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Capitolo 24.


Il pomeriggio seguente Nadia bussò alla porta di Leonardo colta da mille indecisioni e rimorsi. Non aveva riposato per niente bene in quelle poche ore che le erano rimaste della mattina, dopo che Mattia l'aveva accompagnata sotto al suo dormitorio. In realtà la colpa era stata soltanto dei pensieri: non aveva fatto altro che rigirarsi tra le lenzuola, pensando e ripensando al bacio che aveva rubato al su ex ragazzo.

Ancora non riusciva a capire se l'avesse davvero voluto oppure se fosse stato semplicemente uno scatto di rabbia mista a senso di vendetta. La cosa più brutta era che non riusciva nemmeno a risolvere con se stessa quel dilemma, per quanto ne fosse afflitta. Provava dei sentimenti troppo contrastanti per Mattia, e quel bacio ne era stata la prova: felicità mista a dolore, rabbia intrisa di euforia e brividi sulla pelle; cuore a mille, ma occhi di ghiaccio.

Era decisamente una situazione complicata per lei, ma forse anche per Mattia, visto il modo in cui l'aveva guardata dopo il bacio. Era come se non ci stesse capendo più niente.

A rendere il tutto ancora più ingarbugliato era la sua amicizia, o qualcosa di più, con Leonardo. Oltre ai sentimenti confusi che erano riemersi per via di Mattia, c'era anche il senso di colpa per il suo vicino di casa.

Leonardo si era palesemente dichiarato la sera passata, e anche se l'aveva fatto da ubriaco il risultato era lo stesso: era stato a un passo dal baciarla se non fosse dovuto correre via. E lei si trovava ancora immersa nel dilemma cruciale: se non se ne fosse andato gli avrebbe permesso di baciarla?

Più ci pensava e più andava nel pallone. Da una parte c'era un ragazzo dolce, premuroso, disponibile, ma forse un po' troppo ingenuo. L'aveva invitata alla festa ed era stato educato e galante. Dall'altra invece c'era uno stronzo, che l'aveva presa in giro in passato e che era fidanzato con un'altra ragazza.

Se si fosse dovuta basare solo queste informazioni, la risposta ai suoi dubbi avrebbe dovuto essere chiara e univoca: lasciar perdere Mattia, dare spazio a Leonardo.

Però c'era sempre quel qualcosa che la frenava...

Per quanto ancora odiasse Mattia, la sera prima si era comportato bene nei suoi confronti, tralasciando il fatto che aveva sabotato il suo accompagnatore, ovviamente. Quello rientrava nel suo comportamento da stronzo. Però, in mezzo al mare di difetti che poteva avere, non gli si poteva certo rinfacciare di non aver dimostrato di tenere ancora un po' a lei. Una persona disinteressata non avrebbe mai lasciato una festa in cui era praticamente il protagonista, soltanto per cercare una stupida, intestardita a voler raggiungere il dormitorio a piedi nel pieno della notte.

Forse era proprio questo a mandarla in confusione: prima Mattia le aveva detto insistentemente di lasciarlo stare, di tenersi alla larga da lui, ma poi era stato il primo ad avvicinarsi, rompendo la linea sottile che avrebbe dovuto dividerli per sempre. Curioso, no?

La faccia impastata dal sonno e bianchiccia di Leonardo interruppe il circolo vizioso di pensieri della ragazza. Per un attimo sgranò gli occhi, spaventata dalla visione che aveva di fronte: Leonardo stava in piedi, con una mano poggiata sul muro e l'altra sulla porta. Aveva ancora indosso gli abiti della sera prima, con la camicia un po' sbottonata e macchiata di una poltiglia grigiastra nauseante e i piedi nudi a toccare il pavimento. La sua faccia era sbattuta, con delle occhiaie profonde a marcargli gli occhi, troppo stanchi e spenti per essere quelli di sempre. Non aveva gli occhiali, e i capelli erano spostati da una parte, quella su cui probabilmente aveva dormito.

«Ehi...» la salutò con voce roca.

«Ero passata per vedere come stavi», borbottò Nadia, squadrandolo dall'altro in basso, «ma credo di essermi appena risposta da sola.»

«Mi sento uno schifo, fisicamente e moralmente.» Si voltò a guardare l'interno dell'appartamento, poi rimase sulla soglia. «Ti farei entrare, ma la casa è in uno stato pietoso. Carlo è uscito stamattina. Era infuriato. Ha detto che non sarebbe tornato fino a che non avessi pulito da cima a fondo ogni cosa che ho distrutto, sporcato e gettato a terra. Sono così mortificato, Nadia...»

La ragazza fece un passo avanti e gli poggiò una mano sulla guancia, accarezzandola dolcemente. «Ehi, non preoccuparti. È successo a tutti di ubriacarsi.»

«No, tu non capisci! Non sarebbe dovuto succedere! Io non sono quel tipo di persona, né voglio esserlo. Però... non lo so cos'è successo ieri sera. Ho perso il lume della ragione quando Silvestre mi ha sfidato», mormorò, cercando di ricollegare gli eventi della festa.

«Non avresti dovuto giocare con lui.»

«Non potevo nemmeno rifiutare, Nadia! Che figura avrei fatto di fronte ai tuoi occhi?»

Lo sguardo della ragazza s'indurì e lasciò cadere la mano lungo i fianchi. «Probabilmente migliore di quella che hai fatto riducendoti in questo stato.»

«Ma io-»

«Tu cosa, Leo? Ti sei comportato da idiota!» sbottò lei, alzando il tono di voce. «Conosco Mattia, e so capire i trucchetti che usa. Sei cascato nella sua trappola con tutti i piedi. Lui voleva allontanarti da me, ieri sera, e sai cosa? C'è riuscito! Te ne sei andato e mi hai lasciata da sola come una perfetta stupida!»

«Era una situazione d'emergenza, la mia», diruppe anche Leonardo, accigliandosi.

«Potevamo andar via insieme. Io... ti avrei accompagnato a casa. Sarei rimasta con te, perché non si lasciano da sole le persone in difficoltà.»

«Pensavo di farti un favore ad andarmene di nascosto. Non volevo rovinarti la festa...»

«Pensavi male. Non volevo nemmeno parteciparci a quella dannata festa, io!»

Leonardo sospirò afflitto. «Mi dispiace, Nadia. Mi sono dimostrato per quello che non sono. Un coglione.»

Nadia scosse la testa e si passò le mani sul volto, stanca. «No, perdonami tu. Lo stress mi sta facendo dei tiri mancini. Non volevo prendermela con te. Ero solo passata per vedere come ti sentivi. Ero molto in ansia quando non ti ho più visto al Club», si scusò.

Leonardo picchiò il capo sullo stipite della porta. «Doveva essere un appuntamento, invece è stato un totale fallimento. Mi sono venduto male, e adesso tu ti sarai fatta un'immagine di me completamente fuorviante.»

"Forse hai ragione", pensò Nadia, sentendosi in colpa di aver formulato nella mente quella frase. Non era stata colpa sua del tutto. «Mi dispiace solo di averti portato con me alla festa. Se fossi rimasto a casa, adesso non saresti ridotto in questo stato.»

«Perché non la smettiamo di fare a rimpiattino con la colpa? Sappiamo entrambi chi è la causa di tutto questo, Nadia», replicò Leonardo, con le sopracciglia tese a formare una riga orizzontale.

«Mattia.»

«Già, il tuo simpatico ex. Ti avevo detto di stargli lontana, che avrebbe portato solo guai.»

"Già, me lo avevano detto tutti", convenne lei in silenzio. Però se adesso si trovava davanti alla porta di Leonardo sana e salva era anche grazie a lui, che l'aveva tirata fuori da un potenziale pericolo notturno.

«Non dovresti sparare sentenze nei suoi confronti se non sai cosa è successo dopo che te ne sei andato dalla festa.»

Per un attimo lo sguardo di Leonardo vacillò. Sul suo volto si dipinse un'espressione dapprima confusa, poi spaventata. «Cosa... cosa è successo?»

«Non ti sei fatto venire il dubbio di come sarei tornata a casa, una volta che te ne fossi andato dal Club? Magari volando, o grazie al teletrasporto?»

«Ada?» tentò lui, con la voce talmente bassa da essere quasi un sussurro.

«Ada aveva un appuntamento. Perché avrei dovuto rovinare la serata anche lei?» ribatté Nadia, con le mani sui fianchi e lo sguardo severo. «Sono andata a piedi. Ci ho provato, almeno. Ma un tipo ubriaco ha tentato di importunarmi.»

«Non posso crederci. Davvero, non voglio crederci», iniziò a mormorare lui, portandosi una mano sulla fronte.

«Grazie al cielo Mattia si trovava da quelle parti. Mi ha accompagnata fin sotto al mio appartamento.»

«Ah.»

Adesso fu lei a fissarlo in modo confuso. «È tutto quello che hai da dire?»

«Merda, hai ragione. Io... mi dispiace davvero tanto, Nadia. Ieri mi sono accadute più cose di quante ne avessi mai vissute in un anno di università e non ho la minima idea di come reagire. Le feste, l'alcool, la vita notturna... Per non parlare del fatto che l'unica ragazza che mi sia mai piaciuta è nel mirino del capitano delle Aquile. Lui è gettonato e ha già un passato con te. Come potrei competere?»

Nadia rimase in silenzio, investita di nuovo da quella sorta di dichiarazione implicita. Adesso che glielo aveva detto da sobrio avrebbe dovuto prenderlo sul serio, volente o nolente. Ma non era ancora convinta, quindi tacque, con la testa rivolta verso il basso e i capelli a coprirle il volto.

«Immagino che il tuo silenzio sia chiaro», borbottò lui, con tono aspro. «Posso farti una domanda, Nadia?»

Lei annuì.

«È successo qualcosa tra te e lui, ieri notte?»

Ed ecco la fatidica domanda da un milione di euro. Nadia sentì le guance avvampare come tizzoni e per il nervosismo prese a mordicchiarsi l'interno delle labbra, rimuginando sulla risposta che avrebbe dovuto dare al ragazzo. Alla fine optò per la strada più spianata. «No, assolutamente niente.»

Leonardo continuò a fissarla con uno sguardo strano, indagatorio. Poi sospirò e alzò le braccia. «Almeno una notizia rincuorante.»

«Già.»

«Tutto bene? Sembri scossa», le fece notare lui.

Nadia fece di tutto per revitalizzare il suo volto in pochi secondi. Si sentiva tremendamente in colpa nei confronti di Leonardo, ma nonostante ciò non aveva esitato a mentirgli. «Sì... ecco, sono solo stanca. Ho dormito poco e credo che adesso tornerò nella mia stanza a riposare», balbettò, facendo un passo indietro.

Leonardo annuì e si grattò i capelli biondi. «Nadia... Non voglio essere insistente o fastidioso, ma non mi è mai capitato di sentirmi così tanto sotto pressione e in competizione con un altro ragazzo. Pensi che il tuo ex accetterà prima o poi la mia vicinanza a te?»

Nadia si bloccò con la mano sulla maniglia della porta. «Non lo so. Non avrebbe nemmeno dovuto intromettersi, in realtà... Tu evitalo, d'accordo?»

«Probabilmente mi sbaglierò, ma credo che lui provi ancora qualcosa per te. Non ti ha tolto gli occhi di dosso un attimo quando eravamo al bar», continuò lui. Ormai parlavano dandosi le spalle, ognuno sul proprio pianerottolo di casa. «Ma sai che c'è? Voglio fidarmi di te. Sento di potermi fidare se mi dici che non provi più niente per lui, che è solo una storia passata.»

Nadia strizzò gli occhi, ricacciando indietro un fiotto di confusione pura. Doveva assolutamente far finire quella conversazione. Al più presto. Altrimenti sarebbe crollato tutto il muro di bugie che aveva fatto innalzare, parola dopo parola.

«Non provo più niente per lui», sussurrò a bassa voce, ricordandolo più a se stessa che a lui. «Ci vediamo domani, Leonardo.» E senza guardarlo negli occhi si rifugiò nel suo appartamento.

Quando chiuse la porta di casa si lasciò scivolare con la schiena sul pavimento. Portò le mani sul volto e chiuse gli occhi, reprimendo dei singhiozzi che via via divennero sempre più forti.

Che diavolo stava combinando?  



Angolo dell'autrice.

Sono di nuovo a casa, e come promesso, eccovi l'aggiornamento! Siete stupiti della reazione di Nadia nei confronti di Leonardo? Pensate che dolce vicino di casa verrà a sapere la verità del bacio rubato? 

Fatemi sapere cosa ne pensate! Votate, commentate, e continuate a seguire la storia! 


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