SENTIMENTI NASCOSTI*
" Sentimenti nascosti "
POV'S GRAY
Non avrei dovuto toccarla, non avrei dovuto farlo, maledizione a quella donna e alla sua linguaccia velenosa, le sue parole rabbiose, non avevano fatto altro che accrescere il mio, già di per se, mastodontico senso di colpa, facendomi sentire come la peggiore feccia presente sulla faccia della terra. Il bello è che quelle accuse le meritavo tutte, ma mi rifiutavo di continuare ad ascoltarle, volevo che tacesse, in modo da dare un po di tregua alla mia sporca coscienza, che non solo doveva fare i conti con quello che le avevo fatto, ma anche con quello che avrei voluto farle, perchè si!... Che io sia dannato... anche mentre mi insultava, con gli occhi che mandavano lampi e il viso congestionato dalla rabbia, non potevo fare a meno di trovarla stupenda e il mio pensiero continuava ad essere uno soltanto.
Volevo baciarla... baciarla e toccarla di nuovo, lo volevo così tanto, che se solo avesse potuto intuire l'entità del desiderio devastante che mi corrompeva l'animo in quel momento, probabilmente sarebbe fuggita da quella stanza senza più voltarsi.
E quando, cedendo ai miei bassi istinti, quasi con la disperazione di un assetato nel deserto cercai la sua bocca, tutto mi sarei aspettato, all'infuori di quella che invece fu la sua reazione, avevo pensato che come minimo si sarebbe messa a strillare con quanto fiato avesse in gola... invece, del tutto inaspettatamente, le sue esili braccia si avvolsero intorno al mio collo e le sue labbra morbide si schiusero appena, dandomi così libero accesso alla sua bocca calda e accogliente, ma si pensai... infondo che importava mi dissi semplicemente... all'inferno la coerenza, non me ne fregava un cazzo del come e del perché, sapevo solo che da quando l'avevo incontrata non riuscivo più a togliermela dalla testa, e che per quello stesso motivo, dovevo assolutamente esorcizzare quella logorante sensazione di bisogno, con l'unica cura esistente... lei.
POV'S JUVIA
Avrei dovuto reagire a quell'assalto, gridare o magari restarne costernata e nauseata, invece, non feci nessuna di quelle cose, lasciandomi ancora una volta mettere nel sacco come una stupida, da quel viso affascinante e da quegli occhi ammaliatori, che avevano il potere nonostante tutto, di farmi dimenticare chi ero io... e chi era lui... ossia la fonte diretta di tutti i miei guai.
Senza pensare più a niente gli circondai la nuca in un languido abbraccio, assaporando ogni sconosciuta sensazione, data da quelle labbra esigenti, esitante e curiosa al tempo stesso, rispondendo arrendevole alla richiesta pressante di quella bocca maschile, che cercava selvaggiamente la mia, fino a togliermi il respiro. Lasciando che le sue braccia forti mi afferrassero dietro le cosce, per sollevarmi a sedere su un tavolinetto appoggiato alla parete e che la sua lingua frugasse con dolce insolenza la mia bocca, permettendo senza obbiettare, alle sue mani impazienti, di sollevarmi il soprabito e la camicia insieme, per esplorarle il mio corpo libero dalle prigioni dei vestiti, mentre il rigonfiamento della sua eccitazione celata dai pantaloni, premeva indecentemente contro il mio ventre nudo. Dio mio!... Pensai disorientata, quando finalmente un barlume di ragione, mise fine a quella insensata follia.
Che cosa stavo facendo? Che ne era del mio orgoglio... davvero gli avrei permesso di prendermi su quel tavolo?... Come-come una comune prostituta, mentre nella stanza li di fianco, c'era una marea di gente e quando solo pochi minuti prima, era attaccato a un'altra donna e ne portava ancora il profumo addosso.
Ma che razza di morale aveva quell'uomo? E soprattutto io?... Che razza di morale avevo io? - Basta!!! - Mi staccai bruscamente da lui mettendo fine a quel contatto peccaminoso, puntandogli le mani sul petto - Juvia non vuole!!!... Non può fare questo! - Aggiunsi quasi con disperazione, disgustata da me stessa e dal quel mio corpo dispettoso, che solo da poco e in modo alquanto brutale, era stato iniziato al sesso, ma che non ostante quello, si rifiutava categoricamente di obbedirmi.
Imprecando malamente, si allontanò da me, lanciandomi uno sguardo pieno di risentimento - Ma a che razza di gioco stai giocando??? - Sputò rabbiosamente - Juvia non sta giocando... lei vuole solo essere lasciata in pace!... Vuole andarsene da qui! - Confessai, riassettandomi i vestiti e vicinissima ad avere a una crisi isterica – E dove?... DOVE??? - Mi chiese alzando il tono di voce - E' buio la fuori e sei sola... sola e senza un soldo – E allora?... Che altro potrebbe accadere a Juvia, peggio di quello che le è già successo? - Alitai quasi prossima alle lacrime - Tsk! - Sbuffò sarcastico - Sembra proprio che tu non abbia ancora imparato la lezione, vero? Mia dolce e avventata fatina – Sussurrò le ultime parole, con inaspettata tenerezza - La fuori saresti una fin troppo facile preda, per qualsiasi mal intenzionato di turno – State insinuando che qualcuno potrebbe violentare Juvia come avete fatto voi? – Lo punzecchiai malignamente, con l'infantile intenzione di farlo sentire in colpa – Si! - Rispose quasi ringhiando – Come ho fatto io, o peggio, come avrebbero fatto quei due idioti se non fossi intervenuto in tempo! - Non provate ad affibbiarvi l'etichetta di eroe senza macchia... non vi s'addice per nulla... e SMETTETELA DI TORMENTARE JUVIA! - Urlai frustrata - Che altro volete da lei?... N-non vi basta averla rovinata sotto tutti i punti di vista? Quanto ancora dovrà pagare per essere la figlia di Josè, fino a che punto continuerete ad umiliarla per vendicare la morte della vostra famiglia? – Lo accusai mordendomi la lingua subito dopo - E' stata Lucy a dirtelo vero??? - Scattò in tono rabbioso – N-no – Abbassando la testa negai stupidamente, con la paura di aver appena messo la bionda nei guai – Non importa! - Commentò invece con voce roca, afferrando di nuovo il mio mento tra le dita per sollevarmi il volto.
Quando i miei occhi si incastrarono nei suoi, temetti di trovarvi cattiveria, rabbia, rancore forse. Invece quello che vi lessi, fu solo... smarrimento, come se anche lui come me, stesse combattendo una sua personale battaglia interiore – E' vero, volevo vendetta ma... io non ti ho uccisa però... anche se ammetto di aver desiderato più di una volta la tua morte... sarebbe stato tutto più facile – La sua voce adesso sembrava pervasa da una strana emozione – Saresti stata semplicemente un altro nemico da abbattere... invece ho lasciato che ti insinuassi nella mia testa... come lo snervante ticchettio di un orologio in una notte silenziosa... e per quanto io mi sforzi di ignorarlo, non ci riesco – Sussurrò mentre il suo pollice accarezzava in modo ipnotico il mio labbro inferiore - Lasciatela andare allora – Lo implorai appoggiando una mano sul suo petto, cercando di fare leva su quella sua improvvisa confusione.
POV'S GRAY
- Juvia ve lo chiede per favore – Mi pregò ancora una volta mordendosi il labbro, mentre io mi perdevo in quei laghi misteriosi che erano i suoi occhi e mi saziavo metaforicamente di quel viso angelico, desiderando tanto, che non fosse così bella... e tenera - In questo modo vi libererete per sempre della sua scomoda presenza! - Ingoiando a vuoto, guardai distrattamente quella candida mano appoggiata sulla stoffa della mia camicia, proprio all'altezza del cuore, sentendone il calore passare attraverso il tessuto sottile, fino a marchiarmi la pelle al di sotto di essa... quella ragazza era un pericolo per me, non solo aveva scorto la mia debolezza, ma era anche riuscita a percepire il potere che esercitava sui miei sensi, e ora stava inconsapevolmente cercando di sfruttarlo a suo vantaggio, se continuavo ad espormi così, le avrei solo fornito una micidiale arma da usare a suo piacimento contro di me.
Sbuffando mi Lasciai scappare un risolino sprezzante e rafforzai la stretta sul suo mento prima di parlare – Tutto dipende da quello che saresti disposta ad offrirmi? – La punzecchiai velatamente – Sapete benissimo che Juvia non ha più niente da offrirvi, vi siete già presi tutto quello che possedeva – Ti sbagli! – Sorrisi a tanta ingenuità, dando un'occhiata impertinente al suo corpo, prima di riportare i miei occhi nei suoi – Ti posso assicurare che sei in possesso di argomenti, che potrebbero rivelarsi ben più convincenti di oro e denaro – Siete un'animale! - Mi accusò arrossendo all'inverosimile, scostando con uno schiaffo la mia mano ancora appoggiata al suo mento, non appena capì dove volevo andare a parare – No! – Scossi la testa - Sono semplicemente un uomo... e per quanto mi tenti fare accordi con te, mi vedo costretto a rifiutare... non posso aiutarti, non senza rischiare la mia vita, ma sopratutto non senza nuocere ai miei compagni, Makarov ti ha affidata a me, ed è mio compito occuparmene... fino a quando... beh!... Domani lo scoprirai, nel frattempo, rimarrai sotto la mia tutela e starai a casa mia – Le sue esili braccia ricaddero lungo i fianchi e le sue mani si chiusero a pugno, mentre nei suoi occhi appariva di nuovo un luccichio battagliero – E se Juvia non volesse sottostare alle vostre assurde richieste? - Sibilò indispettita... Ah! Se solo avesse saputo che cosa il vecchio aveva in serbo per lei, avrebbe di sicuro dato di matto - Quello di Makarov è un ordine... non una richiesta – Juvia si rifiuta categoricamente di venire a casa vostra! - Incrociò piccata le braccia sotto il seno, mettendone senza volerlo in mostra l'abbondanza – Davvero saresti scortese a tal punto da rifiutare la mia gentile offerta, privandomi così della tua modesta e silenziosa compagnia per la notte? – Ironizzai facendo un mezzo sorrisino di scherno.
Quella situazione incominciava a stuzzicarmi non poco... il vecchio pretendeva che la prendessi in moglie, d'accordo, ma avrei fatto le cose a modo mio, di certo non volevo trascinare sull'altare una sposina furiosa e recalcitrante, l'avrei prima resa docile e pronta a collaborare, le chance a mio favore erano parecchie, soprattutto visti gli ultimi risvolti – Non avete nessun diritto di obbligare Juvia a seguirvi contro la sua volontà, dovrete trascinarla di peso se lo vorrete! - Come desideri... puoi decidere se seguirmi di tua spontanea volontà o con le mani legate e caricata in spalla come un sacco di carbone... a te la scelta! – Sorrisi sempre più divertito – Trattate sempre così anche le vostre donne??? - Solo se in quel " vostre" sei inclusa anche tu – Ghignai apertamente a quel punto - E comunque... di solito le " mie " donne non si fanno pregare più di tanto, Che tu lo voglia o no, stasera sarai mia ospite, potrai lavarti, mangiare qualcosa e riposare... e se... ti comporterai bene, più tardi potrei addirittura passare a darti il bacio della buonanotte! - Siete un essere spregevole!!! - Sbottò ora completamente fuori di se dalla collera - Con che coraggio vi permettete di flirtare con Juvia, come se nulla fosse? – Se la memoria non mi inganna, mi è sembrato di notare... qualche minuto fa, un certo interessamento anche da parte tua – Siete un pazzo se credete che Juvia si concederà a voi! – E tu sei un'illusa, se credi che dopo l'assaggio di prima, io ti permetta di passare la notte da sola, ti voglio piccola fatina e puoi stare certa che ti avrò! – Allora dovrete prenderla di nuovo con la forza! - Mi sfidò alzando il mento - A quanto pare ti sopravvaluti troppo... io invece scommetto che mi dirai di si, come mi hai, già detto di si poco fa, ho abbastanza esperienza da capire perfettamente quando una donna mi vuole nel suo letto e anche se la tua bocca lo nega... il tuo corpo ti tradisce, tu mi desideri mia fata... mi desideri almeno quanto io desidero te... riesco a leggerlo chiaramente nel profondo dei tuoi occhi che è così! - Andate all'inferno! Juvia non si piegherà mai ai vostri desideri... lei non è un oggetto! – Non ho mai detto di volere un oggetto e non ti forzerò in alcun modo... tutto quello che voglio è fare l'amore con te e adorare il tuo corpo come merita... giuro di farti dimenticare tutto il brutto che c'è stato prima e ti assicuro che alla fine, sarai tu stessa a darmene il permesso! - Pronunciai d'impulso quelle parole, accettando quella sua sfida velata, senza però toccarla, ma allungando semplicemente la mano, per invitarla a seguirmi – Allora non volete proprio capirlo... Juvia non ci viene con voi! - Si appiattì contro il muro con espressione cocciuta - Va bene allora... l'hai voluto tu!
POV'S JUVIA
Dio! Come lo odiavo quell'arrogante, insensibile bastardo! Lo aveva fatto davvero!... Quello stronzo l'aveva trascinata fino a casa sua, legata e imbavagliata... e per di più facendosi accompagnare dalla sua amante e la di lei costosissima macchina di lusso, con tanto di autista e guardia del corpo... " che tu sia maledetto sporca canaglia " non mi ero mai sentita tanto umiliata in vita mia.
Era un quarto d'ora che misuravo la stanza dove ero stata rinchiusa a grandi passi, andando avanti e indietro peggio di un'animale in gabbia, ero furiosa e mi sentivo in trappola, la porta era stata chiusa a chiave e la finestra aveva delle spesse sbarre di ferro per impedire ai ladri di penetrare in casa, dalla quale avevo da poco assistito allo stomachevole saluto che si erano scambiati il mio carceriere e la sua amante.
Prima di andarsene, mi avevano lasciato un vassoio con pane, formaggio e delle fette di quella che sembrava pancetta affumicata, non lo avevo neanche toccato, così come non avevo avuto il coraggio di andare in bagno a lavarmi, sul letto c'era un cambio pulito costituito da una succinta camicia da notte in pizzo bianco e da una vestaglia abbinata, che di certo dovevano appartenere a quella puttana di un'albina pretenziosa che si dava talmente tante arie da sembrare che avesse un bastone infilato su per il culo, forse la usava quando veniva da lui per farsi sbattere... dio che nervi!
Come sempre quando ero arrabbiata, avevo preso la brutta abitudine di ripetere tutte le parolacce che avevo imparato durante i miei per fortuna rari incontri con mio padre e i suoi uomini, che in mia presenza non si erano mai trattenuti più di tanto, per lo meno lo stavo facendo mentalmente. Non che facesse chi sa poi quanta differenza, dato che tanto non c'era nessuno che potesse sentirmi, d'altronde l'unica persona che mi avrebbe ripreso per quel linguaggio per niente degno di un donna era Hilda, ma ormai lei non c'era più. Al ricordo delle brutte parole che le avevo rivolto, l'ultima volta che avevo parlato con lei, gli occhi mi punzecchiarono fastidiosamente, ma scacciando quel pensiero triste, mi guardai intorno per quella che forse era la centesima volta, davvero sarebbe venuto?... Certo che lo avrebbe fatto, anche soltanto per dimostrarle quanto lei si sbagliava nell'affermare di non ricambiarlo. Era sconfitta in partenza e lo sapeva bene, lui aveva ragione, conosceva il suo corpo meglio di lei, ed era sempre lui ad avere la chiave per farlo vibrare di passione e questo mi terrorizzava, ma allo stesso tempo mi riempiva di di un assurda aspettativa, scaturita dalla sua promessa, che sarebbe stato qualcosa di completamente differente, da quello che era avvenuto in quella squallida stanzetta. Dovevo assolutamente tenerlo fuori da li, se non volevo che mi trasformasse in una fragile bambola tra le sue mani esperte... ma che cosa potevo fare, per impedirgli di entrare?
Il mio sguardo si posò sul piccolo armadio a due ante addossato alla parete, non sembrava troppo pesante, se lo svuotavo, forse sarei riuscita a spingerlo contro la porta, dopo l'avrei riempito di nuovo... si... avrei fatto così! Dovevo sbrigarmi però...
Dopo aver gettato freneticamente sul pavimento tutto quello che conteneva, iniziai a spingerlo facendo leva con una spalla. Certo l'impresa si stava rivelando più ardua del previsto, il piccolo guardaroba era fatto di massicce assi di legno e per tanto pesava un'accidente... ma c'è l'avevo quasi fatta, solo un altro metro e sarei riuscita a bloccare l'entrata della stanza... solo che ad un certo punto quell'inutile pezzo di mobilio, non ne volle più sapere di muoversi neanche di un millimetro - Maledizione!!! - Imprecai ansimando, con il fiato corto per la fatica, poi un fastidioso presentimento mi portò ad affacciarmi con un occhio oltre il pannello di quercia intagliato. Proprio dal lato opposto al mio c'era lui... con la punta della scarpa piantata a cuneo contro un piede del pesante mobile e il braccio teso a bloccarne l'avanzata - Non è giusto Juvia c'era quasi! - Mi lagnai esausta.
La canaglia osservando la mia espressione delusa mi lanciò uno sguardo divertito - Una ragazza delicata come tè, non dovrebbe fare simili sforzi... se vuoi ti aiuto a rimetterlo dov'era? - Si stava prendendo gioco di me la carogna e dall'espressione che aveva, si capiva che si stava divertendo un mondo, allora decisi di passare al piano numero due... e afferrando l'attizzatoio che aveva lasciato incautamente vicino al camino, lo impugnai a mo di spada puntandoglielo al petto.
- Non ti avvicinare a Juvia !!! - Sibilai acida - Che cosa vuoi farci con quello??? - Inarcò scettico un sopracciglio - Juvia pensa che suonartelo in testa sia un buon inizio – Mettilo giù, prima di farti male – Affermò avanzando verso di me con tranquillità, fermandosi a mezzo metro di distanza – No!... Se Gray proverà a fare un altro passo lei lo userà! - Avanti allora... colpiscimi – Mi sfidò ghignando, davvero pensava che non ne avrei avuto il coraggio?
Alzando le braccia in alto, mi preparai a sferrare un fendente, sicura che si sarebbe scansato, ma quando non lo fece, cercai di frenare lo slancio delle mie braccia, ma l'asta di ferro era piuttosto pesante e anche limitando la mia forza, ormai non potevo più evitare che il colpo andasse a segno. Con un movimento rapido, si scostò di lato, facendo scivolare l'attizzatoio lungo il suo suo avambraccio, mentre io sbilanciata dal movimento cadevo in avanti, ma prima che finissi con la faccia contro il pavimento, due braccia forti mi trattennero per la vita e subito dopo mi ritrovai di schiena contro il suo petto solido, con entrambe le braccia bloccate dalle sue, in una stretta ferrea - Lo sapevo che non avresti avuto il fegato di andare fino in fondo – Sussurrò roco contro il mio orecchio, e esercitando con la mano destra una piccola torsione sul mio polso, mi fece mollare la presa sulla mia arma improvvisata - No hai abbastanza cattiveria per uccidere davvero qualcuno – Mi strinse più forte a lui strofinando il naso su e giù lungo il mio collo – Lo sai mia dolce fata... questa è' la prima volta che mi dai del tu... non pensavo che sentire il mio nome pronunciato dalle tue labbra, risultasse così esotico... adoro il modo in cui ti esprimi – Dove credeva di arrivare con quelle moine scontate – Lasciatela subito andare!!! Maledetto bastardo! – Gridai dibattendomi come una forsennata – Juvia non vuole essere toccata da te, le fai ribrezzo!!! Lurido-verme-schifoso!!! – Rincarai la dose - Che delusione! - Ridacchiò con le labbra premute contro la mia gola, facendomi sfuggire un gemito contrariato - Una bellezza come te non dovrebbe adottare un simile linguaggio, ma essere dolce come il miele e rendere felice un uomo ogni notte – Impiccatevi!!! E visto che vi credete tanto affascinante, se Juvia non vi sta bene, potete andare a trovarvela da un'altra parte una dolce come il miele!... Scommetto che quella sgualdrina della vostra amante sarà più che felice di accogliervi nel suo letto! - Non la voglio un'altra! Maledizione! - Ringhiò tutto d'un tratto, rigirandomi tra le sue braccia, in modo da avermi di fronte – Voglio solo te... e ora dimmi che tu invece non mi vuoi... dimmelo e ti lascerò in pace! - Juvia non vi vuo...le - Proprio sulle ultime sillabe la mia voce si incrinò e i miei occhi si chiusero incapaci di continuare a mentire e a sostenere il suo sguardo insieme – Sei una pessima bugiarda! - Sibilò prima di sollevarmi da terra per catturare le mie labbra in un bacio rabbioso a cui non ebbi la forza di resistere.
Senza spezzare il contatto delle nostre bocche, indietreggiò fino a lasciarsi cadere sul letto, con me sopra di lui, poi con gesti rapidi sfilò il soprabito che mi aveva dato Lucy, gettandolo di lato e io, dopo un'iniziale tentativo di ribellione, smisi del tutto di dibattermi e mi abbandonai contro quel corpo solido, come un oggetto senza vita, dovevo riuscire a rimanere fredda e distaccata, altrimenti per me sarebbe stata la fine.
Accorgendosi di quel cambiamento, allentò la presa e mi fissò intensamente, come se volesse mettere a nudo anche la mia anima – Non combattermi più – Alitò roco - Non continuare a negare a te stessa che anche tu mi desideri? - Rise piano passando il dorso della mano sulla mia guancia accaldata, in una lenta struggente carezza – Lei non lo vuole... smettetela di tormentarla – Riprovai a resistere, sentendo vacillare sempre di più la mia determinazione. A quel punto mi adagiò con la schiena sul letto e sollevandosi con il busto si liberò, in un unico gesto fluido, della camicia che indossava, tornando poco dopo a sdraiarsi al mio fianco.
Il contatto con quel fisico asciutto e prestante, scatenò in me una marea di emozioni devastanti che minacciarono di sommergermi, la sua mano prese a sfiorarmi il fianco, con i polpastrelli, risalendo lentamente in una sensuale carezza lungo la schiena, insinuandosi poi tra i miei capelli, per spingere sulla nuca, fino a farmi appoggiare la guancia contro il suo petto, mentre il suo mento si strofinava contro la mia tempia - Non lasciare tutto nelle mie mani, solo per placare la tua coscienza – Tentò di nuovo con tono basso e rauco.
Provai un tuffo al cuore nel sentire il suo battito accelerato contro l'orecchio e le sue labbra morbide premere sulla mia fronte, era forse questo il sentimento che coronava i sogni di ogni ragazza? Era forse amore quello che sentivo per lui? - Sei stupenda! – Sussurrò – Credo di non aver mai visto occhi tanto belli, ne mai sfiorato pelle così chiara e delicata – Perchè continuate a dirle queste cose? - Chiesi debolmente - Perchè ti desidero, come non ho mai desiderato nessun'altra in tutta la mia vita! - Poi mi baciò, con la tenera insolenza di colui che da tempo ama la stessa donna e che sa di poter sempre avere. Ormai sconfitta mi lasciai andare, stringendomi a lui, e con le braccia gli circondai il collo, affondando le dita direttamente nei suoi folti capelli scuri. Tutto era scordato, mio padre, mio fratello, Hilda. Con un gemito sommesso mossi piano la testa, reclinandola, per facilitargli il compito, di accedere più comodamente al mio collo quando decise di abbandonare le mie labbra per andare a lambire con la lingua la gola morbida e l'incavo della spalla, era fuoco liquido quello che mi scorreva nelle vene, mentre sentivo la sua eccitazione premere contro la coscia e mentre lui scopriva con mani ansiose ogni curva del mio corpo.
- Così mia dolce fata... così! Lasciati andare... lascia che ti ami! -
Quelle parole dette così dolcemente, con voce roca di desiderio, segnarono quasi la mia resa, non senza scatenare in me un nuovo moto di rabbia. Come poteva quell'uomo usare la parola amore con tanta leggerezza? Dov'era finita la mia dignità... il mio orgoglio? Come potevo io Juvia Porla concedermi in quel modo proprio a lui?
- No!!!... Juvia si rifiuta di accettare il vostro "amore"... l'unico sentimento che lei può provare per Gray è solo rancore e disprezzo! – E tu credi che mi importi? - Scattò piantandomi i suoi occhi collerici in faccia - Tsk! Non so che farmene dei tuoi sentimenti! – Mi sbeffeggiò arrogante in risposta, alla mia affermazione - L'unica cosa che voglio da te, è un bel corpo che mi dia piacere, ma se speri che ti costringa di nuovo con la forza ti sbagli di grosso... salvo un'unica eccezione, ho sempre preferito donne consenzienti! E di certo non ho bisogno di violentare reticenti, vergini insoddisfacenti per placare i miei appetiti - Con uno strattone violento e il respiro corto, come se avessi appena corso per chilometri, mi liberai dalla sua stretta e lo schiaffeggiai, provando subito dopo con disappunto, una sconcertante e feroce ribellione contro me stessa - Mi avete presa con la forza e avete anche la faccia tosta di dire che non vi ho soddisfatto? - Calde lacrime di dolore e rabbia iniziarono ad uscire dai miei occhi senza che riuscissi a fermarle, ma d'altro canto a che serviva farlo? A che serviva ormai la mia dignità, cosa valeva il mio nome - Avevate promesso che non avreste forzato Juvia in nessun modo e invece lo state facendo – Sussurrai tra i singhiozzi – Avevate promesso che non le sarebbe stato fatto del male, invece continuate a fargliene – E va bene, basta così! – Mi interruppe bruscamente, massaggiandosi distrattamente la guancia - Le lacrime hanno sempre avuto il potere di intenerirmi... hai vinto, ti lascerò in pace, goditi pure la tua solitudine per questa notte – Raddrizzandosi recuperò la sua camicia, mentre si apprestava ad uscire – Che cosa significa per questa notte? - Makarov mi ha ordinato di sposarti! - Sputò fuori senza mezzi termini, accennando un mezzo sorriso amaro – Quindi che ti piaccia o no ci toccherà passare parecchio tempo insieme – PERCHE!!? - Urlai strozzandomi quasi - Juvia non capisce? – Con molta tranquillità ritornò sui suoi passi, ma invece di fermarsi vicino a me, continuò fino ad un mobiletto, dove prelevò un bicchiere e un'anonima bottiglia di vetro e sempre girato di spalle si versò una generosa dose di quello che doveva essere liquore – Ne vuoi un po? - Mi chiese voltandosi a fissarmi con quel suo solito sguardo insolente, che sembrava volermi spogliare con gli occhi.
Stringendomi la coperta al petto, rifiutai scuotendo energicamente la testa, squadrandolo a mia volta con sospetto, mentre aspettavo nervosamente che si decidesse a darmi chiarimenti.
POV'S GRAY
La guardai a lungo, con il corpo ancora spiacevolmente teso per il desiderio insoddisfatto, beandomi della visione eccitante di lei con i capelli in disordine, gli occhi lucidi e le labbra ancora gonfie per i baci che da poco ci eravamo scambiati, ma pur volendola con tutto me stesso, non avrei mai più infierito su quel corpo delicato.
Prendendomi un po di tempo per pensare al modo migliore di esporle la questione, senza però rivelarle proprio tutto, alla fine optai per una mezza verità – Makarov teme che qualche, esaltato possa voler sfruttare il tuo nome e quindi costringerti ad una nuova unione forzata, che gli creerebbe altri problemi, facendoti magari diventare un emblema e una scusa per scatenare una nuova faida, ritenendo più opportuno renderti inoffensiva, legandoti a uno di noi – Juvia capisce solo che il caro Makarov la sottrae da un probabile matrimonio forzato, con un suo possibile nemico, per costringerla ad un altro, con uno dei suoi scagnozzi? – Commentò sarcasticamente – Si... più o meno il succo e questo! - E perchè proprio con voi? - A scelto me, perchè ritiene che io sia il candidato più adatto – Sbuffai divertito passandomi una mano tra i capelli - E voi avete accettato? - Non che avessi molta scelta, te l'ho detto è un ordine! - E se Juvia si rifiutasse? – Ne tu ne io abbiamo alcuna voce in capitolo – E a Gray sta bene? - Beh! Perchè no! Sei bella, mi piaci e poi... devo riparare ad un torto... prima mi hai accusato di averti rovinata, giusto? - Alzai le spalle con finta noncuranza - E Gray?... che cosa vorrà lui da Juvai? - Appoggiai il bicchiere vuoto sul tavolino da toilette e mi diressi di nuovo verso il letto, sedendomi di fronte a lei - Tu che cosa credi che voglia? - Juvia crede che Gray voglia fare di Juvia la sua nuova amante, fino a quando non le sarà venuta a noia – Si è così! – Le confessai senza mezzi termini - Ma sbagli a pensare che mi stancherei di te così facilmente... e poi in questo modo, tu saresti risarcita e io otterrei comunque quello che voglio... cioè te! E penso che le due cose, possano tranquillamente coesistere con il beneficio di entrambi – Afferrandola per le guance l'avvicinai a me – Sono sicuro che sarai perfetta... così deliziosamente orgogliosa da evitare fastidiose complicazioni sentimentali, certo non sarà facile convincerti a tenere sempre chiusa quella tua deliziosa e irriverente boccuccia – Continuai accarezzandole le labbra con le dita – Ma vedrò di lavorarci – Il suo incantevole viso passò dalla costernazione più assoluta, all'incredulità per poi passare all'oltraggio totale – Se a Juvia e permesso aprire un'ultima volta la sua " boccuccia " irriverente, può chiedervi come farete per convincerla a dividere il vostro letto? Visto che lei non ne ha la minima intenzione – Fa come credi! – La lasciai andare bruscamente - Non ti costringerò in alcun modo a farlo... non ti sfiorerò neanche con un dito, a meno che non sia tu a chiedermelo! - Le risposi ghignando – C'è solo un punto dove non ho intenzione di sorvolare, al contrario mio, che per ovvie ragioni fisiche non rispetterò questa regola, ti informo che non tollererò nessun tipo di relazione extraconiugale da parte tua – Ma come vi permettete lurida carogna amorale??? Pensare che Juvia voglia un amante? - Non ho detto che lo farai, ma nel caso, sei avvisata!... Non sarò responsabile delle mie azioni, ad un tuo eventuale tradimento... o sarai mia o di nessun altro! - Un rossore delicato si irradiò su tutto il suo viso, ma subito dopo il suo sguardo si fece più cupo - Non avrete intenzione di portarvi dietro anche la vostra puttana spero? - Aggiunse acida – Parli di Angel? Guarda che potrebbe anche offendersi, dopotutto è una vera signora... proprio come te! - Aggiunsi sorridendo meschinamente e per fortuna questa volta, anche se mi lanciò comunque una sguardo di fuoco, si astenne dal ribattere – E comunque no! Non verrà – Ridacchiai tra me è me, sapendo già quale sarebbe stata la risposta dell'albina ad una simile proposta - Tra un paio di giorni io e Natsu abbiamo intenzione di partire per trasferirci a sud di Fiore, quindi la questione dovrà essere risolta abbastanza alla svelta, pertanto ti consiglio di abituati all'idea... e di acquistare al più presto tutto quello che ti serve, domani verrà Lucy e ti accompagnerà! - Con questa ultima precisazione, me ne andai.
Stavo percorrendo il corridoio verso le scale, quando la sua voce leggermente affannata mi richiamò a voce alta, scandendo il mio nome - GRAY!!! - E prima che facessi in tempo a voltare anche solo la testa, le sue braccia esili mi circondarono la vita e una guancia morbida si appoggiò contro la mia schiena – Gray! - Ribadì questa volta più dolcemente – Juvia non vuole più che tu te ne vada -
§ La tana di lestoargento §
Come avrete notato questo è un capitolo totalmente Gruvia, come sempre quando si tratta di loro, cerco di sbizzarrirmi al massimo. Dite la verità però? Da una certa soddisfazione quando è Juvia a farsi pregare da Gray, anche se qui la cosa e abbastanza reciproca e Gray non si è capito ancora bene se ci fa o ci è? Comunque a modo suo, dopo aver giocato ampiamente al gatto col topo, a spese della povera Juvia, riesce finalmente, a fare la benedetta proposta di matrimonio. Matrimonio che se si farà, o come citando Don Rodrigo ( Questo matrimonio non s'ha da fare, ne ora ne mai ) si prospetta già da ora piuttosto singolare e Juvia dopo essersi fatta pregare per benino dall'affascinante bandito dagli occhi blu, sembra che alla fine gli abbia ceduto, ma sarà veramente cosi?
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