Cap 29
Mi rialzo e mi massaggio la schiena. Andres viene verso di me e mi porge la mano.
«Ti sei fatta male?», chiede.
«No, cioè sì, cioè... Uff. Sono una frana»
«Una dolcissima frana», commenta lui e mi sposta il ciuffo di capelli dietro all'orecchio.
Quel solo gesto basta a sciogliermi e per un attimo rimango imbambolata a fissarlo, mentre mi sorride e mi guarda a sua volta. Tutta la tensione sembra sparita.
«Sei venuta qui per Maya, vero?», chiede.
«In effetti sì», rispondo. Non pensavo che sarebbe andato subito al sodo.
«Non credo sia il caso di parlarne ancora. Le ho già detto tutto quello che deve sapere...»
«Ma Andres...»
Lui mi fulmina con lo sguardo e io mi zittisco.
«Ci sono cose della nostra famiglia che sappiamo solo noi. Doveva fare una scelta diversa»
Abbasso lo sguardo e fisso le mie scarpe. Non so più cosa dire.
«So che vuoi aiutarla, Amanda, ma allora il modo migliore per farlo è lasciarmi sbollire. Sono solo arrabbiato e confuso e preoccupato. Capisci?»
Annuisco.
«Maya può stare da me tutto il tempo che vuole», aggiungo «ma tu fai in fretta a perdonarla. Lei soffre.»
«Se potessi», mormora Andres «volerei dritto in Argentina e ammazzerei il tipo che l'ha messa incinta»
Rabbrividisco, perché sembra sincero.
«Non parlare così, ti prego», sussurro.
Lui mi guarda.
«Hai paura di me, Amanda?»
No, non ho paura di te. Ho paura dell'effetto che mi fai. Tutte le volte che siamo insieme io non capisco più niente. Non rispondo di me. Combino disastri. Inciampo. Cado. E atterro sempre vicina al tuo cuore.
«Un po' sì, quando dici così», rispondo.
«Non devi», si affretta ad aggiungere lui «perché non hai fatto nulla di male, tu. Sei la persona più onesta che conosca. Non ti farei mai del male»
Divento paonazza. Forse se sapesse del diario non parlerebbe così. Sarebbe il caso di dirglielo, ma non voglio rovinare l'atmosfera.
«Hai passato una buona Vigilia?», chiede lui, con uno strano sorrisetto.
Mi viene in mente la sua chiamata.
«Sì, grazie. Ma non è successo quello che pensi tu, con Mirko»
I suoi occhi diventano due piccole fessure e fa una smorfia.
«Non penso niente, Amanda. Sei libera di fare quello che vuoi e sei la sua ragazza, ormai. Ti ho richiamato solo perché ho visto la chiamata...»
«Già. A proposito, volevo darti questo...», farfuglio e tiro fuori dalla borsa il mio regalo e adesso mi sembra un pensiero così scemo che mi vergogno.
«Un regalo per me?»
Sembra quasi infastidito»
«Ecco, io... L'ho visto e ho pensato a te... e poi è tradizione della nostra famiglia fare un sacco di regali a tutti. Cioè noi siamo spendaccioni facciamo regali a tutte le persone che conosciamo, a Natale, così senza pensarci troppo e... Facciamo anche regali alle persone che non ci sono più»
Vorrei tapparmi la bocca. Ma cosa sto blaterando? Amanda, ripigliati. E invece continuo.
«Sai, non devi prenderla come una cosa che ti rende speciale, o unico o chissà che. Solo come un semplice gesto perché in un momento io...»
Mi mette un dito sulle labbra e finalmente riesco a stare zitta.
Scarta il pacchetto e apre il telo per osservarlo meglio. I suoi occhi si illuminano.
«Puoi appenderlo o lo usi come una coperta o per la spiaggia o per non lo so», balbetto ancora. Mi sento così deficiente ad avergli fatto un regalo.
Lui sorride.
«Ha mille usi questo telo, come ho fatto a vivere senza fino adesso?»
L'ha detto in un modo dolce, ma mi sta comunque prendendo in giro. Vorrei mollargli un pugno, però mi viene da ridere. Scoppio a ridere e anche lui.
«E' bellissimo, dolce frana», mi sussurra «davvero, ho una passione per i lupi. Sono esseri molto intelligenti. Solitari quando è necessario. Ma pronti ad aiutare il branco. E poi è in linea con il nostro spettacolo. Comunque anche io ho una cosa per te»
«Davvero?», esclamo. Ci speravo, ma non ci credevo.
Estrae dalla tasca la mia collanina con il ciondolo a forma di scarpetta.
«Ce l'avevo ancora io», dice.
Era solo questo. Però sono contenta di riavere la collana. Anche se speravo che lui mi avesse pensato, in qualche modo.
Un fiocco di neve mi cade sul naso. Andres getta la testa all'indietro e se ne prende uno in bocca.
«Sta ricominciando», mormora «forse è il caso di andare»
«D'accordo», dico.
Mentre camminiamo insieme, lui mi prega di rassicurare Maya sul fatto che gli passerà. Io prometto che lo farò. Sta iniziando a nevicare davvero di brutto e nessuno dei due ha l'ombrello.
«Accidenti, tutta adesso doveva arrivare?», si lamenta Andres.
«Sarebbe bello andare a fare la slitta», dico «ma non conosco neanche un posto, qui»
«Mirko non ti ci porta?», ribatte Andres, di nuovo freddo. I suoi sbalzi di umore mi stanno facendo ammattire. Scrollo via la neve dal cappello e divento di nuovo nervosa.
«Glielo chiederò. Sono sicura che sarà felice di...»
Un'altra lastra di ghiaccio. Io e la montagna evidentemente non abbiamo un buon rapporto. Per non cadere, mi aggrappo ad Andres, ma anche lui sta perdendo l'equilibrio. E' questione di secondi, ma a me sembra che quest'attimo duri in eterno. Cado e Andres mi finisce addosso, trascinando sopra di noi il telo con il lupo, che stava cercando di usare come ombrello.
Le nostre labbra sono distanti pochi millimetri. Riesco a sentire il suo corpo premere contro il mio e vedo i suoi occhi neri a un soffio dai miei.
Baciami, Andres. Fallo e niente sarà più come prima. Baciami e potremo iniziare qualcosa di bello insieme. Qualcosa che ci porterà di sicuro su un'altalena di emozioni che non abbiamo mai provato. Baciami e tutto cambierà.
Quando riapro gli occhi, Andres sta cercando di rialzarsi. Mi do della sciocca. Perché doveva volermi baciare? Dio, quanto sono stupida.
«Tutto bene?», chiedo, mentre si tira in piedi.
«Sì», dice lui «ma stiamo diventando due pupazzi di neve»
«Devo andare per di qua», dico e indico la strada opposta alla sua.
«Le nostre strade per una volta si dividono», scherza lui.
«Già. Allora ciao», mormoro.
Mi incammino senza aspettare una risposta. Ho i capelli tutti bagnati dalla neve e mi sento orribile. Di sicuro il trucco sarà colato e lui starà pensando che sono davvero una frana.
«Amanda», grida Andres.
Mi fermo di colpo. Mi raggiunge strascicando i piedi, quasi correndo nella neve.
«Ho dimenticato una cosa», mormora.
«Che cosa?»
«Questo»
Mi getta nella neve e si lascia andare su di me. Rimango un attimo senza fiato, mentre le sue labbra premono sulle mie e la mia bocca sembra fatta di fuoco.
Lui ha gli occhi chiusi e allora li chiudo anche io. La neve continua a cadere, ma, per quanto mi riguarda, adesso può anche seppellirci.
L'avete mai vista così felice? :) vi auguro un bacio così almeno una volta nella vostra vita :)
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