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Capitolo 14 - Riflesso

Mini avviso:
*vi ricordo che nel capitolo precedente, nell'angolo autrice, trovate la playlist spotify da ascoltare durante la lettura.

(T/N)'s pov

Passò circa una buona mezz'ora da quando Tobias uscì furioso da casa. D'un tratto, sentii la porta aprirsi. «Eccomi b-bambolina» disse il ragazzo lasciando cadere le accette per terra, incurante di poter rompere qualcosa. «Credo che te l'abbia già ca-apito: siamo tutti e due in possibile p-pericolo» continuò, sedendosi accanto a me guardandomi. «Si, l'avevo intuito...» risposi ricambiando lo sguardo. «Se non vuoi la-asciarci la pelle, dovrò i-insegnarti qualche cosetta» continuò a spiegare il ragazzo, stranamente senza troppi tic improvvisi. «È inutile. Non sono riuscita a salvarmi da te, figuriamoci cosa potrei fare contro un'essere sovrannaturale. Non so neanche se quel che ho visto e vissuto con lui sia reale, come potrò fronteggiarlo?» ribattei ironicamente sulle ultime frasi.

Non so se riuscirò a svegliarmi viva domani, posso già immaginare quale sia il mio destino se mi ritrovassi faccia a faccia con lo Slenderman...

«Su questo non d-devi preoccuparti troppo. Lui non ti to-orcerà un solo capello se s-sto ai suoi ordini. Più che altro, non s-si sa mai che possa accadere qualcosa di improvviso me-entre lavoro... Sarebbe necessario che imparassi ad orientarti nella f-foresta. Dovrei anche darti una piccola arma con cui tu po-ossa difenderti da animali selvaggi o persone. Ovviamente non dovrai u-ucciderli, ma ferire spesso torna utile.» Tobias si alzò e andò verso la libreria. Frugò in uno dei cassetti e prese due walkie talkie con delle pile. «Se mai dove-essi essere in pericolo, ti bastera usare q-questo e arriverò subito da te.» spiegò, porgendomene uno dopo averci messo le batterie. Lo guardai confusa... quel giocattolino sarebbe riuscito a raggiungere il segnale se Tobias fosse stato più lontano dal campo di ricezione?

«So a che cosa s-stai pensando. Sta tranquilla, funzionano alla g-grande. Appartenevano alle forze dell'ordine, anche se sarò più lo-ontano del solito riuscirò a captare un m-minimo di segnale» spiegò. Dopo che andò al bagno, il castano scrutò nel suo armadio e tirò fuori una felpa nera con cerniera. «Metti questa, nella foresta la te-emperatura è sempre bassa, sopratutto quando c'è umi-idità»disse porgendomela. Appena sistemò le accette alla cintura, uscimmo di casa.

Mi guardai attorno: era da circa quattro mesi che non uscivo da quella "prigione", guardavo l'esterno solo dalla finestra... da quando comparve Slenderman neanche così tanto. L'aria pura tra gli alberi mi diede una bella rinfrescata ai polmoni. Non sentivo così freschezza da mesi.  Anche il panorama era fantastico: ormai l'inverno era alle porte e gli alberi perdevano le ultime foglie. Di tanto in tanto, in questi giorni, anche la pioggia era presente. Ma chissà, presto potrebbe anche nevicare...

«Mi raccomando, a-ascoltami bene.» Tobias, a pochi passi da casa, si fermò. «La direzione in cui ci stiamo d-dirigendo adesso conduce ve-erso il centro della f-foresta. Evita più possibile di f-finire lì... E il luogo principale do-ove risiede Slenderman» spiegò per poi riprendere a camminare di fianco a me, diversamente da prima. «Per evitare d-di addentrarti troppo verso il c-centro... non appena arrivi a questa distanza da casa, cerca di andare sempre ve-erso destra. Evita più possibile la s-sinistra.» continuò, indicando i vari punti di riferimento. Camminammo ancora per qualche manciata di minuti, finchè non arrivammo in una piccola area coperta da alberi e cespugli, che nascondeva un piccolo ma grazioso laghetto. «Questo è un buon punto per nasco-ondersi o fare una s-sosta.» Disse Tobias, sedendosi e facendo cenno di far lo stesso. «È rilassante, non trovi?» domandò con gli occhi chiusi e un'espressione rilassata. «Si, è un bel posticino» mi limitai ad osservare. Il ragazzo frugò nella sua tasca, per poi tirar fuori un taglierino. «So che non è chissà c-cosa, ma meglio di nulla. Vedrò di pro-ocurarti un'arma migliore in questi g-giorni». Tobias mi porse la mia nuova "arma" che conservai in tasca. «Non è difficile dife-endersi con quello. Anche se di dimensioni m-modeste, se usato al momento giusto può darti grande vanta-aggio». Spiegò, per poi alzarsi e stiracchiarsi le braccia. «Adesso andiamo, finisco di m-mostrarti la foresta. Se poi ti va, possiamo to-ornare qui» disse. Risposi con un cenno di testa.

Esplorammo la foresta per circa un'ora: Tobias si curò di farmi vedere tutte le possibili vie di fuga, i luoghi da evitare per via degli animali selvatici o in cui poteva risiedere lo Slenderman e altri posti in cui nascondermi. Prima di ritornare a casa, ci fermammo nuovamente al laghetto, come aveva già anticipato.

Mi sedetti vicino la riva: l'acqua, nonostante fossimo in una foresta, si mostrava molto limpida. Difatti, ci stava qualche piccola rana che sguazzava insieme ad alcuni girini. Questo posto "segreto" era popolato da animali: si sentiva il verso dei gufi tra gli alberi, mentre, di tanto in tanto, potevo cogliere i fili d'erba e i cespugli muoversi per via di cerbiatti, volpi e simili. Il paesaggio non era da meno: ci stavano fiori, qualche fungo e tantissime foglie.
Toccai l'acqua con le dita, come per giocare con le rane, finché non mi soffermai ad osservarmi nel riflesso. Non sorridevo da mesi, ma vedere un posto cosí carino, paragonabile a un bosco incantato dei racconti delle fiabe, mi portò un pò di gioia. Non badai neanche troppo al mio aspetto. Ormai essere una dea della bellezza è impossibile, ma dentro di me sapevo che comunque sarei sempre rimasta carina, ridotta così o meno.

Fui così tanto persa nei miei pensieri che non mi accorsi che Tobias si fosse seduto vicino a me: notai il suo volto riflesso nel lago, per poi girarmi verso di lui.
«È bello, vero?» Il ragazzo mise anche lui le dita nell'acqua, nell'invano tentativo di toccare una delle rane. «Non ti ho mai vista s-sorridere, è cosí strano» ghignò, continuando a giocare con l'acqua. «Ah beh, non che ultimamente abbia così tanti motivi per farlo» replicai ovviando, ottenendo in risposta una risata. «Non posso darti to-orto...» disse. «Le rane sono molto carine... io e mia s-sorella, da piccoli, ci divertivamo a catturarle per osse-ervarle. Poi ovviamente le l-liberavamo» raccontò il ragazzo. Notai in lui una tranquillità che mai avrei pensato di percepire... che stesse provando felicità e nostalgia a quel ricordo?
«Tua sorella?» domandai, titubante sul chiedere. Per mia fortuna, Tobias non fu per nulla infastidito. Strano...
«Esatto, mia s-sorella maggiore. Ci volevamo molto bene ma, pu-urtroppo, il destino me l'ha portata via» spiegò, inarcando la bocca e trasformando quel sorriso in apatia. Mi limitai a mormorare un "mi dispiace", per poi tornare a guardare il mio riflesso, sperando di non aver alterato l'umore del castano. «Te le somigli... lei aveva i tuoi stessi ca-apelli (l/c), lo stesso taglio d'occhi... anche lo stesso s-sorriso» disse inarcando le labbra verso l'alto. Notai nello specchio d'acqua il suo sguardo addosso a me. Sguardo che non ricambiai... insomma, è inquietante vedere il tuo torturatore osservarti senza il fine di farti del male. «E già, le s-somigli tantissimo. Ora che ci pe-enso, lei aveva anche i tuoi stessi modi di fare e c-comportamento. Non si faceva mettere i piedi in te-esta da nessuno, era una testa calda. Ma quando serviva, sapeva essere super d-dolce...» continuò, senza levarmi gli occhi di dosso. Incominciai a non sentirmi a mio agio, ma non lo diedi a vedere. Tobias avrebbe potuto alterarsi immediatamente e ferirmi. «Cos'hai b-bambolina? Paura? Puoi stare tranquilla, non sono in vena di farti del ma-ale. L'unico a cui vorrei spa-accare il culo è lo Slenderman. Pazienza, mi sfogherò stanotte col prossimo m-malcapitato. Non devo darla v-vinta al capo, non d-devi rimanere fe-erita... a meno che te non mi faccia i-incazzare ovviamente» spiegò. Alle sue parole mi tranquillizzai quanto basta per non perdere lo stato di allerta. «Te invece? Hai fratelli o s-sorelle?» mi domandò incuriosito. «No, sono figlia unica» risposi. «Capisco... Quanti a-anni hai? Non mi sembra di avertelo chie-esto.» continuò a conversare. «Diciasette, compiuti recentemente» dissi. «Oh, se devo essere sincero pensavo ne avessi q-quindici» ridacchiò. «Io ne ho v-venti».
Rimasi sorpresa per un'attimo. Credevo fosse poco più giovane, un mio coetaneo. «Tornando a noi... sai d-difenderti e contrattaccare?» il ragazzo riprese la conversazione precedente. «So qualcosa, a scuola abbiamo fatto vari corsi di autodifesa» replicai. «Perfetto, una c-cosa in meno che avrò da spie-egarti». Tobias si alzò, porgendomi la mano. «Adesso torniamo a casa, stare troppo t-tempo fuori è p-pericoloso». L'afferrai per alzarmi, per poi, durante la camminata, seguire Tobias da dietro.
Tutta questa gentilezza è davvero inusuale. Non mi farò fregare.

Arrivati nella nostra dimora pranzammo con dei tramezzini, accompagnati da un tè freddo. «Da stasera ini-izierò a prendere cibo di più qualità, come carne, pesce e v-verdure.» disse il ragazzo tra un boccone e l'altro «Dobbiamo metterci in f-forze se non vogliamo fare una bru-utta fine». «Posso farti una domanda Tobias?» chiesi, picchiettando con le dita la lattina di tè, sperando di non auto sabotarmi. «L'hai già f-fatta» ghignò, finendo l'ultimo sorso della bevanda. «dimmi pu-ure». «Non che voglia farmi gli affari tuoi, ma perché ci tieni così tanto a tener testa a qualcosa di più potente di te... intendo, ormai quel che è fatto è fatto, non puoi cambiare il passato. Tanto vale continuare quella vita. Sappiamo benissimo tutti e due che lo Slenderman non mi terrà viva e che può rivendicarsi quando vuole, quindi perché non cedi subito?» domandai, guardando il ragazzo negli occhi, che, però, non incontrarono i miei. «Sai perché? Perché quel babastardo mi ha me-entito. Si è presentato come una sorta di f-figura pate-erna, che non ho m-mai avuto, per "salvarmi" dalla mia ve-ecchia vita... in cambio di un burattino ai s-suoi ordini. Volevo solamente far giu-ustizia ai più deboli, non f-ferire persone innocenti» spiegò, mettendosi le mani sul capo e facendo un respiro profondo, per calmare il nervoso. Non dissi nulla, lo guardai solamente, comprendendolo.

Di sicuro non è per nulla semplice superare un tradimento di questo calibro, ma addirittura andare contro un'entità sovrannaturale... piace così tanto la morte a quel ragazzo? D'altro canto, però,  forse c'è ancora una speranza per me? Se Tobias ipoteticamente riuscisse a sconfiggere Slenderman, potrebbe decidere di lasciarmi andare. Se davvero volesse redimersi per il male che ha causato, potrebbe anche costituirsi e scontare la sua pena in carcere. Ovviamente non gli crederanno se parlasse dello Slenderman, ma sempre meglio lì che continuare a essere comandato o a girovagare nella foresta tutto solo. Magari se mi mostrassi volenterosa ad aiutare, cosa che mi obbligherà comunque a fare, potrei effettivamente aumentare sia le mie chance di sopravvivenza e sia quelle di un possibile ritorno alla mia ormai andata routine. Perché no, tanto ormai la mia vita è stata in gioco sin da quando son qui, facciamolo.

«Se posso chiedere... se dovessi riuscire a battere lo Slenderman o comunque qualunque cosa te abbia in testa... dopo che faresti?». Il ragazzo mi guardò e per fortuna non fu infastidito dalla domanda. Ci fu qualche secondo di silenzio, ma poi aprí bocca. «Non lo so. So solo che d-devo liberarmi di lui, m-mi ha davvero ro-otto» rispose, facendo trasparire del sarcasmo. «Certo che non sarebbe m-mica male dimenticare questa pa-arte della mia vita, incluso il mio p-passato, per ricominciare da zero... potrei anche pensare di amma-azzarmi, ma non s-servirebbe a niente battere il c-capo in quel caso. O potrei continuare questa vita ma a mo-odo mio: f-farei giustizia ai più deboli ma senza ucci-iderli, p-passerei dalla parte del giu-usto». Tobias chiuse queste ultime frasi con una grossa risata.

Ah beh, bel paladino che abbiamo, un batman versione cartella clinica ambulante. Certo che questo ragazzo è sul serio allucinante. Un momento prima vuole uccidere fottendosene, mentre quello dopo si pente. Ma che problemi ha?

«Perché dovresti lasciarli in vita? La tua anima ormai è sporca...» provai a domandare. Volevo vedere dove potesse arrivare con i suoi pensieri. Il castano tornò nuovamente serio e concentrato. Mangiò l'ultimo boccone di cibo e poi mi diede la risposta «Se ci rifletto, n-non so chi sia effettivamente malva-agio. Anche se u-uccidessi un'altro bullo, nonostante pote-essi informarmi al massimo, non s-saprei mai se dentro so-offra per qualcosa, se in r-realtà è una brava persona o se agi-isca così come conseguenza p-patologica... sarebbe come punire me ste-esso per qualcosa che non posso c-controllare» concluse, con sguardo di riflessione.

Ma questo c'è o ci fa? Come può cambiare opinione da un giorno all'altro? Mi sembra eccessivo.

«Te stesso? Non prendermi alla lettera, che problemi hai Tobias?» feci la finta tonta, osservandolo. «Bambolina...» Il ragazzo mi guardò, poggiando la mano sulla mia spalla. «Non lo vedi che sono pazzo?»

Angolo autrice
Ehilà, eccovi un capitolo nuovo nuovo appena sfornato :D
Vi faccio un mini spoiler perché vi voglio bene <3
E se seguite quest'angoletto vuol dire che davvero vi importa di questa storia, ne sono FELICIAH
Ma andiamo allo spoiler... da qui i nostri protagonisti inizieranno pian pian ad avvicinarsi, un pò com'è successo in questo capitolo. Obv non vi dico altro xD
Alla prossima ^^

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