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Cap 6

Ho scelto di andare verso il fiume. E' una strada nuova, per me. Imbocco un sentiero sconosciuto e mi ritrovo in mezzo a un boschetto.

«Fermati, Hello Kitty!», grida la voce dietro di me. Sono quasi delusa. Non è Andres. Perché avrebbe dovuto seguirmi, dopotutto? Non sa nemmeno come mi chiamo.

Mi appoggio a un albero e scoppio a piangere. Ce l'ho con Mirko, ce l'ho con mia madre per avermi portato qui, per non essere riuscita a tenersi stretto mio padre, per non aver protetto Eleonora. Ce l'ho col mondo intero. E' una rabbia incontenibile, che mi fa girare e puntare il dito contro Mirko.

«Tu», dico «è solo colpa tua se mi sono cacciata in questa cosa!»

Mirko allarga le braccia, poi si piega sulle ginocchia. La corsa l'ha stremato. Anche io sono stanchissima, ma lo prenderei volentieri a pugni.

«Si può sapere che ti è preso?», mi chiede, quando riesce a riprendere fiato.

«Pensi di avermi fatto una sorpresa? Bé ti sei sbagliato di grosso. Hai fatto una grandissima stronzata»

Si avvicina di un passo.

«Ma se hai ballato benissimo, lì dentro...», ribatte lui.

«Non importa come ballo. Io non posso ballare. Non farò mai più una cosa del genere per il resto della mia vita»

Mirko alza un sopracciglio e i suoi occhi azzurrissimi hanno uno strano scintillio.

«Tu non sai quello che dici», afferma «rifletti, Amanda. Potevi andartene. Potevi fingere di non saper ballare. Invece è stato più forte di te. Le tue gambe e le tue braccia non hanno dato retta alla testa. Hanno seguito il cuore. E l'espressione che avevi mentre ballavi... E' la cosa più bella che io abbia ma visto»

Arrossisco. Sembra quasi una dichiarazione.

Mirko si avvicina di un altro passo e mi prende una mano. Se la porta al petto, poi mi stringe.

Lascio che mi abbracci e per la prima volta sento il suo profumo. E' un aroma diverso da quello di Andres. E' molto più dolce. Appoggio la testa sulla sua spalla e lascio che mi accarezzi i capelli.

«Non voglio sapere perché hai deciso di sprecare in questo modo il tuo talento», mormora Mirko «ma sappi che non me ne starò fermo a guardare».

Ci sono abbracci che vorresti non finissero mai. Quello con Mirko, in questo momento, ci sta andando molto vicino. Mi sento protetta, mi sento a casa. Non devo dare alcuna spiegazione. Lui non la vuole. Chiede solo di rimanere fermo, in questo bosco, e di tenere la mia testa sulla sua spalla. Inizio a respirare regolarmente.

«Amanda», sussurra Mirko «da quando sei entrata in quell'aula, io...»

Non fa a tempo a finire la frase, perché Andres ci si para davanti. Ha l'aria scocciata.

«Eccovi qui. Mi chiedevo dove vi eravate cacciati»

«Che cosa vuoi?», ringhia Mirko. Dal tono che sta usando intuisco che tra lui e Andres non corre buon sangue. Solo che ovviamente non ne conosco la ragione.

«Mi manda la signora Marie», risponde Andres, usando lo stesso tono di voce. Poi mi guarda e aggiunge: «Non avevo alcuna intenzione di rovinare questo momento romantico»

Andres tira fuori il telefonino e compone un numero. Un ciuffo di capelli scuri gli cade sugli occhi, ma lui non se ne preoccupa. Lo guardo e provo emozioni contrastanti. Da una parte so di aver ballato a causa sua. Mi ha sfidato. Dall'altra sento che quando c'è lui il mio corpo si risveglia. E' come se il cuore mandasse messaggi impazziti a ogni cellula e dicesse: Andres, Andres, Andres. Solo che non capisco il motivo e questa cosa mi manda in bestia. Non ho mai provato niente del genere per nessuno. Potrei ridere e piangere insieme.

«Pronto, Marie? Sì, li ho trovati. Certo, gliela passo subito»

Mi porge il suo telefonino, mentre Mirko non si decide a lasciarmi la mano. In questo momento vorrei che il mio amico fosse altrove. Mi vergogno subito di questo pensiero.

«Pronto?»

«Ciao, Amanda. Volevo dirti che mi spiace molto se in qualche modo ti sei sentita forzata. Ti chiedo scusa»

«Non ce n'è bisogno», ribatto «ho fatto tutto da sola. Anzi, mi spiace se le ho fatto perdere tempo»

«Al contrario», ribatte Marie e sento di amare quel suo leggero accento francese «io credo tu abbia un talento davvero notevole. Vorrei proporti di continuare a frequentare il mio corso. Se ti andrà e solo se ti andrà, potrai recitare o ballare o cantare o fare quel che vuoi. In alternativa mi farai da assistente. Che ne dici?»

Rifletto un attimo. Non faccio nulla di male se accetto. Non sono obbligata a ballare. Forse potrei imparare qualche nozione di recitazione.

«Accetto volentieri», rispondo «anzi, grazie per l'opportunità»

«Perfetto, allora ci vediamo settimana prossima. Saluta Andres e Mirko»

Riattacca.

Porgo il telefono ad Andres.

«E' finita la sceneggiata? Adesso posso anche andarmene così limonate in pace», dice e sogghigna.

Odio quando fa quel mezzo sorriso.

«Non stavamo limonando», rispondo.

«Vuoi sapere quanto me ne frega?», chiede, mentre si incammina verso il sentiero.

Stringo i pugni. Non so più cosa ribattere. Lo guardo allontanarsi e mi dico che aveva ragione la bidella: devo stargli lontano.

Mirko mi mette una mano sulla spalla.

«Io non lascerò che Andres ti si avvicini più del dovuto», sussurra «lui è una persona da cui devi stare lontana»

Le stesse parole. Ma perché? Perché tutti mi dicono che Andres è un tipo che non devo frequentare e invece io me lo ritrovo ovunque? Perché mi fa questo effetto?

«Cosa ti ha fatto?», chiedo.

Mirko abbassa i suoi occhi azzurri.

«Preferisco non parlarne», dice, dopo un attimo.

«Prima o poi dovrò saperlo», insisto.

«Prima o poi conoscerai anche la sua ragazza», mi informa Mirko. E dal tono in cui pronuncia questa frase, capisco che ancora una volta, all'orizzonte non c'è niente di buono per Amanda Leone.

Siamo solo all'inizio. So che qualcuno tifa per Mirko e qualcuno per Andres. Ma sono i personaggi di volta in volta a decidere. Se volete che continui questa storia lasciatemi un commento. Grazie di cuore per l'entusiasmo che mi state dimostrando!

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