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Briar*



" Briar "

" Ciao a tutti dalla vostra Lesto. Prima che voi leggiate il capitolo, vorrei far presente che la volta scorsa qualcuno si era chiesto quale fosse il punto di vista di Gray in questa faccenda. Ebbene eccolo qui! Voglio solo avvisare, che se tra di voi ci sono dei lettori sensibili a certe dimostrazioni di abuso contro le donne di saltare le parti delineate dagli gli asterischi. Per il resto buona lettura "

JUVIA

Gray come promesso nonostante le mie proteste, si recò da li a una settimana, nuovamente a Crocus, dove rimase per quasi dieci giorni.

Al suo ritorno non mi fornì nessuna spiegazione superflua, mi disse soltanto che adesso era tutto a posto e che non avrei più dovuto preoccuparmi della mia ex suocera. Mi aveva informata anche, che ora parte della fortuna dei Lore apparteneva a me come vedova del defunto, salvo naturalmente la villa di famiglia che era andata a Loky come pagamento delle sue prestazioni e la casa di moda che invece sarebbe stata trasformata in un locale d'alta classe per incentivare gli introiti di Mister Makarov, intervenuto personalmente grazie alla sua influenza a risolvere la questione.

A me restava comunque il cottage di Clover... dove era nato Storm e una cospicua somma di denaro già presente sul mio conto personale.

Fu solo il giorno dopo che andando a trovare Lucy, lei stessa mi fece leggere un articolo su di un famoso quotidiano vecchio di alcuni giorni, che mi fornì tutte le delucidazioni necessarie. In una delle prime pagine, spiccava a grandi lettere la dipartita tramite suicidio di Madame Lore a seguito dell'immenso dolore che l'aveva colpita quando la polizia di Crocus le aveva consegnato le spoglie del suo unico nipote ed erede di suo figlio. Sembrava che subito dopo la funzione funebre, la povera vecchia distrutta dall'ennesima perdita, si fosse avvelenata con il cianuro. Mentre di sua nuora si era scoperto che era stata salvata in extremis da un passante trovatosi sul posto per puro caso la sera della tempesta e di come poi a causa del trauma subito, avesse perso la memoria. In seguito si raccontava che la donna aveva sposato l'uomo che l'aveva messa in salvo senza ricordare più nulla del figlioletto scomparso e perciò il suo attuale marito non aveva permesso nemmeno che lei presenziasse al funerale per non turbarla. Ogni singolo pezzo di quel puzzle complicato era stato incastrato alla perfezione per non dare adito a dubbi, ma le cose tra me e Gray invece continuavano ad essere incerte.

Dopo quella prima volta in cui eravamo andati a letto insieme ne erano seguite molte altre, altrettanto ardenti, dove erano solo i nostri corpi a parlare per noi. In quei momenti di trasporto mi donavo a lui senza remore facendo tesoro di ogni suo tocco e di ogni sua concessione, sperando di essere a mia volta abbastanza desiderabile ai suoi occhi da saziare almeno i suoi appetiti carnali. L'ultima cosa che volevo e che si cercasse compagnia altrove, quello non lo avrei mai e poi mai sopportato.

Il rituale era sempre lo stesso, entrava in camera mia spegneva la luce, si denudava, faceva l'amore con me in modo passionale e travolgente, poi restava fino a quando non mi addormentavo. Al ché, silenzioso come solo un ladro poteva essere, andava via e quando i primi raggi del sole inondavano la stanza mi risvegliavo sempre da sola nel grande letto, con solo il suo profumo ad impregnare le lenzuola e a ricordarmi i momenti di pura estasi passati tra le sue braccia.

Durante il giorno invece tornava ad essere quello di sempre, distante e glaciale, ma anche incredibilmente pensieroso. Ci comportavamo in modo molto rigido e cortese l'uno nei confronti dell'altra, senza nessuna particolare dimostrazione di affetto e le frasi che ci scambiavamo erano prettamente di circostanza, salvo naturalmente in presenza di Storm, dove ci sforzavamo di intavolare delle conversazioni abbastanza decenti. Altrimenti un buongiorno detto formalmente durante la prima colazione, poi io gli chiedevo se sarebbe tornato per pranzo o per cena e se c'era una pietanza in particolare che desiderasse – Fai tu! - Mi rispondeva quasi sempre lui in tono neutro. Una mattina si e una no poi, si recava ad Hargeon, quasi sempre in compagnia di Natsu e rientrava a pomeriggio inoltrato, oppure dopo pranzo si rinchiudeva nel suo studio fino a sera tardi. Le mattinate libere che gli restavano le dedicava interamente a nostro figlio, mentre per me invece c'era solo la notte.

Era come se vivessimo due realtà distinte e separate, quando tutte le luci si spegnevano e i rumori della routine quotidiana cessavano mi recavo prima a dare la buonanotte a Storm, poi mi preparavo per lui.

Un veloce bagno, una passata di olio essenziale su tutto il corpo, un po di profumo dietro le orecchie e poi nuda mi infilavo sotto le coperte e rimanevo vigile aspettando con ansia di ricevere la mia fetta d'attenzione. Era quanto meno umiliante viverla in quei termini, ma la notte era l'unico momento in cui io potevo bearmi dell'affetto " se di quello si trattava" di mio marito.

GRAY

- Beh! Auguri Nat! - Sorrise Rogue divertito mentre sollevava il bicchiere all'indirizzo di un Natsu che a differenza del suo solito brio se ne stava seduto in silenzio mogio mogio esibendo due occhiaie degne di un procione - Minerva mi ha informato che la tua piccina adorabile sta mettendo i primi dentini? - Già – Biascicò lui con una smorfia lasciandosi sfuggire uno sbadiglio assonnato – E' inconcepibile come un esserino così piccolo possa sbavare così tanto! Ogni volta che la prendo in braccio, dopo devo cambiare la camicia. Per non parlare del fatto che è da una settimana che io e Lucy di notte dormiamo a scatti, le fanno male le gengive e fatica a prendere sonno, povera piccolina mi fa una pena – Mise su un broncio dispiaciuto totalmente in contrasto con il suo solito modo di fare - Benvenuto nel magico mondo dei genitori! – Lo canzonò di nuovo il moro ridacchiando - Non temere comunque, non durerà molto. Giusto il tempo che finiscano di spuntare anche gli altri dentini, quattro... cinque mesi al massimo e poi vedrai che andrà meglio – Lo rassicurò falsamente Rogue pattandogli la spalla mentre continuava a ridacchiare – Oh Cazzo! - Esclamò il rosato a quel punto, sbattendosi una mano sulla faccia mentre anch'io mi lasciavo andare ad una risatina sommessa – Che hai da ridere tu ghiacciolo del cazzo! - Sbottò guardandomi male - Certo a te è andata bene perché Juvia ha fatto tutto il lavoraccio da sola e tu ora ti sei ritrovato un figlio già cresciuto – Ed ecco perché io ci ho messo tutto questo tempo per decidermi a prendere moglie? - Si intromise nella discussione anche Sting – Volevo risparmiarmi il più possibile tutte queste rogne legate al matrimonio e ai figli, ma a proposito! - Sollevò un sopracciglio lanciandomi un'occhiatina sorniona - Come va la vita matrimoniale con la tua bella signora Gray? Non l'ho più vista da quell'ultima volta - Chiese Sting con la solita faccia da schiaffi - A meraviglia! - Risposi io piegando le labbra in un sorriso abbastanza convincente a mio avviso – Sarà, ma io ti vedo un po' troppo distratto e meditabondo ultimamente – Si alzò dal suo posto per venire ad appoggiare il gomito sulla mia spalla – Non dico che dovresti fare i salti di gioia, ma che diamine! Almeno abbi la decenza di di non sembrare sempre uno a cui hanno appena diagnosticato una malattia incurabile. Hai ritrovato tuo figlio e hai avuto la fortuna di sposare una bellissima donna che ti è anche assolutamente devota. Che altro vuoi di più dalla vita? - Magari un amico meno impiccione. E poi pensa alla tua di signora – Lo punzecchiai con poco garbo a mia volta - A proposito devi ancora presentarcela ufficialmente - Sorrisi sarcastico scostando il suo braccio – Oh santo cielo come siamo suscettibili – Ridacchiò tornando al suo posto – E comunque non era per impicciarmi e che a me tua moglie Juvia mi ha dato fin da subito l'impressione di essere quella giusta per te! - Scrollò le spalle – Mi è venuta un'idea! - Sbottò poi – Perché non organizziamo un nuovo pranzo a casa di Rogue o a casa di Natsu, così potrò presentarvi ufficialmente Yukino – Perché sempre a casa mia o in quella di Rogue – Protestò Nat sbattendogli scherzosamente il tovagliolo in faccia - Facciamo da te per una volta? – Poi gli disse con un sorrisetto malvagio! - Ma noi non siamo ancora sposati – Rispose subito con prontezza il biondo - Invece le vostre mogli sono già delle perfette padrone di casa, capaci di organizzare dei pranzi da leccarsi i baffi. Mentre il mio povero Lector non saprebbe da dove iniziare per intrattenere delle vere signore, le uniche serate che ha organizzato finora, sono state quelle con le mie "amiche" - Proclamò sfacciatamente sghignazzando ammiccante – Il cibo era l'ultimo dei problemi. Bastava semplicemente qualche candela sparsa qua e la per creare l'atmosfera adatta, degli asciugamani puliti e una bottiglia di buon vino... tutto qui! - Fece un gesto di noncuranza con le mani – Ma sta zitto esibizionista, la tua è solo un'altra scusa per tirarti fuori dalle rogne - Sbottò Natsu a quel punto per poi voltarsi nella mia direzione - Hey Gray perché allora non prendiamo il toro per le corna e facciamo da te? – Se ne uscì all'improvviso avendo appena avuto probabilmente uno dei suoi tanti lampi di genio a cui quasi sempre seguivano disastri – Lucy mi ha detto che a giorni sarà il compleanno di Juvia. Loro due si vedono spesso, io invece a causa del lavoro non ci parlo da un po', approfittiamone per organizzarle una bella festa. Potrei mandarti Aries e Virgo per aiutare Laky – Mi propose sorridente – E poi ho un gran voglia di rompere l'anima ad Anna, l'ultima volta mi ha preso con la scopa ti ricordi! Ha! Ha! Ha! La adoro! - N-non saprei – Esitai a quel punto essendo stato preso totalmente alla sprovvista, ed evitando di far capire che non avevo la minima idea di quanto mia moglie compiesse gli anni. Anzi in verità non sapevo quasi niente di lei, a parte che un tempo era stata la figlia dell'uomo che avevo odiato di più in assoluto e a cui avevo usato violenza proprio per arrivare a vendicarmi di lui.

In seguito poi ero stato troppo impegnato a mostrarle il mio rancore piuttosto che interessarmi ad apprendere qualcosa in più su chi era veramente. Era abbastanza assurda come situazione poiché nonostante avessimo un figlio di sei anni e attualmente dividessimo il letto quasi tutte le notti, continuavamo ad essere in un certo qual senso due perfetti estranei – Ma dategli tregua! Quando si sentirà pronto sarà lui ad invitarci vero Gray – Mi spalleggiò Rogue esprimendosi a mio favore – Sta zitto tu barboso guastafeste! Quella di Nat è un'idea davvero stupenda – Approvò Sting dando una gomitata al cugino – Beh... ne parlerò con Anna e vi farò sapere o.k – Dissi alla fine per chiudere lì, quella parentesi abbastanza imbarazzante.

- Sting tesoro come stai! - Si intromise nel nostro discorso all'improvviso una voce a me fin troppo nota, seguita dal suono di un sonoro schiocco di labbra contro probabilmente la guancia del biondo - Scusatemi per l'intrusione mie cari e affascinanti gentiluomini, posso rubare uno di voi solo per qualche momento – A quel punto non mi presi neanche la briga di guardarla, facendo semplicemente un cenno di scuse a mie amici prima di seguirla infastidito e ignorando di proposito lo sguardo di puro ribrezzo che Natsu le lanciò.

- Che ti serve Briar! - Sbuffai accomodandomi ad un tavolo abbastanza distante dagli altri. Poi indifferente la scrutai, mentre con movimenti studiati ad arte si sedeva a sua volta, accavallando le belle gambe lasciate scoperte dal profondo spacco e prendeva tempo accendendosi con classe una sottile sigaretta infilata in un bocchino dorato. Poi un cameriere si avvicinò. E lei senza chiedere neanche la mia opinione, ordinò due Burbon con ghiaccio sorridendo sorniona al giovane che rimase un attimino imbambolato sul posto, mentre il suo sguardo percorreva il corpo della donna abbondantemente rivelato dall'abito elegante che la fasciava come una seconda pelle. Da come se la stava mangiando con gli occhi, non c'era ombra di dubbio che il ragazzo in questine avrebbe dato volentieri l'equivalente della sua paga di un mese pur di passare qualche oretta in sua compagnia. D'altronde Briar sapeva fin troppo bene come servirsi delle sue arti femminili, ed era senz'altro una donna desiderabile. Anche se io non ne aveva ancora incontrata nessuna che ai miei occhi lo fosse più della mia attuale moglie.

Da quando l'avevo ritrovata tutte le altre, conosciute in quei sei anni, mi apparivano d'un tratto insipide e noiose e perciò tollerai a malapena lo sguardo conturbante che l'albina mi lanciò prima di rispondere alla mia domanda – Come sei malpensante Gray, perché credi che debba per forza servirmi qualcosa. Volevo solo salutarti, anche se per farlo sono dovuta venire fino ad Hargeon. Mi sei mancato molto in questi due mesi – Mise il broncio triste appoggiando con noncuranza la sua mano ingioiellata da vistosi anelli sulla mia – Che fai ti sei messa a pedinarmi per caso? Pensavo di essere stato abbastanza chiaro al riguardo – La fulminai con lo sguardo ritirando di scatto la mano – Sei assolutamente scortese! – Belò lei imbronciando ancora di più le labbra dipinte di rosso fuoco – Scortese perché voglio essere lasciato in pace? - Si! Sei scortese e anche odioso! E io non so come faccio ad amarti ancora così tanto – Incrociò le braccia piccata premendo tra loro i grossi seni che parvero voler schizzare fuori dalla scollatura generosa - Ormai dopo un anno passato con te, pensavo di conoscerti a sufficienza da sperare che anche tu ti fossi affezionato almeno un pochino a me! Ma questa tua improvvisa repulsione invece – Fece una pausa, poi lasciò ricadere le braccia e si portò una mano al petto in modo melodrammatico - Mi ferisce a morte! - Esclamò con falsa enfasi - Facendomi sentire come un oggetto usato e poi gettato via! – Ma ben compensato mi sembra? - Le risposi io senza farmi impietosire dalla sua recita – Ti ricordo Briar che ancora tutt'ora stai usufruendo della mia "odiosa" gentilezza senza farti tanti scrupoli – A quel punto lei si sistemò graziosamente l'orlo dell'abito che era scivolato ancora più in alto e un mezzo sorrisetto che aveva del perfido le piegò le labbra carnose – Certo... ben compensato – Ammise tornando poi a fare l'offesa – Non capisco proprio come faccia tua moglie a sopportare tutte le tue intolleranze? - Sussurrò fingendosi pensierosa – Oh! Ma che sciocca sono! Una brava consorte deve sempre sopportare in silenzio ogni sgarbo del marito giusto? – Lascia mia moglie fuori dalle tue chiacchiere del cazzo! - Le ringhiai contro arrabbiato – Oh scusa dimenticavo – Alzò gli occhi al soffitto - Lei è... così preziosa!... Baciami!!! - Sibilò poi all'improvviso avvicinandosi a me per strapparmi un brusco contatto di labbra artigliandosi alle mie spalle, prima che io la respingessi con brutalità rispedendola con una spinta tutt'altro che gentile al suo posto – Non osare mai più! Come devo fartelo capire che è finita! – Le sputai in faccia furibondo – Ma lei invece di prendersela per come avevo reagito si limitò a scrollare le spalle e a ridacchiare – Mi sei sempre piaciuto quando diventi violento lo sai? – Affermò sfacciatamente mordendosi il labbro – Davvero ti piace essere trattata così? - Le chiesi io con sarcasmo – Mmmh! Forse da te si! - Finse di pensarci su – Oh ti prego Gray! Dimentica questa assurdità di rimanerle fedele e torna con me! - Riprovò ancora – Mai! - Le ribadii io – Sai essere davvero cocciuto, ma se è questo che il mio signore e padrone desidera, allora così sia – Sospirò fintamente affranta girandomi la faccia – Vedi come sei obbediente quando vuoi, ma dimmi... eri così anche con tuo marito? - La stuzzicai io questa volta.

A quel punto Briar si voltò di scatto a guardarmi e spalancò gli occhi sorpresa, poiché mai da quando ci eravamo conosciuti le avevo fatto domande sul suo passato – Certo che si, dovevo! Così mi era stato inculcato – Si mordicchiò un unghia prima di proseguire - Gli obbedivo ma odiavo ogni sua richiesta. Odiavo, quando mi scopava e non potevo rifiutarmi perché lui aveva tutti i diritti sul mio corpo. Poi però scoprii che bastava chiudere gli occhi e fingere di trovarmi sotto ad un altro uomo che più mi aggradava – Si lasciò andare ad una risata cristallina – Era un bel gioco da fare sai? - Inclinò divertita la testa portandosi la punta della lingua a sul labbro superiore senza smettere mai di fissarmi.

- Se era così divertente fingere, mi domando perché hai avuto tanti uomini allora, quando potevi semplicemente essere fedele a uno soltanto – Replicai in tono aspro a quel punto – Che c'è sei geloso? - Mi stuzzicò nuovamente – Non dire cazzate, dimentichi forse che sono stato uno dei tuoi amanti – L'affascinante albina a quel punto si morse nuovamente il labbro leggermente irritata prima di ribattere – L'ultimo per l'esattezza! E ancora tutt'ora l'unico a cui sono stata fedele. Ma tu lo stesso mi disprezzi non è così? Tsk! - Sbuffò - Eppure non immagini nemmeno quante donne usano la mia stessa tattica per meglio sopportare chi per un motivo o per un altro le è stato imposto per convenienza. Anche se hanno mariti belli e vigorosi come te! - Ammiccò poi con malizia sottintendendo qualcosa che era indubbiamente riferito a me – Non sempre ciò che piace a una deve per forza piacere anche ad un'altra – Continuò - Che diavolo vuoi insinuare! - Mi inalberai a quel punto sporgendomi in avanti per afferrarle bruscamente un polso – Ahi mi fai male! - Si lamentò lei cercando di non alzare troppo la voce – Che cosa dovrei voler insinuare non essere sciocco! Tu mi piaci da morire e quando mi tenevi tra le braccia era solo a te che pensavo – Ritirò il braccio che io avevo lasciato andare massaggiandoselo – E sono certa che per tua moglie è la stessa cosa. Vedova, senza parenti... con un figlio piccolo a carico... chi mai potrebbe averla obbligata a sposarsi con te! - Dannazione! Ti ho già detto di non nominare mia moglie! - Mi irritai seriamente a quel punto scattando in piedi – Si che la nomino invece! - Sbottò a sua volta abbandonando improvvisamente i suoi modi civettuoli – La nomino perché tu credi che sia migliore di me... che sia meno sgualdrina di me ma ti sbagli! - Mi sputò in faccia con cattiveria - Lo sai chi è veramente tua moglie, lo sai che cosa ha fatto? - Sibilò con ferocia - Perché tu lo sai invece? - Le chiesi io di rimando con voce minacciosamente bassa mentre la voglia matta di strozzare sul serio quella stronza mi stava invadendo l'anima - Certo che lo so! Il mese scorso sono stata ospite per alcuni giorni a casa di una mia cara amica che mi ha invitato a Crocus per assistere alla prima, di una famosa commedia a teatro. E guarda caso ho appreso un paio di cosette interessanti su quella santa di tua moglie – Niente che io già non sappia! - Affermai con baldanza – Ma davvero? - Spalancò lei gli occhi – Allora non ti dispiacerà appurare che la mia versione collimi perfettamente con la tua – Sei diventata un investigatore privato o cosa? Se si tratta delle chiacchiere messe in giro dalla vecchia Lore sappi che ne sono già al corrente! - Chiacchiere dici? No, quello che so io non sono solo chiacchiere, ma le ho apprese direttamente da una persona che per un certo periodo di tempo è stata molto intima con Rufus – E chi sarebbe? Tsk! - Le chiesi sbuffando - Si chiama Jerome ed è il cugino della mia amica Mary... e indovina un po'... era anche l'amante di Lore – L'amante di... Lore! - Mi scurii in viso a quel punto, e afferrandola malamente per un braccio la trascinai fuori dal locale al sicuro da orecchie indiscrete – Esatto mio caro, proprio il suo amante! – Sbottò non appena la lasciai andare – Purtroppo la buonanima di Rufus era indubbiamente e irrimediabilmente omosessuale! - Ridacchiò - Oh non lo sapevi questo vero? - Mi scimmiottò contenta di aver finalmente intaccato la mia sicurezza – Ha raccolto la tua attuale moglie da chissà quale buco di merda, poi l'ha ripulita e l'ha sposata già gravida proprio per mettere a tacere quelle poche malelingue che non lo ritenevano abbastanza uomo da farsi una famiglia e anche naturalmente per accontentare la madre che voleva al più presto un nipote che continuasse la loro linea dinastica – Mi informò con sempre più soddisfazione - Ma aveva fatto male i conti poiché la brava mogliettina approfittò di quel suo piccolo segreto per tenere le palle del caro Lore, sempre che le avesse si intende, ben salde nel pugno della sua candida manina – Mimò il gesto chiudendo la mano a pugno – Era in suo potere e lei poteva fare il cazzo che le pareva, figurati che Rufus ad un certo punto aveva talmente tanta paura che lei lo tradisse, che arrivò a tenere segregato in casa suo figlio facendo uscire lei solo una volta a settimana, sempre sotto stretta sorveglianza logicamente. Ma questo non bastò a fermarla. C'era un uomo molto vicino a Rufus, sembra che inizialmente fosse il modello di punta della sua famosa Maison e che poi diventò suo socio in affari. Un certo Lyon Vastia e sembra che si invaghì della tua attuale consorte a tal punto da recarsi in casa loro, praticamente tutti i giorni per farle una corte spietata, portava sempre regali al piccolo per blandirla, tanto che alla fine lei cedette e i due divennero amanti. Però Rufus lo scoprì e lo mandò via, ma sua moglie una sera sul tardi si recò all'atelier proprio dove lui in quel momento si stava intrattenendo proprio con Jerome. Lui stesso mi ha fornito un resoconto dettagliato di come la giovane Madam Lore fosse entrata nella stanza come una furia e di come restò quasi spaventato dalla freddezza glaciale e la strafottenza di quella donna che ignorando con noncuranza le loro nudità gli intimò altezzosamente di uscire immediatamente, perché lei aveva qualcosa di importante da dire a suo marito, evidentemente riguardante al fatto che aveva cacciato di casa il suo amante. Poco dopo li sentì discutere animatamente e udì perfettamente quando lei lo minacciò di spifferare tutto quello che si celava dietro le ricche mura dei Lore, se lui non l'avesse accontentata - Si lasciò andare ad un sorrisetto sarcastico – Rufus quella stessa sera aveva anche confidato a Jerome che quando lui era assente, la sua cara consorte accoglieva il suo ex socio nella loro camera da letto, facendolo passare dalla porta del giardino e si intratteneva sessualmente con lui senza il minimo pudore e senza nessun riguardo per il figlioletto che dormiva a poca distanza da li. Decise così per pura questione d'onore, di farli spiare e coglierli sul fatto con l'intenzione di ammazzare tutti e due. Invece guarda caso – Si fermò e fece un sorrisetto gongolante - Pochi giorni dopo, fu Rufus stesso ad essere ucciso in camera di sua moglie da un "ladro".

- Sono stati loro! Secondo Jerome, Lore li beccò sul fatto e Lyon Vastia a quel punto lo eliminò. E lei ha testimoniato il falso alla polizia solo per salvare il culo al suo amante. Jerome poverino, non poté fare altrettanto, non senza temere che tua moglie rivelasse la sua relazione clandestina con Rufus. E con la paura di vedersi personalmente coinvolto nello scandalo che sicuramente ne sarebbe derivato. Ma la vecchia Madam Lore non era pazza, aveva ragione ad accusare sua nuora delle cose più infamanti e a volere morti lei e il bambino poiché alla fine aveva scoperto che il piccolo era illegittimo e che lei non era altro che una sporca troia approfittatrice interessata solo ad appropriarsi dei soldi di suo figlio! E chi l'ha tolta di mezzo, poiché non ci ho creduto nemmeno per un momento che si sia suicidata, ha fatto alla tua dolce sposina un'enorme favore. Se non è stato addirittura Lyon Vastia stesso a farlo - Sorrise con soddisfazione - Fatto sta che ora nessuno avrà più le prove per accusarli e lei adesso sarà libera di andare a cercare il suo innamorato di un tempo. L'unica cosa che non quadra è il ritrovamento del cadavere del piccolo che alla luce dei fatti e dato che il bambino è ricomparso magicamente qui ad Onibus, non è stata altro che l'ennesima truffa perpetrata da tua moglie ai danni della famiglia Lore e lei adesso senza muovere nemmeno un dito si è ritrovata ad essere a tutti gli effetti l'unica beneficiaria del patrimonio di Rufus mentre tu, da vero idiota hai anche dato il tuo cognome a quel piccolo bastardello che si è portata dietro! – Taci dannazione! - Imprecai a quel punto e con un gesto fulmineo l'afferrai alla vita mentre con l'altra mano le artigliai il collo per costringerla a guardarmi dritto negli occhi – Stai attenta a come parli puttana! Ti stai immischiando in cose più grandi di te. E ti informo che il bastardello in questione è mio figlio naturale e se osi ancora fare osservazioni di questo genere giuro che ti torcerò il collo così lentamente che forse riuscirai a contare uno per uno tutti gli uomini da cui ti sei fatta sbattere! - A quel punto la vidi spalancare gli occhi con terrore e quando la lasciai andare bruscamente spingendola contro al muro, vi si accasciò contro e prese a singhiozzare – E' per questo che l'hai sposata allora? Per il bambino! – Non sono cazzi che ti riguardano, voglio solo che tu adesso ti tolga per sempre dai piedi! - Sei crudele con me, io l'ho fatto solo per metterti in guardia e tu mi ripaghi così! – Beh! Non avevi detto prima che ti piace quando divento violento? - Le domandai sprezzante a quel punto - Guarda che non sei l'unico uomo della regione sai? - Mi sputò in faccia con rabbia lei - Ma certo! Fammelo sapere se vuoi fare anticipatamente fagotto, ti pagherò volentieri il biglietto del treno! - Le risposi sarcastico – Perché non capisci che io ti amo e che tremo al solo pensiero che la tua cara mogliettina sia ancora in contatto con il suo amante! - Mi si attaccò al braccio supplichevole - Fossi in te la curerei di più, l'altro giorno ho visto lei e Max all'ufficio postale e tua moglie stava spedendo una lettera! - Cazzo! Ti sei messa anche a pedinarla adesso? - Si l'ho fatto! E lo ammetto senza vergogna. Pensa se lei e il suo amante decidessero di fare con te lo stesso gioco che hanno fatto con Lore! – Beh in quel caso cascherebbero male. Io non sono Rufus Lore e so benissimo badare a fatti miei – Sbottai ormai al limite della sopportazione – E non ho bisogno dei consigli di nessuna puttana meretrice che finge di amarmi quando tutto quello che le interessa sono i miei soldi – Ti sbagli invece a giudicarmi! E sei solo un illuso se credi che quella donna ti resterà fedele solo perché le hai messo un anello al dito. Te l'ho già detto non è poi tanto diversa da me! - Urlò a quel punto indispettita – Ma ti rendi conto che è stata talmente scaltra e calcolatrice da non farsi nessuno scrupolo di coscienza ad usare tuo figlio per accaparrarsi un buon partito e ora che anche tu hai raggiunto una posizione accettabile, sta usando quello stesso bambino per manipolare anche te! - Molto bene Briar! Adesso che hai chiarito quale sia il tuo punto di vista puoi anche andare a farti fottere da chi cazzo vuoi, perché con me hai chiuso per sempre! - Detto ciò e con un diavolo per capello le voltai le spalle e mi diressi di nuovo all'interno del locale per raggiungere i miei amici. Ma con la gran voglia di raggiungere subito mia moglie e farle ammettere una volta per tutte la verità su come stavano realmente le cose.

Briar, con le sue parole velenose, aveva gettato palate di sale su di una ferita già di per se sanguinante che adesso aveva preso a bruciarmi in modo atroce. E così Juvia non solo si era decisa a sposarmi per puro interesse. Ma anche perché aveva calcolato in anticipo che per proteggere mio figlio avrei svolto tutto il lavoro sporco al posto suo, senza neanche chiedermi se fosse stata davvero lei ad uccidere o no suo marito. E magari come aveva insinuato sempre quella stronza della mia ex, anche il suo improvviso desiderio di soddisfarmi era tutta una farsa, o peggio ancora sognava del suo amante perduto per raggiungere il piacere tra le mie braccia.

- Hey freddo! Che voleva quella stronza da te? - Mi chiese Nastu ad un certo punto - Quando sei ritornato al tavolo avevi una faccia che era tutta un programma – Mi fece notare poi quando ormai eravamo quasi arrivati a casa. Durante tutto il tragitto si era limitato soltanto ad osservarmi in silenzio, aspettandosi a quanto pare che fossi io ad aprire il discorso – Niente di importante, voleva solo sapere se ci fosse ancora qualche speranza che tornassi con lei – Feci una smorfia ironica cercando di sembrare naturale – E tu che le hai risposto? - Mi chiese in tono serio – Che non ne avevo la minima intenzione, cosa se no! – Sbuffai lanciandogli un'occhiata eloquente – Se fossi in te cercherei di togliermela di torno definitivamente, non mi fido di lei – Sentenziò sprezzante - E' solo una perfida puttana portatrice di discordia – Sta tranquillo Nat, da stasera non mi darà più fastidio – Tsk! Se lo dici tu! - Lasciò cadere il discorso di fronte all'ingresso della sua villa, lungi però dall'essere del tutto convinto.

BRIAR

La donna albina era assolutamente cosciente di aver appena commesso un grosso azzardo scatenando in quel modo le ire funeste del suo ultimo amante. Che mai fino a quella sera, l'aveva trattata in maniera così sgradevole.

Briar si tastò delicatamente la zona del collo dove poco prima il furioso corvino l'aveva stretta quasi soffocandola, ma non ostante la spiacevole sensazione di dolore, un mezzo sorrisetto compiaciuto le piegò le labbra carnose.

In quel momento stava ragionando sul fatto che il suo ex, aveva davvero un caratteraccio e che poteva diventare tremendamente possessivo se stuzzicato a dovere. Orgoglioso fino all'eccesso, cocciuto e perché no, un tantino troppo egocentrico. Solo che poi a bilanciare il tutto c'erano quelle sue innegabili qualità atte a renderlo senza ombra di dubbio il migliore tra gli amanti avuti fino a quel momento.

Era a suo avviso esigente e focoso ma mai egoista, anzi, si assicurava sempre che anche lei traesse il massimo piacere da ogni loro amplesso. In più era generoso da non credere e talmente bello che difficilmente le sarebbe ricapitato di nuovo uno così tra le mani.

Perciò si era fatta in quattro affinché non si stancasse troppo presto di lei, complimentandosi più volte con se stessa per come fosse riuscita a tenerselo stretto per così tanto tempo, addirittura già da prima che sua moglie Ultear morisse.

Poi però era arrivata quella maledetta bastarda intrigante a disturbare la loro relazione mettendovi la parola fine. L'aveva anche spiata di nascosto, la stronza. Dovendo ammettere suo malgrado che aveva una figuretta morbida e flessuosa ma a parte quello non che fosse riuscita a vedere granché, poiché quella dannata aveva l'assurdo vizio di andarsene in giro bardata dalla testa ai piedi e in più come se non bastasse, con il capo celato da improbabili cappellini che le avevano impedito di vederla bene in faccia giusto per capire che cosa ci avesse trovato Gray di tanto speciale da mettere da parte lei.

In un altra occasione se ne sarebbe fatta una ragione e avrebbe trovato qualcun altro a cui attaccarsi, ma non dopo quello che aveva appreso da Mary e da suo cugino Jerome sull'attuale Miss Fullbuster.

Quella pezzente risalita, gran signora dei suoi stivali, ne nascondeva di scheletri nell'armadio almeno quanto lei. E bella o no, col cavolo che gliela avrebbe data vinta, non senza prima aver provato di tutto, anche giocando sporco come aveva fatto quella sera, raccontando si la verità. Ma tacendo di proposito sul fatto che alcune voci affermavano anche che Lyon Vastia si recasse a casa di Lore, non perché avesse una relazione con sua moglie, ma con lui e di come Rufus fosse tutt'altro che uno stinco di santo.

Non le interessava un fico secco se così facendo avrebbe messo la signora Fullbuster nei guai, in amore e in guerra tutto era lecito. Certo non si era mai illusa di diventare per il corvino qualcosa in più di un semplice giocattolo sessuale, ne tanto meno aveva considerato lui qualcosa in più di un semplice amante. Non aveva di quelle sciocche pretese lei. Anzi, era fin troppo realista a riguardo. L'unica cosa che le importava era continuare ad andare a letto con un uomo che sapeva farlo bene e che le aveva già dimostrato di essere decisamente di manica larga.

Era facile essere delle donne per bene con uno come lui, anziché con un farabutto come lo era stato il suo defunto marito. Un ubriacone violento che la malmenava e sperperava tutti i suoi averi al gioco, fino a quando andato in bancarotta, non si era suicidato lasciandola nei debiti fino al collo. Fortunatamente per lei, madre natura l'aveva fornita un corpo più che accettabile, capace di attirare lo sguardo anche degli uomini più timorati di Dio, oltre che a un discreto acume che le permetteva di rigirarseli abbastanza facilmente. Ed era proprio grazie a queste sue doti che era riuscita ad andare avanti in quegli anni. Dubitava fortemente che Miss Fullbuster sapesse cosa significava concedersi a qualcuno di disgustoso e crudele solo per mettere qualcosa di caldo nello stomaco o per poter dormire all'asciutto in un letto comodo. Ma di una cosa era certa però, conoscendo Gray come aveva imparato a conoscerlo lei, quella sera qualcuno avrebbe passato davvero un brutto quarto d'ora e magari non si sa mai che lui si decidesse all'improvviso a disertare il letto della moglie per tornare nel suo. E la cosa per ora le dava più che una discreta soddisfazione.

GRAY

Quando rientrai a casa era abbastanza tardi, ma lo stesso Max mi venne incontro per richiudere il cancello e per portare l'auto in garage, dopodiché vedendolo parecchio assonnato lo liquidai alla svelta e andai a rinchiudermi direttamente nel mio studio. Una volta lì, mi versai un'abbondante dose di alcol che andò a sommarsi a quello già consumato al locale e che scolai tutto d'un fiato spedendo poi con furia cieca il bicchiere a frantumarsi contro al muro di fronte. Ero arrabbiato e amareggiato, non solo per quello che avevo appreso di nuovo su Lore, tutto sommato che fosse omosessuale o no non me ne fregava un cazzo. Ma non potevo fare a meno di incolpare lei invece per il clima di dissolutezza in cui aveva allevato mio figlio. Non è che io fossi cresciuto meglio, ma per me era stato diverso. La mia infanzia di merda era stata dovuta principalmente al fatto che per colpa di quel bastardo di suo padre José, fossi rimasto orfano. I miei genitori altrimenti non avrebbero mai permesso quello che invece lei aveva permesso accadesse e tutto per soddisfare le sue voglie carnali e quel suo enorme ego, prerogativa insita naturalmente nei geni tarlati di tutti i Porla.

A quel punto e nello stato in cui mi trovavo sarebbe stato molto più saggio per me passare la notte nello studio in modo da riprendere il controllo delle mie azioni, evitando così di commettere qualche gesto avventato di cui dopo mi sarei pentito. Con tale proposito mi sedetti alla scrivania e pensieroso unii le punta delle dita a mo di preghiera portandole contro le labbra. Poi però qualcosa attirò la mia attenzione.

Dalla striscia di francobolli appoggiati in un angolo del ripiano ne mancava uno, ne ero sicuro. C'è ne erano sei, disposti su due file e invece adesso erano cinque, due da un lato e tre da un altro. Come un sensazione urticante che strisciava sottopelle, mi vennero in mente le parole di Briar. "Se fossi in te la curerei di più. L'altro giorno ho visto lei e Max all'ufficio postale e tua moglie stava spedendo una lettera ". Li per li avevo dato per scontato che fosse l'ennesimo tentativo dell'albina di mettere zizzania. Mapo chi altri oltre lei poteva aver usato la marca da bollo? Storm forse per gioco, ne dubitavo fortemente. A quel punto alzandomi di scatto mi diressi spedito verso l'alloggio di Max e bussai insistentemente più volte. Dopo qualche minuto, assonato e a petto nudo, l'inserviente venne ad aprirmi infilando solo la testa attraverso l'apertura limitata della porta, in modo tale che io non potessi guardare all'interno della sua camera. Probabilmente con lui c'era Laky, ma di questo al momento non poteva importarmene di meno, dato che tutti in quella casa sapevano della loro relazione – Signor Fullbuster cosa... – Scusami Max – Lo interruppi bruscamente – In questi giorni hai accompagnato mia moglie all'ufficio postale per caso? - Gli chiesi diretto – Lui ci pensò su un po' per poi annuire con la testa – Si, mi ha chiesto il favore di portarla li perché doveva spedire una lettera – Ti ricordi per caso l'indirizzo apposto sulla busta – Volli sapere dopo – Hem... di solito non ho l'abitudine di interessarmi a quello, non mi sembra corretto ecco – Si scusò distogliendo lo sguardo – Si ma l'hai letto comunque non è cosi? - Lo incalzai - Beh diciamo che... per un caso fortuito l'occhio mi è caduto sul nome del destinatario... - Eee...? - Lo incitai a parlare – Eh! Insomma mi sembra che fosse diretta a Margaret, ad un certo Lyon... qualcosa! Se non mi inganno. Sapete com'è non che vi abbia prestato molta attenzione - Non importa! Grazie lo stesso Max e torna pure a dormire – Lo informai a quel punto voltandogli velocemente le spalle.

Lyon Vastia. Ultimamente quel nome mi perseguitava fin troppo per i miei gusti, perfino Storm ogni tanto lo nominava con una chiara nota d'affetto nella voce, informandomi di come quell'uomo in quei cinque anni si fosse preso cura di lui al posto di quello che il piccolo credeva erroneamente fosse il suo vero padre. E Juvia? Che cosa rappresentava realmente per lei? Non potevo che chiedermi a quel punto. Lo considerava davvero soltanto un'amante... o era qualcosa di più? Magari ne era innamorata, ma per forza di cose, aveva dovuto sposare me per pura convenienza.

A quanto pare Briar non aveva mentito, non del tutto almeno e quella consapevolezza assieme al demone che ormai mi tormentava da un po' di tempo a quella parte, mi spinse inesorabilmente a raggiungere mia moglie nelle nostre stanze per esigere da lei delle risposte.

Una volta li però, non so esattamente quanto tempo passai seduto sulla poltroncina di fronte al suo letto a guardarla dormire. Per quello che ne sapevo, potevano essere passati solo pochi minuti oppure ore intere. La mia intenzione iniziale era stata quella di affrontarla immediatamente a muso duro e farle una scenata, ma quando l'avevo trovata serenamente addormentata nel suo letto, ignara di tutto quello che mi passava per la testa mi ero sentito improvvisamente... ridicolo.

Col senno di poi, avrei dovuto andarmene in quel momento stesso, invece per l'ennesima volta mi ritrovai a fissare con un'intensità quasi struggente la sua morbida figura addormentata sotto le coperte sottili.

I suoi spettacolari capelli azzurri si erano allungati parecchio e fluivano in onde morbide e lucenti che in quel momento assomigliavano a tanti serpentelli sinuosi sparsi sulla federa bianca e sulle sue spalle nude. Juvia si era leggermente arrotondata in quei due mesi e grazie alla maturità acquisita in quegli anni di separazione era diventata, se possibile, ancora più bella di prima.

Poco dopo si rigirò nel sonno scoprendo i seni sodi che brillarono candidi sotto i raggi della luna mentre lei tirava un lungo serafico sospiro.

- Tsk! - Sognava? Ma cosa... chi? Maledizione! Pensai, mi sta facendo impazzire. Ormai la desideravo sempre e non mi stancavo mai di guardarla, toccarla, amarla... si amarla! Quello non avrei mai potuto negarlo a me stesso. L'amavo ma mi sentivo un'idiota. Quell'idiota a cui lei aveva preferito un altro e che adesso aveva sposato solo per puro interesse.

La mia dolce e accondiscendente sposina che non voleva più resistermi quando la tenevo tra le braccia. Con quei suoi slanci innocenti e allo stesso tempo perversi. Aveva idea di quello che mi faceva? Da quando l'avevo ritrovata all'istituto di Erza, non avevo più desiderato nessun'altra.

– Dannazione mi sta castrando!!! - Imprecai ad alta voce in un impeto di frustrazione.

Lei a quel punto si mosse, sospirò di nuovo rilasciando un flebile gemito contrariato e aprì gli occhi – Gray è tornato? – Mormorò alzandosi a sedere mentre con l'indice piegato si strofinava un occhio e mi mostrava senza nessuna malizia apparente le voluttuose curve del suo bellissimo corpo nudo. Che splendida e consumata commediante era, persino meglio di Briar stessa. Poi istintivamente le sue labbra si piegarono in un dolce sorriso di benvenuto e le sue braccia si tesero verso di me in un tacito invito ad andare da lei. E io come uno stupido insetto attratto dal profumo di un fiore mi sollevai dal mio posto per raggiungerla sul letto.

- Perdonala Gray, Juvia si è addormentata! - Si scusò buttandomi con slancio le braccia al collo. In risposta me la strinsi contro beandomi momentaneamente del contatto con la sua pelle calda e serica, affondando il viso nell'incavo del suo collo per aspirarne il suo profumo di donna, ma subito il demone dagli occhi verdi tornò a farsi sentire più furioso e insistente che mai, fino a che facendo appello a quel poco di autocontrollo rimastomi l'allontanai di poco per guardarla in faccia – Vedo che mi aspettavi? - Sussurrai ironico iniziando a disegnare con un pollice dei cerchi leggeri e indolenti attorno ad un suo capezzolo roseo – Eri così sicura che sarei venuto? - Tsk! Che domanda stupida la mia, certo che ne era sicura, sapeva fin troppo bene che ero attratto dal suo corpo, ma molto furbamente fece finta che così non fosse. I suoi occhi però la tradirono nel momento stesso che li distolse dai miei – Juvia ti aspettava – Ammise arrossendo – M-ma non era sicura che saresti venuto – Mentì a testa bassa, mentre allo stesso tempo faceva aderire intenzionalmente le sue forme morbide contro al mio petto nel probabile tentativo di distogliere la mia attenzione da niente che non fosse lei. Diversivo che funzionò alla grande poiché le mie mani a quel punto ebbero un fremito e quasi di loro iniziativa cominciarono a vagare senza meta lungo la pelle vellutata della sua schiena, fino a che dandole una spinta brusca la rovesciai sul letto e sovrastandola con il mio corpo iniziai a baciarla con passione febbrile.

Maledizione! Nessuna era come lei... nessuna! Era troppo bello catturare quelle labbra soffici e accarezzare quel corpo arrendevole. Possederla fino allo sfinimento, per poi riposarle accanto con la sua testa affondata nell'incavo di una spalla. Ormai era diventata un'ossessione, una dolcissima ossessione che però mi stava trascinando in un baratro. Non volevo amarla perché quell'amore sarebbe stato a senso unico, di quello ne ero certo. Perciò, dovevo assolutamente esorcizzare il fantasma di quel desiderio. Ma non era così che ci sarei riuscito. Non facendola godere ogni notte e guardandola addormentarsi appagata, mentre io invece faticavo sempre più spesso a prendere sonno.

- Bugiarda! - L'accusai a quel punto dopo avere interrotto bruscamente il nostro bacio - Non ti stanchi mai di fingerti così remissiva con me? - Le chiesi con voce dura – Perché lo fai? Dov'è finita la vecchia Juvia Porla? La tieni segregata dentro di te per paura che ti tradisca? - Non avevo alzato la voce, ma il mio tono basso insieme alla rabbia contenuta in quelle parole la fecero sussultare neanche l'avessi schiaffeggiata – Perché va a finire sempre così con Gray? - Mi chiese con voce mesta - Juvia non lo capisce? - Scosse leggermente la testa e alzò una mano per accarezzarmi una guancia – Lei a provato di tutto, ma non è servito a molto. Eppure Juvia ti... lei ti - Si interruppe a quel punto ingoiando a vuoto – Juvia cosa? Che cosa??? - L'afferrai per il mento stringendoglielo con forza – Cos'è che non riesci a dirmi? Forse vorresti confessarmi che hai ucciso tuo marito perché non era abbastanza uomo da soddisfarti per poi fuggire da Crocus assieme al tuo amante sbattendotene alla grande di mettere la vita di mio figlio in pericolo è questo che non riesci a dirmi maledetta bugiarda! - Le sputai in faccia con tutto lo sdegno di cui fui capace – Dov'è lui adesso? A Margaret dove hai mandato la lettera, o da un'altra parte? - Strinsi ancora più forte le sue guance facendola gemere di dolore – Juvia non sa di che parla, G-Gray è-è ubri-aco – Tentò di liberarsi afferrandomi i polsi - L-le sta fa-cendo male – Riuscì a mormorare debolmente con un singhiozzo – Anche tu nei fai a me con le tue menzogne e non sai quanto! - Le risposi con furia allentando comunque la presa – A chi pensi quando sei con me eh? - Juvia non capisce dove Gray vuole arrivare! – Gridò a quel punto dibattendosi con foga per cercare di liberarsi – Ah non capisci? - Usai l'altra mano per bloccarle il busto mentre con il peso del mio corpo la schiacciavo sotto di me - Voglio sapere se quando fai l'amore con me e a lui che pensi, a quel Lyon Vastia!!! - Le urlai questa volta in faccia – No! non è vero, Lyon è solo un caro amico, lei te l'ha già detto! - Gridò di nuovo con eguale rabbia iniziando a tempestarmi le spalle di pugni – La vuoi sapere una cosa piccola puttanella bugiarda? - Le bloccai entrambi i polsi in cima alla testa per dare più enfasi alle mie parole - Conosco qualcuno che usa lo stesso termine per indicare tutte le amanti che si porta a letto. Tsk! Caro amico un cazzo! Perfino mio figlio un giorno ha ammesso di aver pensato fosse lui suo padre – Quello non c'entra niente! Storm gli era solo affezionato. Lyon a differenza di Gray l'ha sempre rispettata, lui è una persona corretta, un uomo d'onore! - Lo difese con enfasi facendomi andare ancora più fuori di testa – Quindi mi stai dicendo che sei stata tu ad accoglierlo nel tuo letto e non lui a convincerti? - Lyon non l'ha mai forzata a fare niente che Juvia non volesse! Al contrario di Gray che invece preferisce imporsi con la forza. E' così che ha avuto Juvia la prima volta, se lo ricorda questo? - Mi accusò velenosa mentre ancora cercava invano di sfuggirmi - ****** - Benissimo allora! - Sbottai a quel punto troppo incazzato per ragionare - Se è questo che pensi di me perché deluderti? Vorrà dire che da stanotte in poi sarà sempre così che ti avrò! - E in un attimo passai dalle parole ai fatti. Con uno strattone secco la ribaltai a pancia sotto e senza badare alle sue proteste la tenni ferma con una mano aperta piantata sulla schiena, mentre con l'altra mi sbottonavo i pantaloni e li abbassavo quel tanto che mi serviva. Poi usai il ginocchio per divaricarle le gambe e con una spinta violenta la penetrai da dietro mentre lei si lamentava sommessamente con il viso affondato nelle lenzuola. Raggiunsi l'orgasmo in fretta, senza trattenermi e pensando con amara soddisfazione che forse adesso l'avrebbe finalmente piantata, con quella farsa di volere a tutti i costi sostenere il ruolo della brava mogliettina devota. Mi ritirai da lei pulendomi con il lenzuolo, insoddisfatto e disgustato da me stesso per come ancora una volta era riuscita a farmi perdere le staffe. E in quanto al senso di colpa non ci mise molto a pugnalarmi lo stomaco facendomi sentire un verme. Amareggiato le lanciai un ultimo sguardo prima di andarmene, ma i suoi singhiozzi, soffocati dal materasso mi fecero esitare riportandomi irrimediabilmente con la mente al nostro primo incontro ******

Aveva vinto di nuovo lei, ancora una volta era riuscita a dimostrare che ero io il bastardo della situazione e lei la vittima innocente. Che idiota ero stato ad illudermi di poter apparire diverso ai suoi occhi. Non mi avrebbe mai considerato qualcosa di diverso dall'uomo che già una volta le aveva usato violenza. Per quello che serviva allungai comunque una mano per afferrare il lenzuolo e per ricoprirla. Ma non appena le mie dita sfiorarono accidentalmente la sua spalla lei scattò come se fosse appena stata ustionata da un ferro rovente – Non osare mai più toccarla bastardo figlio di puttana!!! - Mi sputò in faccia inviperita con gli occhi che adesso lanciavano scintille di puro odio – Tsk! - Sbuffai io – Ecco, così va molto meglio. Niente più falsa accondiscendenza da parte tua, ma soltanto reale e genuino rancore. Mi mancava questo lato di te sai? - Va all'inferno Gray Fullbuster!!! - Rincarò la dose e afferrata la prima cosa a portata di mano la scagliò attraverso la stanza prendendomi in pieno – Come la mia dolce sposina comanda – La sbeffeggiai sarcastico rigettandole il cuscino mentre le facevo un mezzo inchino, poi le voltai le spalle e m'incamminai verso la porta, ma inaspettatamente lei balzò giù dal letto e incurante della sua nudità, mi raggiunse.

Dapprima prese a percuotere le mie spalle con pugni rabbiosi poi con entrambe le mani mi afferrò per il polso e mi costrinse a voltarmi verso di lei solo per continuare a colpirmi con foga il petto - Perché? Perché Gray fa così che cosa ha fatto Juvia per meritarselo? - Domandò infine con le lacrime che le rigavano le guance pallide. Per qualche secondo rimasi li fermo a guardarla negli occhi, quei magnifici occhi ora lucidi di pianto senza sapere che accidente dirle. Poi da vero bastardo, quale lei attestava che fossi, scelsi di non deludere le sue aspettative – Non ho voglia di porgerti le mie scuse o darti delle spiegazioni... tu devi fare solo ciò che voglio, ricordi? Me l'hai giurato. Anche aprire le gambe senza tanti piagnistei – Porco!!! - Mi schiaffeggiò a quel punto con tutta la forza che aveva tanto da lesionarmi il labbro – E non permetterti mai più di cercarla! - Urlò furibonda - Juvia ti avvisa, se Gray lo farà lei si rifiuterà con tutte le sue forze e lui sarà costretto a violentarla di nuovo! – Mi sfidò alzando il mento e raddrizzando la schiena - Credi davvero di essere così importante al punto che io non possa fare a meno di te? - Le dissi squadrando la sua figura svestita da capo a piedi - Non illuderti, sei solo un corpo come un altro su cui sfogare i miei bisogni. Di puttane bugiarde come te posso permetterne una a sera, senza neanche il bisogno di sposarle - Poi senza particolare brutalità la scostai e uscii dalla stanza lasciandola da sola.

§ La tana di Lestoargento §

Beh! Eccoci qui. So perfettamente che dopo questo capitolo parecchi di voi vedrebbero volentieri Gray con un cappio al collo. E non credo ci sia altro da aggiungere. Tutto quello che ho da dirvi lo leggerete nei due ultimi capitoli finali. E sì, ormai siamo agli sgoccioli di questa storia, ma spero di riuscire ad emozionarvi fino alla fine a cominciare dal penultimo capitolo che si intitolerà " Il tango delle gelosie " Curiosi??? Se si, non perdetevelo. Baci Lesto.


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