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Cap 46

«Allora, dove vuoi andare signorina?»

Andres mi fa salire sul suo Peugeot e mi sorride.

«Parcheggia pure la macchina in centro», gli dico.

«Che hai in mente?»

«Una cosa semplice. Ma che non ho mai fatto con nessuno»

Scendo dalla macchina e lo abbraccio. Poi lo prendo per mano e inizio a camminare pera la via principale. Non c'è molta gente in giro, perché è una sera qualunque. Le luci nelle vetrine dei negozi sono spente e i pochi bar aperti sono quasi vuoti.

«Amanda, perché sorridi?»

«Perché è la prima volta che passeggio mano nella mano con un ragazzo. Con il mio ragazzo. E' una sensazione bellissima»

«Sei davvero divertente, lo sai?», dice Andres, imbarazzato.

«Per te sarà anche una cosa banale, ma a me non era ancora capitato. Mi sento grande. Mi fa stare bene. Sento di aver qualcuno su cui contare. Tutte le ragazze dovrebbero avere un momento così»

«E se ci vedono Ludovica o Mirko o i nostri compagni?»

«Sarò ancora più contenta»

«Hai il naso rosso per il freddo»

«E tu le orecchie»

«Amanda, per quanto tempo ancora vuoi camminare al freddo e al gelo?»

«Fino a che tutti sapranno quanto siamo felici!»

«Vieni qui, dolce frana», sussurra Andrea.

Nella piazza principale, davanti al Cinema, mi stringe forte e mi bacia appassionatamente. Il mio naso gelato si scontra con la sua pelle sempre calda. Mi appoggio al suo petto e sospiro. E' così bello averlo vicino. Ancora non mi sembra vero.

Quanto può durare la felicità? Un secondo, un attimo, o una vita intera? Per quanto tempo mi sarà concesso di essere così schifosamente felice?

«Ti manca l'Argentina?», gli chiedo, mentre continuiamo a camminare.

«Moltissimo. Mi mancano le persone che ho lasciato lì. Non tutte, insomma, ma almeno le più importanti».

«I tuoi amici?»

Annuisce.

«Non solo loro. Anche mia madre»

Andres si ferma sul ponte e guarda l'acqua scorrere.

«Come mai siete dovuti andare via?», domando.

Lui mi accarezza una guancia.

«Dolce Amanda», mi sussurra «se ti dicessi questo, adesso, rovinerei un altro momento bellissimo. Ti prometto che saprai tutto. Non voglio avere segreti. Ma è ancora troppo presto, per me, capisci?»

«Più o meno», rispondo. In realtà capisco benissimo. Anche io non sono ancora pronta per svelargli quello che successe quella terribile sera in cui Ele perse la vita.

«Ludovica lo sapeva?»

Andres serra le labbra.

«Ho dovuto dirglielo. Forse per questo mi sentivo così legato a lei. Ora ho paura che possa servirsi in qualche modo di quelle informazioni»

«Sono sicura che non è così cattiva», cerco di rassicurarlo. Non posso che invidiare Ludovica. Lei sa quello che io non so.

«Ma con te è diverso, Ami. Con te non ci sarà bisogno di forzature, per parlare. Io lo so. Vedo dai tuoi occhi che mi capisci»

Andres mi prende per mano e ricominciamo a camminare.

«Avevi ragione tu», dice.

«Che cosa?»

«E' così bello camminare mano nella mano con qualcuno a cui tieni tanto»

Voglio camminare mano nella mano con te. E saltellare ogni tanto, senza motivo. Come fanno le bambine quando sono felici. Tienimi per mano in questo giorno che sa di meraviglia. Tienimi per mano anche quando la luna verrà oscurata dalle nuvole nere e non vedrò via d'uscita. Tienimi per mano quando mi sentirò stanca, sola, sconfitta. Portami con te nei tuoi giorni peggiori, quelli in cui non apriresti la porta del cuore a nessuno

Rimaniamo in silenzio e facciamo un altro giro. Ogni tanto ci guardiamo e basta. Qualche volta Andres si ferma e mi appoggia delicatamente contro al muro di una casa, poi mi bacia. Ogni volta che le nostre labbra si incontrano c'è un sapore diverso.

«Domani abbiamo ancora le prove», dico, mio malgrado. Marie le ha messe di sabato perché dice che la mattina siamo più concentrati.

«E' meglio rientrare», approva lui.

Quando arriviamo davanti al portone, le nostre mani non riescono a staccarsi.

Ci baciamo con passione, lui mi prende in braccio e io gli mordicchio il collo.

«Amanda?»

Questa voce la riconosco. Sento un brivido e Andres mi molla come se avesse in braccio un sacco di patate. Per poco non rotolo a terra.

«Carol!», esclamo, stupita, guardando la mia migliore amica seduta su un gradino delle scale della casa di fronte alla mia.

«Che ci fai qui?», le chiedo.

E' come osservare un fantasma del mio passato. Mi rendo conto di tutto quello che mi sono lasciata alle spalle solo ora che lei è di fronte a me. Anche la presenza di Eleonora, adesso, è forte nei miei pensieri.

«Ho un weekend libero e ho pensato di farti una sorpresa», dice lei, e mi indica la sua pesante valigia.

«Credi che il tuo bel ragazzo ci possa aiutare a portarla su?»

«Ma certo», balbetto «a proposito, lui è Andres»

«Piacere», dice Carol e con un gran sorriso gli stringe la mano «Amanda mi ha parlato molto di te»

«Spero ti abbia detto solo cose belle»

Carol ridacchia.

Non so perché, ma l'improvvisata di Carol mi rende nervosa. Cerco di esserne felice, ma qualcosa mi dice che non andrà a finire bene.

Amanda, mi dico, rilassati. In fondo, Carol è la tua migliore amica.

Le amiche ci sono nel momento del bisogno.  Ma quando siamo felici sono disposte ad accettare la nostra felicità? Voi cosa ne pensate?

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