☼25
Kyungmi
Il giorno dopo quando mi svegliai mi sentii a pezzi, non tanto fisicamente ma quanto emotivamente. Alla testa mi vennero immediatamente presentate le immagini delle mattine in cui avevo l'opportunità di svegliarmi con affianco Jongho, quel ragazzo che ormai mi mancava come l'aria che nemmeno respiravo più da anni.
Dopo la "chiacchierata" avuta con il mio clan nemico il giorno prima, una cosa era ben che certa: non provavo più assolutamente nulla nei confronti di Seonghwa se non odio o voglia di vendicarmi. Mi aveva fatto stare male, ero arrivata al mio peggio e avevo rischiato la morte, se non fosse stato per quel giovane umano che si era esposto a me talmente tanto dal darmi la possibilità di sopravvivere grazie al suo sangue, con ogni rischio e pericolo.
Ormai ero più che certa che tra noi si era venuto a creare quel maledetto legale che si forma tra vampiro e umano, e non potevo più davvero negarlo. Era più che evidente che fosse così, o altrimenti non mi sarebbe mai mancato così tanto.
Mi alzai dal letto e subito mi scrocchiai le ossa del collo intorpidite a causa del sonno da farmaci. Soltanto quando prendevo quelle pillole infatti riuscivo ad addormentarmi più serenamente, senza pensieri riguardo i miei sentimenti o riguardo la mia incolumità e la mia sicurezza in quella situazione attuale.
Avevo provato a parlare con Hongjoong ma non c'era verso di fargli capire che io cercavo soltanto la libertà e che mai mi sarei chinata al suo cospetto, per nessuna ragione al mondo l'avrei fatto.
Più lo negavo e più sentivo il bisogno di urlare al mondo quello che davvero provavo. Volevo che tutto quello finisse per tornare da Jongho, volevo averlo di nuovo con me come quella notte di pochi giorni fa in cui ci eravamo lasciati completamente andare alla passione e, magari, anche ad altri sentimenti che però nessuno dei due voleva far venire a galla.
Mi mancava già, fin troppo in realtà, ogni minuto che passava mi sembrava infinito e piú volte sentivo l'impulso di uscire da quella camera e andare a cercarlo per sprofondare di nuovo tra le sue braccia accoglienti. Proprio quella mattina infatti, da quando avevo aperto gli occhi, non facevo altro che pensarci e ripensarci e ripensarci: volevo tornare da lui.
Sentivo il bisogno di riaverlo con me, di toccarlo, di sfiorarlo, di baciarlo, ma anche solo di parlargli e di sentire la sua voce. In quei mesi di conoscenza ormai avevo fatto l'abitudine alla sua presenza nella mia vita e tante erano state le volte in cui lo avevo sentito parlare, sia di cose scolastiche sia di altro.
Mi mancava, era difficile da ammettere. Quando io e Seonghwa avevamo rotto, era stato traumatizzante per me, ritrovarmi di nuovo da sola dopo tanti anni, senza colui che credevo sarebbe stato il mio compagno di vita, e non mi ero mai accorta quanto in realtà poi, la presenza di quel ragazzo dai capelli chiari aveva fatto per me. Mi aveva salvato, non potevo di certo negarlo, e facendolo aveva creato un forte legame tra noi, un legame che sarebbe stato difficile da infrangere ora.
«Cazzo.»mormorai tra me e me quando capii che non sarei stata in grado di stargli ancora lontano per molto: dovevo andare da lui, dovevo vederlo e dirgli tutto quello che sentivo nei suoi confronti il più presto possibile, prima di cambiare idea per l'ennesima volta e di rinunciare.
Mi vestii, indossai la prima felpa che mi aveva regalato e rimasi per qualche attimo a fissare il mio riflesso nello specchio della camera, intenta nel pensare a quanto sarebbe stato bello svegliarmi ogni mattina cosí, con i suoi vestiti addosso ma anche con lui al mio fianco, proprio come era successo quella volta.
L'attimo dopo ero già fuori la stanza, nell'ascensore, con un dito in bocca mentre mi mangiucchiavo le pellicine. Dovevo arrivare da lui immediatamente, prima che fosse troppo tardi per qualsiasi cosa. Mi conoscevo abbastanza bene dall'immaginare che avrei potuto facilmente cambiare idea, una volta giunto a casa sua, ma non potevo proprio permettermi una cosa del genere, e quindi per questo dovevo sbrigarmi a raggiungerlo prima che la mia testa mi facesse cambiare idea.
Una volta uscita dall'albergo decisi di prendere una delle strade più nascoste e segrete della città, che ero riuscita a trovare solo una volta quando ero stata costretta a dover cercare del cibo in dei vicoletti. Allora mi guardai attorno, accertandomi che nessuno mi avrebbe visto, e iniziai a correre grazie alla mia velocità da vampiro, per arrivare subito da lui.
Ma poi, mentre correvo, una domanda mi sorse spontanea: cosa gli avrei detto, una volta arrivata? Non sapevo se lui provasse lo stesso per me o se mai sarebbe stato felice di rivedermi. Una cosa era certa, incontrarlo era metterlo in pericolo a causa degli altri vampiri, soprattutto di Seonghwa, il quale si era legato al dito l'astio profondo nei confronti di quel povero ragazzo.
Non sapevo nemmeno se lui potesse essere pronto ad avere una vita posta sempre al rischio di essere ferito a causa del proprio partner e, cosa molto più importante, non l'avevo messo in guardia proprio sulla sua compagna, ovvero me stessa. Capitava spesso che il vampiro nella relazione dominasse maggiormente e che quindi avesse una sorta di potere sull'altro che fortunatamente non ero mai stata in grado di sperimentare.
Scossi velocemente la testa, cercando di evitare di continuare di pensare a queste cose, e poi in un attimo giunsi davanti la casa del biondo. In realtà non mi ero nemmeno resa conto che fosse notte, probabilmente avevo dormito più del dovuto a causa di quelle pasticche, e ora mi ritrovavo nel mezzo della notte ad andare a casa di quel ragazzo, il quale probabilmente era anche sotto le coperte in quel momento.
Feci per andare avanti nel suo vialetto, con l'intenzione di andare a svegliarlo, ma qualcos'altro colse la mia attenzione: il suo odore in casa non c'era. Avrei riconosciuto il suo profumo tra mille ed ero certa del fatto che in quel momento non fosse a casa, perciò mi bloccai sull'attenti, annusando l'aria in modo più concentrato, per avvertire ogni odore nelle diverse folate di vento. Eppure non c'era nulla nell'aria, niente di niente.
Allora presi il cellulare tra le mani con l'intenzione di mandare un messaggio ad uno dei suoi amici che, fortunatamente, mi avevano dato il loro numero.
Immediatamente iniziai a correre, dovevo raggiungere casa di Yunho il prima possibile e dovevo parlare con loro. Decisi in quell'esatto momento che avrei dovuto dirgli la verità, non mi interessava minimamente di quello che sarebbe successo dopo, ora nella mia testa c'era solo Jongho e la mia preoccupazione nei suoi confronti.
Le loro case non distavano cosí tanto, perciò non c'era motivo per cui ci stesse mettendo cosí tanto a tornare, soprattutto nel mezzo della notte.
E se Hongjoong o uno dei suoi l'aveva catturato soltanto per arrivare a me? Sapevo perfettamente che mi voleva più di qualsiasi cosa, e ne capivo la motivazione, ma non poteva arrivare a tal punto da rapire un umano soltanto per il voler controllarmi completamente. C'era qualcos'altro sotto, e io solo ora stavo iniziando a capirlo.
Quando fui arrivata finalmente a destinazione mi fermai e sentii il rumore delle foglie che continuavano a volare a causa della folata di vento che la mia corsa aveva provocato. Sapevo di avere i capelli in completo disordine, perciò cercai di sistemarli alla meglio, per almeno rendermi presentabile agli altri tre che ora probabilmente mi stavano aspettando; non volevo destare sospetti e se mi fossi presentata con quell'acconciatura avrebbero sicuramente fatto domande.
Allora non appena ebbi fatto sospirai, nonostante non avessi bisogno di aria essendo i miei polmoni morti, e poi mi voltai per dirigermi verso l'entrata di quella casa a me sconosciuta.
Quello che però non mi ero aspettata di vedere era l'immagine di Mingi, Wooyoung e Yunho proprio sull'uscio di casa di quest'ultimo, che mi guardavano con occhi e bocca completamente spalancati a causa della scena a cui si erano ritrovati di fronte.
Porca puttana.
Fu l'unica cosa che riuscii a pensare prima di vedere chiaramente come il ragazzo del padrone di casa chiuse gli occhi e scivolò verso il pavimento, dritto per terra, completamente svenuto adesso.
«Kyungmi...che cazzo era quello?!»esclamò Wooyoung, non appena riuscì a reagire, mentre Yunho semplicemente si era precipitato a raccogliere il corpo del suo fidanzato, ora sdraiato sul pavimento e con la testa sulle sue gambe.
«E non urlare, i miei stanno dormendo, coglione!»esclamò il più grande guardando l'altro dal basso della sua posizione, mentre iniziava a tirare dei leggeri schiaffetti sul viso del suo fidanzato, come a volerlo far riprendere.
«Ma non hai assistito alla scena a cui ho appena assistito anche io?!»rispose il moro da parte sua, e io probabilmente se mi fossi trovata in un'altra situazione con quei tre sarei scoppiata a ridere ma, purtroppo, non era quello il caso.
In quel momento avrei dovuto soltanto prendere una decisione, brutta o meno non importava, dovevo assolutamente farlo.
«Okay, vi spiegherò tutto, ma voi dovrete aiutarmi.»
Manca poco alla fine...
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