Sollevai le palpebre stanche, non avrò dormito più di un paio d'ore.
Era giorno ed io mi trovavo abbracciato a Deku.
Provai a muovermi e a ricordare come eravamo finiti così, nudi uno sull'altro.
Immagini confuse come tasselli di un pazzle riapparsero nella mia mente vuota, fino a combaciare e a richiamare alla memoria ogni piccolo particolare.
Era arrivato il calore e con lui i miei istinti di accoppiamento, era stato intenso ed incontrollabile.
Deku era l'unico Alpha nelle vicinanze, l'unico in grado di soddosfarmi e far svanire quella tortura.
Era stata una cosa naturale, semplice sesso.
Io ne avevo bisogno e lui pure, uno scambio equo, niente di più niente di meno.
O almeno questo era quello che mi raccontavo, la scusa che utilizzavo per non vedere la realtà delle cose che era ben diversa.
La verità per quanto amara, era che a me piaceva quel cespuglio verde e non solo per il sesso appena fatto.
Era una cosa più intima, cominciata con sguardi nascosti per poi continuare fino ad arrivare alla ricerca del contatto fisico, di degli scontri che mi permettessero anche se in maniera diversa, fugace, veloce, di toccarlo.
Ero sempre stato geloso, ma fino ad ora non avevo ben compreso il motivo.
Pensavo che fossi geloso del suo talento, del suo riuscirsi ad integrare o a fare piani in un attimo, invece la mia gelosia era per gli altri a cui rivolgeva i suoi caldi sorrisi, i suoi abbracci e le sue frasi non più solo mie.
Ero diventato per lui, uno qualunque ma lo capivo, ora aveva Iida e Ochako.
Dei veri migliori amici che non lo trattavano come l'ultima ruota del carro, come un essere di troppo, inutile.
Avevo sbagliato, non ero riuscito a decifrare i miei sentimenti, li avevo fraintesi.
Lo amavo.
Amavo il calore della sua pelle, il suo profumo, il suo carattere, tutto.
Amore.
Strana parola.
Ancor più assurdo è quel che si prova.
Sarà sincero, sarà falso?
Che intensità avrà?
Quando ci accorgeremo di provarlo e come?
Ma soprattutto troveremo mai la persona giusta a cui donarlo completamente, a cui regalare il nostro cuore, tanto fragile quanto forte e potente.
Sono domande che tutti ci poniamo almeno una volta nella vita, a cui ognuno di noi cerca disperatamente una risposta.
Poi un dubbio come un lampo a ciel sereno mi colse.
Lui provava lo stesso?
Se mi avesse dato la possibilità di spiegare avrebbe mai potuto perdonarmi?
Lo osservai mentre dormirmiva, poi mi alzai o almeno cercai di farlo perché un braccio non mio mi bloccava a terra.
Cercai di liberarmi dalla sua presa ferrea e quando finalmente credevo di esserci riuscito ecco che un lamento uscì dalle sue labbra.
Poi pian piano i suoi occhi si aprirono e mi osservarono rapiti.
< Dove vai?> disse con voce roca.
Mille brividi di piacere percorsero la mia pelle.
Tentai di dissimulare la cosa in modo naturale.
< Fuori.>
Mi fissò a lungo, perciò convinto della fine della nostra breve conversazione mi alzai.
Cercai i miei vestiti sparsi un po' di qua e un po' di là e quando mi girai per mettere piede fuori, andai a sbattere contro il sui petto marmoreo.
< È pericoloso, il tuo calore non è ancora finito.> mi sussurrò, per poi stringermi in un abbraccio ed inspirare il mio odore.
Lo sapevo benissimo dannazione, questo non voleva dire però che sarei rimasto chiuso qua dentro come una brava mogliettina mentre lui poteva scorrazzare liberamente in giro senza alcun problema.
< Sto bene e poi dobbiamo mangiare, sarà meglio non perdere tempo ed andare a cacciare qualcosa.> gli risposi freddo.
O almeno era così che volevo che fosse uscita la mia voce, invece persino a me stesso era giunta come un miagolio di un tenero micetto.
Se continuavo così dell'immagine di forte ed impetuoso guerriero non ne sarebbe rimasta neanche l'ombra.
< Ho fatto scorta.>
Ovvio.
No, aspetta un secondo quindi lui sapeva?!
< Sapevi che sarebbe successo? > chiesi perplesso e con un pizzico di irritazione.
< L'ho capito quando nella tua tasca ho trovato delle pasticche per nascondere il tuo vero odore e da lì è bastato fare due più due. Non ci voleva un genio.> ridacchiò, sul mio collo.
< E ti va bene? Che io sia un omega? Non ti faccio ribrezzo? Non ti viene un insana voglia di vendicarti? O di comandarmi a tuo piacimento? >
Lui si distanziò un po' dal mio corpo, giusto per guardarmi in viso e poi mi diede una semplice risposta, come se in due parole tutto potesse chiarirsi.
< No, dovrei?>
I suoi occhi limpidi come quelli di un bambino mi trasmisero, un intensa pace.
Le preoccupazioni svanirono, come dovrei essere, come avrei voluto essere, che importanza aveva?
Gli andava bene quel che ero, non avrei dovuto cambiare per niente al mondo, perché in fondo non ce n'era alcun motivo.
< Ora smetti di preoccuparti, va tutto bene. Che ne dici se torniamo a dormire?> si staccò da me dopo avermi dato un bacio, semplice e casto, uno sfioramento di labbra senza alcun secondo fine. Prendendomi per mano poi, mi portò al giaciglio dove ci stendemmo in silenzio.
< Non riesci a dormire?> domandò ad un certo punto.
< No è tutto così imbarazzante.>
Avevamo fatto sesso e a breve appena i sintomi del calore sarebbero tornati l'avremmo rifatto.
< Già. > rise < Avresti mai pensato che la nostra amicizia alla fine avesse un risvolto così? >
Rimasi in silenzio, non sapevo cosa dire.
Anzi si, ma ne avevo paura perché sì l'avevo immaginato a volte.
E a volte avevo persino sognato di mettere su famiglia con quella testa verde, ma il costo per far sì che ciò si avveri era alto.
Avrei dovuto abbandonare tutto, i miei sogni, i miei desideri e la cosa più importante, la mia libertà.
Ed io non ero pronto a tutto ciò, non ancora, non senza avere almeno realizzato il sogno di essere un eroe.
Non senza aver dimostrato la parità di genere soprattutto non senza essere diventato il numero uno.
Mi dispiace Deku, ma non era ancora giunto il nostro tempo.

Neko-ginny

Chiedo perdono per il ritardo ma al posto di pubblicare il capitolo sono uscita dal tablet senza salvarlo e quando venerdì scorso sono entrata nel mio accaunt mi sono accorta di non avere niente da pubblicare.
Scusate ancora.

Ps: Guardo se riesco a fare un doppio aggiornamento.

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