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☼23

Kyungmi

Passarono i giorni e presto arrivò marzo. Da quando avevo visto l'ultima volta Jongho erano passate almeno tre settimane e quel periodo era stato davvero una merda per me.

Avevo smesso di andare a scuola per evitare quel ragazzo, nonostante avessi la perenne paura che gli succedesse qualcosa proprio tra quelle mura, essendo che anche San stava lì con lui.

Ero tornata a casa per prendere qualcosa in fretta, cercando di non farmi trovare da Hongjoong da qualcuno dei suoi e così avevo colto l'occasione anche per rubare la macchina che Seonghwa aveva preso non appena eravamo arrivati in quella cittadina. Così ero andata via, ma non avevo lasciato la città come avevo detto al mio compagno di scuola.

Ero andata in un hotel, ora erano diverse notti che dormivo lì e fortunatamente quel posto era anche abbastanza isolato, perciò avevo la possibilità di uscire a qualsiasi ora per andare a caccia e tornare con delle buste in mano senza destare sospetti a nessuno.

Non ero riuscita ad andarmene, non ora che sapevo che i miei nemici si trovavano nello stesso posto in cui c'era Jongho. Non volevo che gli succedesse qualcosa, non avrei permesso a nessuno di ferirlo perciò non potei allontanarmi da lui. L'avrei protetto in qualsiasi momento e da qualsiasi cosa, non volevo che qualcuno gli facesse del male perciò avevo deciso di rimanere lì fino a quando il clan di Hongjoong non avrebbe lasciato la città.

Sapevo che erano ancora lì perchè credevano che anche io fossi lì, se ne sarebbero andati soltanto quando avrebbero visto che mi trovavo ufficialmente da qualche altra parte, e per capirlo mandavano uno alla volte qualcuno di loro a fare la ronda, per vedere se io spuntassi da qualche parte per farmi acchiappare da loro.

Nonostante tutta la paura, l'ansia e anche il mio orgoglio, sapevo che prima o poi avrei dovuto parlare con loro, soprattutto con Seonghwa. Prima di tutto volevo capire se mi avesse tradito o meno, non perchè mi importasse qualcosa ma più per una questione di rispetto nei miei confronti: eravamo stati insieme molti anni, perciò ora volevo sapere che cosa lo avesse spinto a lasciarmi, se fosse stato davvero l'avermi vista così vicina a Jongho o un sentimento nato nei confronti di Yeosang.

Per quello, quando tornai dalla caccia quella sera, decisi di fare una mossa azzardata. Dovevo incontrarli il prima possibile, dovevo sapere quello che sarebbe successo se non mi sarei mai unita al loro clan e quello che sarebbe successo all'unica persona a cui tenevo ora.

Tutti i vampiri erano a conoscenza di alcune delle leggi fondamentali della nostra esistenza: nessuno di noi avrebbe mai dovuto mettere al mondo dei figli propri, in qualsiasi modo e se mai avessimo voluto qualche figlio avremmo dovuto trasformare qualche umano di nostra iniziativa.

Era risaputo che un figlio vampiro totalmente avrebbe potuto non nascere come nascere con immensi poteri, mentre avere un figlio con un umano era una follia totale: si diceva che nasceva una creatura maledetta, qualcosa che mai avrebbe dovuto calpestare il nostro pianeta. Tutti erano spaventati di quello che sarebbe potuto succedere in quel caso, perciò tutti seguivano le regole e si univano a dei clan. Il clan faceva in modo che qualcuno comandasse sulla vita sessuale e non delle coppie sottostanti, in modo tale da evitare rischi del genere.

Ma io e Seonghwa eravamo sempre stati del parere che non avevamo bisogno di qualcuno che fosse a conoscenza del fatto se usassimo il preservativo o meno, soprattutto perchè sapevamo a cosa si andava incontro nel caso di una fecondazione. Avevamo più volte provato a spiegarlo ma non c'era mai stato verso di farci ascoltare, fino a quando Seonghwa non aveva direttamente cambiato sponda e si era unito a quelli che una volta ci perseguitavano.

A ripensarci sentii il mio stomaco contorcersi a causa di tutto quello che mi stava succedendo ultimamente. Seonghwa, il clan, Jongho...per quanto volessi negarlo, Jongho mi mancava. Mi ero abituata a svegliarmi e a fare colazione con lui la mattina, per poi andare a scuola e passare il resto della giornata praticamente insieme. Non mi era mai capitato di sentire la mancanza di Seonghwa come la stavo sentendo ora, ma dovevo reprimere quella sensazione assolutamente: non potevo di certo permettermi di cadere nella rete dell'amore per la seconda volta.

Entrata in casa posai subito il cibo sul tavolo, prima di dirigermi verso la mia camera da letto per mettere sotto carica il telefono. Involontariamente controllai se avessi delle notifiche e sospirai quando mi resi conto che non era così: per i primi giorni Jongho aveva continuato a scrivermi, anche i suoi amici mi avevano cercata, ma poi aveva smesso e allora avevo pensato che ora non gli importasse più nulla di me, come sarebbe sempre dovuto essere a dire la verità.

Feci per tornare in sala per mangiare ma mi bloccai a causa di quei pensieri che stavano intasando la mia testa da quella mattina: dovevo parlare con il clan, subito. Allora non ci pensai due volte ad afferrare il cellulare, non sapendo esattamente come fare.

Non volevo mandare alcun messaggio a Seonghwa, avevo paura che nel caso l'avessi fatto sarebbe stato in grado di trovare la mia posizione e venire da me. No, non era quello che volevo: quello che volevo era che io andassi da loro e che loro non conoscessero il luogo in cui stavo vivendo momentaneamente. Per questo decisi di agire d'astuzia e mettere un post su instagram, così per metterlo a conoscenza del fatto che fossi ancora in città. Sapevo che in quel modo anche Jongho lo avrebbe capito ma non avevo altra alternativa, avevo troppa paura di fargli capire dove vivessi.

Non appena l'ebbi pubblicata aspettai qualche minuto, prima di leggere il commento volevo.

Proprio per questo presi coraggio e andai definitivamente in sala, misi la busta col cibo nel freezer per non farlo rovinare, e poi uscii dalla camera d'albergo, con in mente una sola direzione: la mia vecchia casa.

Attivai la mia velocità da vampiro per arrivare più in fretta, avevo paura che ci avrei potuto ripensare da un momento all'altro e tornare indietro sui miei passi, e quella era una cosa che proprio non potevo permettermi al momento. Avevo preso una decisione che avrebbe potuto liberarmi da tutto quello o uccidermi definitivamente e non potevo proprio ripensarci, non in quel momento.

Una volta giunta davanti la porta di quella che era stata casa mia per diversi mesi non mi preoccupai di bussare e semplicemente abbassai la maniglia per entrare, sapendo perfettamente che l'avrei trovata aperta, dal momento che mi stavano aspettando.

Infatti fu così e li trovai tuttì lì, davanti a me: San vicino alla porta, in piedi, a gambe aperte e con le braccia incrociate, mentre in viso dominava un maledetto ghigno che avrei voluto con piacere far sparire con un pugno dritto sui suoi denti; dietro di lui, sul divano, Yeosang teneva la testa poggiata sulle cosce di Seonghwa, che intanto era seduto composto e con un braccio poggiato sullo schienale mentre l'altro sulla vita del biondo sotto di lui, mentre gli passava la mano tra i capelli mossi; infine Hongjoong stava comodamente messo sulla poltrona, mentre teneva le mani sulle sue gambe, con un sorriso malvagio con appena si accorse della mia entrata.

«Bentornata a casa, Kyungmi.»la voce profonda del mio ex-ragazzo mi accolse e mi fece venire dei fastidiosissimi brividi sulla pelle. Sentii il completo disgusto nel guardarlo con un'altra persona e in quel momento ebbi la voglia soltanto di avvicinarmi a lui e spaccargli la faccia a suon di cazzotti, ma dovetti trattenermi: mi ricordai che lo stavo facendo per la mia incolumità e quella di Jongho, anche se non l'avrei mai ammesso.

«Ne ho abbastanza di tutti i tuoi giochetti, Hongjoong.»esordii senza giri di parole, guardando dritto negli occhi il capo-clan, non degnando di uno sguardo nemmeno per sbaglio agli altri tre.

«Voglio vivere libera, per conto mio, in che lingua te lo devo dire che non faccio sesso senza preservativo?»aggiunsi allora senza nemmeno sentirmi in imbarazzo per quelle parole. Vidi con la coda dell'occhi Yeosang ridacchiare e allora fu quello il momento in cui rivolsi la mia attenzione alla nuova coppia felicemente seduta sul divano della mia vecchia casa.

«E tu, coglione che non sei altro, perchè non glielo dici, mh? Ma no, certo, ti fa comodo venirmi dietro, così è più facile scoparti il tuo nuovo fidanzatino!»sbottai nei confronti del più alto lì dentro, il quale vidi immediatamente come irrigidì la mascella. Immediatamente il suo compagno anche si alzò dalle sue gambe e poi si mise in piedi, iniziando a venirmi incontro.

«Come osi rivolgerti così a lui, tu che te la stai già facendo con quel ragazzino umano!»mi urlò contro facendo per prendermi per le spalle, ma io fui decisamente più veloce di lui, infatti gli afferrai entrambe le mani e me le girai sulla testa prima di far voltare lui in modo tale da piazzargli dietro la schiena i polsi.

«Basta, smettetela voi due.»ci rimproverò Seonghwa alzandosi e venendo a prendere il suo ragazzo, allontanandolo il più possibile da me. Io volli quasi scoppiargli in faccia ma non ci riuscii: una volta usava prendere me in quel modo.

«A noi non frega come tu fai sesso, Kyungmi. Io ti voglio nel mio clan e basta, voglio controllare i tuoi pazzi istinti perchè se tutti si comportassero come fai tu allora la nostra razza si sarebbe estinta da un bel pezzo.»spiegò velocemente Hongjoong e io mi feci scappare una mezza risata, non riuscendo a credere alle sue parole.

«Quindi io ora sarei il problema di tutti i vampiri, non è così?»domandai ironicamente, prima di spostarmi dall'entrata. Sapevo che tutto quello sarebbe stato inutile, il fatto che fossi andata lì per parlargli e cercare di risolvere non era servito a nulla se non a dare delle ragioni in più al loro comportamento nei miei confronti.

Per questo sbuffai prima di dargli le spalle e uscire di nuovo da quella casa senza nemmeno rivolgere loro una parola.

Ma il problema fu un altro: nessuno di noi si rese conto che nel frattempo di quella nostra conversazione qualcuno era venuto a mancare: e quel qualcuno era proprio San.

Suspense scusate

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