Il tango delle gelosie*
" Il tango delle gelosie "
POV'S JUVIA
I giorni che seguirono il nostro litigio li passai quasi sempre chiusa nella mia stanza, diventando sempre più triste e malinconica. La sola cosa ancora in grado di riscuotermi dalla mia apatia era il benessere dei miei figli... " Già " pensai accarezzandomi il ventre ancora piatto mentre il mio sguardo spaziava sul panorama visibile al di fuori della finestra.
Appena due mattine dopo quella fatidica sera, mi ero svegliata stanca e nauseata. Quando poi mi ero ritrovata a rigettare i mie succhi gastrici nel lavandino, subito avevo capito, assieme all'assenza del mio ciclo di luna, che stavo aspettando un altro figlio.
In un attimo il mondo mi era crollato addosso. Non mi sentivo affatto pronta ad affrontare quella nuova gravidanza, non con l'attuale situazione tra di noi. Poco dopo mi ero raggomitolata sul letto con un'enorme macigno piazzato sul cuore e la voglia matta di urlare, bestemmiare e dare sfogo così a tutta la mia frustrazione, invece ero scoppiata in un pianto isterico e disperato. Fortuna che la casa in quel momento fosse pressoché deserta. Anna mi aveva informata che Gray quella mattina presto era partito per un piccolo viaggio d'affari, mentre Storm era andato con Max e Laky ad una fiera campionaria.
Dopo quello sfogo mi ero sentita vuota come se niente avesse più senso, ma decisa a non farmi abbattere, dovevo farlo per l'esserino che portavo in grembo anche se... ormai ero una moglie che non aveva più un marito ed ero una donna che per quanto si sforzasse di trovare una giustificazione al mutamento improvviso del suo uomo, non ne ne riusciva a venire a capo.
Ancora una volta mi aveva incolpata di essere una poco di buono senza che gliene avessi dato motivo. Mi aveva anche accusata apertamente dell'omicidio di Rufus e da come aveva parlato era venuto a conoscenza del nostro finto matrimonio e delle sue particolari inclinazioni. Doveva aver parlato per forza con qualcuno, di questo ne ero certa, ma con chi? In più era stato informato, da Max probabilmente, della lettera che avevo inviato a Margaret al mio... inesistente amante. Era vero, quella lettera l'avevo davvero spedita e non certo di nascosto, altrimenti non mi sarei portata il suo fedele servitore dietro. Ora che le acque si erano calmate e più nessuno ci avrebbe cercati, volevo sincerarmi che Lyon stesse bene. Non avevo più avuto sue notizie, ed ero in pena per lui. La mia era stata semplice preoccupazione per qualcuno che mi era caro... niente di più. Avrei potuto spiegarglielo se solo me ne avesse dato la possibilità, invece niente. Come al solito era subito saltato alle conclusioni sbagliate e mi aveva aggredita dando per scontato che fossi una bugiarda e una traditrice.
Ero stufa, stufa marcia del suo continuo darmi addosso e stufa di elemosinare un po del suo affetto. E pensare che ero stata li-li per dirgli che l'amavo, che stupida ero stata, probabilmente si sarebbe infuriato ancora di più o al massimo si sarebbe fatto una grassa risata. Ma tanto ormai non mi importava più di farglielo sapere, non dopo il modo in cui mi aveva trattata, non dopo che mi aveva detto che per lui ero sostanzialmente un oggetto di cui disporre quando ne aveva voglia. Era così che voleva farmela pagare, umiliandomi, ma io non glielo avrei più permesso, ormai tutte le sere mi chiudevo a chiave nella mia stanza, nel caso in cui fosse tornato a riscuotere i suoi diritti di marito. Non mi interessava più che mi cercasse. L'importante era che Storm adesso poteva contare su di una solida figura paterna, e per quanto mi riguardava non potevo negare che si stesse dimostrando un buon padre. Tenero e affettuoso, che aveva fatto di tutto per la sicurezza del figlio, così come ero sicura che sarebbe stato un buon padre anche per il piccolino o la piccolina in arrivo.
Quel giorno era il mio compleanno e quella stessa sera lo avrei rivisto, dopo quanto... sei-sette giorni? In cui fortunatamente si era tenuto il più possibile lontano da me. Poi all'improvviso mi aveva fatta informare da Laky di aver organizzato una cena con i suoi colleghi e amici, per "festeggiarmi". Naturalmente ci sarebbero stati Natsu e Lucy e con loro anche Rogue e Minerva assieme a Sting e alla sua giovane fidanzata. Fingere! Ecco quello che dovevo fare, sorridere e fingere che tutto andasse per il meglio. La mia mano scivolò ancora una volta lungo il mio ventre e proprio in quel momento un lieve bussare alla porta mi distolse dai miei pensieri.
- Avanti è aperto! - Risposi senza staccare gli occhi dal cielo terso - Sei pronta per partire bambina?– Mi apostrofò affettuosamente Anna – Prontissima, Lucy è già qui? - Le chiesi poi – Si, mi ha detto di aver affidato la piccola Layla a Virgo poiché non voleva sbatacchiarla troppo in vista di stasera e ora ci sta aspettando in macchina con quel gran burlone del suo consorte – Storse il naso – Sembra che il signor Dragneel abbia insistito per accompagnarci di persona - Magnifico! - Approvai senza esitazione – Juvia sa che Anna lo trova un tantino turbolento, ma lei è più che sicura che con Natsu la loro gita a Magnolia si rivelerà senz'altro più piacevole e divertente – Aggiunsi – Certo-certo, a patto però che tenga a freno quella sua linguaccia impudente, altrimenti giuro che questa volta non esiterò a schiaffeggiarlo di fronte alla sua signora – Ci tenne subito a chiarire minacciosamente lei – Chiedere a me! Una donna per bene che genere di biancheria intima mi sarebbe piaciuta in regalo per Natale Tsk!!! Mascalzone sfrontato! - Continuò a brontolare mentre la risata spontanea che mi usciva dalla gola la faceva bloccare perfino dai nuovi improperi che stava per rivolgere al nostro fin troppo vivace vicino di casa. Erano giorni che Anna non mi vedeva fare un sorriso, senza nemmeno conoscerne la ragione.
- Mi fa piacere che la prospettiva che il signor Dragneel sia dei nostri ti allieti così tanto - Aggiunse infatti subito dopo – E questo sarà più che sufficiente affinché io lo sopporti per cotante ore di fila – Alzò gli occhi al cielo rassegnata.
- Allora perché tergiversare ancora! - Esclamai tentando di mantenere un tono gioviale – Avvisa pure Storm che loro devono andare – La incitai – Oh mi dispiace! – Si scusò subito lei mortificata – Mi sono scordata di dirti che quel piccolo monello di tuo figlio stamattina presto si è accodato al signor Fullbuster per andare ad Hargeon – Ah! - Esclamai palesemente delusa a quel punto – Aveva detto di voler venire con Juvia per poter giocare un po' con Shimon e Rosemary e invece... - Beh! Invece appena saputo che sarebbe toccato al padre andare ad occuparsi degli affari in cantiere, ha deciso di seguirlo, tanto i suoi amici li aveva rivisti da poco e quindi voleva assolutamente approfittarne per comprare alla sua mamma un regalo di compleanno degno di lei " E guai a te se glielo vai a spifferare Anna! " – Ridacchiò scuotendo la testa – Ha detto proprio così quel birbante prima di correre via veloce come il vento – Va bene Juvia ha capito - Sorrisi mio malgrado pensando a quanto fosse dolce mio figlio nei miei confronti e perdonando all'istante quel suo repentino cambio di programma.
- Tu piuttosto sei sicura che sia saggio strapazzarti così? Stasera potrebbe farsi molto tardi e passare la mattinata fuori stancarti eccessivamente – Perché Anna dice questo? - Le chiesi a quel punto studiandola attentamente. Che avesse fiutato qualcosa? - No niente mia cara! - Scosse la testa adombrandosi - E solo che... ultimamente hai poco appetito e mi sei sembrata alquanto pallida e stanca, non è che sei incinta? – Booom! Sganciò la bomba forse tirando a indovinare. Ma ne dubitavo, Anna era troppo sveglia – B-beh f-forse p-può anche essere che Juvia sia... in-in cinta – Balbettai guardandomi la punta delle scarpe – Però prima dovrebbe vedere un dottore per esserne certa, quindi lei vorrebbe pregare Anna di non farne parola con nessuno – Rialzai la testa per guardarla intensamente negli occhi - E quando Juvia dice "nessuno" intende proprio nessuno nessuno – La implorai – Ho capito, vuoi essere tu a dare la bella notizia al signor Fullbuster. Mi sembra corretto! – Concluse annuendo con la testa – Comunque nulla toglie che dovresti salvaguardare la tua salute – Anna non deve temere, appena torneranno da Magnolia lei promette di riposare in vista della cena di stasera – La rassicurai indossando un cappellino in paglia nel caso il sole fosse stato troppo forte.
Io e Lucy avevamo programmato quell'escursione già da tempo. Praticamente appena le avevo raccontato di come Natsu e Gray si fossero imbattuti fortuitamente nella loro vecchia compagna di orfanotrofio e di quello che lei e Gerard avevano fatto per me e per mio figlio. E naturalmente anche spinta dalla curiosità di conoscere personalmente la fantomatica Erza Scarlett, cioè l'unica donna in grado di zittire quel gran casinista di suo marito solo con un occhiataccia. Lucy non vedeva l'ora di incontrarla, anche perché voleva assolutamente fare una donazione all'istituto. Perfino io avevo acquistato tutta una serie di scarpe e abiti pesanti da portare ai bambini in vista dell'inverno.
Come previsto la giornata si rivelò calda e assolata e tutti noi ne approfittammo per fare un picnic sulle rive del lago. Natsu con grande gioia della mia governante passò gran parte della mattinata appostato assieme a Gerard su di un pontile, entrambi impegnati a pescare. Anna stessa intanto, armata di una grande cesta in vimini, girava tra le fila dei piccoli membri del Fairy Tail distribuendo morbidi panini imbottiti acquistati belli caldi da un panificio del posto. Assieme al cibo, avevamo comprato anche dei dolci per festeggiare il mio compleanno e Mentre io, Erza e Lucy ci godevamo il sole autunnale sedute su di una coperta stesa sul prato, i bambini si stavano sfrenando a più non posso lungo i pendii erbosi che circondavano le rive del lago. Era tutto così tranquillo, così rilassante che quasi scordai i miei problemi con Gray e ad un certo punto riuscii perfino ad appisolarmi. Peccato che fin troppo presto dovemmo rientrare altrimenti si sarebbe fatto troppo tardi. Prima di tornare a casa però, insistetti sul fatto che quella sera mi avrebbe fatto piacere averli a cena ad Onibus, ma purtroppo Gerard non poteva muoversi se non chiedendo un permesso speciale. Quindi appreso ciò, dissi loro in anticipo della mia intenzione di invitarli, naturalmente assieme a Shimon e Rosemary per il compleanno di Storm che tra poco avrebbe compiuto sette anni.
Giunti ad Onibus pregai Natsu di fermarsi a casa loro, tanto io avrei raggiunto casa mia passando attraverso il passaggio che divideva i giardini delle due proprietà. Dopo un'ora seduta in auto, mi andava proprio di sgranchirmi un po' le gambe e Anna mi precedeva di qualche passo mentre attraversavamo il fitto boschetto che portava a villa Fullbuster. Mi sentivo benissimo e avevo come l'impressione che nulla in quel giorno così bello avrebbe potuto turbare quel mio stato di beatitudine. Almeno fin che non fummo in vista della gradinata d'accesso alla dimora e Anna si voltò repentinamente verso di me per bloccarmi la visuale - Ascolta tesoro – Disse appoggiandomi le mani su entrambe le braccia con espressione alquanto agitata - Forse è meglio che torniamo indietro, credo di aver dimenticato una cosa nell'auto del signor Dragneel – Non temere. Juvia può chiedere ad Aries o a Virgo di andare a prenderla per Anna, loro due dovrebbero essere già qui per aiutare Laky in vista della cena di stasera – La rassicurai – E a proposito di questo – Aggiunsi poi – Juvia pensa che dovremmo assumere qualche altra cameriera, ora che quasi certamente la famiglia si allargherà ulteriormente – Sorrisi scostandola. Ma nemmeno un attimo dopo, mi bloccai di colpo trattenendo il fiato e tutta la spensieratezza di quella magnifica mattinata, venne completamente spazzata via dalla scenetta che poco più avanti si stava svolgendo allo scoperto sui gradini di ingresso alla villa.
Anche se eravamo ancora abbastanza lontane e lui ci dava praticamente le spalle, non c'era ombra di dubbio che si trattasse di Gray. Avrei riconosciuto tra mille la sua figura alta e bruna. Di fronte a lui una donna albina gli si era appena gettata tra le braccia e adesso si teneva incollata al corpo del mio fedele marito, con le braccia allacciate attorno al suo collo e le dita affondate possessivamente tra i suoi capelli scuri, mentre con trasporto gli offriva le sue labbra dipinte di uno spregiudicato rosso acceso. Per un attimo spaesata ritornai indietro nel tempo collegandola in un primo momento a quella sua vecchia fiamma di Crocus, com'è che si chiamava Angel? Poi però osservandola meglio mi accorsi di alcune sostanziali differenze. Questa donna aveva una carnagione nettamente più scura rispetto a quella pallida e eterea dell'altra e le sue forme apparivano decisamente più procaci e appariscenti così strizzate volgarmente in un abito fin troppo stretto e rivelatore per una signora di classe come lo era stata indubbiamente Miss Sorano.
- C-chi è quella donna? - Domandai con voce aspra alla mia governante distogliendo immediatamente lo sguardo da quella scena oltremodo oltraggiosa – N-non s-saprei – Tentò di negare lei arrossendo e abbassando gli occhi a terra – Non mentirle Anna, Juvia ha capito dalla sua reazione che lei la conosce – La ripresi con voce sostanzialmente più dura – Oh maledizione!!! - Imprecò lei a quel punto trascinandomi per un braccio lontano da li – Maledizione a tutti gli uomini e alla loro stupidità! – Continuò mentre mi faceva sedere su di una panchina in pietra.
– Briar è stata l'amante del signor Fullbuster per circa un anno. Ed è venuta ad abitare in questa casa poco dopo che la povera Miss Ultear ci aveva lasciati – Sputò fuori tutto d'un fiato.
"Quindi era quello il suo nome, Briar" Pensai apatica mentre Anna continuava il suo racconto – Io sono diventata la sua governante da prima che prendesse moglie e ho avuto modo di affezionarmi molto a quel gran testone problematico di tuo marito e Briar non è di certo la prima amante che lui ha avuto, purtroppo il matrimonio con Miss Ultear è stato forse l'errore più grande che entrambi abbiano commesso. Non solo non si amavano, ma in più erano totalmente incompatibili. Non riuscivano nemmeno a fingere di avere quell'intesa di pura facciata che parecchie coppie unitesi per interesse mostravano in pubblico. Entrambi avevano caratteri fin troppo autoritari e quando dopo l'ennesimo aborto di Miss Ultear venne loro negata anche la benedizione di un figlio, persero totalmente interesse l'uno per l'altra, decidendo così di comune accordo di vivere due vite distintamente separate e abbastanza dissolute oserei aggiungere. Lei con i suoi amici e lui con le sue amanti. Miss Ultear tollerava tranquillamente le scappatelle di suo marito a patto che anche lui facesse lo stesso. Ad un certo punto però lei se ne uscì con la novità di essere in cinta, quando il dottore di famiglia gliel'aveva categoricamente sconsigliato e in confidenza, non si sapeva nemmeno se il figlio fosse del signor Fullbuster. Fatto sta che la bravata di Ultear le fu fatale e costò la vita a lei e al bambino, portando di conseguenza quella donnaccia a trasferirsi qui in pianta stabile fino al giorno prima del tuo arrivo – Sospirò affranta.
– Per chi non la conosce può anche dare l'impressione di essere una persona squisita e affabile, ma non è così. Certo si crede molto scaltra, ma sfortunatamente per lei non è ancora nato qualcuno che riesce a farmela in barba, in compenso però è falsa e vendicativa. Ed è estremamente tossica per chi ha a che fare con lei. Miss Ultear poteva essere viziata, spregiudicata e lunatica, ma ti posso assicurare che paragonata a Briar era una santa donna. Dopo la morte di sua moglie, con lei, il signor Fullbuster stava precipitando inarrestabilmente in un tunnel vizioso e autodistruttivo da cui difficilmente ne sarebbe venuto fuori qualcosa di buono, ma poi sei arrivata tu e con te il piccolo Storm e lui è cambiato – Mi fissò quasi con le lacrime agli occhi – E anche se attualmente quella strega occupa un appartamento nel centro di Onibus, sono assolutamente certa che da quando ti ha sposata non l'ha più rivista e scusa se mi permetto di essere indiscreta... ma so che passava tutte le notti nel tuo letto e che di conseguenza aveva disertato il suo – Beh! - La interruppi a quel punto – Ora è il letto di Juvia ad essere stato abbandonato da lui – Sorrisi con amarezza – Si, ma tu sei sua moglie e puoi puntare i piedi a terra chiedendogli di cacciarla via una volta per tutte – Ah!... Anna è così fiduciosa – Scossi la testa sconsolata – Lei forse non ha capito che l'opinione di Juvia per lui conta meno di niente. Se avesse avuto un minimo di rispetto per lei non avrebbe fatto quello a cui loro hanno appena assistito – Trattenni a stento le lacrime guadagnandomi un'occhiata di pura pena da lei – Ad Anna risulta per caso che ai tempi di Ultear lui si sia permesso di portarle le sue amanti addirittura fin dentro casa? – Le chiesi con un tono di voce che non riusciva più a nascondere tutto il dolore e la frustrazione che provavo in quel momento – Tu lo ami non è così? – Mi chiese ad certo punto con evidente commozione – Se anche fosse... Anna crede che questo faccia qualche differenza? - Certo che ne fa, perché sono sicura che anche lui prova qualcosa per te, altrimenti... - Esitò mordendosi il labbro - Altrimenti cosa? – Le chiesi con voce incerta – Beh! Altrimenti non avrebbe avuto quella reazione quando ha saputo che Miss Lore era annegata assieme al figlioletto nel lago di Magnolia – Che cosa? - Mi ripresi a quel punto afferrandole con forza le mani – Beh... di sicuro mi licenzierebbe in tronco, se solo sapesse che te ne ho parlato. Ma devi sapere che una notte sul tardi, parecchio tempo dopo il funerale di sua moglie e suo figlio, lo sorpresi da solo nel suo studio con solo la luce del camino ad illuminare la stanza. Il che era strano, dato che quella parassita non perdeva occasione per stagli addosso. Avevo appena fatto un brutto sogno e non riuscivo più a dormire, in più avevo una gran sete e mentre mi dirigevo verso la cucina, vidi la lama di luce vivida e tremolante proiettata dalla porta socchiusa e mi avvicinai per controllare che non si fosse addormentato li, dimenticando magari di mettere il parascintille d'avanti al camino. E beh... lui invece... era sveglissimo e se ne stava accasciato nella sedia con i gomiti appoggiati sulla scrivania, le mani tra i capelli e con un'espressione sul viso che non gli avevo mai visto prima. Era dolore, un grandissimo dolore e rimpianto forse. Poi lo udii chiaramente tirare su col naso. Li per li pensai che fosse per il lutto da poco avuto e con l'intenzione di chiedergli se avesse bisogno di qualcosa o semplicemente per dargli qualche parola di conforto entrai. – Esitò sospirando – "Potresti andartene per piacere!" Mi aggredì quasi subito appena mi notò e poi si alzò per versarsi da bere in modo che io non potessi più guardarlo in faccia. E fu allora che mi accorsi che sul piano della sua scrivania c'era un giornale aperto. Senza pensarci mi avvicinai e attratta dal grosso titolo in prima pagina che riportava la tua scomparsa e quella di tuo figlio lo presi e lo lessi, ma appena lui si rese conto di quello che stavo facendo, scattò come un pazzo. Con un paio di falcate mi fu vicino, poi con foga mi strappò i fogli dalle mani, li appallottolò e andò a gettarli nel fuoco. Poi non contento si voltò e iniziò ad mi urlarmi contro "Non hai niente di meglio da fare che impicciarti degli affari miei? Non osare mai più entrare nel mio studio senza permesso mi hai capito Anna e adesso fuori di qui!". In tutti quegli anni, non si era mai rivolto così a me, con quel tono tanto rabbioso. Di solito c'era sempre un fondo di sarcasmo nei nostri alterchi, ma non quella volta... quella volta era sconvolto e nei giorni a seguire divenne ancora più intrattabile.
Io allora non sapevo ancora chi veramente fosse la signora Lore e cosa avesse significato per lui in passato, fu Miss Lucy a chiarirmi tutta la storia, mi ha detto quasi tutto di te, perfino di chi sei figlia. Scusa se all'inizio ti sono sembrata sgradevole, ma dopo che lui mi aveva mandato quella lettera improvvisa, dove mi diceva che vi sareste sposati, non sapevo cosa aspettarmi. Non ti conoscevo e dati i suoi precedenti, confesso di essere stata un tantino scettica a riguardo. Tutto però è cambiato, quando ti ho incontrata per la prima volta. E adesso non posso fare a meno di volerlo strangolare per la sua idiozia, strusciarsi in quel modo contro le gonne di quella sgualdrina in pieno giorno, quando ha la fortuna di avere una donna come te al suo fianco è inaccettabile – Sbuffò indignata – Ma tu non devi arrenderti, sei sua moglie e probabilmente porti in grembo il suo secondogenito e questo mia cara ti da molto più potere di quanto immagini, basti pensare all'effetto che Storm ha su di lui. In più, hai tutti gli argomenti per farlo capitolare credimi – E se lui ne fosse innamorato? Che senso avrebbe lottare. Infondo è stata Anna a dirle che stanno assieme da un anno – Non la ama fidati! - Scosse la testa con enfasi arricciando il naso - Altrimenti non le avrebbe dato il benservito appena sei arrivata tu – Però se l'è tenuta a portata di mano giusto? - Osservai a quel punto - Si è vero. Ma secondo me lo ha fatto solo per un suo strano senso del dovere, ha fatto lo stesso con Ultear. Nonostante tutti i loro trascorsi gli è stato vicino fino alla fine. Quindi non mi meraviglierei se lo avesse fatto per puro spirito di carità - E se invece l'avesse allontanata semplicemente per il bene di Storm? – La contraddissi – Forse! Ma non lo scoprirai mai se ti fermi alle apparenze, può darsi che ci sia una spiegazione a quello che abbiamo visto – Va bene! - Annuii poco convinta – Juvia ci proverà di nuovo – Bene! Sappi solo che hai tutto il mio appoggio cara. Ma ora entriamo in casa, hai bisogno di riposo – E detto ciò mi aiutò ad alzarmi e mi condusse all'interno tramite l'entrata di servizio.
POV' GRAY
- Sei impazzita o cosa? Che diavolo sei venuta a fare qui? E tu Laky che ti è saltato in mente di farla entrare? - Mi perdoni signor Fullbuster ma non sono riuscita a trattenerla! – Si scusò con me Laky inchinandosi più volte visibilmente agitata.
Ero appena rientrato assieme a Max e a mio figlio, quando nell'atrio avevo intravisto Briar che mi attendeva come se nulla fosse accomodata su di una poltroncina imbottita.
- Non importa Laky vai pure – La liquidai alla svelta - Con permesso – Si inchinò nuovamente la ragazza prima di ritirarsi - E tu Max per piacere accompagna Storm in camera sua mentre io mi intrattengo qualche minuto con questa..."signora" per sapere che cosa desidera – Ordinai freddamente senza staccare gli occhi da lei – Certo signore! – Mi rispose prontamente lui conducendo mio figlio verso lo scalone che portava di sopra – Vieni con me! – Avevo agguantato per un polso mia ex amante e mi ero diretto verso il portone d'entrata, poi sul pianerottolo d'ingresso l'avevo spinta malamente di fronte a me – Con che faccia tosta ti presenti qui dopo che ti avevo dett... - Lo so-lo so ma ti prego non arrabbiarti di nuovo! - Giunse le mani in preghiera guardandomi con aria supplichevole – E' quello tuo figlio? - Mi chiese poi - E' un bel bambino e in effetti ti somiglia molto – Divagò lanciando un'occhiata indolente alle mie spalle – Non ho nessuna intenzione di fare conversazione con te, quindi piantala di cambiare discorso e vieni al punto. Che sei venuta a fare qui? - La stoppai rifiutandomi di darle corda – E va bene che maniere! - Fece spallucce lei spolverandosi la manica del vestito. Poi sospirò preparandosi probabilmente ad una delle sue solite recite - Sono qui solamente per scusarmi con te riguardo a tutto quello che ti ho detto quella sera ad Hargeon! Non volevo farti infuriare in quel modo... è solo che... - Tentennò facendo tremolare il labbro - Ero così in pena per te... ti-ti prego credimi – Si lasciò sfuggire un finto singhiozzo premendosi la mano sulla bocca mentre qualche lacrimuccia ben spremuta faceva abilmente capolino dai suoi occhi – Va bene sei scusata – Sospirai infastidito - Ma adesso vattene! – Allungai un braccio per accompagnarla – Aspetta! Per piacere! – Si divincolò lei, solo per gettarsi un attimo dopo con tutto il suo peso contro al mio petto – Sono venuta anche per dirti addio – Mi guardò in faccia mentre io l'allontanavo da me afferrandole entrambe le braccia – Entro la settimana prossima lascerò Onibus e non ti darò mai più noie promesso – Fece una faccia fintamente addolorata – Solo che... volevo chiederti indietro certe cosucce che ho lasciato qui, non mi sono rimasti... molti soldi – Si zittì aspettando una mia risposta con una faccia di bronzo senza uguali.
A quel punto avrei potuto benissimo ricordarle che le cose che possedeva in quella casa erano state pagate probabilmente con i miei soldi, ma decisi di non infierire oltre poiché infondo lasciarle prendere qualche cianfrusaglia, sarebbe stato un prezzo più che accettabile da pagare per liberarmene - Va bene fa pure una lista di queste... tue cose - Alzai gli occhi al cielo sforzandomi di essere paziente almeno un altro po - E uno di questi giorni lasciala a Laky all'ingresso principale, se non sono state buttate via ci penserà lei a fartele riavere, ma adesso sparisci! – La spinsi leggermente verso al primo gradino.
- Che c'è hai paura che venga tua moglie? - Non resistette a stuzzicarmi con un sorrisetto infido sulle labbra – Ah! E' così bello qui! - Sospirò poi con aria sognante guardandosi attorno – Certo lo era molto di più prima che arrivasse lei! - Commentò acida - Briar! - La fulminai con lo sguardo - Va bene ho capito me ne vado! – Fece un passo indietro e io a quel punto le lasciai andare le braccia – Solo un'ultima cosa però - Mi prese alla sprovvista e un attimo dopo mi si era già lanciata addosso per stamparmi a tradimento un un bacio sulle labbra, mentre grazie all'effetto sorpresa e una forza inaspettata mi teneva fermo con le mani premute dietro alla nuca – Ti ha dato di volta il cervello! - La respinsi bruscamente passandomi il dorso della mano sulle labbra un momento dopo – Vattene Briar o ti giuro che finisce male, non costringermi a dare spettacolo e a portarti di peso fuori di qui – Le andai incontro a muso duro pronto a mettere in atto la mia minaccia – No fermo! Me ne vado sul serio! - Squittì spaventata dalla mia reazione – Volevo solo lasciarti un ultimo ricordo di me prima di dirti addio – Ammise poi mentre divertita e stranamente compiaciuta mi voltava le spalle e finalmente se ne andava al diavolo.
POV'S BRIAR
- Complimenti Briar, ne è valsa davvero la pena andare a casa sua – Ridacchiai soddisfatta mentre salivo sull'auto presa a noleggio. Il mio piano iniziale era stato quello di mettermi a pietà con lui, prima di togliere le tende da Onibus assieme alla mia nuova fiamma. Macao Conbolt si chiamava, un nome così esotico e poi era un gentiluomo a tutti gli effetti. Educato e affascinante, anche se un po in la con gli anni. Ma non mi importava poi tanto, era cotto di me e appena mi aveva proposto di partire con lui per una lunga crociera verso le terre dell'Alakitasia non ci avevo pensato su nemmeno un secondo ad accettare. Forse una volta li, mi avrebbe addirittura proposto di sposarlo. Era ora che anch'io pensassi al mio futuro, la mia bellezza non sarebbe durata per sempre. Prima però volevo togliermi un ultimo sfizio e naturalmente volevo anche riappropriarmi di alcuni ninnoli che nella fretta di lasciare la casa, avevo dimenticato in camera sua e che di sicuro una volta riavuti, mi avrebbero fruttato un bel po' di contanti.
Invece la situazione era andata ben oltre le mie aspettative. Peccato solo che il mio bellissimo e furioso ex amante non si fosse minimamente reso conto di avere un piccolo pubblico alle sue spalle. Non che mi fosse minimamente dispiaciuto farlo incazzare di nuovo, anzi, ero riuscita comunque a mettere insieme una bella scenetta tutta a beneficio di quella sua irritante moglie e di quell'altra befana della sua governante che aveva parecchio da farsi perdonare da me, altroché. Rimpiangevo solamente che lui non fosse stato più collaborativo, altrimenti avrei volentieri mostrato loro qualcosa di molto più offensivo da guardare, specie per la gran signora. Pazienza, tanto a giudicare dalla faccia che aveva fatto, ero comunque riuscita, per ora, ad avere la mia piccola vendetta.
POV'S JUVIA
- Tieni tesoro bevi questo, ti aiuterà a rilassarti – Mi porse una tazza fumante tra le mani Anna – Avviserò gli altri di non disturbarti fino a stasera – Si affaccendò a piegare gli indumenti che avevo indossato quella mattina e che mi aveva fatto togliere in favore di una camicia da notte più comoda – Più tardi verrò io stessa a prepararti per la cena, riposati adesso – Mi accarezzò maternamente i capelli prima andare via.
E fu così che rimasi in camera mia per tutto il resto del pomeriggio, per riposarmi certo, ma anche per non dover affrontare la penosa commedia dell'indifferenza nel caso in cui me lo fossi trovato davanti. Dubitavo che questa volta sarei riuscita a trattenermi sia di fronte alla servitù che a mio figlio stesso. Tutto il dispiacere e il dolore provati prima, si erano andati via via trasformando sempre di più in rabbia, rabbia e gelosia. Una gelosia talmente accecante che mi faceva rimpiangere di non averli raggiunti e di non aver piantato un casino quando ne avevo avuto la possibilità.
Era quasi ora ormai e io avevo a malapena sonnecchiato, poi all'improvviso la porta si spalancò e mio figlio entrò come una furia. Storm tesoro! - Sorrisi mio malgrado alzandomi dal letto e affrettandomi ad indossare una sottile vestaglia di pizzo color glicine intenso – Scusami Mamma! Ma non potevo più aspettare! - Sorrise tutto eccitato mentre mi porgeva una scatola regalo – Che cos'è? – Gli chiesi rigirandola tra le mani – E' per te, è il mio regalo di compleanno, aprilo avanti! - Saltellò impaziente sul posto – Ma Juvia non dovrebbe aprirlo stasera? - No! Voglio che tu lo abbia adesso e voglio che li indossi per la festa. Il negoziante che me li ha venduti ha detto che sono molto preziosi! - Incuriosita e allo stesso tempo intenerita sciolsi il fiocco e tolsi il coperchio della scatola che conteneva due deliziosi pettini per capelli in argento brunito, con sopra riprodotte in smalto arancione due splendide farfalle monarca – Sono bellissimi – Sussurrai commossa – Provali ti prego mamma! - Iniziò a smaniare sempre più entusiasta mio figlio – Va bene! – Decisi di accontentarlo facendomi coinvolgere dal suo entusiasmo, e prendendo posto davanti alla specchiera della toilette sollevai i capelli in una crocchia alta e poi ai lati vi appuntai i due fermagli gemelli – Oh mamma sei bellissima! - Esclamò mio figlio con palese ammirazione – Nessuna è bella come te! - Affermò poi facendomi inevitabilmente arrossire – Grazie amore mio! - Lo abbracciai di slancio con il cuore traboccante di tenerezza – Però Juvia è sicura che Storm abbia un po' esagerato a definirla la più bella – Lo presi in giro giocosamente.
- E' vero, forse un po' esagera. Ma d'altronde i suoi orizzonti sono ancora limitati -
La voce profonda di mio marito interruppe repentinamente quel dolce momento di intimità facendo sobbalzare entrambi e accelerando all'istante il mio battito cardiaco. Ne io e ne Storm lo avevamo sentito arrivare, ma d'altro canto lui era il padrone li e non aveva bisogno di chiedere permesso.
- Papà!!! – Subito Storm gli corse incontro con un gridolino di felicità – Vieni-vieni! – Lo trascinò vicino a me tirandolo per una mano – Vieni a vedere come le stanno bene i pettini che le ho regalato! – A quella sua innocente richiesta la mia faccia divenne di mille colori e più lo sguardo di mio marito mi sondava, più mi sentivo a disagio. Neanche fossi stata io ad avere la coscienza sporca – Hai ragione, le stanno molto bene – Commentò infine rivolgendosi poi di nuovo a Storm – Hai buon gusto te lo concedo – Sorrise a mio figlio scompigliando la sua chioma ribelle - Da oggi in poi ti porterò sempre con me quando dovrò comprarle un regalo – Mamma hai sentito! - Saltellò felice il bambino mentre io mi limitavo ad annuire rivolgendogli un sorriso tirato. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo più ad essere spontanea.
- Forza va in camera tua adesso – Ordinò poco dopo al bambino in tono accondiscendente – Devi farti bello anche tu, non vorrai sfigurare di fianco a tua madre – Certo che no! - Professò lui allegro e così come era entrato scappò via veloce come un lampo.
Non appena la risata gioiosa di mio figlio si spense in lontananza, il tono di mio marito divenne sostanzialmente più sgradevole.
- Perché non sei ancora vestita? - Mi chiese squadrandomi con aria critica – Di che cosa si preoccupa Gray, che sua moglie gli faccia fare brutta figura con i suoi amici non presentandosi alla festa? - Gli risposi sgarbata guardandolo con la coda dell'occhio mentre disfacevo l'acconciatura sommaria che mi ero fatta - Niente di tutto ciò – Aggrottò la fronte infastidito – Volevo solo accertarmi del tuo stato di salute, Anna mi ha detto che stamattina non ti sei sentita bene - Incrociò le braccia sul petto."Altroché se stavo male, avevo il cuore a pezzi" lo pensai, ma non lo dissi.
- Forse non era il caso che tu andassi a Magnolia... ti senti meglio adesso? - Non proprio, Juvia avverte ancora un leggero mal di testa – Mentii portandomi una mano alla fronte nella la speranza che se ne andasse – Strano! - Commentò invece lui con malcelato sarcasmo – Non mi è sembrato che quando c'era Storm tu stessi così male – Lasciò ricadere le braccia facendo qualche passo che lo portò alle mie spalle – C'è l'hai ancora con me per via di quella sera non è così? - Allungò una mano per afferrarmi una ciocca di capelli che si fece srotolare lentamente tra le dita facendomi irrigidire. Probabilmente era un gesto che faceva anche con i capelli albini della sua amante, pensai piccata chiudendo gli occhi per non guardare il suo viso da traditore riflesso nello specchio. Ma non c'era niente da fare, per quanto ci provassi non riuscivo a scacciare dalla mia testa l'immagine di lui abbracciato con un altra donna. Quindi perché seguitare a fingere quando ormai non riuscivo più a gestire la gelosia che mi stava rodendo viva. Perché continuare a mostrare quell'inutile broncio che ai suoi occhi appariva soltanto come una postuma e capricciosa vendetta per il modo indegno con cui mi aveva presa tante sere prima.
Con uno scatto rabbioso mi liberai della sua mano e mi alzai girandomi a fronteggiarlo – Juvia oggi vi ha visti! E quello che facevate non solo le ha fatto venire il mal di capo, ma anche il voltastomaco! - Gli sputai in faccia inviperita mentre lui invece non sembrava minimamente impressionato – Ah!... e cos'è che hai visto di preciso? – Mi chiese infatti con un sorrisetto irritante – Vuoi che Juvia ti faccia un disegnino mio fedelissimo marito! - Sbottai sempre più frustrata – Mi hai visto con Briar non è così? - Commentò sempre più divertito, dandomi così la conferma che a lui non gliene fregava niente di me – Juvia ti ha visto con-con una donnaccia! - Gli urlai contro a quel punto rifiutandomi di chiamare per nome quella puttana – Sull'uscio di casa nostra! In pieno giorno! Dove chiunque avrebbe potuto vedervi anche nostro figlio! - Dannazione! - Fu lui a bestemmiare malamente questa volta mentre con una manata rabbiosa ribaltava il tavolino della mia toilette riducendo lo specchio frantumi – Che c'è? Ti senti offesa perché ti ho ripagata con la tua stessa moneta? - Mi sbeffeggiò crudele – Non facevi forse entrare anche tu il tuo amante a casa di Lore? - Mi rigettò in faccia mantenendo lo stesso, odioso tono di scherno - Non sei meglio di lei credimi e magari la prossima volta che verrà a trovarmi te la presenterò – Divenne serio tutto d'un tratto facendomi intendere che non stava affatto scherzando - Potreste addirittura andare d'accordo tu e lei – No osare! - Scattai di nuovo affrontandolo – Se solo Gray proverà a portarla di nuovo qui, Juvia gli giura che le caverà gli occhi di fronte a tutti! – Quindi è questo che ti fa stare male! Non che io stessi con un altra, ma perché ti ho messa in ridicolo! - Mi affrontò a sua volta mettendosi faccia a faccia con me – No... non è per quello – Alitai a quel punto con le lacrime che mi punzecchiavano gli occhi – A lei non importa di quello che pensano gli altri. E' solo che... le sembra di essere tornata indietro nel tempo quando...quando c'era quell'altra... Angel – Che cazzo centra Angel! - Mi soffiò in faccia furioso – Centra invece! - Strillai isterica colpendolo con i pugni in pieno petto - Perché quello che Juvia ha fatto è stato tutto inutile e perché da allora non è cambiato nulla! - Iniziai a singhiozzare senza freni mentre lui mi teneva ferma per i polsi e mi guardava confuso. Dio perché era così ottuso, perché era così difficile spiegargli qualcosa, perché non farla finita e basta anche a costo di umiliarmi nuovamente – Juvia ti ama! - Alitai con un filo di voce – Lei ti ha sempre amato – Sputai fuori finalmente tutto d'un soffio attaccandomi a quel filo di speranza che forse secondo Anna esisteva ancora. Già una volta ero fuggita da lui, consumata dalla gelosia di non volerlo dividere con un'altra, ma adesso ero una donna adulta che non poteva più fare affidamento soltanto sui se. Avevo già fatto troppi errori in nome di quel mostro chiamato orgoglio.
Ma ancora una volta mi ero illusa. Lo compresi dalla posa disgustata che assunse la sua bocca e leggendo nei suoi occhi la furiosa risposta che vi aleggiava prima ancora che le sue labbra la pronunciassero. Non mi credeva o forse semplicemente non gli importava di farlo.
- Dove credi di arrivare? - Ringhiò infatti aspro falciandomi con il suo prepotente sguardo blu notte – La tua non è altro che una bestemmia! Non mi ami adesso così come non mi amavi allora. Non sei una stupida eppure te ne sei uscita con questa stronzata proprio adesso, quando invece qualsiasi altra donna avrebbe dato di matto – Mi urlò in faccia per poi assumere un tono fin troppo calmo - Che cosa pensavi di ottenere?... Che mi inginocchiassi ai tuoi piedi forse? Che all'improvviso iniziassi a venerarti per la concessione che mi stavi facendo... No! - Scosse con enfasi la testa mente un sorriso amaro gli piegava le labbra – Se mi avessi amato allora, non saresti stata così ridicolmente ostinata da rifiutare un matrimonio che per te sarebbe stato solo vantaggioso? Invece no, hai preferito centomila volte buttarti allo sbaraglio e andare a lavorare come cameriera per che cosa poi? Per vivere di stenti pur di liberarti di me e in seguito invece di vendere mio figlio a Lore avresti dovuto venirmi a cercare per dirmi di lui! E ancora, quando le cose si sono messe male per voi due, avresti potuto contattarmi, mandarmi una lettera, sapevi dove trovarmi, lo hai sempre saputo me lo ha detto Mira. Ma invece no! Hai preferito combinare un altro casino per poi tentare la fuga romantica con il tuo amante di Crocus e infine... - Fece una lunga pausa - Invece di vivere della carità di Erza e Gerard, come una derelitta e con una spada di Damocle sospesa sulla testa, saresti venuta da me! E' quello che qualsiasi persona sana di mente avrebbe fatto, ma tu no – Negò nuovamente con il capo - Mi detestavi a tal punto che anche la prospettiva di fare una brutta fine, ti è sempre apparsa più accettabile in confronto a quella di abbassarti a chiedere il mio aiuto. E adesso chi credi di prendere in giro con questa tua fottuta recita? - Si è vero! Juvia ha mentito – Mi rimangiai tutto a quel punto ingoiando un groppo di bile grande come una casa – Lei voleva solo cercare di sistemare le cose, ma a quanto pare Gray non è del suo stesso avviso – Abbassai gli occhi a terra totalmente annientata dal quel rifiuto - Adesso lei gli sarebbe molto grata se lui la volesse lasciare da sola – Gli chiesi freddamente – E se non volessi farlo? - Mi si avvicinò pericolosamente afferrandomi con prepotenza il mento per farmi rialzare il viso - Se non volessi andarmene... se invece volessi passare un po di tempo con mia moglie. Chi me lo impedirebbe... tu? Avanti... perché non mi dimostri quanto mi ami concedendomi il tuo bel corpicino come facevi fino a pochi giorni fa? - Mi sfidò gelido.
- Bene! Se è quello che mio marito e padrone desidera allora sia – Mi privai rabbiosamente della vestaglia e della camicia buttandole a terra – Ma alla svelta... in modo che lei dopo possa prepararsi – Tsk! - Sbuffò lui a quel punto lasciandomi andare – Non mi serve la tua carità sgualdrinella – Mi fulminò con lo sguardo – Sfortunatamente per te, i miei orizzonti sono molto più ampi di quelli di mio figlio – Poi si chinò per recuperare la mia vestaglia solo per lanciarmela addosso e lasciò la stanza, non senza riservarmi un'ultima velenosa occhiataccia.
Quando poco dopo Anna entrò in quella stessa stanza rimase impietrita di fronte alla mia figura immobile in mezzo ai resti taglienti di quello che era stato il mio tavolino da toilette – Che è successo qui dentro? - Si allarmò subito tirandomi via con cura da li e facendomi sedere sulla poltroncina – Nulla di che... Gray è solo stato qui! - La informai semplicemente come se la sola menzione di quel nome potesse spiegare l'accaduto – Juvia gli ha detto che lo ho ha visto con Briar e che lo amava, ma lui non le ha creduto. Lei te l'aveva detto che non sarebbe servito a niente – Continuai poi quasi apatica mentre Anna si portava una mano alla bocca – Oh santo cielo stai bene! - Si informò preoccupata inginocchiandosi di fianco a me – Si, Juvia sta bene e deve fare in fretta a prepararsi... ormai gli ospiti staranno per arrivare – Ascoltami tesoro! - Si allarmò ancora di più vedendomi fin troppo tranquilla – Forse sarebbe il caso che io ti scusi con... - Assolutamente no! - La freddai con lo sguardo neanche avesse spergiurato – Va pure a prepararle il vestito, lei sta benissimo... davvero – La rassicurai facendole un mezzo sorriso che non raggiunse mai i miei occhi, poi mi alzai per andare a lavarmi e quando tornai in camera, Anna aveva già preparato sul letto l'abito blu, che assieme a Lucy avevo acquistato per l'occasione, ma all'improvviso guardandolo mi venne un'idea malsana e invece di indossarlo mi rivolsi nuovamente alla mia governante – Juvia ha cambiato idea e ha deciso che stasera metterà il vestito rosso con le perline, quello che apparteneva a Miss Ulter. Adesso dovrebbe andarle bene – C-cosa? - Balbettò incredula lei sbattendo le palpebre – J-Juvia tu sai che non è di suo gusto vero? - Certo che lo sa! Ma a lei piace – Non è vero! - Mi contraddisse immediatamente lei – Anna obbedisci! - Scattai a quel punto con molta più maleducazione di quanto avessi voluto, usando per la prima volta con lei la mia posizione di padrona di casa.
- Va bene! - Si arrese a quel punto – Ma ti avviso... questa cosa non gli piacerà per niente – E allora? Ci sono un sacco di cose che lui fa e che a Juvia non piacciono!... Tu valle solo a prendere quel maledetto vestito e non preoccuparti di nulla... lui non oserà mai, farle una scenata di fronte ai suoi amici – Affermai abbastanza sicura di me.
Circa una mezz'ora dopo, mentre passavo di fronte allo specchio in cima allo scalone, ne approfittai per darmi una guardata e un'improvvisa incertezza mischiata ad un pizzico di paura mi fecero esitare. Davvero quel vestito non riscontrava i miei gusti, il rosso poi non si intonava molto con il blu dei miei capelli e inoltre era anche esageratamente scollato sia davanti che dietro. Forse stavo solo peggiorando le cose con quella mia insensata ribellione, pensai agitata osservando i miei seni che esageratamente spinti in su, sembravano da un momento all'altro voler schizzare fuori dal corpetto che a mala pena riusciva a coprirne i capezzoli. Avevo paura persino a respirare"Oooh! Al Diavolo!!!" realizzai infine raddrizzando le spalle e alzando il mento. Infondo era stato lui ad etichettarmi come una poco di buono no?
- Tesoro sei sicura che la tua sia una buona idea? - Mi chiese Anna tentando ancora una volta di farmi ragionare – Certo! - Le risposi io ostentando una falsa sicurezza – E' il suo compleanno e quindi Juvia può fare quello che vuole – D'accordo allora... andiamo! - Mi fece strada, precedendomi lungo la scala ricurva e una volta arrivata di fronte alle porte della sala da pranzo mi fece cenno di attendere mentre lei le spalancava.
– La festeggiata è qui!!! - Mi annunciò a gran voce facendosi poi da parte mentre io avanzavo di qualche passo - Auguriii!!! - Venni accolta con un lungo applauso e dalla cacofonia di più voci appartenenti al bel gruppo di persone che occupava la stanza attendendo il mio arrivo in piedi – Subito dopo però, vari sguardi si soffermarono sul mio abbigliamento, chi con espressione ammirata, chi sorpresa e chi turbata, perfino mio figlio mi guardò stranito, non avendomi mai vista con qualcosa di così appariscente addosso, finché mio marito in persona non si fece avanti. Dopo un attimo di esitazione i suoi occhi scivolarono lungo tutta la mia figura prendendone nota e io a quel punto trattenni il fiato aspettandomi il peggio, ma nulla, nessuna emozione trapelò dai suoi lineamenti eccetto un rapido guizzo della sua mascella – Auguri mia cara! - Si inchinò invece galantemente a me, prendendomi la mano e lasciandovi un lieve bacio sul dorso. Poi mi prese a braccetto e mi condusse verso i nostri ospiti – Vieni, voglio presentarti una persona che ancora non conosci – Mi informò mantenendo un tono neutro e lo sguardo dritto di fronte a se, mentre anche tutti gli altri adesso facevano capannello attorno a noi – Lei è Miss Yukino Aguria, la futura moglie del nostro caro amico Eucliffe – Incantata Miss Juvia – Si rivolse a me una giovane e deliziosa fanciulla vestita di celeste chiaro, con gli occhi color caramello fuso e i capelli albini acconciati corti che le incorniciavano un viso pressoché perfetto – Oh Juvia lo è altrettanto – Risposi io facendole un sorriso - Vi faccio tanti auguri di buon compleanno Miss. Sting mi ha parlato molto di voi, della vostra modestia e... – Esitò poi diventando di mille colori – Semplicità! - Terminò quasi in tono stridulo facendo arrossire anche me per come dovevo apparirle in quel momento – Oh andiamo quanta formalità! - Intervenne prontamente il suo promesso sposo con un sorriso a trentadue denti – Dalle il nostro regalo piuttosto mia cara – Ah si... questo è un pensiero per voi Miss Juvia. Il mio fidanzato non faceva che ripetermi di quanto vi piacesse prendere il tè – Detto ciò si voltò con grazia verso al tavolino di fianco a lei e prelevò un'elaborato cofanetto di legno scuro abbellito da un semplice nastro verde foresta – Ecco disse poi porgendomelo – Contiene una selezione speciale delle migliori miscele di tè al mondo – Oh grazie davvero, Juvia non sa che dire se non che le è molto gradito – Sorrisi mentre nel contempo mi rivolgevo al suo biondo partner – Juvia non può fare a meno di ringraziare anche Sting naturalmente – Oh è solo una cosuccia da nulla! – Sminuì lui inchinandosi – E lasciatemi aggiungere mia cara Miss Fullbuster che stasera siete assolutamente strepitosa, la vera regina della festa! - Si apprestò a farmi anche lui il baciamano senza però lasciarmi andare – A proposito, posso darti del tu vero? Mi chiese poi in tono confidenziale – Oh già scusa che maleducato... - Si voltò poi verso mio marito – Non ti dispiace vero Gray se mandiamo al diavolo l'etichetta e le do del Tu?- Gli chiese con un ghigno malizioso stampato in faccia a cui mio marito rispose con calma e senza scomporsi più di tanto – Certo che puoi! Ma ora smettila di monopolizzarla e lasciale la mano... ci sono anche gli altri – Mi tirò a se leggermente infastidito - Ma certo! - Concordò il biondo e con un gesto teatrale alzò le mani in alto senza staccare i suoi occhi canzonatori da quelli fin troppo seri dell'amico – E' tutta tua – Aggiunse poi ridacchiando divertito.
- Auguri mia cara! - non ebbi nemmeno il tempo di congedarmi come si deve dalla coppia di promessi sposi che subito qualcun altro reclamò la mia attenzione – Visto che Sting e Yukino ti hanno già dato il loro regalo... ecco! Questo e da parte mia, di Rogue e di Shade – Mi sorrise l'affascinante signora Cheney baciandomi entrambe le guance, mentre la loro figlioletta mi abbracciava dolcemente premendo la sua testolina mora contro al mio addome e mi sussurrava un timido "Buon compleanno zia Juvia" - Questo vestito ti sta d'incanto – Commentò poi con ammirazione sempre Minerva – Certo non avrei mai creduto che fosse il tuo genere – Mi squadrò pensierosa inarcando un sopracciglio sottile – Ma sappi che approvo assolutamente! – Affermò infine con soddisfazione. Per ultimo poi anche il suo ombroso consorte si fece avanti per lasciarmi un fugace ed educato tocco di labbra sul dorso della mano destra, tornando subito dopo ad affiancare sua moglie e la sua bambina cingendo la prima alla vita e l'altra sulle spalle.
La bellissima donna mora era forse l'unica che quella sera al pari mio, si era permessa di osare così tanto in fatto di abbigliamento, nemmeno Lucy che di solito non disdegnava le scollature audaci, quella volta aveva puntato invece più sulle trasparenze appena accennate. La mia cara amica bionda indossava un delizioso abito in pizzo bianco, con il taglio a barca, che si limitava a scoprirle le spalle chiare e metteva in risalto il suo collo da cigno addobbato da una fascia stretta di scintillanti diamanti. In contrasto invece Minerva sfoggiava un provocante abito di seta viola intenso, con intricati ricami color argento, che le lasciava la schiena quasi interamente scoperta, mentre sul davanti aveva una scollatura sagomata a forma di cuore che faceva intravedere il solco tra seni egualmente prosperosi quanto i miei e quelli di Lucy. La differenza tra noi due era che mentre per lei era abituale indossare quel genere di capi, nel mio caso era la prima volta e di conseguenza la cosa stava attirando verso la mia persona, più curiosità del normale.
La mia attenzione però a quel punto si concentrò sulla lunga scatola cilindrica che Minerva mi stava porgendo chiedendomi che cosa mai potesse contenere – Aprilo forza – Mi incitò la bella mora con solerzia e io obbedii. All'interno dell'insolito pacco regalo vi era un'adorabile ombrellino in stile vittoriano rosa, guarnito sull'orlo con del finissimo merletto – E' stupendo!!! - Commentai deliziata apprestandomi ad aprirlo – No che fai, per l'amor del cielo – Intervenne subito Lucy togliendomelo di mano – Guarda che porta male aprire un ombrello in casa! – Mi ammonì agitandomi l'indice sotto al naso con fare da maestrina – Ma che fesserie vai farneticando! – S'intromise Natsu che teneva Layla in braccio. Poi sfilando il suddetto oggetto dalle mani di sua moglie, riuscì ad aprirlo non senza qualche contorsione e se lo piazzò dritto in testa sua e di sua figlia facendolo roteare allegramente – Bello no vero Layla? – Interrogò sorridente la sua piccola che iniziò a saltellare felice tra le sue braccia cercando al contempo di afferrare con le manine i motivi a forma di cuore che ne ornavano il tessuto facendo sorridere tutti – Tranquilla Luce! Io non ci ho mai creduto a queste stronzate, la mia fortuna me la sono sempre andata a cercare da solo. Come quando ho trovato te per esempio – Squadrò sua moglie con uno sguardo infuocato che diceva tutto - Vero principessa di papà? – Si rivolse poi spavaldo alla bambina baciandole il nasino – Hiii!!! - Cacciò uno strillo acuto e felice la piccola Dragneel in risposta agganciandosi con le braccine al collo del padre – E' adesso diamo anche noi il nostro regalo alla festeggiata – Si rivolse nuovamente a Lucy che ora aveva una leggera sfumatura di rosa sulle guance – Ma certo mio dolcissimo tormento – Ridacchiò lei alzando gli occhi al soffitto, allungandomi nel mentre il loro presente avvolto in una costosa carta damascata legata con un nastro blu. Al suo interno c'era una lunga stola di seta e cashmere che a seconda di come la luce ne colpiva il tessuto, brillava di sfumature cangiati che andavano dal panna all'avorio al color oro – Oh mio dio è meravigliosa e poi è così morbida e calda – Me la appoggiai sulle spalle e vi affondai il volto dentro – Grazie ragazzi, Juvia lo trova davvero un un bellissimo regalo, ma non dovevate – Scherzi! - Fu Lucy a parlare – Questo è il primo compleanno che festeggiamo insieme e tu non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice di averti qui a Onibus – Sorrise stringendomi in un caloroso abbraccio.
– E' davvero notevole! – Se ne uscì mio marito di punto in bianco riferendosi allo scialle e interrompendo me e Lucy – Perché non lo tieni su, ti dona molto sai! - Non resistette alla tentazione di provarci – Ormai siamo in pieno autunno e potresti prenderti un raffreddore - Aggiunse poi con noncuranza mentre io riponevo l'indumento nella carta regalo. Sapevo benissimo dove voleva andare a parare e non solo io a quanto pareva – Andiamo freddo, di piuttosto che stai solo tentando di privarci del panorama – Ammiccò Natsu accennando con la testa al mio dècolletè scoperto – Mi hai proprio tolto le parole di bocca – Gli diede subito man forte Sting appoggiandosi alla spalla dell'amico – A quanto pare al nostro Gray non piace condividere – Scoppiò a ridere di gusto - Andiamo ragazzi non cominciate! - Li ammonì Rogue, anche lui però palesemente divertito – Magari è davvero preoccupato per la salute della sua signora – Aggiunse poi tentando di andare in aiuto di Gray ma con poca convinzione. Era chiaro come il sole che la presa per il culo ai danni del suo amico stesse coinvolgendo anche lui – Ma sta zitto Rogue! - Lo stoppò subito Natsu – Andiamo cugino, lo capirebbe anche un bambino che è solo geloso marcio delle grazie della sua signora messe in bella mostra – Gli fece eco Sting facendo accigliare ancora di più mio marito che ora li stava guardando malissimo – Che ne dite di raggiungere il tavolo così che le vostre bocche possano riempirsi di cibo anzi che di idiozie? – Disse loro fulminandoli con lo sguardo - Mi sembra un'ottima idea almeno saremo distratti da un altro genere di bontà, non è vero mia cara - Gli rispose a quel punto Sting prendendo a braccetto la sua fidanzata e lasciandole un bacio a schiocco sulla guancia – Hey aspettate, manca il tuo regalo papà! - Si intromise mio figlio ad un tratto strattonando leggermente la manica della giacca di suo padre – Te ne sei scordato? - Gli chiese allungandogli una scatola piatta e quadrata – No, non l'ho dimenticato Storm... solo che... pensavo di darglielo più tardi – Esitò chiaramente a disagio - Perché dopo? Daglielo adesso dai! - Continuò insistente – Mhhh... va bene – Si arrese infine alla caparbia del bambino – Questo è da parte mia! – Mi porse il regalo sfuggendo al mio sguardo leggermente sorpreso.
Con mani tremanti feci scattare la piccola clip che chiudeva la scatola e quando ne sollevai il coperchio, rimasi senza parole poiché venni letteralmente abbagliata dal luccichio generato dalle mille sfaccettature del grosso zaffiro a forma di goccia, circondato da tanti piccoli diamanti, che pendeva da una semplice ma consistente catenina in oro bianco. Era una vera meraviglia e doveva anche essergli costato un occhio della testa. Mai in vita mia avevo posseduto qualcosa di così prezioso – Oh mio Dio è stupendo! – Sentii mormorare con ammirazione alle mie spalle – Beh!... Quando l'ho visto nella vetrina della gioielleria... non ho potuto fare a meno di prenderlo, ritenendo che si abbinasse perfettamente al colore dei tuoi occhi – Si lasciò scappare con voce roca mio marito catturando il mio sguardo con il suo, e per un attimo ebbi come l'impressione che ci fossimo soltanto io e lui in quella stanza – E'... – Ingoiai a vuoto – E'... – Balbettai incapace di proferire parole appropriate – Meraviglioso... grazie! - Continuai a guardarlo pensando tristemente che se poco prima non mi avesse rifiutata in così malo modo, quella sarebbe stata senz'altro una bellissima dichiarazione d'amore.
– Avanti che aspetti provalo! – Esclamò Lucy tutta eccitata spazzando via quel momento – Oh si, certo! - Biascicai imbarazzata. E stavo per prendere il pendente quando la mano di Natsu coprì la mia bloccandola – Andiamo brutto pezzetto di ghiaccio! Completa l'opera e mettiglielo al collo tu stesso! - Lo sfidò ridacchiando il rosato – Stasera tu e Sting non mi lascerete in pace tanto facilmente non è così? - Esatto!!! - Esclamarono all'unisono i due tirati in causa – Va bene! - Sospirò spazientito – Avanti Juvia voltati e facciamola finita - Disse poi in tono rassegnato rivolgendosi a me e quando le sue dita mi sfiorarono la pelle delle spalle, un lungo brivido mi percorse da capo a piedi – Hai freddo? - Mi prese alla sprovvista la sua voce bassa e rauca ad un soffio dal mio orecchio, mentre le sue mani una volta chiuso il gancetto, continuavano a rimanere ferme dov'erano – Te l'avevo detto che era meglio indossare quel maledetto scialle... stai tremando – Ebbi come l'impressione che mi stesse canzonando. Ma una cosa era certa, mio marito sembrava essere ben consapevole del suo fascino. E all'occorrenza sapeva anche come usarlo su sua moglie – J-Juvia non è ha bisogno!.. Lei ha giàdetto che sta benissimo così com'è! - Gli risposi caparbiamente voltandomi di scatto e trovandomelo ad un soffio da me – Lo sapevo! - Esclamò lui ignorandomi - Sembra fatto a posta per te – Disse poi con gli occhi appuntati più del dovuto sul mio petto, dove il gioiello brillava risaltando contro al pallore della mia pelle poco più su dell'incavo tra i seni. A quel punto sollevai la testa e quando i nostri sguardi si incrociarono nuovamente, ebbi come l'impressione di leggere nei suoi occhi un'inconsueta dolcezza che mi fece avvampare le guance e battere forte il cuore. "Perché mi stava facendo questo? Perché prima mi respingeva e poi mi guardava come se per lui fossi la cosa più importante al mondo"
- Bacio!-bacio! - Iniziarono tutto d'un tratto ad incitarci gli altri battendo le mani – Andiamo freddo baciala e basta! - Ululò Natsu alzando in alto un calice di vino che si era fatto procurare certamente da uno dei servitori – Si dai! Si vede lontano un miglio che muori dalla voglia di farlo – Gli diede man forte anche Sting – Si papà bacia la mamma! – Si aggiunse al coro anche la voce allegra e squillante di mio figlio. E a quel punto mio marito mi prese il viso a coppa tra le sue mani e li accontentò. Ma il suo non fu un semplice bacio, c'era molto di più, era intenso quasi disperato e io in punta di piedi mi abbandonai a lui aggrappandomi alla stoffa della sua camicia, ricambiandolo con tutta la passione di cui fui capace e lasciandomi travolgere da quel turbine di sentimenti che mai aveva mostrato in pubblico fino a quel momento.
- Buon compleanno Juvia – Mi sussurrò infine a fior di labbra, con la sua fronte appoggiata alla mia, mentre tutta una serie di risatine sommesse accompagnate da battutine al limite della decenza ci fecero capire che stavamo dando spettacolo.
- E adesso che avete ottenuto quello per cui stavate rompendo l'anima dall'inizio della serata - Esclamò poco dopo staccandosi da me, specialmente diretto ai suoi amici - Accomodiamoci pure a tavola! - Li invitò con un gesto del braccio in modo da toglierci dal centro dell'attenzione.
Strada facendo però, venni intercettata da Aries che tirandomi da parte mi informò a bassa voce che all'ingresso c'era un'ospite in attesa – Chi è? - Le chiesi increspando le sopracciglia – Non posso dirvelo mia signora, ha detto solo che voleva farvi una sorpresa e poi sembrava conoscervi così bene e lei... insomma ha pensato che fosse uno degli invitati arrivato in ritardo – No Aries, Juvia non attendeva più nessuno – Le feci presente a quel punto mentre lei assumeva una faccia immensamente mortificata – Mi scusi lei credeva fosse un vostro conoscente e lo ha fatto entrare comunque, sembrava così a modo – Continuò a scusarsi seguendomi verso l'atrio – Non importa! - La zittii - Adesso è meglio che Aries torni in sala da pranzo per dare una mano, ci penserà Juvia ad accoglierlo – Si signora! – Si inchinò la ragazza e subito dopo seguì le mie direttive ritornando sui suoi passi.
" Chi mai poteva essere?... Possibile che Erza e Gerard avessero fatto un'improvvisata decidendo all'ultimo minuto di unirsi a noi? Però Aries aveva parlato di una sola persona, un uomo per l'esattezza. Ma non poteva essere Gerard, a lui serviva un permesso per venire... giusto.
Sempre più curiosa raggiunsi in fretta l'ingresso, dove incredula mi bloccai alla vista di una cinquantina e forse più, di bellissime rose rosse che già mi diedero un vago indizio su chi potesse celarsi dietro di esse. E infatti poco dopo, a conferma dei miei sospetti, dal fitto cespuglio spinoso fece capolino un ciuffo perfettamente tagliato di folti capelli albini, seguito da due occhi scuri e irriverenti – Buon compleanno Juvia! E scusa se ciò messo così tanto a trovarti - Disse la voce terribilmente familiare dell'uomo e a quel punto il mio cuore ebbe un guizzo di pura gioia – Oh mio Dio Lyon è qui! - Urlai quasi. Poi senza pensare minimamente alle ripercussioni che quel gesto di per se privo di malizia avrebbe potuto portare, mi gettai tra le sue braccia mentre centinaia di foglie verdi e di petali rossi turbinavano tutto intorno a noi e il mazzo di rose finiva inevitabilmente sul pavimento.
POV'S GRAY
- Laky e anche tu Virgo cominciate pure a servire l'antipasto! - Diede istruzioni Anna in tono efficiente - Un momento, manca Juvia! - Osservò Lucy – Infatti, dov'è finita mia moglie? – Chiesi ad Aries che intanto si stava occupando di riempire i calici con del vino rosso – Sbaglio o poco fa stavate discutendo di qualcosa? - Mi informai con lei - S-si infatti... l-la signora Juvia si è dovuta assentare u-un attimo – Balbettò arrossendo leggermente – E' appena arrivata un-una visita per lei – Una visita? Che visita? - Aggrottai la fronte perplesso - V-vede Signore... alcuni minuti fa... un-un gentiluomo, distinto ed educato si è presentato alla vostra porta con un mazzo di rose in dono p-per vostra m-moglie, dicendole che voleva farle una sorpresa e-e mi perdoni, ma lei ha pensato si trattasse di un altro invitato alla sua festa e lo... - Che aspetto ha questo visitatore, ti ha detto come si chiama! – Scattai in piedi facendola sussultare – N-no non lo ha detto, però lui è... ben vestito e alto più o meno quanto voi e poi ha i capelli albini tagliati a spazzola e forse gli o-occhi neri – Inghiottì a vuoto quando una piccola imprecazione lasciò le mie labbra – Ora sapevo perfettamente chi c'era alla mia porta, la descrizione fatta da Aries corrispondeva fin troppo a quella di Lyon Vastia, su cui nell'ultimo periodo mi ero ampiamente documentato – Si è forse presentato come Lyon Vastia? - Le chiesi minacciosamente a quel punto – N-no l-lui ve l'ho detto, voleva farle una sorpresa - Squittì intimorita dal mio cipiglio facendosi piccola piccola.
- Gray qualcosa non va? - Mi chiese Natsu a quel punto con sguardo fin troppo serio – No nulla non preoccuparti! – Lo rassicurai velocemente trattenendo a stento la rabbia – Vogliate scusarmi amici... ci impiegherò solo un attimo! - Aggiunsi poi rivolgendomi al resto degli ospiti, poi appena raggiunto l'atrio restai pietrificato di fronte alla scena che mi trovai d'avanti.
POV'S JUVIA
- Oh Lyon, Juvia è così felice che tu stia bene. Ma ora devi assolutamente raccontarle tutto – Mi rivolsi a lui intensificando la stretta attorno al suo busto e appoggiandomi con la guancia al suo petto – Cavolo Juv, se avessi saputo che mi avresti accolto così, sarei venuto prima – Scherzò sfacciato lasciandomi un dolce bacio tra i capelli mentre anche le sue braccia ora mi stavano cingendo in maniera più decisa - Volevo assolutamente farti una sorpresa per il tuo compleanno – Sussurrò al mio orecchio – Ma ora lasciati guardare – Disse poi posandomi le mani sulle spalle e allontanandomi leggermente da lui – Accidenti sei... sei – Balbettò emozionato cercando le parole adatte – Sei semplicemente splendida! - Si complimentò infine squadrandomi da capo a piedi – Quasi non ti riconoscevo – Scosse la testa – B-beh si! Juvia è cambiata un po-pochino da quando loro si sono separati – Arrosii imbarazzata sotto al suo sguardo evidentemente ammirato – Già! - Si rattristò tutto d'un tratto - Perdonami Juvia per non essere stato all'altezza della situazione. Appena mi sono ripreso dalla ferita e ho saputo dell'incidente successo a te e a Storm sono quasi impazzito per i sensi di colpa nell'avervi dovuto abbandonare, non riuscivo a darmi pace credimi. Ma poi per fortuna mi hai scritto - Sospirò ad un certo punto scurendosi in viso – Q-Quindi ora sei di nuovo una donna sposata - Commentò senza riuscire a nascondere un lieve moto di delusione nella voce – S-si... lui si chiama Gray Fullbuster ed è... beh! Lui è il vero padre di Storm – Gli rivelai senza esitazione a quel punto – Davvero? - Spalancò gli occhi incredulo - E'-è per quello che l'hai sposato? C-come vi siete incon... - Poi tutto ad un tratto il suo sguardo venne attirato da qualcosa o più precisamente da qualcuno dietro di me e tutto il suo corpo si irrigidì in una posa guardinga.
- Buonasera Mister Fullbuster e mi scusi per l'intrusione – Inchinò leggermente la testa raddrizzandola subito dopo – Non credo di conoscerla, ma lei a quanto pare sa chi sono io – Rispose la voce mortalmente seria di mio marito mentre la sua alta figura prendeva posto di fianco a me e mi posava possessivamente una mano sulla vita attirandomi a lui come a voler marcare il territorio - Il suo nome invece è? - Gli chiese poi con tono volutamente insolente e maleducato, incenerendolo praticamente con lo sguardo – G-Gray non si ricorda? - Intervenni io a quel punto in tono fintamente gioviale – Mister Vastia era un socio del mio defunto marito ed un nostro grande amico di famiglia. Juvia gliene ha parlato in più di un'occasione – Mi rivolsi a lui alzando il mento in segno di sfida – Ma si... certo... adesso credo di rammentarlo vagamente – Mi fulminò brevemente con occhiataccia prima di rivolgersi nuovamente a Lyon – Mi scusi signor... - Finse nuovamente di essersi scordato il suo nome - Vastia! - Specificò Lyon evidentemente infastidito dal suo modo di fare – Ah già mi perdoni – Si esibì in un sorriso sarcastico intensificando la stretta attorno ai miei fianchi – Comunque è stato un piacere fare la sua conoscenza, ma ora se vuole scusarci... sa com'è, ma lei ha appena interrotto una festa privata – Lo invitò senza mezzi termini a togliersi dai piedi, se non ché, proprio in quel momento arrivò di corsa mio figlio seguito da Max e più indietro da Anna – Zio Lyonnn!!! - Urlò incredulo il bambino e dopo un secondo gli era già saltato al collo.
- Hey campione! - Lo prese al volo Lyon sbilanciandosi leggermente all'indietro – Per la miseria quanto pesi! – Finse poi di lamentarsi abbracciandolo stretto – Sei diventato proprio un ometto eh Storm? – Si, la mamma lo dice sempre che sono cresciuto un sacco e papà dice che da grande diventerò alto almeno quanto lui se non di più – Mimò tutto orgoglioso alzando una mano mezzo metro circa sopra la sua testa – Lo sai che mio padre mi ha anche riportato Snow! - Lo informò poi indicando il padre – Ma davvero? - Si finse stupito più del dovuto l'albino - Ecco lui è il mio papà, si chiama Gray ed è proprio il mio vero padre, non quello finto! - Continuò a chiacchierare ininterrottamente ignaro della tensione che lo circondava.
- Lo sai che ho anche visitato un vero museo! Non c'erano i fossili, però ho visto il relitto di una nave affondata tanto tempo fa e poi c'erano anche gli scheletri di pesci enormi con la mandibola piena di dentoni aguzzi così – Si esibì in una specie di ruggito e spalancò la bocca mostrandogli la sua dentatura mentre sbracciava e si dimenava tutto tra le braccia dell'albino che con evidente affetto se lo rimirava tutto – Sono così felice zio Lyon! Ora che sei di nuovo qui ti porterò con me a vederli – Si... magari un giorno ci andremo insieme – Gli promise a quel punto in tono mesto, mentre con un sospiro lo faceva scivolare a terra, cosciente forse di aver appena preso con mio figlio un impegno, che a conti fatti e dato l'evidente atteggiamento ostile di Gray, sapeva già di non poter mantenere - Ora però devo andare – Gli disse scompigliandogli i capelli - Ma come di già??? - Esclamò deluso mio figlio – Resta con noi è il compleanno di mamma oggi – Gli propose speranzoso il bambino mentre io mi irrigidivo di fianco a mio marito che li osservava sempre più cupo in viso – Non posso rimanere, davvero – Scosse la testa Lyon – Fuori c'è un taxi che mi sta aspettando e se andrà via dovrò tornare in paese a piedi – Gli fece notare.
" Non era giusto, non meritava quel trattamento" Pensai con rabbia " Aveva fatto così tanto per noi" - Non è necessario che Lyon se ne vada, Juvia sarebbe felicissima di averlo qui con loro – Mi feci avanti a quel punto guadagnandomi uno sguardo basito dall'albino e una sonora sbuffata da mio marito – Max potrebbe accompagnarlo al suo hotel più tardi, vero mio caro? – Mi voltai verso Gray appoggiandogli una mano sul braccio – Si papà, facciamolo rimanere con noi un altro po' ti prego! - Si aggiunse mio figlio attaccandosi all'altro braccio e a quel punto capii che era fatta, mio marito non rifiutava mai niente se era il figlio a chiedere – Ma certo! - Gli rispose infatti lui dopo un attimo di riflessione con un sorriso tirato.
- Rimanga pure con noi signor Vastia, non sarà un problema aggiungere un posto in più – Lo invitò anche se controvoglia a restare, ma senza per quello smettere di guardarlo in cagnesco – Anna! - Richiamò subito dopo l'attenzione della nostra governante – Prendi il soprabito al signor Vastia e dà subito disposizioni per aggiungere un altro posto alla nostra tavola! - Le ordinò con una specie di basso e minaccioso ringhio. Poi senza attendere risposta alcuna, con fare possessivo mi allacciò nuovamente alla vita e mi trascinò via con se lasciando che gli altri ci venissero semplicemente dietro.
§ La tana di Lestoargento §
Hello Boys and Girls come butta??? Capito ora il perché del titolo " Il tango delle gelosie"?
Alla buon ora! Risponderete certamente voi. E mentre settembre porta finalmente un alito di freschezza nelle nostre giornate, Lestoargento spera di aver acceso un bel fuoco vivace e a costo zero sotto ai vostri culetti curiosi.
Vi dirò che in verità avrei voluto aggiungere la conclusione della splendida serata che si preannuncia in questo penultimo capitolo, ma invece no! E da vera stroxxx senza cuore ho preferito lasciarvi rosolare a fuoco lento fino alla fine. Ma nonostante tutto sappiate che vi voglio bene. Alla prossima allora Fu! Fu!
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