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Kyungmi

Io e Seonghwa eravamo capitati in un piccolo paese, non era molto distante da quello vecchio, ma per il momento andava bene così. Avevamo fatto qualche giro nei dintorni per controllare che il clan di Hongjoong non ci avesse già trovati e ci eravamo calmati quando avevamo capito che non era così.

Quel posto aveva un bosco, perciò saremmo potuti sopravvivere grazie agli animali di esso, ma sicuramente quella tranquillitá non sarebbe durata molto, come del resto accadeva tutte le volte che cambiavamo casa. In un modo o nell'altro Hongjoong e i suoi ci trovavano r, se non erano loro a farlo, erano gli abitanti delle città stesse che iniziavano a nutrire dei sospetti contro di noi: chi credeva che catturavamo gli animali per rivenderli, chi per catturarli, chi addirittura credeva che fossimo dei poveri ragazzi rimasti senza genitori che per vivere mangiavano gli animali. Beh, non avevano tutti i torti, a dir la verità.

Avevamo fatto un giro del paese e avevamo notato che, contro ogni nostra aspettativa, c'erano molti più ragazzi di quelli che credevamo, c'era anche un liceo e diversi luoghi dove si ritrovavano. Perciò, per ora, avremmo soltanto dovuto mimetizzarci con loro e sarebbe andato tutto secondo i piani.

Avevamo trascorso qualche serata in discoteca, avevamo approcciato con qualche ragazzo e qualche ragazza così per capire i loro linguaggi, i loro modi di fare, perchè anche se strano ogni posto in cui andavamo trovavamo persone diverse le une dalle altre.

Erano passate altre due settimane, e questo voleva dire che anche dal giorno in cui eravamo stati catturati era passato quasi un mese. Sapevo che ormai quella non era più vita, che continuare in quel modo avrebbe soltanto peggiorato le cose e che prima o poi la caccia di Hongjoong avrebbe attirato l'attenzione di altri vampiri su di noi, ma non potevo farne a meno. Non volevo lasciare Seonghwa per nulla al mondo, perciò avrei continuato a stare con lui fino a quando avrei voluto, fino a quando avrei provato qualcosa per lui.

Quella mattina però era diversa, sarei dovuta mischiarmi ancora di più nella massa, e questo significava andare a scuola. Il mio ragazzo aveva fatto dei documenti falsi per entrambi e aveva messo le nostre età di quando eravamo morti, perciò lui aveva ventitrè anni e io diciotto, anche se avrei dovuto compiere il diciannovesimo compleanno a febbraio. Sarebbe stato strano per i ragazzi a scuola, quando avrebbero iniziato a vedermi con Seonghwa e sarebbero venuti a conoscenza della sua età: sapevo come funzionava ai giorni d'oggi tra i ragazzi, era strano che due persone avessero così tanti anni di differenza tra loro, mentre era completamente diverso da come era quando ero piccola io, un tempo in cui i trentenni sposavano le ragazze appena uscite da scuola.

Quel giorno quindi, quando mi svegliai, mi resi conto che sarei dovuta andare al liceo per iscrivermi. Era giá capitato più volte in passato che mi iscrivessi alle varie scuole, poi quando andavamo via dalle città Seonghwa riusciva a convincere col suo potere qualcuno come ad esempio la polizia o i giornalisti che c'era stato un qualsiasi tipo di incidente per far vedere a tutti che fossi morta. Per questo motivo, anche andando a scuola, cercavo sempre di non parlare con nessuno e di non fare nemmeno amicizia con i ragazzi, perchè sapevo che alla fine sarebbe andata a finire alla fine: il mio cuore era morto, è vero, ma non avrei mai permesso a qualcuno che si affezionasse a me e che poi dovesse soffrire a causa mia.

Guardai dall'altro lato del letto e vidi Seonghwa sdraiato sulla sua pancia ancora dormiente. Nonostante i vampiri non avessero bisogno di dormire, spesso prendevamo dei tranquillanti per farlo senza un motivo valido, ma io lo avevo sempre fatto. Cercavo di convincermi che lo facevo per far passare il tempo più velocemente e per riposare anche la mia mente quando ero troppo stanca, ma sapevo che in realtà prendevo quei farmaci per sentirmi normale, proprio come i miei "coetanei".

C'era stato un periodo che avevo anche provato a drogarmi, ma quello non funzionava proprio come volevo io e mi rendeva soltanto incapace di fare molte cose come ad esempio nutrirmi.

«Seonghwa svegliati, devi accompagnarmi a scuola.»iniziai a dire, prendendo a scuotere la spalla nuda del ragazzo accanto a me il quale grugnì l'attimo dopo, infilando la testa sotto al suo cuscino. Sorrisi spontaneamente vedendolo così, ma poi fui costretta a tirargli via l'oggetto da dietro la nuca per poi tirarglielo a dosso, prima di alzarmi e di dirigermi verso l'armadio per iniziare a vestirmi.

«Fammi dormire...»mugolò nel sonno, io alzai gli occhi al cielo sapendo perfettamente che anche se si stava lamentando in quel modo patetico, a momenti si sarebbe alzato e avrebbe fatto quello che stavo facendo anche io.

E tutto ciò successe nemmeno due minuti dopo quelle parole, dato che una volta svegli non potevamo più riaddormentarci a causa dell'effetto dei farmaci.

Una volta che entrambi fummo pronti uscimmo di casa e ci dirigemmo alla macchina che Seonghwa era riuscito a trovare, anche se a piedi saremmo riusciti ad arrivare anche prima grazie alla velocità di vampiro.

«Mi raccomando, comportati normalmente e andrà tutto bene.»mi disse mentre guidava, una mano sul volante e l'altra sul cambio dell'auto. Non risposi alle sue parole e lui allora voltò la testa verso di me, spostando poi la mano sulla mia coscia.

«Stai tranquilla, te la cavi sempre.»cercò di rassicurarmi, dopo avermi sorriso. Io lo ricambiai  ma poi guardai fuori dal finestrino, poggiando la fronte contro il vetro e chiudendo gli occhi.

Era stancante fare ciò ogni volta che venivamo scoperti. Non eravamo mai riusciti a rimanere in un posto per un anno, perciò ero costretta ad andare in nuove scuole e ad adattarmi ad una nuova vita ogni volta che Hongjoong e il suo clan ci trovavamo. Stava diventando troppo da sopportare, il fatto di non potermi nemmeno legare a qualcuno in amicizia perchè poi avrebbe sofferto quando me ne sarei andata era qualcosa che mi faceva male, ora più che mai.

Ero sempre stata solitaria, anche quando ancora ero umana. Non avevo mai avuto molti amici, ma ora che non potevo averli sentivo quasi il bisogno di avere almeno una persona in più al mio fianco. Sbuffai, quando ci fermammo e alzai lo sguardo sul marciapiede vicino a noi, dove molti ragazzi facevano avanti e indietro tra chiacchiere e sbadigli mattutini.

«Inizia ad andare, io ti raggiungo fra poco.»mi disse con ancora una mano sulla mia coscia, mi voltai verso di lui e annuii prima di sporgermi verso il suo viso per lasciargli un bacio sulle labbra. Mi sorrise e io allora aprii lo sportello, prima di incamminarmi verso l'edificio.

I vampiri non hanno paura solitamente, era molto raro trovarsi davanti a qualcosa che ci spaventava: eppure, in quel momento, stavo morendo per quell'emozione quasi sconosciuta. Ogni volta era così, mi sentivo di troppo in mezzo a quella folla di ragazzi, ma poi mi ripetevo che probabilmente in pochi mesi non avrei nemmeno più rivisto le loro facce.

Alzando il mento iniziai ad incamminarmi verso l'entrata cercando di passare il più inosservata possibile a tutti gli altri che fortunatamente erano o tra i loro pensieri oppure a ripetere le lezioni del giorno.

Mi guardai attorno, attivando anche i miei sensi da vampiro, e ascoltai alcune delle loro conversazioni, ma ci rinunciai quando mi resi conto che erano quasi tutte lamentele nei confronti degli insegnanti.

Talmente concentrata nell'ascoltare i discorsi altrui non mi resi conto nemmeno di quattro ragazzi davanti a me che stavano chiacchierando tra loro: inevitabilmente, ancora avvolta tra i miei pensieri, andai contro uno di loro, facendogli cadere un libro che stava tenendo in mano.

«Ma che cazzo!»esclamò questo ad alta voce. Potei dire addio al mio volere di passare inosservata, dal momento che vari ragazzi accanto a noi smisero di parlare e puntarono gli occhi sulla scena a cui si ritrovavano davanti.

Rimasi immobile davanti a quel ragazzo, guardai i suoi movimenti mentre si chinava per raccogliere ció che gli era caduto e in un attimo ebbi una sorta di dejavu. Quei capelli li avevo già visti.

Quando tornò su al mio livello e lo guardai in faccia capii che lo avevo già visto ma non riuscii a ricordare bene dove. Gli occhi scuri e il volto rotondo lo rendevano quasi angelico, come se fosse un bambino troppo cresciuto. Anche lui mi guardò e, grazie ai miei poteri, riuscii a capire che anche lui sembrava confuso trovandomi davanti.

«Ci conosciamo?»mi domandò infatti strizzando gli occhi. I suoi amici accanto a lui rimasero a guardare la scena con delle espressioni confuse e altrettanto curiose, io scossi la testa in dissenso per poi parlare.

«Sono nuova qui.»risposi soltanto e poi vidi una nuova espressione formarsi sul viso che avevo davanti ai miei occhi ma, al contrario di prima, non riuscii a capirne il significato. Fece per parlare ma io lo bloccai subito quando sentii la campanella dentro la scuola suonare.

«Ci vediamo.»dissi soltanto prima di passare oltre lui ed il suo gruppetto senza nemmeno guardarli, dirigendomi poi diretta nell'edificio senza voltarmi indietro. Mentre camminavo tirai fuori il cellulare per avvertire Seonghwa del fatto che lo avrei aspettato dentro, poi proseguii per la mia strada, sentendo i passi dei ragazzi dietro avvicinarsi dato che anche loro stavano entrando dentro.

Si sono "incontrati", well well well, wait for it

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