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22 ( Bakugou )

Camminai cercando di capire dove andare e come fare.
Dai miei?
Assolutamente no.
Ormai io danno era fatto e quello sarebbe stato il primo posto in cui quell'idiota di un alpha mi avrebbe cercato.
Da sua mamma?
Peggiò che mai, non potevo neanche credere di essere così disperato da aver formulato un pensiero simile.
Gli amici di infanzia?
A parte Izuku nessuno sapeva del mio secondo genere e quando avrei messo su qualche chiletto in poco tempo, una o due domande sarebbero sorte.
Non importava dove per adesso, l'unica cosa che dovevo fare era allontarmi il più possibile, dalla città, dalla scuola e da tutti quelli che potevano facilmente riconoscermi.
Mi venne in mente un posto.
Un posto in cui anni addietro con molte paghette e soldi risparmiati da vari lavoretti avevo comprato il mio sogno.
Scappai rapidamente dirigendomi verso un garage di cui soltanto io sapevo le cordinate.
Era nascosto in periferia in una zona molto malfamata, insomma nessuno che conoscessi avrebbe mai sospettato un posto simile.
Mi toccò andare a piedi per evitare di lasciare indendere troppo facilmente la direzione presa da me e fu molto stancante, era parecchio lontano e le mie "condizioni fisiche" stavano incidendo parecchio.
Quando arrivai tirai un sospiro di enorme sollievo, sia perché non avevo incontrato nessun soggetto pericoloso sia perché non ne potevo davvero più.
Davanti a me si palesò un edificio grigio scuro, con qualche crepa e poche finestre, alcune persino rotte.
L'entrata era composta da un cancello che portava ad un sottopassaggio buio e con scarsa luminosità dovute alla moltitudine di lampadine rotte o fulminate.
Negli angoli e per terra si poteva ben notare l'intonaco caduto dal muro scrostato.
Alcuni pezzi credo fossero proprio cemento, come il cornicione caduto un po' sparso giro giro alla struttura.
Uno spettacolo da brividi in cui nessuno sano di mente lascerebbe qualcosa di suo, dato che beh come dire, poteva cadere da un momento all'altro.
Entrai sicuro di me con l'accompagnamento del rumore dei miei passi e delle goccioline forse di qualche perdita.
Salutai il tizio di controllo e gli mostrai le chiavi con tanto di numero di garage identificativo.
Controllò la mia carta di identità che per abitudine ormai tenevo nel telefono e mi lasciò passare.
Camminai alla ricerca del box 77.
Facevo scorrere i miei occhi sul muro dove ancora si poteva leggere qualche numero seppur a stento con la torcia del telefono attiva.
I miei occhi si illuminarono quando trovai il box giusto, tenuto bloccato con tre o quattro lucchetti perché la prudenza non è mai troppa.
Sbloccai ogni cosa e poi tirai su il portello.
Ed ecco che si mostrava a me la mia moto comprata con mille sacrifici, era nera con delle striature arancioni.
A fianco uno zaino in cui si trovava il casco, la giacca ed il pantalone abbinati.
Indossai il tutto in fretta e furia, non vedevo l'ora di montare in sella e sfrecciare via.
Accesi il veicolo e richiuso il portellone partì a tutto gas per le strade, cercai comunque di contenermi perché se la polizia mi avesse beccato sarebbe stata una fuga di breve durata.
Mi sentivo così libero in moto, come se non avessi preoccupazioni e come se non fossi mai stanco.
Era una sensazione unica nel suo genere, di cui io adesso avevo un disperato bisogno.
Continuai a viaggiare per ore e non mi fermai mai se non una volta per fare benzina.
Il paesaggio scorreva veloce e dopo i monotoni grigio, bianco e giallo della metropoli, vennero i più variegati verdi, blu con i colori brillanti dei fiori.
Accellerai, queste stradine secondarie in cui svoltai diverse volte erano poco battute perciò potevo andare alla velocità che mi pareva.
Mi diverti parecchio a impennare o a curvare, era da tanto che non avevo la possibilità di farlo perciò mi sbizzarrì con le più folli idee.
Una volta giunto in prossimità di un villaggio un po' sperduto tra le colline decellerai fino a parcheggiare la moto di fronte ad un bar carino, con la porta e l'insegna in legno.
Comprai uno di quei panini confezionati già pronti da portar via ed uscì.
Mi appoggiai al veicolo pronto a ripartire subito dopo, quando vidi due figure troppo familiari per non essere notate.
"Ma questi non dovevano essere in progione?" pensai perplesso.
Difatti ignari della mia presenza si stavano dirigendo verso di me Dabi e Himiko Toga.
Insomma un pazzo sadico tra l'altro anche Alpha, alto (più di me) dai capelli neri gli occhi azzurri e una bella cicatrice enorme in faccia oltre che varie sulle braccia e l'altra una Beta una pazza di ugual misura se non maggiore, piccolina, bionda con due crocchie disordinate e un'ossessione fuori dal normale per il sangue.
Nonostante il loro lato fuori di testa andavano presi con le dovute precauzioni a causa dei loro Quirk estremamente potenti.
A Himiko Toga infatti bastava bere un bicchiere di sangue di un soggetto per prenderne le sembianze in tutto e per tutto.
Dabi invece riusciva a creare un fuoco di color azzurro che poteva incenerire qualsiasi cosa.

< Voi due non dovreste essere in un carcere di massima sicurezza?> gli domandai non appena mi passarono a dietro.
Entrambi si fermarono e mi guardarono in allarme.
< E tu invece? Non dovresti finire l'accademia per diventare eroi? Che ci fai in questo posto dimenticato da dio.> mi rispose Dabi a tono.
< Passavo di qua.>
Silenzio.
L'attesa di una mossa, un'azione che poteva creare una serie di reazioni in immaginabilo fino ad arrivare ad una possibile catastrofe.
< Che fai? Cosa aspetti a chiamare i tuoi amichetti in soccorso?> chiese sempre il moro ridendo.
Sì, era decisamente uno squilibrato.
Ma avevo bisogno di loro.
Cazzo quanto ero disperato per ridurmi ad una tattica simile.
< Diciamo che per adesso ho bisogno di un posto dove stare e se mi fate stare da voi, non dirò niente alle autorità competenti. >
Un patto, un piccolo bluff a cui stava a loro decidere se crederci e accettare oppure no.
< Perché no?! Potrebbe essere divertente, giusto Dabi?> insistè la bionda.
L'altro Villain invece mi osservò a lungo prima di accettare con un ghigno che doveva essere all'incirca un sorriso.

Neko-ginny

Non cerco la morte giuro!
Il ritardo è dovuto al caldo che mi ha praticamente ucciso, vi giuro non riuscivo a scrivere neanche una parola.
Se poi Wattpad si mette pure a fare i capeicci potete capire.

Ps:Al palio ha vinto la giraffa è stato divertente!
Ps2: vedrò se per farmi perdonare riesco a pubblicare anche un altro capitolo, ma non vi prometto nulla☆.

◇☆◇☆

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