Lo scontro
"Prova a prendermi se ci riesci!!" Disse la ninfa ridendo. Poi svolazzò fino alla riva opposta a Cico del lago, atterrò e si mise a guardarlo con le mani sui fianchi. "Che cosa stupida" pensò il giovane ma nonostante ciò si mise a fare il giro del lago per raggiungere la ragazza. La ninfa allora si girò e cominciò a correre come una lepre. Fecero zig zag nel bosco per circa 5 minuti poi la ninfa guidò il ragazzo di nuovo al lago. Arrivato davanti alla gigantesca distesa d'acqua Cico si fermò per respirare stanchissimo, mentre la ragazza si era seduta sulla solita grande roccia in mezzo al lago. Poi la ninfa si buttò in acqua. Senza pensarci Cico si buttò ma appena sott'acqua non la vide più. Cico era confuso. Andò a cercarla più in profondità. Più scendeva meno vedeva. Quando arrivò ad un punto in cui era tutto buio. Al ragazzo cominciò a mancare l'ossigeno. Nonostante ciò non risalì in superficie per prendere una boccata d'aria. Il ragazzo, senza fiato, cominciò a strattonarsi senza motivo: lanciava pugni e calci anche se sapeva che non l'avrebbe aiutato. Ormai lo sapeva, sarebbe morto lì, senza aver salutato per l'ultima volta ai suoi amici. Gli veniva da piangere ma sapeva che se lo avesse fatto avrebbe accelerato la sua morte e le lacrime di sarebbero mischiate con l'acqua lacustre. Quando Cico venne risucchiato da un'ignota forza esterna e senza che se ne fosse accorto si ritrovò disteso su un prato. Aprì gli occhi e vide il sole, com'era bello il sole. Così luminoso. Cico si alzò e vide davanti a lui la ninfa che svolazzava. "Dai, divertiti ed esplora un po'!!" gli urlò la ragazza, poi, tra capriole in aria e risate scomparve. Cico sembrava perso. Non sapeva perché fosse lì. Così decise di seguire il consiglio della ninfa: esplorare. Cominciò a camminare e si fermò davanti ad un fiume. Le sue acque erano così cristalline! Più cristalline delle acque più cristalline della Terra! (whut?) Incantato, Cico, si specchiò e vide dei piccoli pesci coloratissimi. "Ah sarebbe bello se potessero volare" pensò Cico. Ad un certo punto i pesci aprirono le loro alucce ed uscirono dall'acqua. Volavano veramente! Una volta furono tutti in aria il ragazzo si accorse che i pochi pesci che nuotavano nel fiume erano un branco! Le creaturine cominciarono a volargli intorno e Cico cadde a terra. Rimase un secondo a guardargli e poi si mise a ridere. A ridere a crepapelle. Ora capiva l'eccessiva euforia della ninfa. Mentre rideva notò che il cielo era rosa ed era pieno di arcobaleni. "Vedi che ti diverti!". La ninfa volava in cerchio sopra di lui. Rideva anche lei. Poi il ragazzo si alzò e la ninfa atterrò. "Hey! So che combatti bene!" gli disse felice la ragazza. "Sì perché?" chiese lui. "Voglio sfidarti" gli rispose fiera la ninfa. "Accetto la sfida!" esclamò immediatamente Cico. "Combattimento a mani nude. SENZA PIETÀ" sentenziò la ragazza. "Ci sto!" le disse Cico con aria di sfida. I due si allontanarono l'uno dall'altra. Cico era sicuro di vincere. Senza indugi lui cominciò a correre verso la ninfa preparando il colpo. Lei stranamente rimase ferma. Lui continuò a correre ma, arrivato ad un centimetro da lei, la ninfa si spostò. Cico era scioccato. Dietro di lui la ragazza gli sferrò un calcio alla nuca e il ragazzo cadde a terra. La ninfa si buttò su di lui, gli bloccò le braccia e cominciò a torcergli un muscolo del braccio destro. Cico provava dolore si strattonò e dopo un po' di tempo riuscì a liberarsi dalle grinfie della ninfa. Lui cercò di sferrarle un altro pugno ma lei lo saltò (tipo cavalluccio) e gli sferrò un altro calcio alla nuca. Lui cadde. Poi lo bloccò di nuovo. Quella volta gli fece più male. Quella volta gli spaccò un braccio. Quello destro. Lui cercò di liberarsi e ci riuscì. Però la ragazza gli cominciò a tirare pugni sul viso. Lui non sopportava più il dolore, corse lontano e gridò "MI ARRENDO!!" Poi cadde a terra e perse i sensi. Quando si svegliò vide due figure sfocate. Chiuse di nuovo le palpebre e poi le riaprì: le figure erano più dettagliate. C'era un uomo anziano coperto da una lunga veste blu. Vicino a lui v'era la ninfa. "Grazie nonno! Fortunatamente l'hai curato" la sentì dire. "Di nulla tesoro" disse il suo presunto nonno. Cico si toccò il labbro; v'era una cicatrice piccola. Poi si toccò l'occhio sinistro con la mano sinistra; era ricoperto da una benda. Poi vide il suo braccio destro fasciato. "Perfetto" pensò. Subito la ninfa si precipitò da lui con sguardo preoccupato "Hey sono felice che ti sia svegliato. Mi dispiace tantissimo non volevo farti così male...vedrai che ti rimetterai presto e potrai tornare dai tuoi amici!" gli disse. Poi lo abbracciò. "Ma tu come ti chiami?" Le chiese. "Monika. Tu?". "Cico" e detto questo addormentò.
FINE CAPITOLO :)
~BYESS
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