17~ Se non fossi reale
«Allora è così che ci si sente a essere degli eroi. [...]
A essere quelli nelle cui viene scorre sangue angelico, quelli che hanno letteralmente salvato il mondo. La gente ti guarda come se...quasi come se non fossi reale.»
~ Shadowhunters, "Regina dell'Aria e delle Tenebre"
Quando Emma aprì il portone dell'Istituto - era una Shadowhunter, a lei l'ingresso era sempre concesso- si aspettava di trovare un edificio vuoto, ancora assopito: in fondo, erano le sette e mezza del mattino.
E invece fu sorpresa quando dal Rifugio fece capolino la testa di Magnus.
La inquadrò immediatamente, poi spostò lo sguardo su Julian, che era accanto a lei, e li raggiunse.
I suoi capelli scintillavano, così come i suoi anelli, e anche gli occhi sembravano brillare: infatti, sebbene indossasse gli abiti stropicciati del giorno prima e fosse stanco, Magnus brillava sempre di un'energia strabordante.
-Vi stavamo aspettando, ragazzi. Alec è al Rifugio, sta parlando con Lily e altra gente con un gusto della moda discutibile. Ad ogni modo, troverà il tempo anche per voi. Praticamente mi vede rubato il marito, voi Shadowhunters e le vostre catastrofi!- esclamò lo stregone, guidandoli verso il Rifugio.
Julian entrò per primo, e gli sguardi di tutti i presenti - esponenti importanti tra vampiri, lupi mannari, fate e stregoni, ma anche qualche Shadowhunter di Istituti remoti- si puntarono su di lui.
Julian, effettivamente, era - come Emma, come Mark, come Jace, Clary o Alec stesso- un eroe di guerra: era grazie a lui se le ingiustizie della Coorte erano state smascherate.
-Julian, Emma! Sono contento che siate venuti il più presto possibile.- li salutò Alec, voltandosi verso di loro e facendo un sorriso stanco.
Emma poté intravedere, sotto la camicia sottile, una spessa fasciatura che avvolgeva il costato del Console: aveva sentito voci sul pericolo che aveva corso Alec, ma non aveva dato loro tanto credito - si sentiva spesso di Cacciatori che morivano, che scomparivano misteriosamente, ma spesso erano solo pettegolezzi senza fondamento, creati solo per parlare di qualcosa.
-Pensavamo di trovarvi immersi nel sonno.- affermò la ragazza, incamminandosi verso Alec con decisione, senza lasciarsi intimidire dalle occhiate che la seguivano.
-Oh, non abbiamo dormito per niente.- replicò Magnus, sistemato alle spalle del marito, facendo spallucce.
-Allora la situazione è molto grave.- intervenne Julian, che osservava circospetto l'ambiente che lo circondava.
Per anni il giovane Blackthorn era stato bravo a celare i suoi sentimenti, aveva imparato a non fidarsi di nessuno, a diffidare sempre di tutti, per proteggere la sua famiglia: ora era libero, certo, libero da responsabilità che per legge nemmeno sarebbero dovute essere sue, eppure era difficile abbandonare le proprie abitudini.
-Molto grave: una guerra è alle porte. A quanto pare, il Jace di Thule e Ash sono venuti nella nostra dimensione per distruggere il nostro mondo e far governare Ash su ciò che ne rimarrà, e come ben potete immaginare, non possiamo permetterlo. Ho consultato volumi antichi di alcuni stregoni che parlavano di altre dimensioni, ma gli unici ad essere andati e tornati siete voi, per questo vi ho convocati: raccontatemi tutto ciò che pensate possa essere utile per fermare Jace ed Ash.- spiegò Alec, conciso.
Julian lanciò un'occhiata alle persone nella sala, dubbioso.
Davvero Alec aveva intenzione di rivelare queste cose davanti a qualcuno che avrebbe potuto tradirlo?
-Non preoccupatevi di loro: sono dalla nostra parte.- disse il console, intercettando lo sguardo di Julian.
-Quel che mi ricordo è che a Thule non c'è il sole: i vampiri vagano liberi, gli Shadowhunters sono praticamente esitino, non ci sono rune. Il Jace di Thule non ha pietà, Alec: l'ho visto tagliare la testa a Maryse senza battere ciglio, faceva tutto ciò che gli ordinava Sebastian. È stato frati per servire, ed è quello che continua a fare. Ash, invece... be', è il figlio di quello psicopatico, quindi credo che non sia del tutto innocuo, eppure sembrava che non gli interessasse regnare. Può volare: ha delle grandi ali nere che può controllare a suo piacimento, e combatte in modo micidiale. È il meglio di tutto il sangue che ha in corpo: il meglio delle fate, il meglio degli Shadowhunters e anche il meglio dei demoni.- snocciolò Emma, esitando ogni tanto, cercando di richiamare alla mente quanti più dettagli possibili.
-É praticamente un ibrido.- commentò Magnus, che aveva perso il cipiglio ironico di poco prima ed era diventato molto serio.
-Sì, ed è per questo che è pericoloso: non sappiamo cosa aspettarci da lui, quali poteri può tirare fuori. C'è un modo per combatterlo?- intervenne Lily, entrando nella conversazione, guardando i due ragazzi, e osservando con uno strano sguardo Emma.
-Il discendente del Primo Erede. È l'unico che può davvero accampare diritti per la sovranità: Kieran si farebbe subito da parte e gli cederebe la Corte Unseelie, me l'ha garantito più volte, ma i Cavalieri di Mannan sono ancora sulle sue tracce.- ripose Alec, lanciando un'occhiata alla vampira.
-La Regina Seelie sa della sua esistenza?- chiese Julian, la cui mente lavorava veloce, cercando strategie o sotterfugi da attuare.
-Non credo: il suo unico obbiettivo in questo momento è sostenere suo figlio, Ash. E in ogni caso, il discendente del Primo Erede non vuole il trono.- disse Alec.
Emma notò che Alec non nominava mai il nome di questo fantomatico discendente, e si chiese perché.
Che fosse per non metterlo in pericolo?
Intercettò un'occhiata di Magnus, che inarcò un sopracciglio, come aspettando che lei capisse qualcosa.
Ma cosa?
I suoi pensieri furono interrotti da Alec, che sospirò, passandosi una mano sul viso.
Era stremato, e si vedeva, eppure continuava a svolgere il proprio dovere.
-Grazie, ragazzi. Non abbiamo risolto granché, ma almeno abbiamo più dettagli. Se volete ci sono delle camere in cui riposarvi, e in cucina c'è sicuramente qualcuno che avrà preparato qualcosa. Ah, un'ultima cosa: mettetevi in contatto con Tiberius: potrebbe servirci l'aiuto dei Centurioni.- li congedò Alec, voltandosi di nuovo verso i suoi alleati e prendendo a confabulare strategie.
Emma sentì Julian irrigidirsi, al suo fianco, e sapeva perché: nonostante avesse ormai accettato che Ty stesse studiando per diventare un Centurione, non avrebbe mai accettato il fatto che il suo fratellino sarebbe stato esposto al pericolo.
Quando si chiusero il portone del Rifugio alle spalle, Jules si voltò verso Emma, e le prese una mano, cominciando a giocherellare con le sue dita.
Dalla fine della guerra, i due ragazzi avevano finalmente potuto vivere il loro amore con naturalezza, con semplicità, senza il divieto della legge.
Eppure, a volte, Emma veniva ancora investita dai ricordi, dalla sensazione che non potessero stare insieme, che non potessero amarsi.
-Che c'è?- chiese,vedendo che Julian non si decideva a parlare.
Lui sollevò i suoi occhi verde- azzurro, come l'acqua del mare, come il vetro del braccialetto che ancora portava al polso.
-Il discendente del Primo Erede...- arrischiò, esitando.
-Sì?- lo spronò Emma, con curiosità.
-É Kit. Kit Herondale.- concluse Julian, disarmandola completamente e facendole unire i pezzi del puzzle.
-Io l'ho sempre detto che sei tu quello intelligente tra noi due.- commentò sarcastica la ragazza, facendo sorridere quello che un tempo era stato il suo parabatai, ma che ora era l'unico amore e anima gemella.
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