Capitolo 15 - Sarcasmo
(T/N)'s pov
È ovvio che noto la tua pazzia, cosa credi?
«Beh, quella ovviamente è difficile che passi inosservata da chiunque ti guardi... intendo, cos'hai oltre la CIPA, i tic, la balbuzie...» elencai. Il ragazzo congiunse le sue dita al mento pensandoci un pò, per poi iniziare a far un elenco sulle dita della sua mano. «Amnesia d-dopo aver incontrato lo Sle-ender-rman, bipolarità, ADHD, schizofrenia e t-trauma... si dovrebbe-ero essere t-tutti» disse sorridendo. «Non credevo ne fossi, come dire, felice..?» domandai, data la sua non calanche a riguardo. «Ah beh, ho u-un record che potrebbe r-rendere invidioso chiu-unque» disse ironico, ancora. «Credo che le persone facciano prima a rivolgersi a te che andare dallo psichiatra...» affermai guardandolo, ottenendo in risposta una gran risata. «Bella q-questa bambolina, dovre-esti far b-battute più spesso. A parte ciò, o-onestamente non mi importa più delle mie mala-attie, ci h-ho fatto l'abitudine. Siamo solo io e loro c-contro il m-mondo». Tobias si diede a un'ultima risatina.
Cavolo, questo sta proprio fuori-
«Non dirmi c-che sei ancora spaventata dopo tutte le ra-assicurazioni bambo-olina?». Il ragazzo si mise in piedi, inarcando il busto verso di me. Rimasi seduta, i suoi occhi castani incontrarono i miei, e, anche se sentivo dell'agitazione, cercai di non fargli imporre la sua potenza su di me. «Non direi spaventata, ma che ti aspetti? Sto in allerta perché son chiusa in questa stanza insieme ad un pazzo, come ti definisci tu, che deve liberarsi da un'essere sovrannaturale. Come dovrei sentirmi?» risposi sarcasticamente. «Aww quanto sei te-enera b-bambolina». Tobias mi accarezzò una ciocca di capelli, per poi tenere tra le sue mani il mio viso, facendo rincontrare i nostri sguardi. «Ascoltami... d-devi almeno tentare di fida-arti di me, va bene? C-capisco le tue preoccupazioni, capisco che a-ancora mi te-emi, anche se questa cosa mi e-eccita ancora un c-casino che non imma-agini. Ma ci devi p-provare, senza la mia prote-ezione la tua m-morte è certa.»
Nel suo tono e nel suo sguardo, riuscii a percepire onestà. Dopotutto ha ragione, senza di lui sarei già stata fatta fuori. Rischio la morte anche se riuscissi a scappare da sola, quindi son costretta a fidarmi di lui. «Hai ragione Tobias, cercherò di fidarmi di te, per quanto mi sia difficile. Sperò però che te non faccia qualcosa che mi farà perdere la fiducia che sto provando a darti...» spiegai.
Stavo sul serio dando in custodia la mia vita al mio carnefice? A colui che fino qualche giorno fa mostrava comportamenti di violenza verso di me? Ebbene si.
«Per via di fattori i-incontrollabili non p-posso garantirti nulla al ma-assimo, ma posso dimostrarti che s-so mantenere le pro-omesse. Io, Tobias Erin Roger, prome-etto di proteggerti e di non t-torcerti un c-capello volontariamente in cambio del tuo c-contributo a rimanere in vita per sba-arazzarci di Slenderman» finì il discorso, porgendo la mano verso di me, per stipulare il patto. «Frena, frena. Io non ci guadagno niente a rimanere in vita. Se devo dirla tutta, sono morta già giorni fa. Che senso ha accettare un patto che mi permette la sopravvivenza solo soggiornando qui? Preferisco il suicidio.» Constatai, non distogliendo gli occhi da Tobias, che invece osservò il pavimento. Il ragazzo sembrò irrequieto: picchiettava il tavolo con le dita della mano destra mentre con l'altra si grattò la testa, il tutto accompagnato dalle sue scarpe pestare il pavimento a un ritmo irregolare. Passati dei minuti, si tranquillizzò. «Se mi a-aiuterai a sbarazzarmi di Sle-enderman, ti r-restituirò la vita, la libe-ertà». Tobias mi porse nuovamente la mano, sorridendo. Ero titubante, non capii dove stava l'inganno. Ritornando a casa metto a rischio la sua vita. «Bambolina, ascoltami». Il castano, non ottenendo risposta, si avvicinò e prese le mie mani nelle sue, instaurando un'ulteriore contatto fisico e visivo con me. «La mia p-priorità adesso è riotte-enere la mia libertà. Sono a-ancora scosso da tu-utto ciò che mi ha n-nascosto il capo che non mi sta passando neanche per la te-esta di farti del male, nonostante te mi f-faccia ancora i-incazzare. Una volta liberi me ne a-andrò il più lontano possibile, m-mentre te potrai tornare dalla t-tua famiglia.» spiegò. Ancora non fui convinta e lo capì. «La sai una cosa? Slenderman, f-finché a sua detta non "rinsanirò", n-non ti ucciderà, ma ti po-otrebbe usare a suo fa-avore contro di me. Finché non gli dò a-ascolto non morirai e lui sa beni-issimo che se dovesse ucciderti, o-oltre a detestarlo, mi farei fuori. E a lui non convi-iene, sono il suo miglior p-proxy» spiegò.
Tobias non ha tutti i torti. Se non accetto morirei per mano sua o di Slenderman. Se accetto potrei morire, ma le probabilità calano.
«Va bene, facciamolo» risposi convinta e Tobias ricambiò con un sorriso, facendo la così tanta attesa stretta di mano. «Sapevo che f-fossi più forte di così ba-ambolina» mi sorrise, senza rendermene conto ricambiai. Tobias mi lasciò le mani e si diresse verso le sue accette. «Devo uscire, puoi far quel che vuoi intanto. Ovviamente escludendo fughe e piani contro di me» disse ridacchiando, chiudendo la porta a chiave.
Sarà pur un'assassino, ma quando fa la persona "normale" viene irradiato da una luce diversa, quasi innocente... come se vivesse un'altra vita. Mi dispiace che sia finito in questo stato, molto probabilmente avrebbe potuto salvarsi in qualche modo. Pazienza.
Non posso far granché adesso, andrò a darmi una sistemata e leggerò qualche libro nell'attesa che Tobias ritorni.
Calò il sole e il castano varcò la soglia della porta di casa, poggiando sul pavimento delle buste. «Potresti svuotarle m-mentre vado a cambiarmi?» chiese. Poggiai sul tavolo il libro che stavo leggendo, "Orgoglio e pregiudizio", e cominciai a frugare tra le buste: cibo, acqua, vestiti, saponette, colori... colori? Cosa serviranno mai a Tobias?
«Ah, quelli son t-tuoi, ti ho preso anche u-uno sketchbook e delle ma-atite. In qualche modo dovrò pur tenerti a b-bada tranquilla, giusto?» mi sfiorò la spalla ridendo. Ero sorpresa da quel gesto, mugolai a malapena un "grazie". Mentre Tobias mi aiutava a sistemare i suoi acquisti, notò il libro che stavo leggendo. «"Orgoglio e pregiudizio" eh? Hai b-buon gusto bambolina. Ti porterò anche dei libri nu-uovi da leggere, qua in casa ce ne s-sono pochi lasciati dai vecchi i-inquilini» disse. «Non serve che ti disturbi, in un modo o nell'altro mi intrattengo, per quanto sia difficile rilassarsi ora» risposi. Non vorrei mai che impazzisse all'improvviso per colpa di qualche libro. «Non preoccuparti, n-non è un peso per me e se que-esto ti aiuterà ad occupare il tempo ben v-venga» disse, finendo di sistemare le ultime cose. «Siediti pure, p-preparo la cena» aggiunse. Mi sedetti e lo osservai: sembrava completamente diverso dal solito, era molto gioioso e tranquillo.
Passati dieci minuti, Tobias servì la cena: uova fritte con funghi. «Sai, questi li ho r-raccolti qui nella foresta» spiegò. «Non starai mica cercando di avvelenarmi?" Risposi sarcasticamente, seguita dalla sua risata. «Se avessi v-voluto farlo l'avrei già fatto. Ora ma-angia prima che si freddi» rise, mentre mangiò la prima forchettata di funghi. Lo seguì: erano molto buoni.
Tobias's pov
Finimmo la cena e lavai piatti e padelle, mentre (T/N) sfogliava le pagine del suo sketchbook. Appena finito mi cambiai i vestiti, indossando la mia solita felpa a strisce, jeans e occhialini: stanotte non dovevo far nulla in città, sarei andato a fare un giro di ricognizione nella foresta, per assicurarmi che sia tutto a posto e che non ci sia nessuno nei dintorni.
Guardai cosa stava facendo (T/N): disegnava un passaggio, il laghetto che le feci vedere questa mattina. «Ti serve a-aiuto a ricordare il posto bambolina? Prendi matite e fo-ogli, andiamo a fare un piccolo g-giro di ricognizione e passiamo lì. Sempre anne-esso che te non voglia rimanere chiusa qui d-dentro sola e indi-ifesa» le dissi, mentre presi le mie accette e le misi alla cintura. «Come vuoi, ma come mai?» domandò la (c/c) mentre si alzò a prendere una felpa. «Devo assicurarmi c-che sia tutto tranquillo, nulla di peri-icoloso». Appena la ragazza fu pronta, uscimmo di casa. Controllai se tutto fosse nella norma nell'area di mia proprietà e, menomale, fu così. Finito il giro, portai (T/N) al laghetto che le piaceva tanto. «Eccoci qui b-bambolina, possiamo rilassarci adesso. Fa quel che v-vuoi, tranne sca-appare ovviamente» ghignai, con risposta un suo sguardo confuso ma felice di essere lì. La ragazza inizialmente si sedette alla riva dell'acqua con il suo sketchbook. Finito di disegnare, la vidi meno tesa e più rilassata, a tal punto da notare la sua curiosità nell'esplorare nuovamente il posto. La vidi poi cogliere dei fiori: stava seduta davanti un cespuglio, sorridente. Spezzava i fiori dai rametti con la delicatezza di un bambino, assicurandosi di non tirare troppo la pianta. Fatto un bel mazzetto, iniziò poi a intrecciarne alcuni tra loro.
La osservavo dall'altra parte del laghetto, assicurandomi che qualcuno o animali selvatici pericolosi non disturbassero la quiete. Ho deciso di riportarla qui perché vorrei che iniziasse a fidarsi di me. So che sarà molto difficile acquistare fiducia da una persona che ho quasi ucciso, ma credo che ci riuscirò per via del patto. Se non abbiamo fiducia reciproca, lei non può tornare a casa e io non posso affrontare lo Slenderman, quindi, volenti o meno, dobbiamo affidarci l'una all'altra. Se devo essere onesto con me stesso, mi pento di averle fatto del male. Purtroppo lo Slenderman e le mie malattie non hanno fatto altro che peggiorare la mia salute mentale facendomi agire in quei modi. Pensando questo non voglio ovviamente giustificarmi sul male che ho causato a (T/N) e agli innocenti uccisi. Come per le persone che mi ebbero bullizzato, come per mio padre che trattò con ferocia me e la mia famiglia non hanno giustificazioni, per quanto comprensibile, anche io non ho scusanti per le azioni svolte volontariamente. Tenere in vita (T/N) e distruggere Slenderman sarà il mio modo per iniziare la redenzione. Non potrà esser cancellato quel che ho fatto, la mia anima rimarrà per sempre macchiata dai peccati commessi, ma posso cambiare lo svolgimento della storia donando un finale migliore a tutti quanti.
(T/N) si era sdraiata alla sponda del lago: giocava con l'acqua, mentre rane e pesciolini si avvicinavano alle sue dita di soppiatto. Un piccolo sorriso le si disegnò in faccia non appena una rana saltò sulla sua mano e iniziò a giocarci. Mi avvicinai a loro, ma la rana, probabilmente per via del rumore dei miei passi, saltò via tuffandosi in acqua.
«Scusa, non volevo che scappasse» dissi a (T/N) mentre prendevo posto vicino a lei. «Oh, non fa niente». La ragazza riprese una posizione seduta mentre continuava a contemplare il laghetto. «Così ti p-piacciono i fiori, eh?» domandai prendendo il mazzetto che colse prima e che teneva vicino. «Mi sono sempre piaciuti» si limitò a dire, evitando il contatto visivo, come sempre.
Restammo un'altro pò immersi nella natura, finché non si fece tardi e tornammo a casa.
Arrivati, andai nello sgabuzzino sul retro: i vecchi proprietari avevano lasciato un vecchio materasso ancora in ottime condizioni. Lo portai dentro, a sorpresa di (T/N), piazzandolo nell'angolino in cui dormiva solitamente e gli tolsi il cellophane attorno che lo proteggeva dalla polvere. «Dormi p-pure qua sù, ora ti dò una coperta e un cu-uscino». «G-grazie Tobias...» rispose titubante. Le diedi il resto e mi buttai sul mio letto, pronto a dormire. «Sta tranquilla bambolina, non ho n-nessun piano in mente. Voglio semplice-emente iniziare ad a-acquistare fiducia nei tuoi confronti, così che p-possiamo ottenere entra-ambi la libertà» spiegai, mentre lei si sistemò la coperta. «Sai che mi ci vorrà del tempo, vero?». La (c/c) si accoccolò nel materasso, coprendosi fin sù la testa. «Non mi importa, so che p-prima o poi arriverai a fidarti di me. Questo mi ba-asta. Potremmo persino diventare ottimi ami-ici, non c-credi?» ridacchiai. (T/N) non rispose. Probabilmente non sapeva cosa dire o semplicemente si sarà addormentata. La seguì nel mondo dei sogni.
Angolo autrice
E finalmente ecco l'altro capitolo xD
Volevo farvi una domanda: avete facilità a leggere i dialoghi di Toby o preferite che scriva senza interpretare le balbuzie? Da un lato a me verrebbe meglio non scriverle per velocità, ma essendo una sua caratteristica sono un pò indecisa... quindi chiedo a voi!
Detto ciò, ci si vede al prossimo capitolo!
Come ultima cosa prima di lasciarci, vorrei fare un piccolo disclaimer ai miei lettori più giovani. Anche perché io lo so che, anche se non avete 14 anni, continuate a leggere: io non voglio ASSOLUTAMENTE romanticizzare comportamenti che, nella vita reale soprattutto, non sono PER NULLA normali. Con questo intendo tutti i comportamenti di Toby. La violenza non va bene in nessun caso, anche se la persona a farla (come Toby in questo capitolo) ammette di essersi pentito o dice che non lo farà più. In questa fanfiction la nostra protagonista è viva, nella realtà sarebbe già morta. Insomma, mi avete capito, e spero che stiate tutti attenti alle persone che avete intorno, ok? 🎀
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