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Capitolo 20.



Nadia era seduta di fronte alla scrivania della sua camera, con la testa china sul libro di Letteratura da almeno tre ore. Troppe, per i suoi gusti. Iniziava a incespicare le parole e le sembrava che alcune lettere addirittura si rimescolassero, formando frasi completamente senza senso. Forse era arrivato il momento di fare una pausa.

Dopo il suo incontro con Mattia, tenuto nascosto a tutti, le cose per lei erano tornate alla normalità. Visto l'atteggiamento del ragazzo aveva deciso di lasciar perdere ogni altro tentativo di approccio.

In realtà, dopo quel breve scambio di parole, Nadia si era quasi pentita del gesto repentino che aveva fatto: andarlo a cercare nella sua facoltà dopo anni in cui non si erano più visti poteva essere interpretato come un segnale un po' ambiguo, dal punto di vista di Mattia. Come se dovesse fargli capire che, nonostante il tempo trascorso, lei ci pensava ancora.

Ma forse non era così?

Se non gli fosse interessato minimamente, non avrebbe fatto i salti mortali pur di avere l'occasione di rivolgergli di nuovo la parola. E la stessa cosa valeva per lui: se non avesse avuto interesse per quello che lei doveva dirgli, allora non l'avrebbe mai trascinata in quella stanzetta dismessa. Entrambi volevano parlarsi.

Ovviamente i risultati non erano stati quelli sperati, per nessuno dei due. D'altronde, non si sarebbero certo potuti aspettare altro, visto il loro rapporto non più civile. Ma comunque era stato un piccolo passo. Per quanto minimo fosse stato, avevano avuto il loro primo confronto. Per un attimo si trovò a desiderare che ce ne fossero ancora altri, ma cancellò subito dalla mente quel pensiero. Chiarire il loro passato era un conto, ma ricominciare un qualcosa con lui era tutt'altro. Ed era categoricamente escluso. Lui stava con Anita adesso, ed era anche piuttosto felice.

La porta di casa si aprì con un tonfo e la voce squillante della sua amica echeggiò nella sala. «Sono tornata!» Si sentì il rumore di un borsone cadere a terra, poi la ragazza fece capolino nella camera.

«Sei arrivata proprio quando stavo pensando di gettare questo tomo dalla finestra. È tutto il pomeriggio che studio, e non ne posso davvero più.»

Gli occhi di Ada brillarono. «Che ne dici di uscire un po'? Magari potremmo andare a mangiare qualcosa... ho una fame!»

Nadia guardò l'orologio sulla scrivania, che segnava quasi le sei. «Se vuoi posso portarti in una gelateria qui vicino. Io e Leonardo siamo andati all'inaugurazione.»

Ada tirò su le braccia e in un secondo fu in piedi. «Gelato? Qualcuno ha detto gelato?» Aprì l'anta dell'armadio, tirò fuori un paio di Jeans e una maglietta verde e si cambiò in un batter d'occhio, sotto lo sguardo divertito dell'amica. Dopo essersi spazzolata i capelli e passata un po' di mascara sulle ciglia, batté le mani «Forza, io sono pronta!»

Nadia rise e si allontanò dalla sedia. Per fortuna era già vestita per uscire, quindi sciolse solo i capelli e ci passò le dita in mezzo per districare i nodi. «Andiamo, andiamo», la rassicurò. Prese la borsetta con le chiavi di casa e fece uscire l'amica dall'appartamento. Poi si richiuse la porta alle spalle.

Fuori era una bella giornata, di quelle con il sole caldo e il cielo limpido. Adesso la luce cominciava a diminuire, preparandosi all'imbrunire, ma per passeggiare all'aperto quello era il momento migliore.

«Insomma, come va con Leonardo?» domandò Ada, prendendo a braccetto l'amica e guardandola in tralice. La sua espressione la diceva lunga sul dove volesse andare a parare.

Nadia roteò gli occhi. «Siamo solo amici.»

«Certo, come no. Ti passa a chiamare tutte le mattine per andare a lezione insieme, si fa in quattro per tenerti un posto libero nei tavoli della mensa, e sono due settimane che sta cercando indirettamente di invitarti a uscire fuori.» Alzò un sopracciglio di fronte allo sguardo sorpreso dell'amica. «Sì, è così. Non lo fa in maniera evidente, ma me ne sono resa conto subito. Dovresti fargli capire se sei interessata, Nadia. Non mi sembra corretto lasciarlo sguazzare nel limbo dell'indecisione.»

Nadia sospirò. «Ci ho già provato, Ada. Ma sembra non recepire il concetto.»

«Gli hai detto che non ti piace?»

«No, non lo farei mai in questo-»

«Quindi ti piace?»

«Non è nemmeno così», borbottò Nadia, facendo trapelare il nervosismo dalla sua frase. «Lui è adorabile, senza ombra di dubbio. Mi tratta come non ha fatto nessun'altro prima d'ora, e per me è sempre disponibile... fin troppo disponibile», rifletté, ripensando a quelle volte in cui la petulanza di Leonardo aveva raggiunto livelli esasperanti.

«Però?» fece Ada, camminando con le braccia incrociate e lo sguardo da psicologa rivolto alla strada. «Dov'è il problema? Sembra essere il ragazzo perfetto, da questa descrizione.»

«Però non sono convinta di voler iniziare un qualcosa di sentimentale ora. Non credo di essere pronta.»

«E questo lui lo sa?»

«Ho tentato di farglielo capire, ma sembra non recepire bene il concetto...»

«Ti capisco, sai? Per quanto Leonardo sia un bravo ragazzo, sei uscita da una storia che per te ha contato molto, così tanto che ancora ti trascini dietro le conseguenze. E poi Mattia è molto più figo di lui», disse con disinvoltura.

«Ada!»

«Ehi, lo so che è off-limits per me, ma posso sempre giudicare quello che vedo!» rise lei.

«Sei incorreggibile, davvero.» Nadia scosse la testa e uscì dal cancello principale della L.U.S.I. «E invece tu che mi dici? Hai fatto colpo su qualche bel dottorando della clinica?»

Ada alzò gli occhi al cielo. «Potrebbero essere tutti miei padri. L'unico ragazzo carino che circola è un addetto al servizio mensa, ma lo vedo pochissime volte a settimana», brontolò, arricciando il naso.

«Perché non lo inviti a uscire fuori dalla clinica, quando lo rivedrai tra le corsie?»

«Ho detto solo che è carino, non che mi ci vedrei all'altare», sbottò Ada, declinando la proposta con un cenno della mano. «Io ho dei gusti particolari. Voglio una persona che mi sappia colpire al primo istante.»

Attraversarono la strada sulle strisce pedonali e svoltarono la via. Dopo pochi metri si trovarono di fronte alla gelateria Grattachecca. Le ragazze entrarono nella sala interna, dove in quel momento si trovano soltanto una coppietta e un gruppo di tre ragazze.

«È un posto davvero carino», disse Ada, guardandosi attorno prima di sedersi al tavolino.

«E devi sentire che gelati!» Nadia afferrò il menù delle coppe.

L'amica fece capolino dalla spalla dell'amica e scorse i tipi di gelati con gli occhi, guardando avidamente gli ingredienti. «Santissime calorie, questo è appena diventato il mio tempo della gola!», esclamò, sentendo un languorino farsi spazio nello stomaco. «Credo che prenderò un maxi cono con cioccolato bianco, gianduia, cocco e-»

«Ciao ragazze, benvenute alla Grattachecca. Posso prendere le vostre ordinazioni?» domandò all'improvviso un ragazzo con un cappellino e un taccuino in mano.

Nadia sorrise e sventolò una mano di fronte a lui. «Stavolta non mi riconosci?»

«Nadia! Perdonami, ero preso da questi fogliacci e non ho fatto caso che fossi tu», la salutò Bruno, grattandosi la testa con la matita. «Vedo che ti sei proprio innamorata di questo locale, anche se devo dire che stavolta hai portato una compagnia... migliore.» Sorrise ad Ada, che rimase imbambolata a guardarlo. Aveva ancora in mano il menù, ma la sua attenzione adesso era completamente rivolta a lui, mentre lo fissava in maniera quasi inquietante.

Nadia trattenne una risata e si schiarì la voce, percependo qualcosa di interessante da parte della sua compagna. «Bruno, lei è la mia migliore amica, Ada», li presentò. «E Ada, lui è Bruno, un mio vecchio compagno di liceo. Uno di quelli normali, intendo.»

Bruno spostò il taccuino nella mano sinistra e porse l'altra alla ragazza, in gesto fin troppo impostato ed educato. «Piacere di conoscerti.» Le fece l'occhiolino, sorridendo.

Lei rimase ancora in silenzio. Sembrava in uno stato di trance. «Ehm, il piacere è mio», rispose poi, arrossendo quasi quanto i suoi capelli. «Nadia mi ha parlato bene di te.»

«Posso dire la stessa cosa di te», rispose lui, regalando un'occhiata sbieca a Nadia. «Quindi... anche tu vivi qui?»

«Sì», balbettò Ada, alzando il tono di voce. Si vedeva da un miglio che fosse agitata. «Abito con Nadia, fuori dall'università. Però non studio alla L.U.S.I. Io, ecco, io preferisco occuparmi di cose più pratiche.»

Il ragazzo sollevò le sopracciglia stupito, poi gettò un'occhiata verso la cassa, dove un uomo lo stava guardando con le braccia conserte. «La penso al tuo stesso modo. Volete ordinare qualcosa?»

Nadia prese la stessa coppa che aveva ordinato la scorsa volta, mentre Ada ordinò il suo gelato ipercalorico da tre gusti.

«E mettici anche la panna!» gli urlò, mentre Bruno si allontanava sorridente. «Credo di essermi innamorata.» Sospirò, guardando di nuovo il menù con occhi sognanti.

«Del gelato?» chiese Nadia, con uno sguardo ironico stampato in volto.

«No, scema. Di lui. Mio Dio, ha un fascino da... non lo so, ma in cinque minuti mi sono passate nella mente almeno dieci fantasie diverse!» sussurrò a bassa voce, con le guance rosse e gli occhietti vispi.

«Credo che anche tu abbia fatto lo stesso effetto su di lui, sai? È la prima volta che lo vedo interessato a una ragazza. Quando l'ho conosciuto al liceo era incurante di tutto e tutti.»

Ada annuì e si voltò in maniera discreta per seguire con lo sguardo Bruno, dietro al bancone dei gelati. «Voglio scoprire ogni cosa di lui. Potrebbe appena essere diventato il mio tipo.»

Nadia rise. «Non posso esserti molto d'aiuto. Lui non è mai stato molto aperto per quello che riguarda la sua vita personale. So solo che stava sempre insieme alla combriccola di Diego... Ma credo che si siano allontanati dopo il liceo. Non so, lui frequenta la L.U.S.I, mentre Bruno lavora in questa gelateria. Forse hanno cambiato giro.»

«Perché non parli con Diego e glielo chiedi?»

«Non ho la minima intenzione di parlargli! Anche se sembra cambiato non voglio correre il rischio di impelagarmi di nuovo in situazioni scomode», replicò. «Perché invece non ti limiti a parlarci tu, con Bruno? Non sono mica io quella interessata a lui.»

Ada fece per rispondere, ma il ragazzo le interruppe, portandole la coppa e il cono gelato ordinati. Poggiò il vassoio sul tavolo e si schiarì la voce. «Ecco a voi, ragazze.»

«Grazie.» Nadia sorrise, guardandolo in tralice con un'occhiata eloquente diretta verso la sua amica.

Il ragazzo tossicchiò ed estrasse un foglio dalla tasca del grembiule. «Oh, ecco», balbettò, «mi chiedevo se foste interessate a partecipare a una festa, questo weekend. Soprattutto tu», spostò gli occhi su Ada.

Lei si raddrizzò sulla sedia, tra lo stupore e l'interesse. Partecipare alle feste ed essere invitata da un ragazzo a una di esse erano le due cose che preferiva di più. «Davvero?» mormorò estasiata «Cioè, volevo dire, wow! Di cosa si tratta?»

Nadia rimase in silenzio e fissò il foglietto che teneva in mano Bruno. Dall'angolo spiegazzato riusciva solo a vedere un simbolo, e la cosa non la rincuorò affatto. Sperò di sbagliarsi, ma le sembrava proprio lo stemma della L.U.S.I.

«Non vado molto dietro a questo genere di feste», spiegò Bruno, porgendo la locandina ad Ada, «ma sono stato invitato da alcuni miei vecchi amici, e mi hanno detto che avrei potuto invitare chiunque.»

«Oh, un'altra festa in casa degli sportivi?» lesse Ada, buttando subito un'occhiata dubbiosa all'amica. Dopo che la vide impallidire, spostò di nuovo lo sguardo su Bruno e gli porse indietro il foglio. «Sarebbe fantastico, ma credo di dover rifiutare l'invito.»

Sia Bruno che Nadia sollevarono le sopracciglia, stupiti da quel rifiuto.

«Perché?» chiese lui.

«In realtà ci abbiamo già partecipato la settimana scorsa», spiegò Ada, «ed era fantastica, non c'è che dire. Però Nadia ha avuto un brutto incontro, e non la metterei mai nella stessa condizione.»

Bruno scoppiò in una risata divertita e guardò Nadia. «Hai incontrato Silvestre?»

«Non avevo la più pallida idea che quelle feste fossero organizzate da loro.»

«E come ha reagito alla tua vista? È da molto che non lo vedo, ma mi hanno detto che è cambiato parecchio da quando ha iniziato il Campus. Sarei curioso di farci due chiacchiere.»

«Diciamo che non siamo più in buoni rapporti», rispose Nadia, accennando un sorrisetto. «Ma l'argomento non mi tocca più. Abbiamo deciso di prendere strade diverse.»

«E pensare che eravate così dolci al liceo», la prese in giro Bruno, in tono scherzoso.

«In ogni caso, noi parteciperemo a quella festa», decretò all'improvviso la ragazza, spostando lo sguardo su Ada. «Non ti permetterò di rinunciare a quello che ti piacerebbe fare, solo per me.»

Ada sgranò gli occhi e si mosse sulla sedia, sporgendosi dai braccioli. «Sei sicura, Nadia? Non dobbiamo farlo per forza.»

«Sicurissima. Io troverò qualcosa da fare... inviterò Leonardo», la rassicurò. «Non m'interessa se ci saranno Mattia o Anita, o qualsiasi altra persona sgradevole del loro gruppo. So farmi i fatti miei. Ma non li farò vincere. Loro non mi vorrebbero a quella festa, e proprio per questo motivo io mi farò trovare lì, sabato.»

Ada batté le mani entusiasta e Bruno sorrise, francamente meravigliato. «Wow, sei diventata davvero... tosta», si complimentò. Poi prese un foglietto di carta e ci appuntò qualcosa a matita, prima di porgerlo ad Ada. «Questo è il mio numero di telefono. Per metterci d'accordo sul luogo e sull'orario.»

La ragazza strinse gelosamente il foglio e sorrise a Bruno, arrossendo. «Grazie.»

«Adesso devo scappare. Se il capo mi vede altri cinque minuti a chiacchierare, entro sabato mi troverò anche senza lavoro.» Rise e salutò le due, e prima di tornare dietro al bancone fece l'occhiolino alla rossa.

Ada si voltò verso l'amica, rossa fino alla punta dei capelli. «Oh mio Dio!» esclamò sottovoce. «Mi ha davvero chiesto di uscire?»

«Non sono esperta di linguaggio maschile, ma quello mi sembrava un invito coi fiocchi.» 


Angolo dell'autrice.

In questo aggiornamento serale vi fornisco sul piatto d'argento una nuova e preziosa Ship... alcuni di voi l'avevano già ipotizzata, qualche capitolo fa, ma adesso, eccovi la conferma. Cosa ne pensate dell'ipotetica coppia Ada/Bruno? #Brada fa davvero ridere :')

I prossimi capitoli quindi saranno incentrati su questa fatidica festa al club degli sportivi, la seconda per le nostre protagoniste. 

Votate e commentate il capitolo se vi è piaciuto. E Stay tuned per i prossimi aggiornamenti :*

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