Steso sul nulla provo paura.
Non ho aspettative ma mille visoni:
interagendo col vuoto, simulo un bacio.
L'atto diventa un'estensione della mia pelle,
e ci muoviamo a ritmo sconnesso,
come un'orchestra schizofrenica.
Amo i tuoi modi, ma mi odio per questo.
Provo piacere quando mi sfiori,
godo come mi punisci e mi strappi le emozioni.
Mi sento in colpa per sfruttarti così...
Sei una sublimazione di ogni mia contorsione,
o un passo avanti in questo delirio infernale?
Fino a quando non avrò la risposta, fammi a pezzi,
cammina sulla mia pelle trascinando i tuoi piedi di ferro,
ma ti prego, dammi la tregua di cui tutti abbiamo bisogno.
Spero che un giorno potrò riscoprire appieno la luce del sole,
la carezza delle stelle,
il bacio del vento,
e l'armonia del tatto di una pelle risanata e senza cunette.