Cap 21
Piego la pagina di diario. Presto Mirko busserà alla mia porta per la cena, e io sono chiusa in bagno da almeno mezz'ora. Non riuscivo a smettere di leggere quelle parole. Il cuore mi batte a mille e mi chiedo cosa ci faccio qui, a casa di Mirko. Dovrei correre da Andres e dirgli che tutto quello che prova lo provo anch'io, dal primo attimo in cui l'ho visto. Mi appoggio alla parete e lascio scorrere l'acqua del lavandino.
«Andres», mormoro e il mio cuore fa eco alla voce.
Cosa mi ha fatto? Perché le mani mi tremano? Perché non possiamo stare insieme? Perché Ludovica è così importante per lui? Queste domande mi martellano in testa.
Ripenso a tutte le volte che i nostri sguardi si sono incrociati e adesso vedo tutto sotto un'altra luce. Com'è possibile che io non mi sia accorta del suo sguardo su di me? Sono stata davvero così cieca?
Le volte che ci siamo sfiorati, le volte che avrei voluto toccare la sua bocca.
Se due anime sono fatte per stare insieme, trovano il modo. Anche se i loro corpi decidono che non è ancora il momento. Se due scintille sono unite dallo stesso destino, prima o poi prenderanno la stessa strada.
Respiro forte. Come farò a guardare Mirko dopo che questi pensieri mi attanagliano la mente e dopo tutto quello che ho letto?
«Amanda?», mi chiama lui, bussando leggermente alla porta. Chiudo il lavandino. Apro e mi trovo la sua faccia leggermente indispettita.
«Non ti voglio disturbare, ma sei chiusa qui da un sacco di tempo e i miei ci stanno aspettando per la cena...»
«Scusami, Mirko», sussurro «sono pronta»
Lo seguo a tavola. Mi siedo insieme ai genitori di Mirko, che mi guardano con una certa diffidenza.
«Scusate per il ritardo», mormoro «non succederà più. Anzi, leverò il disturbo il prima possibile»
«Non ti devi scusare», dice la mamma di Mirko «stai passando un momento difficile. Qui hai tutta la nostra comprensione»
Mette nel mio piatto una fetta di carne e fagiolini.
Mi sforzo di mangiare, ma ho lo stomaco attorcigliato.
«Però Amanda ha una bella notizia, oggi», dice Mirko.
Sì, è vero. Una notizia meravigliosa. Ho scoperto che Andres prova qualcosa per me. E ancora non ci posso credere. Ho scoperto che non sono l'unica a sentirmi così scombussolata, quando ci vediamo.
«A quale notizia ti riferisci?», chiedo, dubbiosa.
Mirko arrossisce. L'altra sera gli ho risposto che io e lui siamo una coppia, ora. Non credo voglia dare la notizia ufficiale, ma non so cosa possa passare per la sua mente in questo momento.
«Ce n'è più di una? Che bello», incalza il padre di Mirko, portandosi alla bocca un pezzo di pane.
«In effetti... Ho deciso che continuerò a far parte dello spettacolo. E forse riprenderò anche a ballare»
La madre di Mirko batte le mani.
«Ma è meraviglioso», esclama, sinceramente contenta.
«E l'altra notizia?», chiede poi.
Mirko mi guarda divertito.
«Non è così eclatante», mi schermisco e cerco di dargli un calcio da sotto il tavolo.
«Amanda ed io...», sussurra lui.
«Lo sapevo!», esulta la mamma «siete fatti l'una per l'altro. E poi anche io e tuo padre abbiamo iniziato così!»
Mi sento soffocare, ma non posso deludere Mirko, così sorrido. La pagina di diario di Andres scotta nei miei pantaloni. Vorrei solo andarmene a letto e rileggerla con calma. Assaporare parola per parola. Non vedo l'ora di vederlo.
Il campanello suona e rovina il bel quadretto famigliare. Il padre di Mirko va ad aprire e si presenta con mia madre. Ha i capelli avvolti da uno stretto chignon e gli occhi rossi. Si tormenta le mani.
«Potrei parlare con mia figlia solo per cinque minuti?», chiede.
«Sempre se lei è d'accordo» risponde la madre di Mirko.
«Non c'è problema», affermo e mi alzo. Io e mia madre andiamo in terrazza. Lei tiene gli occhi bassi.
«Amanda», mormora, quando riesce a parlare «non so cosa tu abbia sentito quel giorno, ma non faccio altro che pensarci. Ho detto cose cattive, ma l'ho fatto per il tuo bene. Tu mi hai ferito, avevamo una promessa e l'hai infranta. Ma sei sempre mia figlia. E farei di tutto per vederti felice, lo sai vero?»
Alzo un sopracciglio.
«No che non lo so mamma, dopo quello che hai detto. E' vero, Eleonora aveva talento. Ma io...»
«Tu hai il diritto di vivere la tua vita. Se io non ne sono più capace, è un problema mio»
Il mio cuore fa un balzo.
«Dici davvero, mamma?»
«Ci ho riflettuto parecchio. Non voglio più interferire sulla tua vita. Se ballare ti rende felice, allora devi ballare. Ma ti prego, tesoro, torna a casa. Mi manchi un sacco. Mi sento così sola. Niente è uguale a prima, se manchi tu...»
Mi vengono le lacrime agli occhi e mi butto tra le braccia di mia madre.
«Davvero posso fare quello che voglio?», chiedo, incredula.
«Certo. Mi hai fatto capire tante cose, in questo periodo. Voglio solo che tu sia contenta»
Scoppiamo a piangere entrambe e ci teniamo strette. Mi sembra di sentire la voce di Eleonora, in questo momento, che ci dice: Brave, sciocchine. Non dovete litigare per me. Io sono qui, sarò sempre qui con voi.
Forse anche la mamma ha sentito qualcosa, perché guarda verso il giardino e adesso sembra più tranquilla.
«Allora, Ami, tesoro mio, torni a casa con me?»
«Sì, mamma», rispondo e mi stringo ancora più forte a lei.
I vostri commenti sono la mia forza... Grazie splendide lettrici.
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