Ostento preghiere verso dèi sordi,
che vagheggiano tra sussurri, ignorando la langue,
nessuno ascolta la voce nella mia testa
mentre sono immerso nel cotone, sporco del tuo sangue.

Ho paura di disturbare
ho paura di sconfortare
ma se non apro bocca, tutto fa male.

I sogni non sono più un luogo sicuro
infettati dall'amore che mi circonda
a piedi nudi sulla neve, sul magma, le spine,
il suo continuo riverbero, incessante mi assorda.

Ti ascolto piangere,
ti sento urlare;
ti prego non smettere, altrimenti tutto fa male.

La morsa che sento, che mai affievolisce
mi trascina e inabissa, nell'abisso profondo:
suonando melodie struggenti e oscure
mentre pezzo per pezzo, frantuma il mio mondo.

Il vespro lo accoglie,
la notte lo culla;
perché tutto fa male,
e non rimane nulla.