Patto*
" Patto "
POV'S JUVIA
Il mese di febbraio volgeva quasi alla fine e dopo appena una settimana dalla scoperta della mia gravidanza, stavo già lasciandomi alle spalle la cattedrale di Crocus, con indosso, beffa delle beffe, il mio eccessivamente sfarzoso e fin troppo elaborato abito da sposa, lo stesso abito scelto da mio padre in persona, per il mio matrimonio con August.
Tutto era avvenuto con un rapido susseguirsi di eventi. In meno di tre giorni Rufus mi aveva presentata a Madame Lore avvisandola che ci saremo sposati da li a quattro giorni, adducendo come pretesto che ci conoscevamo già da qualche mese e che lui in un impeto di passione mi aveva sedotta e messa incinta non vedendo l'ora di fare di me sua moglie. La cerimonia si era svolta talmente in fretta che io stessa mi chiedevo se fosse davvero avvenuta e a cui tra l'altro, la madre di mio marito data la sua precaria salute e a causa della difficoltà a muoversi da casa sua non aveva potuto intervenire, o almeno e quello che mi è stato detto per giustificare la sua assenza. Rufus, indiscutibilmente attraente vestito con un'impeccabile Frac in azzurro e oro, a stento mi aveva sorriso mentre ci scambiavano promesse d'amore e fedeltà. False come gli sposi e recitate alla presenza dei pochi familiari che assistevano ignari a quell'ingiuria dinanzi a Dio. Ed è così che dopo appena sette giorni da quella assurda proposta di matrimonio, che ora mi ritrovavo sposata con Rufus Lore e in procinto di passare la mia prima notte di nozze con lui.
Dopo il banchetto mio marito mi aveva fatto scortare a casa sua da un servitore, dicendomi che mi avrebbe raggiunta di li a poco. La governante, una donna di mezza età magra e rigida come un manico di scopa, mi accolse sulla porta di casa e mi informò freddamente, mentre mi accompagnava nelle stanze padronali, che Madame Lore mi avrebbe ricevuta l'indomani, facendomi sentire terribilmente a disagio e acuendo ancora di più la sensazione di sentirmi soltanto un'estranea in quell'enorme dimora.
- La camera di Monsieur Lore è di fronte alla vostra - Mi informò dopo avermi condotta per un lungo corridoio al piano terra che dava accesso soltanto a quelle due stanze – In verità non sarebbero queste le camere padronali, ma a Monsieur piace stare qui poiché danno direttamente sul giardino retrostante la villa – Si affrettò a spiegare poi.
- Bene! - Concordai brevemente guardandomi intorno curiosa. Da quello che avevo potuto vedere questa casa sembrava molto più grande e imponente di quella che aveva mio padre a Crocus, più ricca avrei aggiunto e ovviamente più moderna. La mia stanza poi rispecchiava ancora meglio il concetto che mi ero fatta sulla posizione finanziaria di mio marito, il pavimento era quasi completamente ricoperto da stupendi tappeti orientali e magnifici dipinti ad olio raffiguranti per la maggior parte paesaggi bucolici ornavano quasi per intero le pareti. Bei mobili lucidi e l'incantevole tavolino con intarsi in madreperla completo di specchiera per la toilette, sembravano essere cesellati in puro argento. Il letto era un'enorme baldacchino, rifinito con la seta migliore di un tenue verde cangiante... semplicemente stupenda pensai sempre più impressionata – Se permettete vi aiuterò io stessa questa sera, domani vi verrà assegnata da Madame una domestica personale – La voce della governante mi risvegliò da quell'esame – Juvia vi ringrazia – Risposi mentre lei sollevava brevemente il sopracciglio forse spiazzata dal mio strano modo di parlare, ma subito dopo il suo viso assunse di nuovo la sua fredda compostezza mentre si spostava alle mie spalle per aiutarmi a togliere l'abito e dopo aver indossato l'impalpabile camicia da notte che mi aveva dato si offrì di spazzolarmi i capelli.
Seduta sul basso sgabello la osservai mentre concentrata scioglieva con perizia i nodi provocati dall'acconciatura – Voi e monsieur avrete dei bellissimi bambini biondi o con i capelli turchini – Commentò meccanicamente posando infine la spazzola sulla ripiano. Sussultando lievemente a quelle parole, mi auspicai che c'era solo da augurarselo e per un attimo venni tentata dall'informarla di quanto mio padre invece fosse stato scuro di capelli – Io ho finito qui! – Mi bloccò dal parlare, poi inchinandosi si ritirò velocemente senza più dire una parola.
Rimasta da sola raggiunsi l'enorme letto e mi ci sdraiai con le spalle appoggiate alla coppia di voluminosi guanciali, poi sempre più in ansia guardai nervosa verso la porta, domandandomi quando Rufus mi avrebbe raggiunta. Per tutto il giorno mi ero arrovellata il cervello su quello che sarebbe accaduto quella sera, terrorizzata dalla prospettiva di dover offrire a Rufus la stessa intimità condivisa con Gray e ripetendomi che ci avrei pensato a tempo debito, ma sinceramente ora che che il momento era arrivato il solo pensiero mi terrorizzava e non sapevo se ne sarei stata capace – Juvia dovrà farlo! - Cercai di convincermi – Lei dovrà essere buona con lui, docile e rispettosa e... Fedele! - Mormorai. Fedele si, sapendo che a fatti avrei dovuto esserlo per forza, ma non con il cuore, con quello non avrei potuto mai mantenere quella promessa, mi ero innamorata di Gray, lo amavo tutt'ora e non mi riusciva proprio di fare un paragone appropriato con Rufus, così come non riuscivo a non pensare ai suoi magnetici occhi blu, al suo viso perfetto, al suo corpo duro e tonico premuto contro al mio. Non riuscivo a non pensare alle sue mani che mi sfioravano e alla sua bocca che mi baciava. E se fosse stato lui mio marito invece di Rufus, quella notte sarebbe stata sicuramente la più bella della mia vita. Mille volte in quei due mesi mi ero pentita di averlo respinto, avrei dovuto accettare lo stesso, avrei dovuto scendere a compromessi con me stessa, ingoiare il mio stupido orgoglio e rimanere con lui, invece no e ormai era troppo tardi per tornare indietro, lui aveva sposato un'altra e io ora non potevo più permettermi di essere egoista, ero incinta di suo figlio e avrei fatto di tutto per proteggerlo, continuavo a ripetermi che il mio bambino non poteva essere la conseguenza di quella violenza no, di questo ne ero certa me lo sentivo scorrere nelle vene o forse semplicemente volevo illudermi che fosse così. Consolarmi nel sapere che nel mio grembo stesse crescendo il frutto dell'unica notte d'amore passata insieme, ed era tutto quello che mi sarebbe rimasto di lui.
- Mia cara? - Automaticamente le mie mani afferrarono il lenzuolo per celare alla sua vista le trasparenze del tessuto sottile che nascondevano poco o nulla del mio busto e come colta in fallo nell'atto di tradirlo sentii le guance infiammarsi sotto lo sguardo di mio marito che senza bussare aveva aperto la porta – Posso entrare? – Mi chiese quasi incerto avvertendo forse la mia titubanza. Aveva ogni diritto di farlo, ma io mi ritrovai quasi a negargli quella concessione, mentre con timore studiavo la sua figura ferma sullo stipite della porta. Rufus dal canto suo sembrava quasi a disagio mentre aspettava una mia risposta, ma allo stesso tempo una strana luce beffarda brillava nei suoi occhi di giada mentre mi osservava – M-ma certo – Mormorai con un filo di voce distogliendo lo sguardo dal suo petto nudo, lasciato scoperto dalla camicia bianca sbottonata.
Lentamente e con passo felino si avvicinò al letto, si accomodò sulla sponda del materasso e con un sorrisino compiaciuto fece scorrere i suoi occhi prima sul mio viso e poi sulle mie mani strette attorno al lenzuolo – Ti dispiace? - Poi disse afferrando il bianco tessuto per scostarlo dal mio petto – Vuoi togliere la camicia per me, vorrei vederti interamente se non è chiedere troppo – Con un lieve cenno affermativo della testa e con mani tremanti slacciai i bottoncini, ma mi limitai solo a scostare leggermente i lembi rifiutandomi di fare altro, rimanendo poi in attesa di una sua successiva mossa. Non mi toccò ne tanto meno cercò di baciarmi. Niente, anzi si scostò leggermente portandosi l'indice e il pollice sul mento quasi a volermi valutare, soppesare come se non fossi altro un oggetto appena acquistato – Sei davvero una bellezza lo sai? – Inclinò leggermente il capo per studiarmi meglio - E io adoro circondarmi di cose belle – Di nuovo le mie guance ardettero di vergogna e istintivamente le mie braccia si piegarono verso il seno – Andiamo adesso puoi anche smetterla di recitare la parte della verginella timorosa! - Sorrise beffardo – Infondo non sei nuova agli sguardi di un uomo, giusto? - Aveva un bel sorriso che sicuramente poteva ammaliare molte donne, ma io in quel momento ne ero solo intimorita – Devi essere aiutata allora? - Chiese piano. Poi allungò le mani e alzò lentamente la camicia fino a sfilarmela completamente dalla testa. Solo un altro sguardo aveva accarezzato così allungo il mio corpo nudo prima di lui, ma in quello sguardo c'era stato desiderio e solo adesso riuscivo a capire quanto. In quello verde e freddo di questo sconosciuto che si attardava sui miei punti più intimi e delicati, vi leggevo solo distaccata ammirazione e fredda valutazione di ciò che adesso era di sua proprietà. Le sue dita si appoggiarono prima sul mio collo per poi scendere indolenti a percorrere il profilo dei miei seni e poi l'incavo della mia pancia ancora piatta dove si bloccarono. Avrei tanto voluto allontanare con uno schiaffo quella mano indesiderata che non ardeva certo dalla brama di toccarmi, in quell'istante volevo solo nascondermi ai suoi occhi, rifiutarlo si, ero stata una stupida ad accettare, non volevo che mi toccasse ancora, non lo volevo. Stavo per dirglielo ma le sue parole precedettero le mie – Immagino che avrai sentito ciò che dicono di me? - Lo fissai stupita. Questa domanda davvero non me l'aspettavo, ma decisi comunque di rispondere nella maniera più sincera e corretta possibile – Chiacchiere, solo chiacchiere! Juvia crede che siano solo malignità di gente invidiosa, sessista e ignorante. Gente che pensa che se a un uomo piace curare il proprio aspetto, che se non ama sfidare i suoi simili, imprecare o portare a letto ogni donna che incontra non sia... - Esitai distogliendo lo sguardo - Non sia un uomo? - Terminò lui ghignando piano – Quindi ti piacciono gli uomini dolci? Hai detto di essere stata violentata su commissione e che non conosci l'identità di chi l'ha fatto giusto? - Si! - Annuii ringraziando il fatto che non avesse indagato oltre – Comunque non mi importa chi è il padre del bastardello che ti porti in pancia – Mi alzò il mento con due dita guardandomi freddamente – Ti ho sposata solo perché mi serve un figlio e manterrò quello che ho promesso, da oggi in poi siamo legati a doppio filo io e te piccola. Se io tradissi te, tu potresti fare lo stesso con me - Juvia non capisce, perché dovrebbe tradirti? - Lo guardai perplessa – Ora capirai – Disse lui alzandosi – Lyon entra pure – Chiamò rivolto verso la piccola porta che univa le nostre due stanze. Appena l'albino entrò in camera nostra un grido strozzato mi sfuggì dalle labbra e istintivamente mi coprii sotterrandomi nelle coperte fino al mento – Che-che ci fa lui qui!? - Uscì tremante la mia voce soffocata dallo spessore delle coltri. Rufus per tutta risposta diede un lieve sospiro alzando gli occhi al soffitto – Ancora non capisci? - Rabbrividendo mi raggomitolai ancora più in profondità nelle coperte – Di chiacchiere se ne fanno tante dolcezza e io non sempre riesco con successo a celare la mia natura, sono omosessuale fin dall'adolescenza e non me ne vergogno – Era la verità dunque, non erano solo dicerie, ma stranamente non me ne fregava niente, anzi a quella confessione trassi un sospiro di sollievo - Non dici niente? - Mi chiese infatti aggrottando le sopracciglia - Oppure non conosci affatto il significato di quella parola? – Juvia non è stupida! - Lo contraddissi lanciando un'occhiata malfidente all'albino che ora si era avvicinato di più a noi – E probabilmente Rufus non desidera neanche che lei se ne dispiaccia dato che ha chiaramente affermato di essere più che soddisfatto della situazione, anzi Juvia ti dirà di più, lei era disgustata alla sola idea di farsi toccare da te e quindi ti è più che grata per la possibilità che stai dando al suo bambino senza richiederle altro o almeno e quello che lei spera! - Volli puntualizzare avendo appena avuto la spiacevole sensazione che ci fosse dell'altro - In verità ci sarebbe un'altra piccola clausola da discutere – Mi informò infatti lanciando una rapida occhiata al suo compagno – Se tuo figlio sarà un maschio non ci saranno problemi, ma in caso contrario, Lyon si è offerto di... come dire aiutarmi a procreare un erede che mandi avanti il mio nome. Sai lui non è proprio come me, a Lyon piacciono anche le signore e tu gli sei piaciuta fin da subito, è stato lui stesso a raccontarmi la della tua situazione e a spronarmi per sposarti – Si avvicinò a lui lasciandogli un'amorevole carezza sulla guancia – Il bellissimo figlio bastardo di una delle più illustri puttane di Crocus con alle spalle un'infanzia di abusi e violenze e la figlia finita in totale disgrazia e per di più gravida di un ex boss malavitoso, che coppia ragazzi! – Ridacchiò soddisfatto - Ho raccolto entrambi dalla strada e sono più che sicuro che nessuno di voi due mi tradirà mai, poiché con me avrete solo da guadagnare e nulla da perdere, sarà il nostro piccolo segreto Juvia. Mio, tuo e... suo! Sei perfetta per i miei scopi e nessuno accorrerà a reclamare ciò che ora è mio, ti comporterai da moglie devota e mai senza il mio permesso potrai lasciare questa casa se non in mia compagnia - Questo non era incluso nei patti! - Risposi scuotendola testa – Juvia non può accettarlo! - E perché no, è per tuo figlio che lo fai! - Sorrise divertito a quel punto – Sei incerta? Hai paura? Temi che la mia parola di *pederasta abbia meno valore e vuoi essere rassicurata? La famiglia Lore è una delle più vecchie e in vista di tutta Crocus ed è con grande solerzia che tornerò a ribadire che i tuoi figli potranno fregiarsi del mio nome, dei miei soldi e di tutto quello che mi appartiene, così che anche mia madre venga soddisfatta poiché il suo illustre casato non si estinguerà con me, mentre le perfide malelingue chiuderanno finalmente il becco. Vedi mia cara? Sposandoti ho accontentato tutti, anche te infondo... e naturalmente lui – Indicò l'amico che in risposta fece un garbato inchino per poi piazzarmi in faccia i suoi occhi così incredibilmente calmi e rassicuranti – Non temere fino a quando non partorirai sarai lasciata in pace, ma se sarà necessario potrai pensare a lui come al tuo sposo, poiché io non ti toccherò mai, neanche con un dito.
Incredula osservai mio marito mentre prendeva per mano il suo compagno e scompariva oltre la porta comunicante tra le nostre stanze – In che cosa mi sono cacciata? – Mormorai tra me e me, mentre mi lasciavo cadere sconfortata sul materasso, cercando di ignorare nel contempo i rumori inequivocabili provenienti dalla stanza affianco.
*** Avanti nel tempo ***
ANNO 1929 MESE DI FEBBRAIO – VILLA LORE CROCUS
- Juviaaa!!! Dove sei inutile donna, vieni immediatamente qui! - Si!!! Juvia è qui maman, stà arrivando! – Già in apprensione mi affrettai a salire di corsa le scale per raggiungere la stanza di mia suocera - Ditele è successo qualcosa? – Ansimai con la mano sul petto. Altro che povera vecchietta in procinto di morire, quell'arrogante mummia egizia avrebbe fatto morire me d'infarto prima o poi. Aveva sette spiriti come i gatti e la scorza dura di un armadillo, al suo sguardo incredibilmente acuto e penetrante non sfuggiva nulla e l'unico modo per farla tacere, era assecondarla in tutto, tant'è vero che in quella casa non si muoveva una foglia se non era lei a deciderlo. Per non parlare poi del fatto che mio marito Rufus la venerava neanche fosse stata una divinità scesa in terra. Tutto quello che desiderava "maman" doveva venire prima di tutto e ormai avevo imparato che quando" maman" mi richiamava con quel tono furioso, era per qualcosa che mio figlio aveva combinato - Tuo figlio è uno screanzato! Ecco che cosa ci hai ricavato facendogli avere a che fare con certa gentaglia!!! - Esordì infatti sbattendo il suo nodoso bastone sul pavimento, mentre gracchiava come una corvo - Gli ho ripetuto cento volte che non deve correre e urlare per casa e che quel maledetto mostro che vi ostinate a definire cane, deve stare in giardino!!! Ma ora farò in modo che vengano gli accalappiacani a prenderselo, ora basta! Questa volta ha passato davvero il segno! - Insomma maman volete spiegarle che cosa è successo! - Riformulai spazientita la domanda – Che cosa è successo? Hai anche il coraggio di chiederlo? Stavo dicendo a tuo figlio che finalmente suo padre si è deciso ad allontanare una volta per tutte quel Lyon Vastia da questa casa, quando improvvisamente ha iniziato ad inveirmi contro e quando il povero Sebastian ha cercato di calmarlo, quella bestia feroce che lo accompagna dappertutto lo ha azzannato ad un braccio - E' impossibile – Mi alterai a quel punto - Snow è buono, Juvia sa che non farebbe male ad una mosca a meno che qualcuno non minacci Storm, sapete maman i pastori dei Pirenei vengono usati per trarre le persone in salvo dalle valanghe, sono docili per natura! – Affermai con decisione sia in difesa di mio figlio che del suo cane – Tu dici? Intanto tuo figlio mi ha mancato nuovamente di rispetto e poi il suo sguardo non mi piace è insolente e maleducato, non somiglia per niente al mio Rufus, non ha i suoi colori e neanche i tuoi!!! - Maman cara – Cercai di mantenere un tono calmo nonostante il nervo mi torcesse lo stomaco - Avete perfettamente ragione, ma Juvia vi ha già spiegato più volte che Storm somiglia alla buon'anima di suo nonno Josè! - Allora speriamo solo che tra qualche anno non si debba cacciarlo da galera quel benedetto ragazzino e che la somiglianza con suo nonno si fermi li! - Non preoccupatevi maman, non dovreste innervosirvi così... vi fa male, Juvia promette che parlerà con Storm! - Giocai la carta dell'accondiscendenza sfoderando il mio sorriso più falso - Non devi parlagli stupida donna!Devi tirargli le orecchie a quel piccolo delinquente, ha passato troppo tempo in compagnia di quel Lyon è ora va immediatamente raddrizzato è inammissibile che mio figlio gli abbia permesso per tanti anni di frequentare questa casa, per giunta a stretto contatto con suo figlio e con la sua giovane moglie! – Disse all'improvviso restringendo con sospetto i piccoli occhietti inquisitori. Possibile che credesse venisse per me? Beh! Giustamente non poteva pensare che Lyon corteggiasse suo figlio – Era amico di Rufus e in seguito anche suo socio, quindi è abbastanza normale che si vedessero spesso! - Cercai di sviarla – Certo-certo! - Mi frugò nuovamente gli occhi in cerca forse di qualche traccia di imbroglio, poi si lasciò andare con le spalle contro lo schienale della sedia a rotelle – Comunque resta il fatto che appena Rufus tornerà gli ordinerò di liberarsi immediatamente di quella bestiaccia! – Abituata ormai a fingere feci una leggera risata divertita prima di risponderle per le rime - E Juvia invece farà in modo che non lo faccia! - Sussurrai amabilmente facendole intendere quanto potesse essere più forte del suo l'ascendente che avevo su mio marito – Vedremo! - Mi sfidò arricciando le labbra rugose - Se sei davvero così brava potresti dargli altri figli, uno non può bastare, pensa se morisse! - Affermò con incredibile noncuranza e il mio cuore si contrasse dolorosamente al solo pensiero – Con che coraggio parlate ad una madre in questo modo crudele? - Scattai feroce senza riuscire più a trattenermi – Tsk! Ti comporti così perché ne hai uno solo, è successa la stessa cosa anche a me con Rufus, tientelo nel letto tuo marito e fai in modo che non lasci bastardi in giro e che i suoi figli siano anche i tuoi – Dio... si poteva essere più illusi di così? Quella donna viveva davvero nella convinzione che suo figlio fosse un'inguaribile libertino – Comunque sia, Juvia adesso andrà a cercare suo figlio – La informai prima di inchinarmi leggermente a lei – Brava, è fa in modo che per oggi non lasci la sua stanza, tra un'ora arriverà a farmi visita Lady Millgana Mine e non voglio che tuo figlio rischi di mettermi in imbarazzo più di quanto fa già! Dopodiché cambiati e raggiungici, ti unirai a noi per servire il te e per fare gli onori di casa, Lady Maine adora le tue buone maniere è ha preteso la tua presenza – Mi ordinò facendo un gesto della mano per farmi capire che ero stata liquidata, neanche fossi una delle sue domestiche – Certo maman con permesso... - Vecchia stronza!!! - Sibilai tra i denti, mentre mi apprestavo a raggiungere mio figlio, sicura di trovarlo al solito posto e preparandomi mentalmente al nuovo confronto che mi attendeva.
La storia di Snow era soltanto la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, già da un paio di mesi Lyon non veniva più a casa nostra, ma la rottura tra lui e Rufus risaliva a quasi un anno fa, i loro rapporti per qualche motivo che mio marito non aveva voluto condividere con me si erano raffreddati parecchio, ma nonostante questo Lyon per un certo periodo aveva continuato a farci visita. Tra noi nel corso degli anni si era instaurato un bel rapporto affettivo, nulla a che vedere con quella specie di patto ingiurioso fatto subito dopo il matrimonio. Avevo scoperto con piacere che Lyon sapeva essere davvero un'ottima compagnia era frizzante e sempre allegro, Storm pendeva letteralmente dalle sue labbra, poteva rimanere ore ad ascoltarlo affascinato. Lyon dal canto suo aveva sviluppato un attaccamento verso mio figlio che andava al di la della semplice cortesia, si comportava con lui come se fosse suo figlio riempendolo di regali e attenzioni, cosa che Rufus invece non aveva mai fatto. Era stato lui a regalargli Snow circa un anno prima. Una mattina, si era presentato con quella piccola palla di pelo bianco avvolta in una coperta e lo aveva dato a mio figlio, era stato amore a prima vista, ma nessuno di noi immaginava che nel giro di pochi mesi quell'esserino avrebbe raggiunto le dimensioni di un piccolo pony e quando ormai ce ne eravamo resi conto, era troppo tardi per separarli. Snow era diventato quell'amico che mio figlio non aveva mai potuto avere, poiché per colpa del mio egoismo, l'avevo condannato a dover vivere come un recluso. Non era un segreto che Rufus non si fidasse di me fino in fondo e che usasse Storm per assicurarsi la mia lealtà. Molte erano state le discussioni a tal proposito e alla fine a me era stato concesso di poter presenziare almeno alla messa della domenica mattina, naturalmente scortata dal suo autista e senza portarmi mio figlio dietro su questo era stato categorico, non voleva saperne di farlo uscire con qualcuno che non fosse lui, cosa che accadeva giusto quella volta in cui decideva di esibirci come animali da circo ad uno dei rari eventi a cui ogni tanto partecipava. Con l'allontanamento di Lyon poi le cose avevano iniziato a complicarsi ulteriormente, Storm stava crescendo e aveva iniziato a notare certi atteggiamenti di suo padre e di conseguenza a paragonare lui e l'albino, diventando ogni giorno più irrequieto e intrattabile, Lyon gli mancava, in lui vedeva quella figura paterna che Rufus non era mai stato capace di dargli. Per non parlare di quell'ormai insostenibile guerra fredda tra lui e sua nonna, dove all'inizio i suoi litigi con mia suocera si limitavano soltanto a innocenti dispettucci infantili, mentre ora si stavano trasformando in vere e proprie schermaglie verbali.
- Storm! Stooorm!!!Avanti esci, Juvia sa che sei li! - Mi avvicinai al capanno degli attrezzi reggendo tra le mani una lanterna spenta, non sapendo quanto mi ci sarebbe voluto a convincerlo - Si sta facendo buio, ed è ora di rientrare e poi la mamma vorrebbe parlare con te!- No! Non ci torno li dentro, vattene via! - Mi arrivò alle orecchie la sua voce scontrosa e carica di risentimento – Storm... per piacere – No! Sei una bugiarda! La nonna ha detto che zio Lyon non entrerà mai più in casa nostra, mentre tu mi hai fatto credere che era fuori per un viaggio... perché mi hai mentito? - La sua voce si incrinò e di conseguenza il mio cuore ebbe uno spasmo doloroso come se una lama lo avesse appena trapassato, non volevo che fosse triste mi sarei fatta uccidere piuttosto che vederlo così. Ma doveva per forza di cose accettare la realtà, infondo io avevo vissuto per diciannove anni senza l'affetto di nessun genitore, mentre lui almeno aveva me. A quel punto entrai e lo trovai accucciato dietro ad una trave con la faccia sepolta nel collo di Snow – Juvia lo ha fatto solo per proteggerti, ma ora sa che ha sbagliato, perdonala! – Sussurrai inginocchiandomi alla sua altezza – Purtroppo è vero, zio Lyon non tornerà più, lui e tuo padre hanno litigato – Aspettai paziente una sua reazione – Perchè? E' colpa mia forse? - No! Storm non centra niente e solo che gli adulti a volte lo fanno, non sempre ci si trova d'accordo su tutto e allora avviene la rottura, ma per te è ancora troppo presto per capirlo – Allungai una mano per immergerla nei sui morbidi ciuffi corvini – Io so solo che ora non lo rivedrò mai più! – Tirò su con il naso - Allora Storm forse potrebbe provare ad instaurare lo stesso rapporto con suo padre, infondo Lyon era un estraneo e per di più non era neanche suo zio – Mio padre! Tsk! - Sbuffò risentito - Ma se non c'è mai! E' sempre impegnato e a stento mi calcola, non ha mai tempo per stare con me e poi dà sempre ragione alla nonna, a volte credo proprio che non mi voglia! – Ed ecco arrivare la seconda dolorosa pugnalata – Perché non hai sposato zio Lyon invece di papà? – Viva la logica ineccepibile dei bambini pensai sconsolata – Juvia ha sposato tuo padre perché è lui che gliel'ha a chiesto e non zio Lyon – Si va bene, ma lui era una forza e mi faceva fare un sacco di cose divertenti, mi aveva anche promesso che un giorno se papà lo avrebbe permesso, mi avrebbe portato al museo! - Guarda che non c'è niente di divertente in un museo, anzi Juvia ti assicura che ti annoieresti a morte! - Non è vero! - Nonostante la sua faccia fosse ancora celata dal folto pelo dell'animale, riuscii lo stesso a vedere l'angolo del suo labbro piegarsi in un sorriso birichino – Zio Lyon ha detto che li ci sono i fossili come la nonna! - Storm dovrebbe smetterla immediatamente di dire certe cattiverie – Mi finsi indignata trattenendomi dal ridere a mia volta - Non devi essere maleducato con lei, tua nonna è una persona anziana! - Non è anziana, è un fossile!!! - Ribadì con ancora più enfasi e rabbia - Storm smettila oggi l'hai fatta di nuovo arrabbiare! - Non è colpa mia, è lei che urla sempre! - Non dire così, parla ad alta voce perché non ci sente bene! - Non è vero urla perché è cattiva e poi puzza di muffa anche! – Storm! Juvia vorrebbe solo sapere che cosa è successo oggi, perché le hai mancato di rispetto? – Gli chiesi dolcemente - Te l'ho già detto, perché è cattiva, mentre mi diceva che zio Lyon non sarebbe mai più tornato sorrideva come una iena e allora non ci ho visto più! - E Perché Snow a morso Sebastian? – Il cane intanto come richiamato in causa voltò il suo grosso testone verso di me e rimase a fissarmi con i suoi malinconici occhi neri mentre scodinzolava - Non l'ha morso, gli ha solo stracciato la manica della giacca, voleva difendermi perché Sebastian mi ha afferrato il braccio e me l'ha strattonato forte... mi ha fatto male! - Va bene Juvia ti crede, ma ora torna in casa, guardati, sei un disastro – Ridacchiai sfilando dai suoi capelli alcuni fili d'erba – Mai! - Scattò all'improvviso rialzando finalmente la testa stringendosi con più forza al collo del grosso pastore bianco – Quella vecchiaccia ha detto che stasera lo dirà a papà e farà portare via Snow ha detto che lo farà abbattere, ma dovranno passare prima sul mio cadavere se vogliono farlo! - Il viso di mio figlio era tutto sporco e macchiato di striature di polvere provocate probabilmente dalle lacrime versate. I ciuffi sudati e scompigliati dei suoi capelli scuri si erano appiccicati alla sua fronte e i suoi occhi blu in quel momento sprizzavano scintille di rabbia mentre le labbra avevano assunto una piega cocciuta e ostinata. Dio quanto somigliava a suo padre in quel momento, più cresceva e più gli somigliava perfino negli atteggiamenti. Era nato il quindici settembre del 1923, in un'isolata villetta in campagna di proprietà di mio marito sulle rive del lago di Clover, dove Rufus mi aveva spedito agli inizi di Agosto e dove aveva assunto una donna del luogo per farmi compagnia, poiché per motivi abbastanza ovvi, nessuno a noi conosciuto doveva assistere a quella nascita. Vi ero rimasta per ben sei mesi in quel posto dimenticato da Dio, lui intanto si era giustificato con tutti che il cambiamento di aria avrebbe giovato alla mia salute. Ma naturalmente era solo una scusa per mascherare i due mesi di anticipo, infatti per tutti mio figlio era nato il dieci ottobre di quello stesso anno, il suo nome derivava dalla tempesta che si scatenò la sera in cui nacque e dal modo impetuoso con il quale venne alla luce. Le acque si erano rotte all'improvviso, mentre di fronte al camino acceso stavo ricamando una copertina per lui. Il travaglio poi era stato del tutto inesistente quasi come se quel piccolo demonietto non vedesse l'ora di venire al mondo e poco ci era mancato che non partorissi lungo le scale che portavano in camera mia. Il dottore aveva fatto appena in tempo ad arrivare quando ormai già stava uscendo. Per quanto riguarda Rufus, non aveva avuto nulla da ridire sulla scelta di quel nome, l'unica cosa che gli importava veramente e che si trattasse di un maschio - Nessuno toccherà Snow, questa è una promessa che ti fa la mamma! - Pronunciai con fermezza accarezzandogli la testa.
***
- Grazie tesoro – Mi sorrise calorosamente lady Mine – Sono rimasta sorpresa che tu e Rufus non fosse presenti alla fiera che si è tenuta ad Argeon l'inizio del mese scorso – Juvia ne sarebbe stata entusiasta ma purtroppo Rufus aveva degli affari urgenti che ci hanno costretto a rifiutare l'invito – Che peccato, erano presenti tutte le famiglie più in vista di Crocus, avrebbe potuto mandare te in sua vece, ti avrei ospitato volentieri nella mia cabina, c'era un sacco di spazio e in più saresti stata un'ottima compagnia per me, sarebbe bastato farti scortare da un paio di servitori – Juvia non avrebbe mai potuto parteciparvi, non senza il suo sposo – Sorrisi falsamente civettuola. La verità era che Rufus me lo aveva anche proposto, ma io l'avevo convinto a non andare, l'evento a cui aveva accennato Lady Mine altro non era che il matrimonio tra Natsu e Lucy. Era stata Myra a parlarmene quando proprio in quell'occasione mi aveva recapitato l'invito per parteciparvi, il matrimonio in questione si sarebbe tenuto proprio a bordo del transatlantico appena dopo il varo, durante il suo primo viaggio, le probabilità che lo incontrassi li erano altissime e per me sarebbe stato insopportabile, così con una missiva inviata a Lucy, le avevo fatto i miei più sinceri auguri, rifiutando gentilmente il suo invito – Oh! Che tesoro è così devota, il tuo ragazzo è stato davvero fortunato a trovare una così buona ragazza – Commentò Lady Mine rivolta a mia suocera – C'era anche da precisarlo cara Millgana, mio figlio vuole sempre il meglio, non per niente mi ha fatto disperare prima di trovare la moglie adatta lui! - Rispose lei alzando il naso per aria – Hai ragione mia cara, ma resta il fatto che si sono persi uno spettacolo non da poco, il varo della nave è il matrimonio sono stati entrambi spettacolari pensa che lo sposo ha dedicato il nome del transatlantico a sua moglie, che pensiero romantico!!! – Sospirò Lady Mine portando teatralmente una mano al cuore - "Princess Star" l'ha chiamata, il viaggio poi è stato meraviglioso, abbiamo fatto scalo in più posti, uno più bello dell'altro e i fuochi d'artificio in mezzo all'oceano poi! Meravigliosi!!! - Tutto quello che vuoi cara Millye, ma io personalmente non vi avrei mai partecipato, gli individui a cui hai accennato, non sono altro che gentaglia della peggior specie, ammessi in società solo grazie ed esclusivamente ai Jewell's guadagnati e alle donne che hanno sposato, la famiglia Heatfhilia nel caso tu lo abbia scordato era una delle più antiche e rinomate qui a Crocus, prima che cadesse in disgrazia, altrimenti col cavolo che quel morto di fame sarebbe riuscito nell'impresa, mentre quell'altro si è accalappiato nientemeno la figlia dell'armatore Milkovic ex ammiraglio in pensione della flotta di Fiore, ma restano comunque dei pezzenti risaliti al vertice, si vocifera che prima non fossero altro che dei volgari delinquenti e per giunta puttanieri! – Esclamò con disgusto la megera arricciando il naso aquilino. Ma almeno loro sono uomini, pensai con cattiveria, pentendomene subito dopo, infondo era ingiusto sfogare la mia frustrazione su Rufus – Oh! Andiamo Rita non siamo più nel milleottocento e poi devo ammettere che quei due giovanotti sapevano essere davvero molto affascinanti - Ridacchiò Lady Mine arrossendo come una ragazzina, mentre con la mano mi porgeva la tazza per farsi versare altro te – Ho perfino ballato con uno di loro, quello moro, Gray mi sembra si chiamasse – La mia mano tremò impercettibilmente mentre sollevavo la teiera e senza volerlo le mie orecchie si drizzarono per captare meglio le parole successive - Sua moglie non era presente al matrimonio, sembra che fosse impossibilitata a muoversi a causa di una gravidanza a rischio, beh! Buon per me comunque. Ti dirò che da vicino era davvero uno spettacolo, aveva due occhi di un blu scuro davvero insolito e un sorriso accattivante, capace di far girare la testa a parecchie signore presenti, devo ammettere che mi ha conquistata – Sghignazzò nuovamente coprendosi la bocca con la mano libera – Per l'amor del cielo Millgana datti un contegno hai quarant'anni suonati! – La riprese la vecchiaccia acida portandosi la tazza di te alle labbra rugose e facendo uno spiacevole risucchio – E poi se pensi davvero che gli occhi di quell'uomo fossero inconsueti vuol dire che non hai mai visto quelli di mio nipote - A quel punto la mia mano ebbe uno scattò e il liquido bollente che stavo versando nella tazza, fuoriuscì dal beccuccio troppo velocemente schizzando tutto il vestito di Lady Mine, che lanciò un urletto scansandosi all'indietro – Ma dove hai la testa che stupida ragazza! - Mi sgridò l'arpia indignata – La prego di scusare Juvia Lady Mine – Mi affrettai a tamponare le macchie umide con una salvietta ricamata – Per favore mia cara non preoccuparti non è successo nulla di irreparabile e anche tu Rita non c'è bisogno di riprenderla a quel modo è stato solo un'incidente – Mi tranquillizzò la Lady sorridendo apertamente – Ma a proposito di tuo nipote – Continuò poi - Non lo vedo da quando era un neonato, perché non lo fai chiamare, mi piacerebbe molto conoscerlo – Il mio nervosismo a quel punto sfiorò l'isteria. E se avesse notato la somiglianza? E se lo avesse fatto notare anche a mia suocera, che intanto per qualche strana ragione non mi staccava gli occhi di dosso e studiava ogni mia reazione come se avesse intuito qualcosa, no non era possibile, erano solo i miei sensi di colpa a darmi quell'impressione sapevo che Rufus le aveva rivelato di chi ero figlia, così come avevo intuito che mio marito sapeva molto di più sul mio conto di quanto in un primo momento mi aveva fatto credere. Che la vecchia sospettasse qualcosa? No non era possibile non poteva saperlo Rufus non glielo avrebbe mai detto e allora perché continuava a guardarmi in quel modo. Oh mio Dio stavo andando nel panico totale – Mi dispiace di non poterti accontentare mia cara – Disse infine la vecchia stronza senza per altro togliermi di dosso quegli occhietti malefici che adesso sembravano volermi scavare l'anima - Purtroppo mio nipote in questo momento si trova chiuso in camera sua, sembra che mia nuora non abbia il polso abbastanza fermo con suo figlio e che il ragazzino abbia bisogno di un'educazione supplementare e a tal proposito ho già proposto a mio figlio di mandarlo al collegio di s. e lui naturalmente ha concordato con me che sarebbe la scelta migliore – La tazzina che stringevo tra le mani scivolò a terra spaccandosi in mille pezzi, mentre io balzavo in piedi come morsa da un serpente guardando quella maledetta strega con gli occhi sbarrati – Oh! Rufus non te l'ha detto – Sorrise meschinamente – No forse se ne è dimenticato – Cercai di riprendere la padronanza delle mie emozioni – Con permesso lady Mine – Mi scusai ignorando di proposito mia suocera – Dove stai andando? - Mi richiamò la strega – Juvia sta andando a chiamare Beth per farle pulire questo disastro – Risposi meccanicamente uscendo dal salottino a passo di marcia e appena raggiunto l'atrio iniziai a richiamare il maggiordomo ad alta voce – Sebastian! Sebastian! - Si madam! - Fece la sua comparsa da una porticina laterale – Chiama l'autista e digli che Madam Lore vuole essere portata immediatamente all'atelier di suo marito! - Ma madam sapete che Monsieur Lore non gradisce che voi usciate senza il suo permesso – Juvia se ne infischia! O chiami l'autista o lei prenderà un taxi e allora vedremo come farai a spiegarglielo dopo, quando piomberò li senza essere stata annunciata! - Senza più fiatare l'austero servitore si inchinò brevemente e si accinse finalmente a fare come gli era stato detto.
Appena la macchina parcheggiò di fronte l'imponente struttura della Maison Lore, spalancai la portiera e mi precipitai come una furia al suo interno, dove l'usciere cercò inutilmente di bloccarmi la strada – Togliti di mezzo! – Lo spintonai malamente per salire due alla volta i gradini dell'ampio scalone che portava ai piani superiori, da li in poi attraversai un paio di camerini di prova e quando mi trovai di fronte alla porta dorata dove mio marito aveva gli uffici la spalancai senza esitazione e mi bloccai appena dopo la soglia di una seconda porta, dove lo trovai intento a sollazzarsi con un giovane ragazzo biondo che a occhio e croce poteva avere sui diciassette, diciotto anni. Appena si resero conto della mia presenza si ricomposero abbastanza alla svelta e si girarono entrambi a guardarmi con aria interrogativa – Esci!!! - Ordinai al giovane che dopo un cenno del capo da parte di Rufus si alzò senza preoccuparsi minimamente di coprirsi e con passo indolente raggiunse la porta da cui ero entrata chiudendosela alle spalle. Mio marito intanto come se nulla fosse si infilò una vestaglia di seta rossa, la allacciò sui fianchi e andò verso il tavolino dei liquori per versarsi da bere, poi sotto il mio sguardo rabbioso si allungò tranquillamente sulla poltrona e dopo aver accavallato le gambe si portò brevemente il bicchiere alle labbra prima di parlare – A cosa devo questa tua visita inattesa mia cara – Disse con un mezzo sorrisetto di sfida - Juvia è qui perché vuole sapere a che gioco state giocando, tua madre le ha appena riferito della vostra idea di mandare Storm in un collegio, come osate decidere il futuro di suo figlio senza neanche consultarla? - Gli sibilai contro sentendo la rabbia montarmi dentro. A quel punto mio marito ghignò scuotendo la testa – Perché è giunto il momento che mio figlio si stacchi dalle tue sottane e impari cosa vuol dire essere l'erede dei Lore – Storm è figlio di Juvia non tuo! – Urlai a quel punto fregandomene altamente se qualcuno mi avesse sentita – E no mia cara Storm ha smesso di essere tuo figlio nell'istante stesso in cui tu hai accettato le mie condizioni – Lei ti avverte Rufus, sono cinque anni che Juvia si sta attenendo ai patti e continuerà a farlo per altri vent'anni se sarà necessario, ma mio figlio non pagherà per quello che sua madre ha accettato. Lei vuole che questo punto gli sia molto chiaro se Rufus oserà portarle via Storm, Juvia non esiterà a trascinare il suo illustre nome nel fango e a gridare ai quattro venti tutti i segreti che si celano dietro queste mura ricoperte di tele costose e preziosi velluti, lei griderà talmente forte che anche il vero padre di suo figlio la sentirà, non ci vuole poi molto per fare qualche indagine e quattro conti – Mi stai minacciando??? - Si alzò in piedi per sovrastarmi - Credi davvero di spaventarmi con le tue ridicole chiacchiere? - Soffiò tra i denti – Posso farti tacere quando voglio, anche ora! - Con uno scatto allungò entrambe le mani e me le strinse attorno al collo senza però premere troppo – Pensa che ho avuto il sentore che un certo Lyon Vastia frequentava un po' troppo la nostra casa. Qualcuno addirittura dice di averlo visto entrare di soppiatto dalla porticina del giardino per recarsi in camera tua. Rendo l'idea mia cara? - Sorrise beffardo – Nessuno mai criticherebbe un uomo che ha ucciso la moglie infedele – Toglile quelle luride manacce di dosso! – Gridai allontanando le sue mani senza fatica – Juvia ti avvisa solo che se mai dovesse accaderle qualcosa, c'è qualcuno la fuori in possesso di un documento firmato di suo pugno, che all'evenienza griderà molto più forte di lei! - Stai mentendo! - Sprezzante gli porsi nuovamente il collo sicura di me. Tramite Mira avevo davvero fatto recapitare una busta sigillata a Loky, era stato lui a dirmi di non esitare se mi fosse servito il suo aiuto e il segreto professionale gli avrebbe impedito di aprirla a meno che non mi fosse effettivamente successo qualcosa - Provalo allora – Lo sfidai – Juvia non è più la ragazzina sprovveduta che Rufus ha sposato cinque anni fa, ha imparato anche lei a coprirsi le spalle – Il suo sguardo minaccioso a quel punto si spense e le sue sopracciglia si rilassarono, poi improvvisamente scoppiò a ridere – Va bene hai vinto, domani parlerò con mia madre, non ci conviene essere nemici io e te Juvia – Mi accarezzò con indulgenza una guancia – Puoi tenere tuo figlio con te per il momento, ma ricorda solo che prima o poi dovrai lasciarlo andare, forza su tornatene a casa adesso – Un'ultima cosa – Lo bloccai dall'aggiungere altro – Tua Madre ha detto che vuole liberarsi del cane di Storm, ma Juvia glielo impedirà, Snow non si tocca! - Affermai testardamente – E sia! - Sospirò pesantemente – Se ora hai finito di tediarmi potresti gentilmente andartene? - Si spazientì – Vieni ti accompagno - Disse poi precedendomi e arrivati all'ingresso richiamò l'autista per sussurrargli qualcosa all'orecchio, guadagnandosi un cenno di rispettoso assenso da parte di quest'ultimo. Prego Madam da questa parte si rivolse a me poco dopo l'uomo porgendomi un braccio.
Quando arrivai a casa, la trovai silenziosa, molto probabilmente Lady Mine era andata via, senza prestare attenzione agli sguardi di rimprovero del maggiordomo che mi accolse all'entrata andai dritta fino alla stanza di mio figlio e quando mi resi conto che era vuota, un senso di angoscia immotivata mi assalì all'improvviso e tutto il coraggio e la decisione dimostrata fino a quel momento evaporarono come acqua al sole lasciandomi tremante e con i nervi a fior di pelle – Dov'è mio figlio? - Riuscii solo a pronunciare prossima alle lacrime e quando non ebbi risposta di nuovo ma questa volta quasi gridando istericamente ripetei la domanda – Dov'è mio figlio??? - Una mano ossuta mi si appoggiò sul braccio facendomi sobbalzare – Madam non vi allarmate l'ho visto poco fa sgattaiolare in camera vostra – Mi informò rigida la governante guardandomi come se fossi impazzita all'improvviso – G-grazie - Mi riuscì di alitare a mezza voce. Poi senza degnarla di una seconda occhiata raggiunsi la mia stanza dove Storm dormiva beatamente nel bel mezzo del grande letto, emotivamente esausta mi ci sdraiai di fianco senza neanche preoccuparmi di cambiarmi e lo strinsi a me, sorridendo felice quando nel sonno si lasciò sfuggire un lieve lamento di protesta.
§ La tana di Lestoargento §
Mi scuso per l'enorme ritardo ma purtroppo ho avuto un problema con Office che si è inceppato nel salvataggio della parte che stavo scrivendo corrompendo il file. Sono riuscita a ripararlo ma purtroppo quasi mezzo capitolo è stato eliminato e ho dovuto per forza di cose riscriverlo da capo, quindi scusate gli eventuali errori dovuti alla fretta di ribatterlo. Ma tornando a noi che ve ne pare di Storm? Non è un'amore!!!
Nel prossimo capitolo ci sarà una svolta molto importante, che condurrà Juvia e suo figlio via da Crocus e chissà dove li porterà il destino questa volta...Curiosi ??? Se si! Continuate a seguirmi!!!
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