☼28
Jongho
Quando sentii la porta aprirsi non mi curai nemmeno di alzare la testa per vedere chi fosse: San mi aveva conciato per le feste, probabilmente ora era il turno di Yeosang. Anche Seonghwa mi aveva tirato qualche pugno, ma si era limitato al busto, al contrario del biondo che aveva puntato fin dall'inizio al viso. Ero stanco, sapevo che a breve mi sarei addormentato, ma qualcosa poi attirò la mia attenzione, qualcosa che credetti fosse solo un miraggio della mia testa.
«Jongho.»era la sua voce, la voce della ragazza di cui ero innamorato. Alzai il più velocemente la testa, ritornando nella posizione normale, e la vidi davanti a me. Bella come sempre, proprio come me la ricordavo. I suoi occhi esprimevano soltanto la paura che provava nei miei confronti, mentre io riuscii soltanto a sorriderle dolorante.
Subito si precipitò su di me, mettendomi le mani sulle guance piene di lividi e graffi che probabilmente in un altro momento mi avrebbero fatto male ma non in quello: il suo tatto mi rendeva felice, mi tranquillizzava e sapevo che non mi avrebbe mai fatto dolere.
«Che ti hanno fatto?»chiese retoricamente, guardandomi ogni parte del viso, dalla fronte al mento, dalle orecchie al collo, e poi scendendo con gli occhi sul busto, sulle braccia e sulle gambe legate.
«Kyungmi...»mormorai a bassa voce il suo nome, lei allora si rialzò e tornò col viso davanti al mio, prendendo ad accarezzarmi la testa e i capelli con le mani, come a volersi accertare che fossi davvero lì.
«Sono qui, va tutto bene ora, ti riporto a casa.»mi tranquillizzò allora, prima di abbassarsi per snodarmi i lacci che mi tenevano legato a quella sedia, facendo il più velocemente possibile. Una volta libero mi prese per gli avambracci e mi tirò in piedi, per poi mettermi le mani dietro la schiena mentre le mie finirono sulle sue piccole spalle.
«Ce la fai?»mi domandò allora, guardandomi in faccia e cercando ogni sintomo di insicurezza o di dolore, ma che io non riuscii nemmeno a mostrare, non avendo la minima intenzione di farmi vedere in quel modo da lei. Semplicemente allora annuii e l'attimo dopo mi aiutò a girarmi per andare verso l'uscita. Ovviamente però nulla poteva andare bene a noi, e infatti fummo costretti a bloccarci sul posto.
«Sei arrivata, finalmente.»disse Seonghwa, ora poggiato allo stipite della porta, mentre il suo ragazzo gli stava accanto, rivolgendo un sorriso di scherno a noi due. Quando li vidi mi sentii congelare sul posto e avvertii la stretta della ragazza irrigidirsi su di me. Entrambi ci ritrovammo ad essere incapaci di parlare e di muoverci, ora assaliti completamente dalla paura di quello che sarebbe potuto accadere a breve ad entrambi.
«Credevi davvero sarebbe stato cosí facile portarlo via? Secondo te chi è che ti ha mandato la posizione, mh?»questa volta fu il più basso a parlare e a rivolgersi direttamente verso la mia amica, la quale strinse la presa su di me e istintivamente mi spinse a mettermi dietro il suo corpo, come a volermi proteggere.
«Che diavolo volete da me ancora?! Vi ho già detto che non mi unirò mai al vostro schifoso clan!»urlò arrabbiata Kyungmi ora davanti a me, e a quell'urlo non potei fare a meno di sentire la testa girarmi, anche se mai glielo avrei detto per non farla sentire in colpa.
«Sappiamo che l'hai morso.»rispose freddo Yeosang, guardandosi distrattamente le unghie della mano, prima di alzare lo sguardo su di noi. Anche in quel momento lei si bloccò e a questo punto anche io avvertii una strana sensazione che poi chiamai nella mia testa pericolo a causa della paura che ora come ora stavo avvertendo di nuovo.
«E sappiamo anche che hai creato un legame con lui.»aggiunse Seonghwa. A quelle parole corrucciai le sopracciglia, non capendo nemmeno di cosa stessero parlando, infatti cercai di farmi avanti per scorgere l'espressione facciale della ragazza davanti a me ma senza risultati.
«Non credo che sappia di cosa stiamo parlando, mi pare giusto spiegarglielo, o no? Avanti, Kyungmi, parla.»continuò il più alto indicando prima me e poi la sua ex-fidanzata che in quel momento deglutí rumorosamente. Capii in quel momento che c'era qualcosa che mi stava nascondendo ed inevitabilmente la mia mente tornò alla notte in cui avevamo fatto sesso: lei aveva provato a dirmi qualcosa ma poi non c'era riuscita a causa dell'eccitazione che avevamo provato entrambi in quel momento.
«Quando un vampiro morde un umano senza ucciderlo o senza trasformarlo, può capitare che si formi questo legame. Va a creare praticamente una sorta di corda che tiene insieme i due individui, lentamente il vampiro diventerà protettivo e geloso dell'umano mentre quest'ultimo cercherà sempre protezione nelle braccia dell'altro, vorrà passare il resto della sua vita con l'immortale. Alcuni cercano sempre di farsi mordere, volendo sentire il brivido o non lo so, e ovviamente la maggior parte delle volte vengono accontentati fino a quando il vampiro non riesce più a controllarsi....»disse velocemente e io dovetti concentrarmi il più possibile per ascoltare tutte quelle parole, anche se poi venni improvvisamente interrotto quando dalla porta entrò anche San, il quale ora si stava tenendo lo stomaco con un braccio.
«Non ne avevo idea di averlo creato, stavo morendo di fame, non avevo altra scelta...»aggiunse poi, abbassando la testa per guardare il pavimento e allentando la stretta su di me. In quell'esatto momento mi sentii quasi tradito, non sapevo cosa pensare a causa di tutto quello; certo, credevo al fatto che non fosse stata una sua volontà quella di creare quel legame, ma almeno avrei voluto essere avvertito di ciò, dato che lei ne era anche già a conoscenza a quanto pareva.
«Tu lo sapevi?»le chiesi quindi a bassa voce, allontanandomi leggermente dal suo corpo e facendo qualche passo indietro, lei si voltò verso di me e notai chiaramente i suoi occhi lucidi mentre mi guardava prendere le distanze da lei, al chè anche io sentii improvvisamente una gran voglia di piangere. Non rispose, ma capii perfettamente che la sua risposta era affermativa.
«Bla bla bla, quante chiacchiere!»un'ennesima voce entrò nel campo e l'attimo dopo tutti fummo voltati verso la porta, da cui spuntò quello che capii si trattasse di Hongjoong, il capoclan dai capelli rossi. Lo sguardo tagliente andava contro la sua piccola statura, la quale mi confuse completamente riguardo il suo strano modo di mettere paura.
«Hongjoong.»disse Kyungmi, facendosi indietro contro di me sempre in modo protettivo, il ragazzo nominato semplicemente rise e si fece avanti verso di lei per trovarsi faccia a faccia con la ragazza.
«Devi smetterla con questo tuo essere così...libertina. Basta, è finita.»le disse, alzando una mano e carezzandole una guancia, al che non riuscii a controllare i miei istinti e immediatamente fu la mia mano ad andare attorno al polso del rosso, stringendoglielo quanto più potessi.
«Jongho!»esclamò lei dietro di me, facendo per afferrarmi dalle spalle e tirarmi via, ma probabilmente fu troppo lenta: un altro paio di mani mi afferrò il braccio e mi tirò via dai due litiganti, per poi farmi ritrovare contro un muro, pressato dal corpo di qualcun'altro.
«Quanto tempo, ragazzino...»era Seonghwa quello che mi aveva preso e che ora mi stava tenendo fermo mentre cercavo di liberarmi dalla sua stretta asfissiante.
«LASCIALO STARE!»urlò Kyungmi a qualche metro di distanza ma l'attimo dopo non seppi cosa accadde, soltanto che gli altri due vampiri andarono contro di lei ad afferrarla. Non potei guardarla mentre combatteva, però sentivo i mugolii di dolore di San e Yeosang sotto i suoi colpi e, qualche volta, riuscivo ad udire anche i suoi di versi.
«BASTA!»il grido di Hongjoong fece fermare tutti come se fosse stato un incanto o un qualche tipo di maledizione. Seonghwa mi girò, mettendomi un braccio sotto al collo e continuando a tenermi stretto a lui, e solo in quel momento ebbi la totale visuale di quello che stava accadendo: il capoclan teneva una mano alzata verso la ragazza che ora era sollevata in aria. La cosa più strana però fu che nessuno la stava toccando, eppure sembrava che il vampiro la stesse strozzando con quella mano, anche senza toccarla.
«Che diamine...»riuscii a mormorare, prima che Seonghwa stringesse l'avambraccio attorno alla mia gola ancora più forte, causandomi della tosse strozzata che fece girare le pupille a Kyungmi verso la mia direzione, come a voler controllare che stessi bene.
«Ogni vampiro ha un potere: il mio è quello del controllo mentale.»annunciò il più basso tra i ragazzi semplicemente, come se quella fosse una cosa da tutti i giorni alla quale tutti noi saremmo dovuti essere abituati, quando ovviamente non era così. Vidi poi i suoi occhi stringersi, mentre guardava la ragazza cercare di afferrarsi la gola per liberarsi da quella presa invisibile e, quando la pelle di quest'ultima iniziò a farsi di un violaceo strano, la lasciò cadere sul pavimento, dove cercò di rimettersi tossendo per qualche istante.
«Legatela.»ordinò ancora Hongjoong e immediatamente gli altri due andarono verso di lei, prendendogli i polsi e le caviglie e facendoci attorno diversi nodi per tenerla ferma, dopotutto era l'unica occasione che avevano per farlo, sicuramente poi si sarebbe ribellata e non ne avrebbero avuto l'opportunità.
«Dovresti insegnare al ragazzino chi deve toccare e chi no, ora vedrà, quel moccioso...»aggiunse poi rivolgendosi alla ragazza ma parlando di me come se io non fossi presente nella stanza in quel momento.
«Va bene, mi arrendo. Solo...lascialo andare.»
Le parole che non sapevo da quanto quel clan stava aspettando tagliarono l'aria perfettamente a metà, rimanendo tra le pareti e rimbombando tra esse, come a voler rimanere più a lungo tra le quattro mura, in modo tale che sarebbero parse ancor più veritiere. Immediatamente calò il silenzio e tutti gli occhi su puntarono su di lei che ora stava reggendo uno sguardo di sfida diretto proprio al capo, il quale le aveva rivolto un sorriso maligno.
«Come osi dare ordini a...»ma San non potè mai concludere la frase, dal momento in cui la mano di Hongjoong si alzò per fargli cenno di tacere, continuando comunque a fissare l'altra per terra.
«Ti prego, farò tutto quello che vuoi. Lascialo andare.»continuò ad implorare con un tono di voce spento, sapevo perfettamente quanto le stessero costando quelle parole per la sua vita e quanto avrebbe voluto rimangiarsele l'attimo dopo, solo che non poteva, anche se non riuscivo bene a capire il perchè di tutto ciò.
«Molto bene allora, Seonghwa lascialo. Vi do un paio di minuti per salutarvi, poi Yeosang lo porterà di sopra.»spiegò brevemente Hongjoong, prima di guardare Kyungmi e poi me, poi uscì dalla stanza seguito da San alle sue calcagna, che ora però stava zoppicando a causa di una delle tante botte che la vampira gli aveva dato.
Seonghwa fece come richiesto e mi lasciò andare, allora io quasi incerto sul da farsi, corsi verso la ragazza che ora mi guardava con un piccolo sorriso sulle labbra.
«Non devi farlo, non puoi barattare la tua libertà con me, non così...»cercai di dirle ma lei semplicemente scosse la testa, prima di portare le mani legate sotto al mio mento per toccarmi le guance per l'ennesima volta.
«Non avevo via di fuga, prima o poi sarebbe arrivata la mia ora, solo che è giunta nel momento sbagliato e ha tirato anche te in ballo.»spiegò brevemente e io sentii gli occhi iniziare a pizzicarmi. Il modo in cui parlava mi faceva capire che per lei era sottinteso il fatto che di lì non sarebbe uscita viva e io non sapevo se volevo davvero prendere in considerazione quell'opzione.
«Che...che succede quando...un vampiro con cui si è creato un legame se ne va?»chiesi, ora curioso di sapere come sarebbe andata a finire quella strana relazione che non aveva mai avuto l'opportunità di iniziare.
«Niente, l'umano ne sente la mancanza prima, però poi ci fa l'abitudine, so di alcuni che hanno cercato anche un altro vampiro per farsi mordere.»mi spiegò brevemente, continuando a toccarmi la pelle delle guance, lo faceva come se fosse l'ultima volta e non potei impedire ad una lacrima di scendermi solitaria, quando vidi il suo sorriso triste.
«Io non mi abituerò e non cercherò qualcun'altro, però.»confessai, portandole una ciocca di capelli all'indietro e unendo la mia fronte alla sua. Avrei potuto slegarla, liberarla e combattere contro quei quattro insieme a lei, ma sapevo che tutto sarebbe stato inutile: non era riusciti a sconfiggerli in un primo momento, cosa era cambiato ora? Niente, ecco cosa.
Rimanemmo così, con le teste incollate e i respiri che si mischiavano l'uno con l'altro per quello che parve un'eternità, o almeno sperai lo fosse. Mi godetti ogni cosa, ogni suo battito di ciglia, ogni sospiro, ogni suo movimento. Tutto, fino a quando mi sentii afferrare da delle mani.
«Kyungmi!»esclamai, non aspettandomi che quei minuti fossero passati già, prima di girare di poco la testa ed incontrare di nuovo gli occhi di Yeosang, il quale li aveva vitrei e vuoti, senza nulla a dominarli.
«Jongho...»mormorò mentre venivo tirato via fuori dalla stanza, cercai di oppormi alla forza del vampiro ma ovviamente non avevo speranze, semplicemente dovetti adattarmi e volli distogliere lo sguardo dagli occhi lacrimosi della ragazza, ora nella mia stessa situazione, ma non ci riuscii: volevo tenere bene a mente ogni suo lineamento fino alla fine, non sarei stato in grado di smettere di guardarla prima del previsto.
«...ti amo.»aggiunse, quando per me fu impossibile risponderle, nel momento stesso in cui la porta si chiuse e io non ebbi più possibilità di vederla.
L'aveva detto. Aveva detto di amarmi, proprio adesso che non poteva più farlo. Non sapevo cosa sarebbe successo, se l'avrei mai rivista o se mai avrei avuto l'opportunità di ricambiare quelle parole ma una cosa era certa: se tutto sarebbe tornato alla normalità, di certo non mi sarei tenuto dentro quelle parole, non più.
«Tieni il tuo telefono, abbiamo messo un post su instagram così da non destare sospetti. È inutile dirti che non dovrai raccontare niente a nessuno di quello che è successo, altrimenti non potrebbe andare bene per la tua fidanzatina.»si raccomandò Yeosang una volta raggiunta di nuovo la superficie, dove fui in grado di scorgere la plastica della cabina del bagno. Mi passò il mio telefono e io subito lo guardai, ma quando poi rialzai lo sguardo lui era già sparito, per questo non mi restò altro che uscire di lì e allontanarmi il prima possibile da quel luogo, nonostante ci fosse la mia amata proprio sotto quella terra su cui ora stavo scappando.
Almeno gli ha detto quello che sente.......
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