Epilogo
Aprile 2019
Non mi sarei mai aspettata di trovare così tante somiglianze tra Firenze e New York.
Apparentemente non hanno proprio nulla in comune, chiunque potrebbe dirlo. La verità è che sono agli antipodi, ma incredibilmente affini.
Storia, tradizione e arte una, modernità, progresso e affari l'altra.
Palazzi antichi contro grattacieli super tecnologici.
Cucina varia, completa e gustosa contro... Beh, il confronto in questo caso non regge.
Entrambe però sanno sorprendere. Ad ogni angolo si può scoprire una magia diversa, emozioni diverse che arrivano dritte al mio cuore.
E poi si trovano alla stessa latitudine, nonostante i climi siano decisamente diversi.
Cretina, è Napoli a trovarsi alla stessa latitudine di New York. Quando ti deciderai a studiare un po' di geografia, eh?
Beh, forse dovrei. Forse. In futuro. Quando mi inizierà a piacere. Ok, questo non accadrà mai. Ho sempre odiato questa materia, dubito che possa scoppiare un amore improvviso. Credevo fosse impossibile anche arrivare in anticipo ad un appuntamento, quindi magari, against all odds, mi appassionerò anche alla geografia.
A Firenze adoravo attraversare il Giardino di Boboli, fino ad arrivare a Piazzale Michelangelo e poter godere di quel panorama meraviglioso sulla città. Sempre pieno di turisti, è da tutta la mia breve vita uno dei posti preferiti per fermarmi un istante a pensare.
E ora sono qui. Sono sul tetto del grattacielo che ho scoperto grazie a Matthew, a godermi un'altra vista mozzafiato. È uno dei primi luoghi che ho visto arrivata qui e mi ha fatto capire che, forse, questa città poteva essere parte di me.
Non ho paura dell'altezza, questo è certo. Ho paura di tante altre cose, sicuramente. Se me lo aveste chiesto oltre un anno fa, vi avrei risposto che il mio timore più grande sarebbe stato affrontare me stessa. Oggi sono felice di averlo fatto. Da quando sono arrivata qui sono cambiate tante cose ma, soprattutto, ho capito chi sono.
Ho imparato a vivere, ad essere indipendente, a lottare per me. Ho comprato casa, ho persino fatto l'imbianchina. Circa due mesi fa ho acquistato una macchina, una Nissan Accord usata. Grigio metallizzata, va che è una meraviglia, col suo motore a benzina. C'è l'ingresso usb, sempre occupato dalla mia chiavetta, sovraccarica delle mie canzoni preferite, in un mix quasi bipolare. Si passa da Tiziano Ferro a Luis Fonsi, con in mezzo i brani di Irama, Taylor Swift, Mengoni ed Enrique Iglesias. La confusione sui miei gusti musicali rispecchia un po' quella di casa. Non chiedetemi di parlare delle condizioni in cui versa il mio appartamento. È passato oltre un anno, ma il mio disordine è ancora il re indiscusso di "Sofia's House".
Sono sul tetto di questo splendido edificio, a godermi il tramonto, mentre i pensieri si affollano in testa, numerosi, come una calca di gente durante un concerto.
Sono qui da un anno e mezzo ed è tempo di bilanci, per me. Ho fatto tante scelte dettate dall'impulsività, quando ho messo piede qui. Alcune sono state scelte impulsive, ma giuste, altre invece sono state l'ennesimo errore. Mi sono illusa che una forte attrazione fisica potesse essere amore, mi sono fidata troppo presto. Non è che adesso sia migliorata poi tanto, ma qualche passo avanti sento di averlo fatto.
Prendo Matthew come esempio. Appena arrivata credevo di aver incontrato in lui l'amore, ma l'ho capito tardi che non era così e ho fatto del male sia a me sia a lui. Quel tradimento a capodanno non è poi stato così un male, dopotutto. Ho pianto, tanto, fino a finire le lacrime. È stato in quel momento, quando ero sopraffatta dalle gocce che scendevano copiosamente dai miei occhi, che ho capito che, indipendentemente dall'alcool in circolo, se era arrivato a tradirmi era perchè, forse, non nutriva un sentimento così forte. Vi giuro che ci ho pensato a dargli un'altra possibilità, ma non riuscivo a non dubitare di qualunque cosa, anche passata, che fosse successa tra noi. Quei quattro giorni senza di lui li ho spesi a ricordare ogni singolo istante, dall'incontro sull'aereo al confronto a casa sua. Persino i miei amici non avevano un'opinione omogenea. Tiara e Roberto mi avevano consigliato di lasciarlo, mentre Paola e Devin speravano gli dessi un'altra possibilità.
- Non ti ho mai vista così felice. Ha sbagliato, come tutti del resto. Non è Andrea- diceva la mia amica fiorentina.
- I'm not able to recognize him. His behaviour has no excuses- era il pensiero di Tiara.
Due contro due. Parità. Equilibrio estremo fino alla fine ed io ero proprio in bilico, incapace di scegliere. Il cuore voleva dargli un'altra possibilità, ma la testa no.
Sentivo che qualcosa si era rotto. Non riuscivo a fidarmi di lui, perchè un muro, non esageratamente alto, ma comunque insormontabile, ci divideva. Un muro che poteva essere distrutto, se solo ne avessi avuto le forze. Ma quella lotta continua, mi stava facendo ancora più male, perchè non ci credevo più. Così ho deciso di ascoltare la voce della ragione, per una volta, interrompendo quella fonte di sofferenza. È stata dura? Sì, molto. Ma non ho mollato, ed ora siamo ancora qui.
Ho persino, quasi, ringraziato Andrea. Si sarà voluto vendicare, ma mi ha fatto aprire gli occhi e, seppur in modo brutale, ho capito in quale direzione dovessi andare. Quando lui e la sua assistente, Amber, se ne sono andati dall'azienda, terminato il periodo di collaborazione, sei mesi fa, ho praticamente stappato una bottiglia di champagne. L'ultimo baluardo di un passato recente, di cui volevo ricordare solo i momenti belli, se ne stava andando, definitivamente.
Matthew è importante. Il fatto che oggi non stiamo più insieme non significa che non faccia più parte della mia vita. Siamo colleghi di lavoro, condividiamo ancora lo stesso laboratorio e sono ancora molto amica con Devin. Ogni giorno io e Calamita ci vediamo ma, nonostante le difficoltà iniziali, ora siamo andati avanti entrambi. Non siamo innamorati, vederlo costantemente non mi causa più brividi o formicolii allo stomaco, ma è un buon amico. Si è avverato ciò che avevo predetto. È inspiegabilmente, ma spontaneamente, nata una bella amicizia. Lui per me c'è e io ci sono per lui. Non è il mio confidente, o cose del genere, ma non credo gli sia mai appartenuto quel ruolo. Per quello ci sono Paola e Tiara, le mie migliori amiche, entrambe felicemente fidanzate.
Tiara si sposerà questo autunno, con Cody, mentre Paola e Roberto sono ormai inseparabili. Sono venuti a trovarmi alla fine di Febbraio, per festeggiare, seppur in ritardo, un anno di fidanzamento. Finalmente Paola ha trovato lavoro, mentre Roberto ha finito i primi sei anni di università, iniziando la specialistica in chirurgia polmonare. Sono ancora smielati come il primo giorno, ma adorabili in qualsiasi caso.
Devin è ancora single. Secondo me dovrebbe provarci con Mr. Parros, che io, Tiara e Matthew continuiamo a sostenere, seppur senza prove, che sia assolutamente gay, ma lui non ne vuole sapere. Poi dice che non vuole perdere la falsa reputazione di donnaiolo, per continuare a fare successo al bar. Si accontenta di qualche serata "una botta e via", perchè non vuole complicazioni sentimentali. Un po' lo capisco, i sentimenti possono essere un problema, se non si è in grado di gestirli. E io lo so bene, visti i primi due mesi in azienda, fianco a fianco col mio ex, anzi, con entrambi i miei ex. È stato un periodo in cui ogni giorno non sapevo cosa aspettarmi, poteva essere un'ordinaria giornata di lavoro, come essere una giornata di scenate di gelosia. Ho tenuto duro, perchè il mio lavoro è importante. È il sogno di una vita, tutto quello che ho sempre voluto.
Oggi sono single? Non proprio, ma non mi definisco nemmeno fidanzata. Ho iniziato a frequentare George, un mesetto fa. È un giovane avvocato, da poco assunto alla Valla & Associates, importante studio legale situato proprio nel cuore di Manhattan, sulla Madison Avenue. Ci siamo conosciuti tramite un'amica di Tiara, durante un aperitivo. Mi ha subito colpito, perchè se ne stava lì a mangiare il suo piatto, appena preso al buffet, senza scambiare molte parole, sguardo basso e, quasi, intimorito. Le rare volte in cui ha alzato il volto, sono riuscita a scorgere due splendidi occhi marroni, leggermente a palla, che si nascondevano sotto ad un paio di occhiali neri, molto semplici, ma che gli donavano un'aria molto intellettuale. Avrei voluto dirgli qualcosa, ma ovviamente non l'ho fatto, limitandomi a conversare con Tiara, Cody e gli altri ragazzi presenti, mentre osservavo lui di sottecchi, avendo cura di non farmi beccare. Sembravo una ragazzina del liceo, immatura. E qui, ancora una volta, la rossa mi ha aiutata. Grazie a lei, che lo conosceva da tempo, abbiamo iniziato a parlare, anche se eravamo super impacciati e subito abbiamo capito di avere molto in comune. Dopo quella sera siamo usciti insieme diverse volte. Ci siamo anche baciati. Niente scene da film per il nostro primo bacio. È successo perchè entrambi lo volevamo, dopo esserci guardati negli occhi, prima di scendere dall'auto per raggiungere il locale in cui avevamo prenotato per cena. Era una sera qualsiasi, fuori pioveva, faceva piuttosto freddo e le gocce si rincorrevano freneticamente sul vetro della macchina, rumorosamente. È stato tutto spontaneo e semplice. Talmente naturale che non abbiamo nemmeno parlato di cosa siamo. Lasciamo che tutto accada un po' per caso, senza programmare, decidere.
Beh, direi che sono cambiata tanto, da quando sono arrivata qui. La super organizzata Sofia, che voleva avere sempre il controllo su tutto, ora sembra scomparsa. No, non sono cambiata così radicalmente, ho solo cercato di smussare qualche angolo troppo netto.
George. Un ragazzo non troppo appariscente, anzi. Sempre elegante, seppur mai troppo formale, è il classico timidone che si trasforma in una belva, quando è in aula in tribunale, per difendere i suoi assistiti, ma poi è un gran burlone, nella vita di tutti i giorni. Sa farmi ridere, di gusto. In realtà non rido tanto per quello che dice, quanto per le sue smorfie, adorabili.
Dire che sono innamorata è presto, però sono felice. Ogni volta che ricevo un suo messaggio sorrido, come una cretina. Sono sempre in trepidante attesa per vederlo.
Beh, forse sono più coinvolta di quanto non voglia ammettere. Ma una cosa la so: non correrò, andrò con calma, senza forzare nulla.
Non so se sarà amore, oppure no, non ho la sfera di cristallo. Non so neppure cosa la vita mi riserverà nel futuro, ma il bello è questo. Esiste già un destino, che qualcun altro ha scelto per noi, ma che non conosciamo. Bisogna vivere per scoprirlo. E io non vedo l'ora di farlo. Per il momento le mie uniche certezze sono la mia famiglia e il mio lavoro, con le mie provette e soluzioni colorate. Chimica. Sempre lei. Ma, in fondo, la vita è tutta una questione di chimica, no?
FINE
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FINE.
Ho veramente scritto la parola fine?
Beh, sì. La storia finisce qui, spero di avere vostri commenti a caldo.
Questo spazio autrice lo concludo così, senza aggiungere altre inutili parole.
Baci,
Giulia
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