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Cap 40


Maya sta dormendo. La osservo: i capelli sciolti sparpagliati sul materasso, la bocca leggermente aperta. Penso che dentro di lei sta già vivendo un piccolo essere e che presto la sua pancia sarà un enorme pallone. Non so quanto duro e difficile possa essere per lei questo periodo. Sola, senza i genitori e con un cucciolo di uno stronzo nella pancia.

So già che quando nascerà mi commuoverò tantissimo.Me lo immagino, con due occhi scuri scuri e la testa completamente pelata.

Il suo cellulare squilla e lei apre gli occhi di scatto. La sua mano si muove a casaccio fino a che non trova il telefono.

«Pronto?», dice. Sgrana ancora di più gli occhi.

«Davvero nonna?»

Sorride.

«Ma certo, arrivo subito»

Riattacca e mi butta le braccia al collo.

«Andres mi ha perdonato. Dice che posso tornare a casa»

«Che bella notizia!», esclamo.

«Tu che ne dici, piccolo esserino combina disastri?», sussurra, rivolta alla sua pancia.

Mia mamma spalanca la porta.

«Ragazze, io vado al lavoro. Vi ho lasciato la colazione sul tavolo!»

«Grazie mamma», dico stupita «Maya oggi tornerà a casa»

«Oh», risponde mia madre. Sembra quasi dispiaciuta.Da quando siamo tornate, non ha fatto altro che riempirci di domande sulla vacanza e su quanto sia bella Madesimo.

«Sai che puoi venire a trovarci quando vuoi, vero?», le dice.

«Grazie, signora», risponde Maya.

Poi si alza e inizia a fare la valigia.

Mentre facciamo colazione, Maya mi sussurra: «Sei consapevole del fatto che  è tutto merito tuo, vero?»

«Che intendi?», chiedo.

«Andres non mi avrebbe mai accettato a casa, se non fosse per far felice te»

«Non dire sciocchezze», ribatto, «l'ha fatto perché ti vuole bene»

Maya sorride. «Indubbiamente. Ma non l'avrebbe fatto così in fretta. Ami, tu mi accompagnerai, vero?»

Abbasso la testa.

«Maya, sai che non sono ancora pronta per perdonarlo»

«Lo so, ma ho bisogno di te», mi prega lei.

Alzo gli occhi al cielo.

«Quando mi guardate con quello sguardo implorante, io non riesco a dire di no», rido.

«Io e Andres siamo così», risponde lei, felice.

Quando arriviamo a casa di Andres, la nonna apre la porta e Maya la stringe forte a sé.

«Oh, nonna. Non vedevo l'ora di vederti»

«E io di abbracciarti», sussurra lei. Poi, senza che io abbia detto una parola, aggiunge: «Ma c'è anche la tua bellissima amica»

Mi prende le mani e se le porta ancora alla fronte. Quando fa quel gesto mi chiedo cosa senta. Annuisce.

«C'è della passione, nella tua dolce amica», dice a Maya.

«Benvenute», esclama Andres, dalla cucina.

Lo raggiungiamo. Sta preparando il pranzo.Indossa una tuta e un ridicolo grembiule. I suoi capelli sono spettinati e vederlo così, in casa sua, mi riempie di una tenerezza infinita.

«Amanda, ti fermi vero?»

«No», dico «devo tornare a casa»

«Ma sei da sola», ribatte lui.

«Arriva Mirko»

«Puoi anche dirgli che hai un altro impegno»

Scoppio a ridere.

«Non ci penso neanche», dico, acida.

La nonna di Maya inizia a sghignazzare.

«Nonna, che hai?», chiede Maya, stupita.

«Quei due si amano», commenta «si amano proprio»

Divento rossa ed evito di guardare Andres.

«Nonna, ma cosa dici», risponde Maya.Ma anche lei sta ridendo.

Andres le si avvicina e Maya gli salta al collo. Penso che sia così facile, tra fratelli, perdonarsi. Il legame di sangue aiuta, in un certo senso. Non ci si può mai davvero dividere dalla propria famiglia.

Eleonora, tu potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?

«Bentornata sorellina», esclama Andres e la bacia su una guancia.

Quel gesto tenero stride così tanto con il ragazzo burbero e arrabbiato che l'ha buttata fuori di casa. Ma Maya non sembra accorgersene.

«Allora io posso andare», dico e mi chino a salutare la nonnina.

«Cara, non si sfugge all'amore vero», mi sussurra in un orecchio.

Avvampo di nuovo.

Saluto tutti e sto per uscire. Andres mi segue.

«Sei ancora arrabbiata?», chiede.

«Ovvio», rispondo.

«Non ci stai ripensando neanche un po'?»

«Dammi una sola ragione per cui ti dovrei perdonare»

Andres si morde il labbro e non dice nulla.

Sto per andarmene, quando mi prende per un braccio e mi tira verso di sé.

Sei sempre così prepotente, eppure tutto quello che fai nasconde la tua dolcezza. Mi tratti male, ma non puoi fare a meno di girarmi intorno. Da quando ti ho visto non facciamo che soffiarci addosso come due gatti arrabbiati. Non vedo l'ora che mi tocchi di nuovo.

«Amanda», bisbiglia «farò tutto quello che vuoi. Ma perdonami. Cosa devo fare per farti cambiare idea?»

Ci penso un attimo.

«Sorprendimi», rispondo e cerco di divincolarmi, anche se il suo profumo mi travolge e le sue labbra così vicine in questo momento sono un'odiosa tentazione.Quando mi ha attirato verso di sè, istintivamente ho messo le mani avanti e adesso sento i suoi pettorali sotto i miei palmi. Sto facendo un enorme sforzo per non sciogliermi. Tutto in lui è così caldo, così selvaggio, così...

«Come?»

«Fammi vedere una cosa di te che non ho mai visto», rispondo, e cerco di prendere le distanze.

Lui mi lascia andare e mi rendo conto di quanto mi dispiaccia staccarmi dal suo corpo.

«Poi mi perdonerai?»

«Poi si vedrà», dico.

Me ne vado sorridendo. Sono curiosa di vedere cosa si inventerà adesso. Qualsiasi cosa sia, dentro al mio cuore, so che l'ho già perdonato.

Care lettrici, prometto che da qui in poi il vostro cuore  batterà sempre più  forte  a ogni capitolo...  :)

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