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Cap 34

Nota: per godere al meglio di questo capitolo vi consiglio di ascoltare la canzone qui sopra, Tutte le strade portano a te, di Ligabue.

«Allora, ragazzi, avete dormito bene? Questa mattina proviamo un po' di scene del nostro spettacolo»

Marie si è ficcata in testa un cappellino buffo e indossa una mantella di lana tutta colorata. Anche il suo viso è radioso. Vorrei poter dire lo stesso. Non ho chiuso occhio e ho anche cacciato Mirko dalla stanza, perché volevo stare da sola.

Andres tiene per mano Ludovica e non mi guarda neanche in faccia.

«Il nostro lupo ballerino è pronto?», chiede Marie, fissandomi. Ho intrecciato i capelli e indossato un paio di leggins. Tengo in mano le scarpette da ballo, ma ancora non mi decido a metterle.

«Proviamo la scena della caccia. Ludovica interpreta la sorella del nostro protagonista. Amanda, tu sei Allison e alla fine riesci a catturare il tuo innamorato, mentre la sorella rimane a guardare»

Andres scoppi a ridere: lui e Ludovica si guardano con aria complice. Mirko osserva la scena, preoccupato. Marie aggrotta la fronte e scribacchia qualcosa.

«Sono pronta», dico e mi metto al centro della sala. Aspetto che Andres si muova, incerta se lo farà o meno. Alla fine si sgancia dalla mano di Ludovica e si mette accanto a me.

Ines inizia a suonare. Io e lui ci muoviamo, ma niente è come quando abbiamo provato nel bosco. Io sono disperata e lui non ha la minima voglia di farsi catturare. Si scansa controvoglia e non mi guarda mai negli occhi. Ludovica interviene a metà scena, ma al posto che cercare di dividerci rimane in disparte a guardare e Andres le presta più attenzioni del dovuto. Alla fine, quando riesco ad afferrare Andres per un braccio, lui mi spinge via con una tale forza che cado a terra, confusa. Poi Andres prende Ludovica e la bacia.

«L'incesto non è previsto», mormora Maya, sconvolta.

«Stop!», urla Marie, le mani nei capelli «Andres, cosa stai combinando?»

Lui alza le spalle.

«Forse è meglio provare un'altra scena, oggi», mormora.

Ludovica ha l'aria divertita. Mirko mi aiuta ad alzarmi in piedi.

Non devo piangere. Non devo piangere. Non devo.

E infatti sfodero un sorriso e prendo le scarpe da ballo.

«Se vuoi, Marie, sono pronta per il mio assolo», la informo.

Lei si illumina e in un attimo ha dimenticato la penosa scena a cui ha appena assistito.

«Sei sicura?», chiede «hai già pensato a una musica?»

«Certo, eccoti la chiavetta»

Gli altri si siedono e io indosso le scarpette. La sensazione di infilare ancora il piede lì dentro è strana e dolorosa. So che stasera avrò male ai piedi, perché non sto neanche facendo riscaldamento. Ma non mi importa. Il dolore è troppo forte. L'unica cosa che mi può salvare, in questo momento, è la danza.

«La nostra Allison è rimasta da sola», spiega Marie, per introdurre la scena «e il suo amore le manca da morire»

Annuisco. Non è difficile calarmi in questo ruolo.

«Pronta?», chiede Maya, che ha appena visualizzato il titolo della traccia che ho scelto.

«Prontissima», rispondo.

E partono le note della canzone di Ligabue, Tutte le strade portano a te.

Quanto mi fa sentire meglio, avere una canzone come questa per il mio ballo.

Il vento che tira, toglie il respiro, spinge un po' in là...

Alzo le braccia e chiudo gli occhi. Ripenso a me e Andres nel bosco. Ai suoi occhi su di me. Al calore delle sue labbra sulle mie.

Riparati un po', forse ti piove dentro... usa la casa che ho...

Salto e mi ritrovo a danzare come non mi capitava da secoli. Ricordo tutto. Sono di nuovo io. I muscoli rispondono perfettamente alle mie richieste. Eleonora è vicino a me, mi sussurra cosa fare. La sento che balla accanto a me e che è persino felice che io stia danzando in questo modo.

Ballo per lei. E ballo per te Andres.

Promettimi che ci sarà sempre un posto, che tieni caldo per me. Fino a che... Tutte le strade portano a te...

Andres, riesci a vedermi mentre ballo per te? Riesci a sentire tutto quello che abbiamo passato fin qui?

Io non voglio buttare via nulla.

Il nostro bacio nella neve.

La tua sigaretta in bocca.

La prima volta che ci siamo visti.

Il silenzio tra noi.

I tuoi occhi nei miei.

I nostri passi nella stessa direzione.

Lo slittino che va veloce.

Le tue prese in giro.

La tua gelosia.

Ho cercato di cambiare direzione, ma non c'era nessun cartello stradale per evitarti.

Tu sei come la notte in tempesta e io ho bisogno di luce.

Ma non posso fare a meno di perdermi nel tuo buio.

Il tuo cuore è già impegnato, eppure qualcosa continua ad unirci.

Per quanto mi sforzi di modificare la rotta, tutte le strade portano a te.

Quando la canzone finisce, mi piego sulle ginocchia e rimango un attimo in quella posizione.

Poi Marie applaude.

«Un lavoro meraviglioso», dice e quando alzo gli occhi vedo che si è commossa.

«Amanda, la tua Allison in questa parte è perfetta»

Anche Maya è della stessa opinione, perché mi guarda emozionata.

«E questa canzone è il top», approva Mirko.

Il silenzio di Ludovica, invece, dice più di mille parole. Non riesco a guardare Andres. Ho paura della faccia che sta facendo in questo momento.

«Cosa ne pensi, Andres?», chiede Marie.

«Ho visto di meglio» , risponde lui. Dopo solo un secondo di esitazione. Ludovica sorride.

«Mi chiedo dove tu abbia visto di meglio, ragazzo mio», borbotta Marie.

«Direi che per oggi abbiamo finito», aggiunge poi e mi accarezza i capelli.

Maya mi viene vicino.

«So quanto è stata dura per te», mi sussurra «ma ti assicuro che eri più vicina a Eleonora di quanto tu stessa possa pensare»

«Lo so», rispondo «anche se i ricordi si fanno così intensi, mentre ballo. E' come se davvero lei sia qui con me. E' una sensazione bellissima ma al tempo stesso... crudele»

«Ludovica, seguimi un attimo. Voglio parlarti della canzone», dice Marie «Mirko, vieni anche tu».

Marie mi fa l'occhiolino. Deve aver capito che qualcosa non va tra me e Andres e vuole darmi un'occasione per rimediare. Solo che non so proprio come fare.

Escono tutti e noi due rimaniamo soli. Mi slaccio le scarpette senza parlare. Lui non si muove.

Il silenzio che si è creato è imbarazzante. Vorrei poter dire qualcosa di sensato, ma dalla mia bocca non esce nulla. Per fortuna, dopo un po', è lui a parlare.

«Sono molto deluso e arrabbiato, Amanda», dice.

Rabbrividisco.

«Cosa ti ho fatto?», chiedo.

Lui tira fuori un foglio stropicciato dalla tasca.

«Questo», sussurra. Lo getta nel camino.

«Hai fatto bene a strappare quella pagina di diario. C'erano scritte scemenze»

Vorrei dirgli che non sono stata io, ma sembra molto sicuro di sé.

«Mi dispiace», ammetto e rimango a piedi nudi, seduta sul tappeto. Guardo il foglio diventare rosso e poi annerirsi. Le parole di Andres adesso sono più leggere della polvere.

«Pensavo tu fossi diversa», continua lui «non ti credevo capace di una cosa del genere»

«Ho sbagliato», ammetto «ma stavo solo cercando il momento giusto per dirtelo, credimi. L'avrei fatto»

Andres scoppia in un'amara risata.

«Invece hai creduto fosse meglio farlo sapere a Ludovica, eh?»

«Che cosa? Io non...»

Interrompo la frase a metà. Mi viene in mente l'aria soddisfatta di Ludovica quando l'ho sorpresa nella mia stanza.

«E' vero, ho strappato quella pagina, ma solo perché volevo conoscere i tuoi pensieri. Sapere cosa ti passava per la testa. Ma non l'avrei mai fatta vedere a Ludovica»

«Le hai detto anche del bacio», continua Andres «le hai detto tutto!»

«No, questo non è assolutamente vero!», ribatto «non ne ho fatto parola con nessuno. Solo con Mirko, perché mi sembrava giusto»

«E ti aspetti che adesso io ti creda, Amanda? Non so più chi sei. Una bugiarda, di sicuro. Una manipolatrice. Di certo sei qualcuno che voglio fuori dalla mia vita»

«Andres, ti prego, non è come pensi...», rispondo.

«Smettila! Sei solo una che rovina i rapporti. Da quando ci sei tu, nessuno va più d'accordo con nessuno. Io mi sono quasi lasciato con Ludovica, il mio rapporto con Mirko è tornato a essere un disastro e Maya è completamente dalla tua parte. Mi fai pena, Amanda. Solo perché tua sorella ti ha lasciato e tu ti senti uno schifo, non devi pensare di poter rovinare la vita degli altri»

Le sue parole sono come pugni assestati con precisione nello stomaco.

«Pensi davvero tutto questo di me?», gli chiedo e per un attimo alzo gli occhi su di lui.

Regge il mio sguardo e non vi trovo un briciolo di dolcezza.

Non mi resta che una sola cosa da fare. Indosso le scarpe e vado verso la porta.

«Scappa, scappa. Fai pure la vittima. E' la cosa che ti riesce meglio», mi urla lui.

Ha ragione Andres. L'unica cosa che so fare, quando le cose si mettono male, è fuggire. Lo faccio di continuo. Ma non potevo star lì ad ascoltare quelle cattiverie. Se lui è convinto che Ludovica gli abbia detto la verità, allora non vale la pena di continuare a parlare.

Inizio a correre. Non devo piangere. Non devo piangere. Non devo.

Ma le lacrime non hanno alcuna intenzione di obbedirmi.

Grazie per i vostri commenti, come sempre. Grazie per le condivisioni. In questo momento mi sento un po' come Amanda. Solo che almeno, io ho voi. <3

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