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Capitolo 31

We always make new year's resolution, but something never works the way we expect. It's our human condition: nothing is perfect and nobody is perfect. Accepting this truth should be our unchanging resolution.

La casa di Silvia è piuttosto grande. Un bel soggiorno, una cucina piccola ma ben fornita, un bagno ed una stanza con uno stereo potente al piano di sotto, mentre a quello superiore ci sono due stanze da letto e un altro bagno. La parte migliore della dimora però, è il giardino esterno, che immagino abbia degli splendidi fiori durante la stagione estiva. Non conosco bene la padrona di casa, perciò non ho mai frequentato questo posto, ma già me la immagino a rilassarsi sotto il sole estivo, coricata su una sdraio, immersa tra le corolle e le piante di spezie colorate e fragranti. Se fossi in lei pianterei una distesa di basilico, di cui non so se amo di più il profumo, oppure il sapore. Lo sostituirei al prezzemolo nel famoso proverbio popolare, peccato che poi non lo capirebbe nessuno.

In questo momento siamo in soggiorno, a guardare "L'anno che verrà" su Rai Uno, per il conto alla rovescia.
Siamo ancora tutti più o meno lucidi, per poter brindare da sobri al 2018 che sta arrivando. Tutti abbiamo fatto una lista coi buoni propositi, compresa me. In realtà credo sia dura poter eguagliare questo 2017, ma sognare non costa niente. Anzi, se non sognassimo non potremmo nemmeno vivere. Perchè è con la continua lotta per realizzare un sogno che si vive. Un obiettivo, più o meno utopico che sia, ci spinge a superare i nostri limiti e a dare tutto per arrivarci, anche se non sempre ci si riesce. La verità è che non conta la meta, ma il percorso. È durante il cammino che impariamo a conoscerci e ci sfidiamo costantemente per non perdere la nostra integrità: meglio ottenere una sconfitta, ma rimanere fedeli ai nostri valori ed essere coerenti con noi stessi, piuttosto che vincere cercando una scorciatoia.

La voce di Amadeus alla tv che inizia il countdown, circondato dai suoi ospiti, sovrasta la musica che avevamo già abbassato pochi istanti fa.
Quando il minuto sta per scadere, anche noi ci uniamo al coro, iniziando ad urlare i numeri.
- Dieci, nove, otto, sette sei, cinque, quattro, tre, due, uno: buon anno!-
Non so dire quale voce sia stata preponderante, un confuso grido ha avvolto la casa.
- Buon 2018!- ripetiamo nuovamente innalzando i calici di spumante, le cui bottiglie sono appena state stappate da alcuni dei maschietti presenti.

Dopo aver scattato le foto di rito, posso finalmente togliere le decollète nere con un vertiginoso tacco dodici, per indossare una più comoda scarpa da ginnastica. Sicuramente non sono il massimo dell'eleganza, soprattutto visto l'abito lungo rosso a sirena, con un piccolo spacco laterale e un corpetto luccicante, ma non troppo, che ho deciso di sfoggiare per questa serata, ma per ovviare il problema basta scattare primi piani o fotografie che ritraggano solo il busto.

Non ce la fai proprio a risultare femminile per una serata intera, eh?
Una eccessiva femminilità non credo appartenga al mio corredo cromosomico. Che poi, non credo sia così tanto importante. Qualcuno che mi ama comunque c'è, quindi perché dovrei cambiare?
Fare la super sexy con vestiti aderenti che mettano in evidenza il seno, in me non troppo pronunciato, o il sedere, non è simbolo di femminilità, ma solo di volgarità e voglia di stare al centro dell'attenzione. A me piace la semplicità, la comodità e l'autenticità, tutto il resto è superfluo.

Prima che l'alcol possa impadronirsi dei miei vasi sanguigni, evento altamente probabile conoscendo gli elementi qui presenti, impugno il cellulare e cerco di scrivere un messaggio al mio fidanzato.
<< I know you still have six hours of 2017 to live, but 2018 starts right now for me. Wish I could be there with you, but I'm happy to see you again in two days. Happy first day of the year, my love. I'll call you tomorrow.>>
Pochi minuti dopo, il led bianco in alto a destra del mio Samsung si illumina ad intermittenza.
<<Happy New Year, sweetie heart. I love you. Wish you were here. Miss you so much. Can't wait for Wednesday. I'll come to the airport to pick you up.>>
Paola alza nuovamente il volume dello stereo e tutti ci gettiamo in mezzo alla stanza, iniziando a ballare come re Julian in Madagascar.
Con Echame la culpa, di Luis Fonsi, autore del tormentone estivo despacito, diamo il nostro meglio. Se siamo così ora che siamo ancora sobri, non oso pensare a come saremo tra poche ore.
- Raga, giochiamo a obbligo o verità?- domanda Giovanni, urlando, dopo che è terminata la canzone.
- Solo se alcolico, però. Altrimenti non c'è divertimento- replica Roberto.
Non mi aspettavo questo slancio verso i liquidi contenenti etanolo da parte sua, lui che è quasi un medico.
Evidentemente ha già superato la soglia dell'autocontrollo. Considerando che non beve quasi mai, la sua resistenza è piuttosto limitata.
La padrona di casa si fa sentire, alzando la sua voce leggermente stridula. - Ma quello era sottinteso, tanto qui abbiamo scorte in abbondanza- afferma, indicando un angolino del soggiorno, in cui c'è una sorta di baule, piena di bottiglie di qualsiasi liquore possa venire in mente.
- Pier, mi dai una mano a portare qui quel coso?- replica ancora Giovanni, il super secchione della facoltà di Medicina, nonchè grande amico di Roberto.
- Certo. Così potrete ammirare tutti i miei meravigliosi bicipiti!-
A tutti scappa un sorriso, ma è la sua ragazza, Lorella, a parlare.
- Amore, ma da quando hai dei muscoli tu? Ah, ma intendi quelli. Scusa, ma non li avevo notati.-
- Che fai, sfotti? Guarda che poi mi vendico.-
- Uh, che paura.-
- Continua a prendermi in giro, poi però non dire che non ti avevo avvisata.-
Tutti continuiamo a ridere: vedere quei due battibeccare come dei bambini è uno spasso.

- Forza, mettetela qui, al centro. Noi ci disponiamo intorno.-
- Ripassiamo brevemente le regole. Se si sceglie obbligo, non ci si può tirare indietro, qualsiasi cosa sia richiesta. Se si sceglie verità, si può scappare, ma bisogna bere uno shottino di vodka liscia alla goccia, ma non si può scegliere questa opzione per più di due volte consecutive. Tutto chiaro?- domanda Giovanni.
- Sì. Chi inizia, però?- replico io.
- Padrona di casa, a te l'onore di essere la prima. Obbligo o verità?-

Il gioco procede e, alla fine del primo giro, si iniziano già a vedere i primi cedimenti da parte di alcuni dei maschietti, come prevedibile. Già hanno pochi neuroni, quei pochi degenerano in fretta. Come sempre restano un passo indietro a noi, troppo prevedibile.
Tocca a Roberto scegliere tra obbligo o verità e, alla sua richiesta di essere costretto a fare qualcosa Lara, la biondissima sorella gemella di Pier, ci riflette un po' su, prima di emettere la sua sentenza.
- Devi baciare una tra le ragazze single qui presenti.-
Mi guardo intorno, prima di rendermi conto che l'unica non fidanzata tra noi è proprio Paola.
Anche lui lo sa bene, perchè immediatamente fulmina con lo sguardo Lara, che invece se la ride beatamente. Quanto la stimo questa ragazza. Non nego che anche a me sarebbe piaciuto farlo, ma ho promesso a Roberto e a me stessa che non mi sarei intromessa, non questa volta almeno.
Come se stessi assistendo ad una partita di tennis, continuo a voltare i miei occhi a destra e sinistra, per captare le espressioni dei chiamati in causa.
Da una parte c'è Paola, che è paonazza e non riesce a tenere ferme le mani, che continuano a muoversi senza un motivo nè controllo.
Roberto invece, sembra quasi impassibile, se non fosse per quegli occhi che luccicano e quel leggero abbozzo di sorriso che non riesce a togliersi dalla bocca.

∼∼∼

- Sofi, non puoi capire!-
- È stato bello? Lo avevi immaginato così?-
- Non credevo sarei stata così emozionata. Quando si è avvicinato, mi ha sussurrato "finalmente ho il pretesto giusto". Lì non ci ho più capito niente ed è stato come stare su una nuvola.-
L'alcol in corpo inizia ad esplicare i suoi effetti, facendo diminuire il controllo sul mio corpo. Goffamente abbraccio la mia amica, accarezzandole la schiena. Più che altro sembro un koala che cerca di aggrapparsi ad un albero, ma questi sono dettagli.
- Sono felice per te, anzi, per voi. Era ora!-
- Ma non è che mi sveglio e mi rendo conto che è solo un sogno?-
- No, è reale, tranquilla.-
- Vado un attimo in bagno, necessito di un po' di acqua fresca- replica la riccia, prima di allontanarsi, barcollando leggermente, per imboccare il piccolo corridoio che porta alla toilette.

Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla. - Eccoti, non ti trovavo più!- Roberto. Riconoscerei la voce del mio migliore amico anche a distanza di chilometri.
- Non mi sono mossa da qui, in realtà.-
- Ho fatto una cazzata?-
- Che?-
Faticando a tenere la testa dritta, proprio come un ragazzino che si ubriaca per la prima volta, il ragazzo butta fuori la verità. È proprio vero che in vino veritas. - Ho praticamente confessato a Paola che mi piace. Ora ho rovinato la nostra amicizia. Solo che sono sotto effetto di etanolo, ho perso il controllo e...-
- Guarda che lei ricambia. È quello che provavo a dirti anche l'altra settimana, quando non volevi sentirmi.-
- Veramente? Quindi ora che dovrei fare?-
- Beh, sicuramente parlare con lei, magari dopo che a entrambi è passata la sbronza, però. Altrimenti farete un discorso tra matti di cui ricorderete ben poco.-
- Domani potrebbe aver scordato tutto.-
- Non penso. Ma in caso puoi ricordarle l'accaduto, ripetendolo- replico, facendogli l'occhiolino.

La nostra conversazione è interrotta dal suono del mio cellulare, che tenevo in mano nel caso in cui Paola mi avesse chiamato dal bagno per urgenze di cui non credo siano necessari dettagli approfonditi, no?
È un messaggio da un numero sconosciuto. Almeno credo. In realtà parlo tanto di sobrietà, ma non sono poi così vigile. Lo apro e trovo una foto con un piccolo messaggio di testo: << Buon Anno, Sofia.>>
Provo ad aprire l'immagine, ma è buia e si capisce poco. Cerco di osservarla attentamente, e mi sembra di riconoscere Matthew, mezzo avvinghiato ad una tipa.
Sono proprio ubriaca pure io. Necessito una bella dormita, domani prenderò un'aspirina per il mal di testa e poi sarò come nuova. Tanto il mio ragazzo non farebbe mai niente del genere, mi fido di lui.
Solo mi chiedo chi sia il mittente del messaggio, in qualsiasi caso. Ci penserò a mente lucida, tanto ora non riuscirei nemmeno a fare due più due.

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Buonasera a tutti, cari lettori! Come state?

Io sono tornata l'altro ieri dalla vacanza, esausta. Se faccio la somma dei chilometri percorsi in quattro giorni, ho superato la soglia dei 40 chilometri, quindi vi lascio immaginare il livello di stanchezza accumulata.

Roma, la Città Eterna, mi ha dato l'ispirazione per scrivere questo capitolo.

Sembra che il lieto fine esista per qualcuno, mentre nuove possibili nubi all'orizzonte sembrano interessare la nostra Sofia. Come andrà a finire?

Beh.. non vi resta che aspettare il nuovo capitolo!

Alla prossima,

Giulia

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