EXTRA - Come fosse tutto un luna park
Leanne non avrebbe mai pensato di arrivare a desiderare un appuntamento così tanto.
O meglio, non avrebbe mai pensato di desiderare a tal punto un' uscita con Ethan Powell.
Se solo gliel'avessero detto qualche mese prima che si sarebbe ritrovata ad aspettare ogni giorno la sera con ansia, perché erano gli unici momenti in cui riuscivano a stare insieme senza essere disturbati o dover correre da qualche parte... beh, Leanne si sarebbe fatta una grande risata.
Ma a quanto pare doveva aver sbattuto la testa più che violentemente, visto che ormai Ethan Powell - lo stesso che era la causa di tutti i suoi problemi a inizio anno - era il suo fidanzato.
Ufficialmente e, questa volta, senza finzioni.
Peccato solo che alcune cose non si smentivano mai e, nonostante stessero felicemente insieme da sei settimane, non erano ancora riusciti ad avere il fatidico primo appuntamento.
Felicemente, poi, si faceva per dire. Ethan e lei non sarebbero mai riusciti ad andare d'amore e d'accordo: riuscivano infatti ad alternare risate e litigi come se fossero stati allenati da tutta una vita.
Fatto stava che, in quasi due mesi di consolidata relazione, non erano mai usciti dalle mura scolastiche insieme.
Una volta non si erano visti a causa di Ethan, colpevole avere gli allenamenti di calcio anche nel fine settimana, un'altra di Leanne che si era fatta mettere in punizione(di nuovo!)
Poi l'arrivo dei test, un' insufficienza in scienze da dover recuperare e per il quale lui si era eroicamente sacrificato, rimanendo in biblioteca per tre giorni a darle una mano.
Senza contare l'arrivo di compleanni e di un'influenza tempestiva e debilitante.
Insomma, il Karma si era particolarmente accanito contro di loro. Leanne non aveva più dubbi.
Fu con questa consapevolezza che quella mattina si avvicinò al portone, temendo l'arrivo di qualche impegno improvviso che gli impedisse di uscire insieme per il settimo sabato di seguito.
Per lo meno, constatò scendendo l'ultimo scalino, Ethan era già lì in sua attesa. Si era appoggiato al muro e le dava le spalle, con le mani infilate nelle tasche per il freddo.
Alla sua vista, le labbra gli si incurvarono istintivamente verso l'alto e un calore inconfondibile le si diffuse all'altezza del petto.
Come le diceva sempre Josh, prendendola in giro, era terribilmente e irrimediabilmente cotta di lui.
Si avvicinò lentamente e in punta di piedi, cercando di non far rumore, e trattenendo il respiro gli passò una mano a coprire gli occhi.
"Len, lo so che sei tu," disse Ethan, solleticandole la mano con le ciglia.
Leanne, a quelle parole, si sgonfiò come un palloncino.
"Non sono Leanne," rispose con voce grossa e profonda. "Sono... sono Bill."
Ethan rise e fece vibrare le spalle. "Ciao Bill," rispose stando al gioco, "Hai per caso visto la mia ragazza? È bassa, ha una voce squillante e..." Leanne gli tirò un pugno, "Ed è molto permalosa."
Gli tolse le mani dal viso e portò le braccia al petto, offesa. Ethan si voltò verso di lei con un sorriso e le passò un bracciò intorno alle spalle.
"Anche molto carina," le strofinò la punta del naso con la sua. "Ma a Bill non lo potevo dire, sennò poi diventavo geloso."
"Sei proprio uno scemo," gli passò un braccio intorno al busto, alzandosi sulle punte, e lo baciò.
Uno scemo carino, per sua sfortuna.
Ethan si abbassò per andarle in contro e approfondì il bacio, stringendosela contro. "Ehi," salutò, sorridendole sulle labbra. "Buongiorno."
"Ehi a te," disse Leanne, portando le braccia sotto il giaccone del ragazzo e abbracciandolo.
Il suo volto si trasformò in una smorfia mentre faceva un salto indietro, allontanandosi da lei. "Sei ghiacciata," si lamentò. "Sfiori l'ipotermia."
Leanne si strinse nelle spalle, alzando gli occhi al cielo davanti la sua esagerazione. "Non hai mai sentito dire 'mani fredde, cuore caldo'?"
"Tutte tu le conosci," la prese in giro e le tese una mano. "Vogliamo andare?"
Leanne fece per annuire e rispondere, quando venne interrotta da una serie di voci alle sue spalle.
"Ecco la mia coppia preferita," esclamò Anthony, appena arrivato, e le passò un braccio intorno alle spalle.
"Ant," disse invece Matt, "Ethan è geloso, lo sai, non fare così."
"Siete proprio dei coglioni," Ethan sbuffò, con un sorriso esasperato. "Che fate ancora a scuola?"
"Mi fai male al cuore così," Dylan si portò la mano aperta al petto, fingendosi offesa. "Noah, tu che dici? Non ti senti tradito ora che Ethan esce con Leanne?"
Noah, che era rimasto poco distante da loro, alzò le sopracciglia verso l'alto. "Tradito?"
"Oh, piccolo Noah," fece Anthony, ancora vicino a lei. "Non fingere con noi, lo sappiamo che tu ed Ethan..." e lasciò cadere la frase, allusivo.
Leanne rise, mentre Noah spalancava la bocca indignato.
"Aspettiamo l'autobus tutti insieme?" chiese Matt e sí sfregò le mani fredde.
"Direi di no," fu la veloce risposta di Ethan, che la afferrò per un braccio tirandola verso di sé.
Ahia. Ma cos'era, un pacco?
"Ci stai rifiutando?" chiese Anthony, da sempre il più molesto di tutti loro.
"Assolutamente sì," rispose Ethan e sorrise. "Ci vediamo in giro o stasera... o magari mai. Non disperatevi troppo senza di me e attenti a Noah, è sensibile il cucciolo."
Senza dare il tempo agli altri di parlare, il ragazzo - il suo, ci tenne a precisare mentalmente - la trascinò via, attraversò il cortile fino al cancello.
"Andiamo," guardò l'orologio, "O perderemo l'autobus e mi scoccio di aspettare."
"Ethan," esclamò Leanne, puntando le mani contro i fianchi, "Sei stato scortese."
"Ma no, Stellina, non preoccuparti," minimizzò lui e provò a passarle un braccio intorno alle spalle, ma lei si era già allontanata.
"Invece si, è stato poco carino," mormorò e abbassò la testa, torturandosi una ciocca di capelli.
Sentiva lo sguardo di Ethan confuso su di sé e si odiò per aver reagito così, non voleva assolutamente rovinare quella giornata.
"Leanne," Ethan abbassò il busto, arrivando a guardarla dal basso in una posizione che definì personalmente bizzarra, "Mi dici che succede?"
"Niente, perché?"
La guardò scettico. "Perché non mi guardi in faccia e ti stai torturando le mani."
"Se te lo dico mi prendi in giro."
"Prometto di no," le sorrise.
Leanne lo guardò male e sbuffò. Pensava davvero che lei non conoscesse?
"Ethan, per favore, non diciamo sciocchezze."
"Va bene," ammise lui, dandole ragione. "Prometto di cercare di non prenderti in giro."
"Suppongo di dovermelo far bastare," disse Leanne ed Ethan annuí, dandole un bacio veloce. "Sei proprio un ruffiano."
"Dai," Ethan sporse il labbro inferiore in fuori, in una sua pessima imitazione. "Me lo vuoi dire?"
"È che ho un po' paura che i ragazzi possano prendersela con me se tu..."
"Se io?" la incalzò.
"Pas... t...p.... me"
"Leanne, se parli così io non ti capisco."
Lei prese un respiro profondo e chiuse gli occhi. "Se passi troppo tempo con me."
Silenzio.
Leanne aprì lentamente gli occhi e, con la vista un po' annebbiata dalle ciglia, vide Ethan trattenere le risate. Era piegato in due per lo sforzo con le guance gonfie e arrossate.
"Sei proprio un deficiente," sbottò, spintonandolo offesa. "Lo sapevo che non dovevo dirti niente, sei proprio un..."
Venne interrotta da Ethan che le prese il volto tra le mani per darle un bacio, ma le sbuffò una risata sulle labbra.
"Ti odio."
"Scusa," soffiò fuori, con la voce ancora tremante. "Mi dispiace, avevo promesso."
"Già."
"Non fare così, permalosona," la prese in giro e le passò un braccio intorno ai fianchi. "Ascolta, i ragazzi ti adorano, puoi stare tranquilla."
"Sí, però ultimamente stiamo spesso insieme."
"Non è vero," la smentì, "Fino a stamattina erano almeno tre giorni che non riuscivo neanche a salutarti, mi stavi forse evitando per questo motivo?" Leanne si strinse nelle spalle e abbassò la testa. "Sciocca, sciocca Len."
"Vuoi dirlo forse qualche altra volta?" chiese piccata.
Ethan alzò gli occhi al cielo divertito. "Sei proprio una pasticciona, lo sai?" lei annuì. "Per favore, non ignorarmi più, ho passato tre giorni d'inferno a chiedermi cosa avessi fatto di sbagliato."
"Ne fai tante di cose," rispose, ignorando la voglia di riempirlo di baci che l'aveva pervasa.
"Immaginavo questa risposta," convenne lui. "E per la tua felicità, i ragazzi non hanno fatto che chiedere dove fossi e perché io ti avessi fatta arrabbiare."
"Davvero?" chiese Leanne mentre lo sguardo le si illuminava. "Allora non mi odiano."
"Te l'ho detto," le picchiettò il naso con l'indice. "Sei proprio una sciocchina."
"E tu uno scemo."
"Creatina."
"Idiota."
"Rompiscatole."
"Deficiente e..." non poté finire perché la baciò.
🎈 🎈 🎈
"Facciamolo."
"Sei sicura?"
"Credo... cioè, si."
"Se non te la senti non fa niente."
"Sono pronta."
"Ho paura che ti farà male."
"Ethan, io voglio."
Leanne si attaccò al suo braccio tirandolo verso di sé.
"Ma se vedo che le cose non vanno bene..."
"Ethan," lo bloccò. "Voglio entrare nella sala giochi, ora!"
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. "Se lo scopre Annabeth non mi parlerà per una settimana... minimo."
"Non essere tragico e porta la tua ragazza a divertirsi."
"Che ho fatto di male?" la seguí tristemente. "Guai a te se ti fai prendere la mano, ti lascio solo due ore. Poi ce ne andiamo."
Leanne puntò il naso verso l'alto, sdegnata. "Non lo faccio mai, conosco i miei limiti."
"Disse la ragazza che il mese scorso ha speso quasi cinquanta euro in scommesse."
"Sono solo competitiva e Josh ne approfitta."
"Sei un pericolo per te stessa," disse Ethan, scombinandole i capelli con una mano. "Entriamo, dai."
Leanne emise un urlo e cominciò a saltare eccitata. "È ufficialmente il miglior primo appuntamento di tutti tempi."
Gli passò le mani sulle spalle e, continuando a saltare, lasciò un bacio sul suo sorriso.
"Quanti appuntamenti hai avuto, scusa?" le chiese Ethan, bloccandola con le braccia affinché si fermasse.
"Non molti in realtà," Leanne si strinse nelle spalle, "Ma non mi sembra carino sottolinearlo."
Ethan rise e le passò un braccio intorno alle spalle, entrando nella sala giochi.
"Allora," la fermò prima di lasciarla andare, "Mi prometti che non ti fai prendere la mano?" Leanne annuì. "E che non lo dici ad Annabeth?"
"Croce sul cuore," rispose a Leanne, mimando quanto appena detto. "Ora andiamo a giocare?"
"Certo," rispose il ragazzo prima di tirarla indietro e correre via.
"Così non vale," esclamò Leanne e si affrettò a raggiungerlo. "Sei scorretto."
Gli diede una piccola spinta necessaria per ottenere spazio davanti il gioco e sbuffò, mentre lui si abbassava a inserire le monete.
"Sai," fece Ethan senza distogliere lo sguardo dallo schermo. "Se me l'avessero detto non ci avrei mai creduto.
"Di avere un appuntamento con me o di trascorrerlo in una sala giochi?"
"Entrambi," rispose. "Avere un appuntamento con te in una sala giochi. Ha del paranormale."
"Dici che siamo strani?"
Ethan imprecò mentre la sua macchina si schianta contro un palo. "Credo di si, l'età media di questo posto è di tredici anni."
Leanne alzò le spalle e arrivò al traguardo, battendo il ragazzo. "Tanto ormai stiamo insieme, non dobbiamo più preoccuparci di fare bella figura con nessuno."
Ethan si voltò contrariato verso di lei, incrociando le braccia per aver perso. "Tu sì che mi dici sempre le cose più carine."
"È così che ti ho conquistato, no?" gli sorrise e si alzò in punta di piedi per baciargli il broncio.
La risposta non tardò ad arrivare e le passò un braccio intorno alla vita, approfondendolo. Subito cominciò un gioco tra le loro lingue e Leanne prese ad accarezzargli il collo.
Nel suo stomaco, intanto, sembrava esserci passata un'orda di rinoceronti, altro che farfalle.
I baci di Ethan la mandavano fuori controllo, ma cosa più importanza le loro giornate non erano fatto solo di quelli. Stare con lui significava ridere, arrabbiarsi, confidarsi... e baciarsi tanto, che non l'avrebbe mai ammesso ma sentiva di essere nata per farlo.
"Tra un po' il proprietario ci caccia," le mormorò Ethan sulle labbra, scoccandole un altro bacio.
"Purché non lo diciamo in giro a me va bene."
"L'ho sempre detto che eri una maia..." non riuscì a finire la frase perché Leanne lo interruppe
Non con un pugno, come avrebbe fatto fino a qualche mese prima, ma con un bacio fatto di complicità e risate.
"Voglio la rivincita," Ethan si staccò da lei, continuando però ad abbracciarla.
"Tanto sei scarso, vinco di nuovo io."
"Scommettiamo?"
"D'accordo," gli strinse la mano, "Chi perde fa tre cose decise dall'altro, senza obiezioni."
"Affare fatto," rispose Ethan e infilò le monete nella fessura.
Rimasero a giocare per quasi tutta la giornata, allontanandosi solo verso ora di pranzo per comprarsi un panino veloce. Leanne sapeva che qualunque altra persona, al posto suo, non avrebbe mai accettato di passare un appuntamento così, ma lei ed Ethan non erano mai stati convenzionali.
"Non pensavo fossi così competitiva," commentò lui, salutando con un cenno il proprietario della sala. "Sei incredibile."
"Di solito non lo dico in giro," scherzò Leanne, chiudendosi la porta alle spalle.
Si sfregò le mani l'una contro l'alta e, mettendole a coppa davanti le labbra, vi respirò dentro.
"Vieni qui," Ethan le prese dolcemente le mani e le strinse tra le sue, sfregandole per riscaldargliele.
"Sai," disse Leanne, accoccolandosi contro di lui, "Se lo raccontassi, nessuno mi crederebbe."
"Cosa?"
"Questo," indicò con un cenno della testa la sala giochi. "Noi due che passiamo il nostro primo appuntamento a giocare a Mario Kart."
Il petto di Ethan venne scosso da un attacco di risa. "È per questo che stiamo insieme, no?"
"Pensavo fosse perché avevo sbattuto la testa, ma la tua risposta mi piace di più."
Ethan arricciò il naso in una smorfia e si avvicinò al suo viso. "Ma come siamo simpatiche," disse prima di catturarle le labbra.
Leanne gli passò le braccia intorno al busto e gli si strinse contro, alzandosi in punta di piedi per ricambiare il bacio. Ormai aveva perso il conto di quante volte lui l'avesse attirata a sè rubandole un bacio.
Tra un partita e un'altra, prima di premere play, quando la sua macchina si scontrava contro un muro o quando lei stava per vincere e voleva distrarla.
Ma Leanne, quelle volte, non si era arrabbiata, perché era disposta a perdere per il sorriso di Ethan sulle suo.
"Non abbiamo neanche fatto un giro," mormorò Leanne.
"Lo faremo la prossima settimana," Ethan si allontanò da lei e controllò l'ora.
"Chi ti dice che vorrò uscire di nuovo con te?"
"Diciamo che so giocare le mie carte."
"Non sei un po' troppo sicuro di te?" lo prese in giro.
"Solo il giusto," rispose e si strinse nelle spalle, malandrino. "Coraggio, andiamo, o perdere l'ultimo autobus."
Leanne annuì e si incamminò al suo fianco, avanzando il passo per raggiungerlo.
"Puoi camminare un po' meno veloce?" si lamentò.
"Sei tu che sei troppo lenta."
"Scusami se non sono alta un metro e ottanta come qualcun altro."
Ethan si voltò a guardarla e le diede il tempo di raggiungerlo. "A proposito, ma si può sapere quanto sei alta?"
"Non te lo dico," incrociò le braccia al petto. "Comunque sono nella media."
"Non ne sono tanto sicuro. Dai, dimmelo, sono il tuo ragazzo."
"E con questo?" Leanne alzò le sopracciglia scettica.
"E allora dovresti dirmi tutto, non ci sono segreti tra noi."
Alzò gli occhi al cielo. "È inutile che ci provi."
"Guarda che tanto a me piaci anche così," Ethan si abbassò verso di lei, continuando a camminare.
"Così come, scusa?"
"Alta quanto un tappo di sughero," spiegò lui tranquillamente. "Sei molto carina tutta compatta... ahia, mi hai fatto male," si lamentò, portandosi una mano a massaggiare la spalla colpita.
"È assurdo quanto mi irriti, proprio non capisco perché sono qui con te."
Ethan sorriso e le si piazzò davanti. "Me lo dai un bacio?"
"Sposati, non ci voglio parlare con te."
"Mica dobbiamo parlare, ho solo chiesto un bacio."
"Sono arrabbiata," fece notare Leanne e sbuffò.
"Me ne sono accorto ma tanto lo sei quasi sempre."
"Questo perché sei tu la causa."
Stringendosi nelle spalle, Ethan le passò un braccio intorno alle spalle. "Accetto la tua critica," disse e la baciò.
Leanne gli portò le mani al petto e, esercitando una lieve pressione, si allontanò. "Sei proprio impossibile."
"Impossibilmente fantastico?"
"Impossibilmente cretino," specificò e allungò una mano a stringere la sua.
Ripresero a camminare: lei con un piccolo sorriso sulle labbra e il cuore pieno di lui, ed Ethan con lo stomaco attorcigliato dalla sua vicinanza.
Forse non era stato il tipico e ideale primo appuntamento - e Annabeth ne sarebbe rimasta profondamente delusa -, ma lei era felice così.
Più che felice, anzi.
"Ehi, guardate," un urlo attirò la loro attenzione, costringendoli a voltarsi.
"È proprio la coppia che speravo di incontrare," continuò qualcun altro.
Dylan, Matt e Anthony correvano verso di loro mentre, poco distante, Noah cercava di fermarli.
Ethan le indirizzò un'occhiata dubbiosa e veloce, incerto su come agire.
"Coraggio," fece Leanne, "Non guardarmi così, non mi arrabbio mica se si uniscono a noi."
Lui tirò un sospiro di sollievo e fece per salutare gli amici, quando si girò un ultima volta verso di lei. "Ehi, Stellina. Lo sai che sei il miglior primo appuntamento nella storia dei primi appuntamenti?"
Le strizzò l'occhiolino, ammiccante, e alzò un braccio in direzione dei ragazzi.
"Allora, è stata una giornata triste e grigia senza la mia presenza, vero?"
Ed eccoci qua con il nuovo capitolo, che in questo caso è uno dei famosi extra di cui vi parlavo.
Si tratta del primo appuntamento di Ethan e a Leanne , in parallelo con quello tra lei e Daniel del capitolo scorso.
Diciamo che è stato un modo per farvi vedere un po' del periodo in cui sono stati insieme, vista la situazione attuale.
Vi sono piaciuti insieme in questa "nuova" veste?
In tanto, forse non dovrei ma non riesco a tenermi questo "segreto, vi comunico che al termine di questa storia ce ne sarà un'altra (e un'altra e un'altra, e via in quella che spero possa essere una saga familiare).
La prossima è al momento in lavorazione e vi annuncio che il protagonista sarà *rullo di tamburi*
JAMES
Già, avete capito bene, ho deciso di abbracciare questa croce. Se avete qualche idea come "presta volto" fatemi sapere, dono curiosa di sapere come lo immaginate.
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