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RICOMPENSA*


* Attenzione : contenuti forti-violenza


" La ricompensa "

( Cinque giorni dopo )

- Levyyy!!! Dammene ancora dannazione! – Stava ululando Nat completamente andato mentre sbatteva le mani sul tavolo - Neshuno deve uscire da questo posto sobrio! - Minacciò l'intera stanza con sguardo vacuo, poi come se si fosse appena ricordato di qualcosa, scostò la falda del "suo nuovo mantello", sollevò le braccia e si rivolse alla sua fidanzata - Luschyyy !!! Amore mio, vieni qui, dammi un bashino ! - Piantala Natsu !!! Quando sei ubriaco diventi ancora più importuno! - Si lamentò la povera ragazza in questione cercando di sfuggirgli, mentre il rosato aveva preso a rincorrerla da per tutto, capovolgendo sedie e persone indiscriminatamente, tra le risate di chi lo guardava da debita distanza e le proteste di chi sfortunatamente si trovava sulla sua strada.

POV'S GRAY

Io ero uno di quelli che si era premurato di allontanarsi il più possibile da lui, Natsu ubriaco era un qualcosa di assolutamente devastante. Eravamo riuniti al piano superiore del locale di Levy, che ormai da tempo era diventato a tutti gli effetti il nostro quartier generale, l'aria fumosa, i vetri colorati a losanga delle finestre, le travi al soffitto, le luci soffuse, le stampe color seppia appese alle pareti intonacate a calce viva, il pavimento di quercia grezza i tavoli grossolanamente intagliati, le sedie e le panche spaiate e i divani dalle sgargianti varietà di velluti rossi davano a quell'ambiente un aspetto vissuto e caloroso, quello era stato il primo posto più simile ad una casa che tutti noi avevamo mai avuto. Il liquore arrivava nella stanza, grazie a un rubinetto di una vecchia rete idrica, collegato, a botti che si trovavano in un locale interrato, accessibile solo tramite un montacarichi .

Io e quel testone in fiamme eravamo da poche ore rientrati vittoriosi da Oak-Town e adesso dopo un rilassante bagno, anche se stanchi e un po ammaccati stavamo festeggiando la vittoria su Josè, la notizia era appena arrivata, Makarov, lo aveva eliminato insieme a suo figlio, dando poi alle fiamme la sua dimora. Grazie a noi anche August era fuori dai giochi, l'avevamo braccato, facendolo ritirare nel suo territorio, con la coda tra le gambe, ed eravamo riusciti a salvare Mest in extremis prima che lo giustiziassero, per essersi comportato da " infame ".

Il metallaro era stato messo a capo della spedizione a casa di Josè mentre a me e a Natsu era toccato fare terra bruciata di quel suo tetro castello sperduto su un'altura, avevo quasi avuto timore di rincontrarla la, che cosa avrei dovuto fare se me la fossi ritrovata di fronte, ucciderla... risparmiarla? E lei come avrebbe reagito vedendomi, doveva odiarmi a morte mi ero ripetuto più volte.

Chissà che ne era stato di lei, forse quel gran figlio di una troia di Josè prima di tirare finalmente le cuoia l'aveva messa al sicuro... si, doveva essere sicuramente così.

Lasciando scivolare via quei pensieri dalla testa, mi feci ricadere all'indietro appoggiando il capo sul bracciolo del divano, mentre Angel che in via eccezionale mi aveva raggiunto e accolto con un'insolita preoccupazione dipinta su quel viso angelico, ora mi stava placidamente spalmata addosso a bere insieme a me come se non ci fosse stato un domani. Natsu intanto era riuscito nel suo intento di acciuffare Lucy. Adesso l'aveva praticamente sdraiata su un tavolo e gli si era arrampicato addosso - Qualcuno mi aiuti!!! - Urlava tra il terrorizzato e il divertito la bionda, cercando di scrollarselo di dosso, quell'idiota casinista come suo solito stava esagerando, facendosi trasportare dalla sua impulsività ancora più amplificata dall'alcol e ora stava letteralmente dando spettacolo. Qualcuno non dovrebbe fare qualcosa? - Domandò Angel con una punta di apprensione nella voce – Ah io no di certo, sono troppo stanco! – Ridacchiai mentre qualcuno... Levy probabilmente aveva appena gettato addosso al focoso rosato un secchio di acqua, scatenando l'ilarità collettiva, che sfociò in una grande cacofonia di grida, bestemmie, incitazioni e risate sguaiate. Quando all'improvviso la massiccia porta di legno si spalancò e un fin troppo ghignante Gajeel entrò nella stanza, trasportando quattro enormi borsoni scuri che lasciò scivolare a terra con un tonfo.

- Hey!!! Branco di bastardi impuniti! Date un po' un occhiata a queste... sono piene fino all'orlo, vi giuro che non ho mai visto tanti Jewels tutti insieme... quasi-quasi mi viene da piangere e sono tutti nostri, porca troia!!! - Subito seguì un grande boato da parte di tutti - Hey ghiaccetto! - Si rivolse a me prima di raggiungere una raggiante Levy - Per te c'è anche un extra, Makarov ti manda un regalo dice che gliela devi custodire, al più presto ti darà istruzioni su quello che devi fare... avanti cammina donna! - Si rivolse a qualcuno di fianco a lui e quando quel qualcuno si fece avanti, nella stanza calò un pesante silenzio, mentre gli sguardi di tutti i presenti me compreso si incollarono alla figura appena apparsa sulla soglia.

POV'S JUVIA

Hilda era da vent'anni la governante di mio padre, era inflessibile, fredda e distaccata... certo doveva essere per forza così, per essere riuscita a sopravvivere tutto quel tempo alle dipendenze di Josè. In quel momento stava esibendo la sua solita faccia da poker, che però non riusciva a celare lo sguardo rimprovero che in quel momento mi stava trapassando da parte a parte – Smettila immediatamente di fissare Juvia a quel modo!!! – Sibilai acida – Tsk! Sono cinque giorni che te ne stai in quel letto a piangerti addosso. Spicciati a mettere qualcosa nello stomaco e renditi presentabile, hai meno di dieci minuti per farlo... dobbiamo andarcene da qui! - Juvia non mangerà il suo cibo, ne tanto meno indosserà i suoi vestiti... VATTENE! - La liquidai cocciuta – Avanti mangia! Fare lo sciopero della fame non ti porterà da nessuna parte se non in una fossa, non dovevi allontanarti dalla scorta, tuo padre ora si trova in una brutta situazione ed è normale che abbia i nervi a fior di pelle! - Doveva pensarci prima e non usare Juvia come merce di scambio!!! La colpa di quello che è successo è solo sua e delle sue manie di grandezza... Lei lo odia quel bastardo vanaglorioso, quella viscida canaglia schifosa! - Sputai rabbiosa - Ma brava, sembra che tu sia stata educata in una stalla invece che in un collegio – Quella bestia avrebbe dovuto fare più attenzione a come si esprimevano i suoi uomini quelle poche volte che Juvia veniva in visita a Oak-town... magari avrebbe dovuto dare anche a loro un istruzione collegiale se non voleva che lei ascoltasse la merda che usciva da quelle specie di cloache che i suoi scagnozzi si ritrovano al posto della bocca, sai Hilda! Juvia potrebbe fornirtene un ampio campionario! - Smettila di comportarti come se fossimo tutti tuoi nemici, è la tua famiglia quella che ti ostini a denigrare ed è tu padre l'uomo che con tanto disprezzo definisci bastardo, guarda dove ti ha portato la tua cocciutaggine... sai che ti dico! Quello che ti è capitato te lo sei andato a cercare! - Che cosa si è permessa di dire Hilda??? - Strinsi gli occhi girando la testa di scatto, mentre una rabbia incontrollata si impossessava di me - Tutto quello che il signor Josè fa è solo per assicurare un futuro a te e a Rain, - Non cercare di venderlo a Juvia, lei non lo compra, credi che Juvia non si accorga del disprezzo e della delusione che pervade il suo sguardo quando i suoi occhi si posano su di lei... Josè non pensa a nessuno, è solo uno stronzo egoista! - Porta un po di rispetto è di tuo padre che stai parlando! - E' un bastardo schifoso! non avrà mai il rispetto di Juvia!!! - Un violento attacco di tosse smorzò le mie parole - Risparmia il fiato piuttosto, il dottore ha detto che per un paio di giorni devi tenere la voce a riposo e solo te stessa che devi biasimare per quello che ti è capitato e invece di chiedere venia e cercare di addolcirlo, magari versando qualche lacrimuccia che cosa hai fatto? Ti sei scagliata contro di lui come un cane rabbioso – Come può Hilda dire una cosa del genere? Lei crede davvero che Juvia l'abbia fatto di proposito? Dice che dovrebbe versare false lacrime per tentare di blandirlo, quando ne ha già versate a fiumi... Hilda crede che Juvia non abbia pianto nel rendersi conto di essere poco di più di una semplice pedina da usare nei giochi di potere degli uomini... pensa che non abbia pianto quando quell'uomo l'ha violentata?... C'E' ALMENO QUALCUNO CHE ABBIA UN CUORE IN QUESTA CAZZO di famigl... !!! - Urlai con tutto il fiato che avevo in gola mentre un nuovo eccesso di tosse smorzava le mie ultime parole - Indubbiamente la tua non sarà stata una bella esperienza, ma d'altronde non è mai morto nessuno per quello – Commentò con noncuranza - Sicuramente Josè riuscirà a trovare qualcuno che passi sopra a una tale piccolezza pur di avere una bella ragazza come te che gli scaldi il letto, rimani comunque sua figlia e che tu lo voglia o no il cognome Porla è un notevole incentivo, l'unico vero problema in questo momento è dato dal tuo brutto carattere - Hilda dovrebbe ricordare qual è il suo posto e smetterla di parlare a vanvera, Josè può anche scordarsi che Juvia si infiocchetti nel suo abito migliore per farsi mettere all'asta come una mucca da monta - Smettila di contrastarlo, incosciente! Ti rendi conto della delicatezza della situazione in cui ti trovi... anzi in cui ci troviamo tutti per colpa tua, saresti dovuta tornare ad Oak-Town , ma purtroppo ci sono stati dei disordini anche lì, i nemici di tuo padre ci hanno accerchiati, attualmente Josè sta cercando un passaggio per farci fuggire dalla città, probabilmente ci toccherà calarci in un tombino per uscire da Crocus – AH!AH!AH! Hilda mi sta dicendo che il magnifico Jose Porla non ha trovato nessun altro modo di andarcene, se non quello di farci fuggire dalla città come farebbero dei luridi, volgari topi di fogna... sai che c'è di nuovo... che si fotta! Juvia da qui non si muove! - Allora vuoi proprio farlo arrabbiare? Questa volta non so proprio che cosa l'abbia trattenuto dal... - Juvia ti consiglia di tenere a freno quella tua linguaccia velenosa, insopportabile megera maleducata, Hilda ultimamente tende troppo a dimenticare di essere solo una semplice serva in questa casa! - Gli avevo gettato un'occhiata in tralice - Ma sentiti, uguale! Cocciuta, indisponente e piena di boria, neanche vi avessero fatto con uno stampo... Josè si danna l'anima ogni volta che ti guarda... non riesce a capacitarsi dov'è che ha sbagliato con te... te lo dico io qual è stato il suo errore, si è incaponito a buttare fior fiore di Jewells per mandarti in uno dei collegi più esclusivi di Fiore, quando invece avrebbe fatto meglio a piazzarti un mitra in mano. Rain è un Ragazzo volenteroso, ma è sempre e solo stato il figlio di tua madre... sei tu che gli somigli, sei tu a non esserti piegata a lui, non Rain, ed è questo che lo fa andare fuori di testa! – COME OSA HILDA PARAGONARE JUVIA A QUELL'ESSERE IMMONDO, FUORI DI QUI VECCHIA STRONZA! FUORI!!! - Accecata dalla furia cieca di quelle parole infamanti, afferrai il vassoio con il cibo e lo scaraventai rabbiosamente verso l'anziana governante, per essere subito dopo assalita da un nuovo eccesso di tosse – Maledizione!!! - Farfugliai frustrata, mentre Hilda con con molta flemma si limitava a ripulirsi i vestiti dalla roba che li aveva sporcati – Lo vedi? - Se ne uscì tranquillamente - Anche se ti ostini a negarlo, sei più simile a lui di quanto tuo fratello non sarà mai! -

Non voglio essere come lui! Pensai amareggiata, Hilda diceva che non dovevo chiamarlo bastardo, ma era quello era, uno stronzo schifoso lurido bastardo senza cuore, quando quel giorno, ero tornata a casa, aveva capito subito, cosa era successo, imputandone immediatamente la colpa a Makarov, a quel punto mi aveva afferrata per i capelli e schiaffeggiata violentemente, rivolgendomi gli insulti più terribili che un genitore potesse rivolgere alla propria figlia, il tutto sotto lo sguardo accusatore di mio fratello Rain e gli sguardi divertiti dei suoi uomini.

Mi aveva dato della sgualdrina, detto che avrebbe dovuto soffocarmi nella culla, perchè da quanto ero nata non gli avevo portato altro che guai, che avevo fatto morire mia madre durante il parto e gli ero costata una fortuna per mantenermi al collegio per farmi diventare una signora istruita e che ora come ora, non gli servivo più a niente.

Flashback

( - Hai la più pallida idea, della vergogna che hai gettato sulla nostra famiglia !!! - Aveva sputato disgustato - L'unica cosa che mi rimane da fare è rispedirti a Oak-Town sborsare qualche altro Jewel e trovare qualche imbecille che ti si sposi lo stesso, accontentandosi di un bel faccino e senza badare troppo al fatto che ormai sei merce usata! - Juvia non sposerà proprio nessuno!!! - Gli avevo risposto con uguale cattiveria - Non ti permetterà di servirti ancora di lei per i tuoi sporchi affari! - COME OSI!!! Maledetta svergognata, sono i miei sporchi affari che ti vestono e ti sfamano da quando sei nata, dovresti prostrarti in adorazione di fronte a me e baciarmi le mani solo per il fatto di essere mia figlia e di portare il mio cognome! - Credi davvero che Juvia possa esserne fiera? – Avevo ghignato sarcasticamente - Sa dove può ficcarselo Josè il suo illustre cognome... su per il... - Ma purtroppo per me non avevo avuto la soddisfazione di finire quella frase – ADESSO HAI DAVVERO PASSATO IL SEGNO! - Aveva urlato con gli occhi quasi fuori dalle orbite - Dovevo ammazzarti non appena i tuoi occhi irrispettosi si sono aperti per la prima volta! - Aveva sputato rabbiosamente in preda all'ira, prima di colpirmi talmente brutalmente da scaraventarmi al suolo. Non contento si era inginocchiato a terra e mi aveva afferrata per la gola e stretto forte sempre più forte fino a che miliardi di luci erano scoppiate nella mia testa, per istinto avevo cercato inutilmente di liberarmi da quelle dita, che mi premevano la gola impedendomi di respirare... mi stava uccidendo... così! Semplicemente come se fossi stata l'ultimo dei suoi nemici. Se non fosse stato per l'intervento di Hilda probabilmente non avrei mai visto l'alba dei miei vent'anni - Josè per l'amor del cielo è sangue del tuo sangue! – Aveva urlato la vecchia governante accorrendo. Ma non era stato per pietà che lo stronzo aveva mollato la presa... no, alle parole di Hilda qualcosa era scattato nella sua mente diabolica, potevo quasi riuscire a sentire gli ingranaggi che si muovevano frenetici e calcolatori – Piuttosto spiacevole vero figlia mia? - Mi si era rivolto con una nota di scherno nella voce guardandomi dall'alto in basso - Alzati!!! - Aveva poi ordinato in modo secco... ma io naturalmente non lo avevo fatto... per quanto potesse essere umiliante quella posizione non volevo comunque dargli la soddisfazione di assecondarlo – IN PIEDI HO DETTO! OBBEDISCI MALEDIZIONE A TE!!! - Quella che aveva esibito, altro non era che una prova di forza di fronte ai suoi uomini, non avrebbe mai permesso che lo mettessi in ridicolo di fronte a loro, così mi aveva afferrato per il bavero del corpetto e sollevata da terra come un pupazzo di stoffa – Sono stufo marcio della tua insubordinazione e ora che tu decida da che parte stare!!! – Juvia preferirebbe essere violentata altre mille volte piuttosto che obbedire a un tuo ordine stronzo! – Gli avevo soffiato in faccia con tutto il disprezzo di cui ero stata capace, con la voce roca che raschiava dolorosamente sulle pareti della mia gola. Il successivo colpo non lo avevo neanche visto arrivare, ma era stato così forte da farmi girare la testa quasi di di centottanta gradi, ancora non sconfitta e stringendo i denti mentre il sapore ferroso del sangue mi riempiva la bocca, mi ero di nuovo girata a sostenere il suo sguardo con sfida - Tu farai quello che dico io! - Aveva aggiunto con voce mortalmente calma e minacciosa - O ti giuro che la prossima volta non ti andrà così bene... Hilda!!! Levala dalla mia vista e tienila nella sua stanza fino a quando non vi mando a chiamare - Poi ignorandomi definitivamente, aveva iniziato a gridare ordini a destra e a manca – SOL! CONVOCA IMMEDIATAMENTE I MIEI AVVOCATI, E' GIUNTA L'ORA CHE QUEGLI SCIACALLI SI GUADAGNINO IL PANE, VI ASPETTO NEL MIO STUDIO TRA DIECI MINUTI, NON UNO DI PIU' O VI AMMAZZO TUTTI! – Gli uomini erano scattati come molle, lo sapevano che con lui non c'era da scherzare, non dopo che aveva appena giustiziato personalmente tutti i sopravvissuti di quella che era stata la mia scorta, intanto mio fratello Rain si era mosso per seguirlo – NO! Tu no! - Aveva esclamato alzando una mano imperioso – Cerca piuttosto di contattare August e metti in allerta tutti gli uomini... tra di noi c'è una spia! - Aveva concluso eclissandosi all'interno della sua stanza dei bottoni. )

***

- Juvia non si metterà a scodinzolare come un cagnolino ad un suo cenno! - Ribadii ancora una volta - Juvia non farlo, lo sai che ti farà trascinare con la forza al suo cospetto dai suoi uomini! - Che lo faccia pure... Juvia non lo teme... non più ormai, per quello che la riguarda può anche fustigarla e farla ardere viva, tanto Juvia non gli darà mai la soddisfazione di piegarsi al suo volere, Hilda può anche andare a riferirglielo se vuole! - L'anziana donna mi lanciò un'ultima occhiata rassegnata, scuotendo la testa mentre si chiudeva la porta alle spalle. Non una parola di conforto per me e per quello che mi era successo... non che me lo fossi aspettato naturalmente, parole come conforto e gentilezza non avevano mai fatto parte del vocabolario della mia famiglia, mio padre non mi aveva mai considerata niente di più che un un'inutile fastidio e quando finalmente gli sarei servita a qualcosa, avevo rovinato tutto disobbedendo nuovamente ai suoi ordini .

Era da quel fatidico giorno che a stento riuscivo ad appisolarmi per più di una manciata di minuti, ogni volta che provavo a dormire, la mia mente si riempiva di... occhi blu, che sondavano i miei con implacabile curiosità, il viso affascinante che si chinava verso il mio, la sua bocca che si impossessava delle mie labbra... dolce e insistente al tempo stesso e quel suo strano modo di prendermi... con indifferenza si... ma anche con quel sottile dispiacere e nonostante tutto, ogni volta che pensavo a lui il mio cuore perdeva un battito.

Che patetica stupida ragazza che ero, mi ributtai sul letto, seppellendo la testa sotto le coperte, alla stregua di uno struzzo che si nasconde sotto la sabbia – VA VIA MALEDETTA CAROGNA! Juvia vorrebbe vederti appeso per il collo sotto ad una trave, con la lingua a penzoloni e godersi lo spettacolo! Esci dalla sua testa!!! - Gridai al nulla affondando ancora di più la faccia nel cuscino, spaventata ancora una volta dall'intensità di quelle sensazioni.

Il forte rumore di uno scoppio seguito da urla furiose e bestemmie poi l'inconfondibile schianto del portone principale che veniva sfondato, mi distolse dai miei pensieri, balzando dal letto mi precipitai alla finestra, c'era del fuoco e il giardino della villa era invaso da uomini armati, sono loro!!! Pensai sconvolta, mentre la paura mi attanagliava lo stomaco stritolandolo in una morsa, Hilda aveva ragione... l'avevo presa troppo alla leggera, invece stava davvero succedendo, dopo la violenza subita avevo stupidamente creduto che tutto fosse finito li, solo adesso mi stavo rendendo realmente conto della serietà della situazione e in quel momento tutta le mie certezze cedettero. Frenetica iniziai a guardarmi intorno, dovevo trovare qualcosa per difendermi, ecco! Tra i resti del vassoio c'era il coltellino per sbucciare la frutta, mi affrettai a recuperarlo e mettendomi di fianco alla porta rimasi a ascoltare i rumori che provenivano dall'altro lato. Il cuore mi batteva freneticamente come se da un momento all'altro avesse dovuto uscirmi dal petto, non so di preciso per quando tempo rimasi così, ma tutto d'un tratto la casa parve divenire stranamente silenziosa. Facendomi coraggio strinsi con più forza la piccola lama tra le mani sperando che fosse bastata ad infondermi tutto il coraggio di cui avevo bisogno, pian piano girai la maniglia della porta aprendola lentamente e senza curarmi di essere scalza e di stare indossando solo una leggera camicia da notte uscii dalla mia stanza e con passo felpato percorsi il pezzo di corridoio che portava alle scale, l'ambiente sembrava pervaso da un'innaturale foschia, l'aria era impregnata dall'odore acre del fumo e della polvere da sparo e da quello molto più dolciastro del sangue fresco, la prima cosa che vidi affacciandomi dalla balaustra, fu l'esile corpo crivellato di colpi dell'anziana governante, riverso in una posizione scomposta a metà della scala – Hilda! - Sussurrai a bassa voce, precipitandomi da lei quanto più silenziosamente possibile, mi chinai e con la mano sinistra girai il suo volto immobile verso di me, i suoi occhi vacui parevano sondarmi, sbarrati nella fissità della morte, mentre la sua linfa vitale fuoriusciva copiosa dalla moltitudine di fori di proiettile e pian piano si allargava a formare una chiazza rossa sempre più ampia, che in poco tempo iniziò a colare lungo i gradini di legno scuro. Perchè?... pensai amareggiata... era solo una vecchia... un'innocua burbera povera vecchia. Rimasi qualche minuto ferma ad osservare quella che probabilmente era stata l'unica persona per la quale a modo suo, era importato davvero qualcosa di me e senza che potessi impedirlo gli occhi iniziarono a pizzicare fastidiosamente, ma decisa ricacciai indietro quelle lacrime importune e lasciandole un'ultima carezza su quei capelli candidi come la neve raddrizzai la schiena e mi rialzai in piedi per affrontare quello che mi attendeva al di la della curva dello scalone, lo spettacolo che si presentò dinanzi ai miei occhi era semplicemente agghiacciante, c'erano decine di cadaveri ovunque, quelli che una volta erano stati gli uomini di Josè Porla, giacevano in pozze di sangue e li al centro esatto del grande atrio sormontato dallo sfarzoso lampadario di vetro soffiato c'era lui... mio padre... era inginocchiato a terra insieme a mio fratello, circondato da una decina di individui armati che gli puntavano le pistole alla nuca, come richiamato dalla mia presenza lo vidi girarsi verso di me, automaticamente senza distogliere lo sguardo alzai il mento in segno di sfida, nessuno a parte me e lui sembrò accorgersi di nulla... i nostri occhi si incastrarono, i suoi come sempre gelidi e pieni di disprezzo, i miei decisi e irriverenti, poi le sue labbra sottili si piegarono in un ghigno sprezzante appena un attimo prima che gli uomini di Makarov sentenziassero la sua fine - Questo è da parte di Makarov bastardo! - Urlarono all'unisono prima che un macabro concerto di spari spazzasse via per sempre, tutto quello che restava della mia famiglia.

Senza volerlo lanciai un urlo, che subito cercai di soffocare sbattendomi una mano sulla bocca, gli uomini allertati forse dal movimento si voltarono verso di me, puntandomi simultaneamente le armi contro, in quel momento sperai che tutto finisse alla svelta e mi preparai chiudendo gli occhi ma inaspettatamente ancora una volta il suo viso mi apparve di fronte, con quel sorriso ironico.

Perché, il mio ultimo pensiero, doveva essere rivolto proprio a lui? Pensai odiandomi per quello, mentre continuavo ad aspettare che tutto finisse quanto prima possibile, ma niente, spalancai gli occhi e vidi a pochi passi da me un individuo spaventosamente alto, ricoperto di piercing perfino sul viso, portava solo un gilet a coprirgli il torace muscoloso e sulla spalla aveva uno strano tatuaggio nero, sembrava una fata-una fata con la coda.

- Guarda-guarda chi abbiamo qui ! - Ghignò irrispettoso - Avvicinati non preoccuparti, non abbiamo nessuna intenzione di ucciderti, infondo è anche merito tuo se abbiamo vinto... e poi diciamocelo... sarebbe davvero un peccato rovinare tutto questo ben di dio! - L'uomo si lasciò andare ad una risata insolente, a cui fecero eco quelle di tutti gli altri. Cogliendo l'allusione al mio abbigliamento, non riuscii a trattenere la vampata di indignazione che mi arroventò il viso e stringendo con più forza dietro alla schiena il piccolo coltellino mi preparai a difendermi - Non osare toccare Juvia razza di feccia! – Soffiai velenosa - Ma non farmi ridere? E comunque nel caso in cui avessi voluto approfittare della situazione, non sarebbe di certo stata una patetica ragazzetta mezza nuda a fermarmi, avanti vieni qui! - Ordinò brusco. Non mi fidavo di lui, il suo aspetto era davvero spaventoso, indietreggiando risalii un gradino in modo da essere più alta e avere qualche chance, poi i miei occhi si fissarono sul suo enorme collo... quello di certo sarebbe stato un magnifico punto vitale dove colpire. Appena sollevò la mano per afferrarmi il braccio, sferrai il colpo con tutta la forza che avevo, proprio in direzione della grossa vena azzurrognola che risaltava sulla sua pelle bruna, se ero fortunata sarei riuscita a bucargli l'arteria. Se ero fortunata appunto... che illusa, avrei dovuto immaginare che uomini come quello dovevano avere dei riflessi incredibilmente pronti e di certo erano abituati a fronteggiare minacce ben peggiori di una donna in sottoveste, ma non ostante tutto riuscii lo stesso ad affondare la lama in profondità nell'avambraccio che istintivamente aveva alzato per difendersi. L'uomo per qualche secondo rimase incredulo ad osservare il manico d'osso che gli spuntava dalla carne, poi con un gesto rabbioso estrasse la piccola lama e la gettò di lato – Brutta figlia di un cane bastardo e impestato dalle pulci! Guarda che cazzo mi hai fatto!!! – Ero spacciata pensai terrorizzata, mentre l'energumeno mi afferrava brutalmente per un polso e mi trascinava di peso giù per i rimanenti gradini - CHE COS'E' QUESTO CHIASSO GAJEEL??? - Domandò una voce imperiosa .

Il tipo borchiato si girò verso l'uomo che era appena entrato dal portone della casa, senza più curarsi minimamente di me - Niente di preoccupante, Mister Makarov, stavamo solo discutendo amabilmente con la figlia del fù Josè, a proposito che ne facciamo di lei ? - Il metallaro mi afferrò nuovamente per il braccio, scaraventandomi senza complimenti davanti al vecchio che aveva parlato... quello era... Makarov.? Sembrava più un gentile vecchietto che un sanguinario Boss. L'uomo intanto mi squadrò da capo a piedi, era molto basso, ma ad un secondo esame avvertii chiaramente l'aura di imponenza che lo circondava e che metteva soggezione .

- Sei tu la figlia di quel cane traditore? - Naturalmente non si era aspettato nessuna risposta - Gajeel c'è stato un leggero cambio di programma, portala nel vostro covo e affidala a Gray, digli che è... un regalo da parte mia e che deve trattarla bene, non deve essergli torto un solo capello, presto gli farò avere istruzioni su quello che deve fare. Ah! Prima di andare naturalmente, non dimenticate di dare fuoco a questa baracca, non deve rimanere niente di quell'infame! - Certo Mister Makarov – Rispose il grosso scagnozzo bruno – Alzati andiamo! - Si rivolse poi a me in tono burbero con la faccia scura – Che diavolo avrà in mente adesso il vecchio? – Lo sentii borbottare – Cammina forza, ti sto portando da Gray – Ridacchiò poi sarcastico, come se in tutto quello ci fosse qualcosa di divertente. Subito dopo iniziò a spingermi verso un'automobile nera parcheggiata poco più in la, dove venni fatta sedere in mezzo a due uomini che dovevano scortarmi Jet-Droy tenete gli occhi aperti e soprattutto non vi fidate troppo di lei, ci vediamo fuori al locale! - La leggera camicia a bratelline era quasi trasparente e io ero nuda al di sotto di essa, portando le braccia al petto mi rannicchiai quanto più possibile su me stessa, anche se dovevo ammettere che i due cercarono di mantenere per tutto il tempo un atteggiamento distaccato, ma non ostante quello non riuscirono a trattenersi dal gettare qualche veloce sbirciatina di tanto in tanto.

Dopo una mezz'ora di viaggio, venni trascinata nel retro di un locale, la zona mi sembrava familiare, era lo stesso posto dove pochi giorni una prima, tutto aveva avuto inizio .

L' uomo chiamato Gajeel, mi raggiunse, trasportando senza fatica quattro borse scure, poi con la testa mi fece cenno di imboccare una stretta scala che portava al piano di sopra, dubbiosa osservai i ripidi gradini che salivano, le luci che provenivano dall'alto avrebbero reso praticamente trasparente il sottile indumento che indossavo permettendo così a quell'individuo di avere un'ampia panoramica di quello che c'era sotto – Prima tu! - Dissi alzando il mento, dalla sua gola scaturì ancora una volta quella specie di risata più simile al suono raschiante di una sega - Credi davvero che sarei così mentecatto da darti le spalle dopo quello che hai fatto dolcezza? Sali quella cazzo di scala prima che ti prenda a calci in culo! - Mordendomi il labbro decisi che per il momento sarebbe stato meglio obbedire, non era proprio il caso di farlo innervosire ulteriormente, così ignorando la mia nudità drizzai la schiena e mi apprestai a salire. Alla fine della rampa mi fece arrestare davanti a una porta, dietro la quale provenivano rumorosi schiamazzi e alte risate.

- Resta ferma qui e aspetta... fa la brava mi raccomando – Ridacchiò ancora una volta rivolgendomi uno sguardo strano – Non vedo l'ora di godermi la faccia di Gray quando gli ti piazzerò davanti - Ghignò sibillino, ma io mi sentivo troppo stanca, affamata e infreddolita per soffermarmi troppo su quelle parole, era già la seconda volta che lo nominava, Gajeel aveva pronunciato quel nome, come se io avessi dovuto sapere di chi stava parlando, ma chi era Gray?... Il loro capo forse?

- Hey!!! Branco di bastardi impuniti! - Urlò e subito il frastuono parve attenuarsi - Date un po' un occhiata a queste... sono piene fino all'orlo, vi giuro che non ho mai visto tanti Jewels tutti insieme... quasi-quasi mi viene da piangere e sono tutti nostri, porca troia!!! - Alle sue parole fece seguito un rumoroso boato di voci contente - Hey ghiaccetto! - Si rivolse poi a qualcuno - Per te c'è anche un extra, Makarov ti manda un regalo dice che gliela devi custodire, al più presto ti darà istruzioni su quello che devi fare... avanti cammina donna! -

§ La tana di Lestoargento §

Beh! Che ve ne pare... a quanto sembra Juvia si è dimostrata qualcosa in più di una semplice damigella in pericolo, certo bisogna dire che ne sta passando di cotte e di crude. Attualmente si sente spaesata e non sa davvero cosa aspettarsi ora che la sua famiglia non esiste più, si sente completamente vulnerabile e nella sua testa frullano milioni di domande. Che ne sarà di lei adesso? E chi è Gray?... Ah se solo sapesse...


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