davvero sapere tutti tutti?»continuò a chiedere e io ridacchiai a quella domanda: era la classica che tutti gli studenti almeno una volta nella loro vita si ponevano.

«Tu devi pensare soltanto che sono gli stessi valori che si ripetono, soltanto che più l'angolo aumenta più aumentano quelli. Vedi, abbiamo pi greco mezzi, pi greco sesti e pi greco terzi, gli altri sono soltanto le loro frazioni aumentate in base alla grandezza dell'angolo.»indicai i punto del piano cartesiano in cui sarebbero dovuti esserci gli altri numeri e lei annuí, prima di grattarsi la testa.

«Vuoi fare un esercizio, cosí vedi se hai capito?»le domandai allora e lei annuí subito. Io le sorrisi e andai a cercarne uno di quelli facili, cosicchè potesse ingranare al meglio il meccanismo. Capii che qurlla sarebbe stata una lunga giornata per me, ma soprattutto per lei.

Noi🤝mamma di Jongho

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