Le serate estive l'ho amate da sempre,
sin da bambina,
quando con mio nonno andavo a prendere un gelato e a contare le stelle;
me lo ricordo ancora vividamente,
il suo dito puntato verso il cielo,
i discorsi dei grilli,
il vento che accarezzava timidamente la pelle e le lunghe lezioni di fisica.
Mi sentivo invincibile
indipendente
inarrestabile.
Poi però sei arrivato tu
e la mia mente ha smesso di seguire le regolari leggi della natura.
Sei arrivato tu
e ho iniziato ad immaginare la tua mano nella mia mentre passeggiavo fra gli alberi,
il suono della tua voce ad interrompere il silenzio,
ma con delicatezza
come solo tu sei capace di fare.
C'era la tua risata intrecciata fra i miei capelli
e il tuo sorriso incastrato tra i miei polmoni
come se potesse rimanere lì per sempre.
Ti chiedevo cosa ti piacesse di più della notte e tu rispondevi il silenzio,
che non capivi se ti affascinasse o ti spaventasse,
però lì,
le mie dita fra le tue,
non avevi paura,
ed eri invincibile
indipendente
e decisamente inarrestabile.