capitolo sei
[Pov's Milagros]
Sono passati tre giorni dal malore di Ciro.
Lui ancora non è tornato all'IPM e si nota, perché sembra tutto più silenzioso.
C'è fin troppa calma qui e tutto ciò porta a pensare che il motivo di contrasti e nervosismi nell'istituto sia proprio lui: Ciro.
Io mi sono avvicinata moltissimo ad Edoardo.
C'è stato anche un bacio.
È un bellissimo ragazzo e con lui mi trovo molto bene.
Ma è troppo gentile con me.
E non ha gli occhi neri.
E non ha un carattere aggressivo e spesso irruente.
Forse mi manca colui che mi infastidiva tanto.
Alla fin fine, mi divertivo ad infastidirlo a mia volta.
"Frì?" Mi richiama Edo, catturando la mia attenzione.
In questi giorni la direttrice ha deciso di farci fare sempre attività con i maschi, così da fare amicizie ed aiutarci nelle relazioni interpersonali.
"Oh Eduà, dimmi"
"C tien? Stai pensierosa .."
"No è che devo dirti una cosa .."
"Eh pure io Frì"
"Allora dimmi tutto"
"No dai, comincia tu, prima le ragazze."
"Ok, tu sei un bellissimo ragazzo, e mi piaceresti pure.. Solo che .."
"Solo che non sono Ciro, vero?" Mi chiede lui guardandomi negli occhi.
"Volevo dirti anche io la stessa cosa .. Ho conosciuto la nuova aiutante della prof .. E mi piace parecchio. Si chiama Teresa!"
"Che bella cosa Edo" E lo abbraccio.
"Comunque si notava eh .. Che ti piace Cirù."
"Non è che me piace, è che mi manca approcciarmi con lui, appiccicarmi per motivi futili .. Capisci che intendo?"
"Sese, te piace e anche tanto sorm!"
Mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla fronte.
[Pov's Ciro]
Sono ancora in ospedale, sdraiato sul lettino della mia stanza.
Al braccio destro ho una flebo che serve per "pulirmi lo stomaco" a detta dell'infermiera.
In realtà mi ha solo fatto gonfiare il braccio e mi fa parecchio male.
Ma i maschi non piangono mai, e quindi non posso piangere, anche se vorrei per una volta dimostrare la mia fragilità.
Ma la mia legge non me lo permette.
Gli insegnamenti di papà non me lo permettono.
Al polso sinistro invece ho una manetta, attaccata al pilastro del letto, così da non farmi scappare.
Come se poi potessi scappare.
Mi sento talmente senza forze che scappare, in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri.
Ieri sono venuti a trovarmi i miei genitori e mio fratello Pietro.
Mi mancavano molto.
Ma la verità è che nemmeno loro capiscono i miei silenzi, i miei sguardi.
Tutto ciò mi porta a portare alla roscia.
Ecco lei, mi capiva.
Mi innervosiva sempre, ma alla fine, mi piaceva che lei mi innervosisse.
Non vedo l'ora di tornare nell'istituto.
Di rivederla.
Mi sto annoiando tanto.
Qui non si vede il mio amato mare.
Ho un amore sconfinato per il mare.
Mi mette un'estrema calma ..
Non posso nemmeno fumare.
Sia perché non sto bene, sia perché mi han confiscato tutto.
Immerso nei miei pensieri poggiò nuovamente il mio volto sul cuscino e girò un poco la testa per permettermi di stare più comodo.
E mi addormento, vinto dalla stanchezza ospedaliera.
[Pov's Milagros]
Si è fatta ormai sera e siamo in mensa.
Anche qui, la direttrice ci ha messo insieme ai maschi.
Sono seduta vicino ad Edo e a Pino.
Di fronte a me ho Naditza, Carmine e il Chiattillo.
Strano a dirsi, ma gli amici di Ciro, senza di lui, non danno fastidio manco al chiattillo e alla pecora.
Stasera non ho fame. Continuo a rigirare la forchetta nel mio purè, cercando ispirazione.
"Cre Frì, non hai fame?" Edo, il mio ormai migliore amico, se ne accorge.
"No .." Sussurro.
"E come mai?"
Non rispondo ma guardo verso il tavolo vuoto di fronte a noi.
Il tavolo dei ragazzi.
E fisso un punto preciso.
Il posto dove si siede sempre Ciro.
"Ho capito , ho capito .. Facciamo così, quando torni in cella per dormire, non ti spogliare ma rimani vestita.
Vengo poi a prenderti io, ok?" Mi dice lui, facendomi annuire.
Faccio finire la mia razione di cibo a Pirucchio e ci portano a fare la doccia.
Successivamente arriva (finalmente) il momento di andare a dormire.
Liz passa a chiudere tutte le nostre celle.
Io mi avvicino alla finestra per osservare il mare.
"A Ciro piace tantissimo il mare .." Mi dico da sola.
Come faccio a saperlo non lo so, ma mi ricordo che lo osserva perennemente, quindi immagino gli piaccia tanto.
Silvia e Nad si mettono sotto le coperte.
"Amò cre, nun dorm?" Mi chiede Naditza a bassa voce.
"No amò, mo viene Edoardo.."
"E arò jat?
"Non lo so Nad, ma tu e Silvietta dovete stare zitte ok?"
"Si amò, tranquill, c vrimm riman vabbuò? Buonanotte amò per quando torni!"
"Notte a te Nad, e grazie." Mi avvicino al suo letto e le stampo un bacio sulla guancia.
Lei ricambia.
Arriva Edo davanti alla porta della mia cella.
Mi sventola davanti agli occhi un mazzo di chiavi.
E apre la porta della cella.
"Ma come hai fatto?"
"Essere il migliore amico di Ciro ha i suoi vantaggi.
E mo andiamo, veloce e in silenzio su."
Mi prende per un polso e corriamo in cortile e poi successivamente verso il cancello del portone dell'IPM.
Li c'è Lino che ci aspetta e ci fa uscire.
"M'arraccumann Eduà. Alle 6 di mattina dovete sta qua vabbuò?"
"Si Linù, grazie assai."
E io ed Edo ci dirigiamo fuori.
Camminiamo per qualche metro e ci aspetta una macchina.
Edo entra e si siede davanti.
A me tocca dietro.
"Chi è sta ragazza Eduà?" Chiede il ragazzo voltandosi verso di me.
Lo osservo.
Ha una somiglianza particolare con Ciro.
"Pietro lei è una mia amica, è la femmn e Cirù.
Viene con noi."
"Agg capit! E brav a fratm, a uaglion chiu bell!"
Lui mi porge la mano.
Io lo guardo e chiedo ad Edoardo la traduzione di cosa ha detto.
Edo mi dice di lasciare stare e dice a lui di parlare italiano, perché sono del nord e non capisco il napoletano.
"Piacere Pietro, sono il fratello di Ciro."
Si presenta lui.
Ed ecco spiegato il motivo della somiglianza con Ciro.
"Milagros" Gli stringo la mano.
Poi Pietro si volta nuovamente e accende la macchina.
"Ma dove andiamo?" Chiedo curiosa.
"Innanzitutto a mangiare un gelato, tengo una fame! Possiamo Piè?" Chiede Edo.
"Eh certo fratm, così vediamo di prenderne un po' da portare pure a lui."
Arriviamo presto in gelateria, la migliore di Napoli, mi assicurano i due baldi giovani.
Solo che invece di prendere un gelato a testa, prendiamo una vaschetta d'asporto.
Non ho ben capito cosa ci faremo con una vaschetta, ma immagino che lo scoprirò presto.
Torniamo in macchina e Pietro guida sicuro per le strade di Napoli.
Ben presto raggiungiamo l'ospedale.
E lì capisco.
Stiamo andando da Ciro.
Mi prende un batticuore assurdo.
Ho ansia.
Non vedo l'ora di rivederlo.
"Ma perché sono così agitata?" Mi chiedo.
"Eh perché ti piace assai, amò." Mi risponde Edo.
"No.. Ho parlato ad alta voce?" Chiedo conferma e sia Pietro che Edo annuiscono.
"Che figura di merda .." E loro scoppiano a ridere.
Pietro parcheggia e ci dirigiamo tutti e tre verso il triage dell'ospedale.
Pietro ci guida.
Arriviamo davanti ad una stanza e li ci sta una guardia penitenziaria.
Pietro fa un cenno con la testa alla guardia e lui va via, sicuramente a prendersi un caffè, permettendoci di entrare.
Entra per primo Pietro che si avvicina al corpo inerme e dormiente del fratello.
È addormentato su un fianco.
Ha il braccio sinistro steso e bloccato per via delle manette e il braccio destro con una flebo.
È ancora pallido.
Tiene i capelli senza gel, più mossi del solito.
È bellissimo.
Respira pesantemente.
E mi perdo a guardarlo.
"Com'è possibile che uno stronzo, sia così bello?" Mi dico da sola nella mente.
Pietro lo scuote leggermente.
"Cirù ja svegliat"
Ciro mugola qualcosa di incomprensibile e si gira dall'altra parte.
"Cirù! Non mi far perdere la pazienza. T'adda sveglia mo mo!" Lo scuote ancora.
Ciro finalmente si sveglia e apre gli occhi.
Io ed Edo siamo nascosti dal buio, quindi non ci vede.
"Pietro, ho sete, mi passi l'acqua?"
Chiede lui al fratello che subito obbedisce e lo aiuta a bere.
"Ma che ci fai qui?"
"Eh ti ho portato tre sorprese Cirù!"
"Che sorprese?"
"Ragazzi venite" Ci dice Pietro.
Io ed Edo ci avviciniamo al letto dove sta seduto Ciro.
"Oh fratm! Mi sei mancato!" Dice Ciro ad Edo che lo abbraccia e scoppia a piangere tra le braccia di Ciro.
"E cre, piangi?" Lo prende in giro Ciro, ma tanto ha gli occhi lucidi anche lui, quindi non è credibile.
"Eh , m si mancat!" Si abbracciano ancora una volta e poi Ciro si volta verso di me.
Ci guardiamo tanto.
Intensamente.
"Vabbuò Eduà, noi andiamo a fare una passeggiata che dici?" Pietro si porta via Edo senza manco farlo rispondere.
Ci lascia però la vaschetta di gelato.
La mette nel mini freezer di cui dispone Ciro in camera.
"E tu? Che ci fai qui?" Mi chiede sussurrando e in italiano.
Non rispondo..
Lo guardo fisso negli occhi.
"Che devo fa? Gli dico che mi piace?" Mi chiedo da sola, in totale ansia.
"Cre principè, nun m rispunn?" E mi prende per un polso facendomi sedere sul letto con lui.
Mi guarda negli occhi.
Ha gli occhi tanto belli.
"No è che .. Ceh boh"
"Che?" Scoppia a ridere.
Sto andando in ansia.
Io , Milagros che non ho sentimenti.
Che non mi frega mai di nulla.
Sono in ansia perché davanti ho il ragazzo che mi piace.
E forse me ne sono resa conto solo ora.
Di quanto in realtà mi piaccia.
Lui poggia la mano destra, quella con la flebo sulla mia guancia e me la accarezza lentamente.
"Vedi che sono contento di vederti."
Non resisto più.
Avvicino il mio viso al suo e lo bacio.
Gli chiedo subito l'accesso con la lingua, che lui prontamente mi concede.
Poggio una mano sul suo viso, per avvicinarlo ancora di più a me e con la mano libera mi appoggiò sulla base del suo collo.
Gli accarezzo la base del collo, dove ha i capelli corti corti.
Dopo pochi secondi mi stacco, riprendendo fiato.
"Ok mi piaci. Boh l'ho detto!"
Esclamo tutto d'un fiato.
Ciro sorride.
La prima volta che lo vedo sorridere.
"Davvero?" Mi chiede.
"Davvero. Talmente tanto che stasera non ho mangiato per la tua mancanza. Continuavo a fissare il tuo posto a tavola."
Lui appoggia la sua mano sulla mia e me l'accarezza lentamente.
Punta il suo sguardo nel mio.
"Mi piaci anche tu tantissimo. Però devi mangiare. Non voglio che stai male per me. Intesi?"
"Si intesi."
Lui toglie la mano dalla mia e la poggia alla base del mio collo e mi ri avvicina a lui.
Mi posa un bacio a stampo sulle labbra.
Poi si stacca e mi guarda intensamente.
"Sono un po' stanco e ora mi va di godermi il tempo con te. Poi ne parliamo appena esco da qui."
"Va bene. Ti abbiamo portato il gelato. Lo mangiamo?"
"Si!" Esclama tutto contento.
Mi alzo e raggiungo il mini freezer prendendo la vaschetta con il gelato.
La apro e recupero due cucchiaini.
Io mangio giusto due cucchiaiate.
Il resto lo lascio a lui che è molto affamato.
Lo capisco.
Saranno giorni che non mangia.
Dopo pochi minuti ha finito la vaschetta.
Si stende sul letto.
"Vieni qui accanto a me." Mi dice facendosi più in là per farmi posto.
Mi stendo accanto a lui.
Lui con la mano libera dalle manette mi stringe la mia è poggia il suo viso nell'incavo del mio collo.
Vi deposita un bacio sul collo.
E si addormenta.
Sereno.
Io sono felice.
Mi esplode il cuore di felicità.
Non mi muovo di un millimetro, per non svegliarlo.
E mi godo questa vicinanza con lui.
Che mi tranquillizza.
•spazio autrice•
ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia.
fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto !!!
love u all.
instagram: @unmondodigiacomooo
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