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Kyungmi
«Perciò tu sai quello che sento?»mi domandò ad un certo punto a voce bassa, e io annuii soltanto, attivando proprio in quell'esatto momento il mio potere.
«Io sento quello che provi, Jongho.»risposi, prima di avvertire immediatamente ciò che stava provando. Sentivo le farfalle nello stomaco, il cuore aumentare di battiti e una voglia improvvisa di contatto fisico, di lasciarmi andare.
La cosa strana era che erano esattamente le stesse identiche cose che stavo provando anche io, tranne che per l'aumento dei battiti cardiaci ovviamente, dato che il mio cuore nemmeno batteva; anche se avrei potuto giurare su quello, ero sicura che se avessi continuato in quel modo il mio cuore avrebbe potuto riprendere vita da un momento all'altro, a causa di tutto quello che stavo provando in quel momento.
In quel momento provai qualcosa di nuovo, qualcosa che nemmeno Seonghwa era stato mai in grado di farmi sentire, e tutto quello mi stava spaventando a morte. La convinzione del fatto di aver potuto creare un legame tra noi era diventata quasi definitiva, e temevo più di qualsiasi cosa di poterlo ferire a momenti, con qualsiasi cosa.
«Devo dirti una cosa...»mormorai ad un certo punto, ma il suo respiro sul mio viso mi distolse completamente dai pensieri e mi concentrò sulla pochissima distanza che c'era tra noi due in quel momento. Non riuscii a capirci più niente e il tutto peggioró ancora quando lo vidi chiaramente guardarmi le labbra, fu una questione di qualche secondo, ma mi mandò completamente in tilt il cervello.
«Che cosa?»rispose con una domanda, prima di guardarmi di nuovo negli occhi. Usai di nuovo quel potere per conoscere le sue emozioni ma, quando lo feci, non successe nulla. Non sentii nulla di nuovo, e solo dopo qualche secondo a pensarci ne capii il motivo: io e lui stavamo condividendo gli stessi sentimenti e le stesse sensazioni, non c'era nulla di diverso in lui rispetto a me.
In quel momento mi dimenticai tutto: le mie preoccupazioni per i miei nemici, la mia paura per quel fantomatico legame creato, le mie ansia sul mio futuro. Tutto sparí dalla mia testa, e rimanemmo soltanto io e lui, a fissarci, sul suo letto durante un temporale, con lampi e tuoni a farci da sottofondo. E poi, tutto silenzio. Non c'era nient'altro che lui, Choi Jongho, il mio compagno di banco che all'inizio avevo reputato cosí fastidioso e che ora...senza di lui non potevo vivere più.
«Te lo dico dopo.»dissi poco prima di farmi avanti con la testa di qualche centimetro e incollare le mie labbra alle sue. Misi immediatamente una mano dietro la sua nuca, per tenerlo fermo contro di me e, al contrario della prima volta, lui ricambiò il bacio subito, facendo correre le sue mani sulle mie guance.
Non potevo crederci che ero lí, tra le braccia di quell'umano, e che ora lo stavo baciando. Mi sentivo bruciare da dentro, come se a poco sarei potuta esplodere a causa della...felicità? Non riuscivo a capire cosa fosse, ma non me ne importai più di tanto e continuai soltanto a concentrarmi su quel bacio.
Nonostante solitamente mi piacesse prendere il controllo delle situazioni, quella volta apprezzai il modo in cui chiese accesso alla mia bocca con la sua lingua, il quale gli venne dato l'attimo dopo. Le nostre lingue si scontrarono, si sfiorarono, danzarono l'una contro l'altra, mentre io facevo dei riccioletti con l'indice sui suoi capelli.
Una delle sue mani corse lungo il mio corpo, mi accarezzò le spalle, il braccio, il fianco fino alla coscia, poi tornò di nuovo su e me la mise dietro la schiena, attirandomi maggiormente a me in cerca di contatto. I nostri corpi si scontrarono e io posai l'altra mano sul suo petto e sulla sua spalla, continuando a volerlo vicino e non volendo assolutamente che mi allontanassi da lui.
Prese ad accarezzarmi la schiena con una mano e l'altra intanto mi teneva sempre dal collo. Sentii le sue dita corrermi lungo la colonna vertebrale, al di sopra del pigiama che mi aveva appena prestato, e mi sentii così bene in quel momento. Poi, tutto ad un tratto, probabilmente non lo fece nemmeno di proposito, arrivò a toccarmi il sedere. E allora si fermò.
«Perchè ti fermi?»domandai una volta staccatami dal bacio, guardandolo in faccia. Aprì gli occhi a quelle parole e notai la bocca semiaperta e gonfia a causa dei baci, poi contro la lieve luce dei lampi dietro di lui potei intravedere che fosse arrossito, e quello mi sembrò ancora più tenero.
«Io...credevo ti potesse dare fastidio.»ammise e io sorrisi a quelle parole, dandogli un piccolo bacio a stampo e poi spostando la sua mano anch'essa sul mio sedere, al che lo sentii deglutire rumorosamente.
«Puoi fare quello che vuoi, con me.»lo rassicurai e questa volta fu lui a riprendere a baciarmi, con ancora più passione e intensità di prima se possibile. Mosse le mani su di me, lentamente, aprendo i palmi ma senza mai stringere, io d'altro canto infilai poco delicatamente le dita tra i suoi capelli, stringendo le ciocche in due pugni quando lo sentii mordermi il labbro inferiore.
Lentamente scese con i baci, sul mio mento, sulla mia mandibola e poi lungo il collo, prendendo a martoriare un punto specifico, al quale mi lasciai uscire un piccolo sospiro di piacere.
«Vuoi marchiarmi anche tu?»gli domandai sorridendo, ricordando la sera in cui gli avevo lasciato quei due buchetti in preda alla fame d'astinenza, la sera in cui avevo iniziato a sentire qualcosa nei suoi confronti, o almeno a pensare a quei sentimenti.
Comunque non mi rispose ma sentii un sorriso a contatto con la mia pelle, prima che iniziasse a mordicchiare e a succhiare alcuni punti della mia pelle candida. Ad un certo punto però mi allontanai dalla sua bocca e lui mi guardò confuso, prima che io abbassassi le mani sui lembi della mia maglietta e la tirassi su, mettendomi a nudo davanti a lui. Anche questa volta non abbassò lo sguardo, ma semplicemente fece lo stesso, spogliandosi anche lui del suo indumento superiore.
Rimanemmo a guardarci per qualche attimo, mi sfiorò la guancia con la mano e poi mi toccò le labbra col pollice, prima di riattaccare la bocca al mio collo, questa volta in un punto più basso, sulle clavicole quasi.
🔞
Io chiusi gli occhi e buttai la testa all'indietro mentre lo sentivo scendere sui miei senti, e a quel punto lui alzò lo sguardo come a volermi chiedere il consenso. Io semplicemente mi portai la mano dietro la schiena e mi slacciai di mia iniziativa il reggiseno, facendomelo poi scivolare lungo le braccia. Solo a quel punto si permise di guardarmi, prima di toccare la pelle sensibile dei miei capezzoli con i pollici, al che mi feci scappare un gemito, non aspettandomi minimamente quel contatto.
Io abbassai le mani sul suo busto, sfiorandogli lo stomaco e accarezzandogli la pelle coperta da addominali. Il suo corpo, nonostante sapevo che non facesse palestra, era bien piazzato e muscoloso, e quella era proprio una cosa che non riuscivo a spiegarmi.
Continuai la mia passeggiata verso il basso, facendo rabbrividire il ragazzo accanto a me, e arrivai al bordo dei suoi pantaloni, allora mi fermai e lo guardai in viso. Lui ricambiò lo sguardo, poi spostò le mani dai miei seni e se le portò sull'indumento, iniziando ad abbassarselo. Lo aiutai a sfilarsi completamente e poi fece la stessa fine delle nostre maglie, ovvero finì per terra.
Quando feci per ritornare nella posizione iniziale lui mi fermò e questa volta non si privò di poggiarmi di nuovo le mani sul sedere, stavolta facendole infilare al di sotto dei pantaloni del pigiama, che in poco tempo furono sul pavimento insieme al resto dei nostri vestiti.
Mi prese per i fianchi e, lentamente, mi spinse a mettermi a cavalcioni sulle sue gambe, cosa che feci l'attimo dopo, facendo entrare in contatto le nostre zone intime ancora coperte dall'ultimo strato di tessuti che avevamo. Lo sentii sospirare quando fui posizionata perfettamente sul suo membro e le sue mani corsero di nuovo sul mio sedere quasi completamente nudo, che questa volta strinse in maniera decisa fra le mani, facendomi inarcare la schiena e mettendogli di conseguenza il seno proprio a portata del suo viso.
Mossi il bacino sul suo e, appena lo feci lo sentii allentare leggermente la presa sul mio fondoschiena e sospirare sul mio petto, il freddo del suo respiro si scontrò inevitabilmente sui miei capezzoli. Appoggiai le mani sulle sue spalle e mossi per una seconda volta il bacino e stavolta fui io a sospirare quando lo vidi buttare la testa all'indietro.
Poi, presa dal coraggio, accarezzai di nuovo tutto il suo corpo, prima di arrivare all'elastico dei suoi boxer. Lo sentii irrigidirsi quando infilai la punta delle dita al loro interno e iniziai a tirare verso il basso, mettendolo completamente a nudo sotto di me. Avvicinai di nuovo le labbra alle sue e le feci strofinare, prima di spostarmi verso l'indietro sul suo letto, in modo tale da trovarmi proprio di fronte alla sua erezione.
«Kyungmi...»lo sentii richiamarmi, quando andai ad avvolgere la mia mano attorno alla sua base, giá pronta a regalargli un minimo di piacere, ma mi bloccai immediatamente non appena sentii la sua voce. Alzai lo sguardo su di lui, il quale ora mi stava guardando mentre si passava la lingua sulle labbra.
«Sono vergine.»confessò e io non potei negare la sorpresa di quelle due parole. Credevo che un ragazzo bello come lui avesse già avuto l'opportunità di avere qualche ragazza, ma saperlo ora non riuscivo a capire come mi faceva sentire. Rimasi ferma, aspettando un suo movimento, che fortunatamente non tardò ad arrivare: mi infilò una mano tra i capelli e me li tirò all'indietro in una coda, allora stavolta fui io a leccarmi le labbra, prima di muovere la mano verso l'alto.
Grugnì quando presi ad avere un certo ritmo con i movimenti e gemette del tutto quando lo inglobai tra le mie labbra. Essendo la sua prima volta non lo avrei forzato con i preliminari, ma almeno volevo inumidirlo un po', dato che era molto che anche io non avevo alcun rapporto.
Iniziai a fare su e giu con la testa, facendo scorrere la lingua contro i suoi muscoli e incavando le guance in modo tale da dargli anche più piacere e capii che fu così quando lo sentii tirarmi i capelli.
Lo sfilai dalla bocca quando fui soddisfatta e poi mi misi in ginocchio sopra di lui, il quale ora mi stava guardando dal basso verso l'alto.
«Toglimele.»ordinai, riferendomi alle mie mutandine, e lui a quella parola subito ubbidì, portando le mani sull'elastico e iniziando ad abbassarle fino alle mie ginocchia, allora a quel punto le alzai una alla volta per privarmene completamente. Lui mi mise le mani sui fianchi e avvicinò la bocca sotto al mio ombelico, iniziando a lasciare dei piccoli bacetti verso il basso.
«Quindi non hai preservativi, vero?»gli chiesi, quando tornai nella posizione iniziale, senza però far toccare le nostre intimità. Lui scosse la testa e io mi morsi il labbro inferiore: quella era la prima volta che facevo sesso con qualcuno senza alcuna protezione. Avevo iniziato a prendere la pillola da qualche anno, ma non sapevo quanto quella potesse fare effetto sui vampiri, perciò avevamo sempre usato anche i preservativi. Per quanto il clan di Hongjoong non ci credesse, io e Seonghwa avevamo sempre usato il profilattico, e aveva sempre funzionato.
Mi abbassai su di lui e poi afferrai il suo membro, prima di far strofinare la punta sulla mia intimità. Il rumore che fecero i nostri liquidi mi fece chiudere gli occhi e li strizzai del tutto quando, l'attimo dopo, iniziai ad abbassarmi sulla sua erezione, avvolgendola completamente tra le mie pareti.
«Oh, cazzo...»lo sentii dire quando fu al mio interno, io ridacchiai per un attimo e poi lo guardai in viso: lo trovai intendo a fissare il punto in cui i nostri corpi erano uniti e in cui lui spariva dentro di me. Mi fermai anche io un attimo ad assorbire le sensazioni paradisiache che stavo provando in quel momento, prima di avvicinare di nuovo il viso al suo e poggiando le mani sulle sue spalle.
Dopo che mi fui completamente abituata alla sua "intrusione" mi spinsi su di lui verso l'alto e poi di nuovo verso il basso, al che entrambi sospirammo per il piacere. Attaccò immediatamente la bocca alla mia, sicuramente non volendo far scappare dei gemiti troppo alti dato che eravamo nel bel mezzo della notte nella sua camera, con i suoi genitori che dormivano a qualche stanza più in là della nostra.
Presi a spingermi su di lui con i muscoli delle gambe, lui mi afferrò la vita e man mano che andavamo avanti lui stringeva la presa al che fui sicura che il giorno dopo avrei avuto ancora i segni sulla pelle. Gemetti nella sua bocca quando poi mi prese il sedere per guidare il ritmo delle mie spinte, me lo strinse tra le mani e dovetti frenarmi dal non cacciare un piccolo urlo quando lo sentii darmi uno schiaffo su una natica.
«Jongho-ah...»gemetti, staccandomi un attimo dalle sue labbra e lui non perse tempo ad avvicinare la bocca di nuovo al mio collo; avrei voluto tantissimo anche io baciargli la gola ma avevo troppa paura che, presa dal momento, affondassi i canini nella sua pelle.
Piegò le gambe e mi sentii leggermente più sollevata, prima che iniziasse anche lui a spingere col suo bacino mentre con le mani dettava il ritmo delle spinte.
In poco tempo la stanza si riempì soltanto del rumore del cigolio del letto e dei nostri gemiti strozzati, dei rumori che mi mandarono completamente in tilt il cervello. Aumentarono le spinte e anche la forza degli affondi e man mano aumentavano i nostri gemiti.
Sapevo che a breve saremmo venuti entrambi, ma non potevo permettermi che venisse dentro di me, avevo troppa paura che sarebbe potuto succedere qualcosa e quella era l'ultima delle cose.
«Sto per...»non appena lo sentii dire quelle due parole mi alzai immediatamente dal suo bacino e l'attimo dopo sentii il suo liquido spruzzato direttamente sulla mia intimità e sulla mia pancia. Mi pulii velocemente di esso e non riuscii a fare in tempo a sdraiarmi sul letto che le dita di Jongho trovarono la loro strada al mio interno. Due dita iniziarono a deflorarmi come se non ci fosse un domani, tanto che io dovetti coprirmi la bocca con la mano per non gemere troppo forte.
«Ah, Cristo, sei sicuro di essere vergine?»gli chiesi quando mi sentii vicinissima al mio orgasmo, tanto che venni proprio quando lo sentii ridacchiare a causa della mia battuta.
🔞
Sospirammo entrambi rumorosamente prima che io mi spostassi da sopra di lui e mi mettessi sdraiata sul letto su un fianco, guardando lui che intanto era rimasto fermo ed immobile.
«Sono andato bene?»mi chiese poi ad un certo punto e io sorrisi, prima di poggiare una mano sulla sua guancia e allungarmi per dargli un ultimo tenero bacio.
«Sei andato benissimo.»risposi semplicemente, facendo nascere un sorriso sul suo volto. Allora lui afferrò la coperta e ce la mise indosso, mentre poi si voltò anche lui su un fianco, in modo tale che potemmo dormire faccia a faccia.
Spero la smut sia scritta decentemente????
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